La sindrome della crocerossina: io ti salverò e tu mi amerai

A cura di: Dr.ssa Annalisa De Filippo
Data pubblicazione: 31 luglio 2024

La dinamica relazionale della crocerossina colpisce non sono solo le donne, anche gli uomini. Vediamo di cosa si tratta.

Sindrome della crocerossina: quali sono le caratteristiche?

La crocerossina mette da parte i propri bisogni vengono messi per focalizzarsi su quelli dell'altro arrivando addirittura ad annullarsi. Se si pensa a se stessi ci si sente in colpa, pensando che gli altri sono sempre più importanti.

L'idea è che per essere amati bisogna sacrificarsi e prendersi cura dell'altro che, avendo bisogno di noi, non ci abbandonerà.

Il proprio valore dipende dal sentirsi utili insostituibili per l'altra persona, c'è un bisogno di approvazione quindi la domanda alla base è: "ma cosa vogliono e cosa desiderano gli altri?". Quando la domanda corretta da chiedersi dovrebbe essere: "ma io cosa voglio?".

Questa dinamica relazionale porta quindi a instaurare dei rapporti sbilanciati basati sul dare e non avere.

La gratifica del sentirsi utili importanti comporta un grosso sacrificio perché si mette da parte se stessi, ossia la persona più importante della della propria vita.

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Come uscire dalla dinamica della crocerossina?

Questa condizione di crocerossina si può superare prendendo consapevolezza della dinamica e delle origini che, solitamente, risalgono all'infanzia.

Individuazione delle possibili cause

A volte ci sono state delle inversioni dei ruoli nel rapporto coi genitori, magari dei genitori che avevano delle fragilità e di cui il bambino si è sentito di doversi fare carico.

A volte i propri bisogni non sono stati visti e quindi c'è una sofferenza alla base che va elaborata.

Questo può permettere alla persona di lavorare sulla propria autostima, di rafforzarla, di riconoscere
i propri limiti di prendere consapevolezza sui propri bisogni i propri desideri. Questo perché non si è abituati a pensare a sé, quindi bisogna lavorarci su riconoscendo che prendersi cura di se stessi non vuol dire essere cattivi, essere egoisti ma è un sano egoismo.

Se mi prendo cura di me stessa posso anche in qualche modo essere più felice e quindi anche per gli altri essere una presenza migliore. Quindi andare nella direzione di instaurare dei rapporti reciproci
quindi dare e avere perché anch'io sono importante.

Per approfondire:Cos'è la scarsa autostima?

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