Reflusso gastroesofageo: sintomi, cause, diagnosi, rimedi e cura

A cura di: Dr. Andrea Favara
Data pubblicazione: 14 giugno 2024

Cos'è il reflusso gastroesofageo?

Il reflusso gastroesofageo o malattia da reflusso si verifica quando il contenuto dello stomaco in genere acido, ma non necessariamente, refluisce nell'esofago più di quanto non avvenga fisiologicamente.

Infatti, un certo reflusso è fisiologico, ma diventa una patologia quando la durata e l'acidità del reflusso superano determinati limiti: in questo caso si parla di malattia da reflusso.

Diffusione

Il reflusso è una condizione estremamente frequente la cui incidenza è in aumento e che spesso comporta un significativo peggioramento della qualità della vita.

È quindi importante porre una diagnosi corretta e soprattutto mettere in atto tutte quelle manovre terapeutiche che permettano di risolverla o tenerla sotto controllo.

Per approfondire:Reflusso gastroesofageo: linee guida

Perché si verifica la malattia da reflusso?

Le cause della malattia da reflusso sono molteplici e in genere si parla di concause.

In genere si verifica:

  • un aumento dell'acidità del contenuto dello stomaco,
  • un difetto di motilità sia dell'esofago sia dello stomaco che si svuotano più lentamente in maniera meno coordinata di quello che dovrebbe verificarsi fisiologicamente.

A questo si aggiungono una serie di fattori di rischio che peggiorano ulteriormente questa condizione patologica, quali ad esempio:

  • l'obesità,
  • la sedentarietà,
  • le scorrete abitudini alimentari.

Quando quindi il contenuto dello stomaco refluisce in esofago e rimane a lungo a contatto con le pareti interne dell'esofago si verifica la malattia da reflusso.

Per approfondire:Reflusso e stile di vita: 5 fattori modificabili

Come riconoscere il reflusso?

I sintomi sono variabili e si distinguono in:

  • tipici: quali ad esempio il bruciore retrosternale, il bruciore di stomaco, la tosse;
  • atipici: cioè non legati direttamente al reflusso, ma correlati per un meccanismo secondario quali ad esempio la cefalea, i dolori auricolari, il meteorismo, la digestione laboriosa.

È importante però sottolineare che spesso la malattia da reflusso è asintomatica, cioè è presente un reflusso patologico in assenza di sintomi.

Questo è particolarmente preoccupante perché quando la malattia da reflusso si associa all'esofagite, ovvero l'infiammazione della parte inferiore dell'esofago in conseguenza del materiale che è refluito in esofago, il quadro esofagitico può peggiorare.

Questo peggioramento può dare origine ad alcune forme che si definiscono precancerosi, ovvero comportano un maggior rischio di sviluppo di adenocarcinoma del cardias.

Per approfondire:Come riconoscere il reflusso gastroesofageo

Quali esami fare?

La diagnosi richiede sempre:

  • un'anamnesi
  • un esame obiettivo
  • una serie di accertamenti strumentali.

Tra questi, primo fra tutti è la gastroscopia con biopsie che permette di definire:

  • l'eventuale esofagite presente,
  • il grado di esofagite,
  • la presenza di patologie associate.

Inoltre, permette di distinguere il reflusso da altre condizioni che si presentano con sintomi simili, ma hanno cause completamente diverse, quali ad esempio l'esofagite eosinofila, le stenosi benigne o maligne.

Alla gastroscopia possono seguire accertamenti di secondo livello quali la ph impedenziometria o la manometria esofagea, che permettono di stabilire le caratteristiche del reflusso soprattutto per stabilire un trattamento adeguato di tipo chirurgico quando è necessario.

Per approfondire:Diagnosi del reflusso: gli errori da evitare

Come curare il reflusso gastroesofageo?

La sintomatologia della malattia da reflusso deve condurre innanzitutto ad una diagnosi corretta perché se la diagnosi è sbagliata sicuramente la terapia sarà inefficace. È quindi importante evitare l'automedicazione o l'assunzione di farmaci che potrebbero non essere indicati e avere anche effetti collaterali peggiori del problema per cui li si assume.

Indicazioni alimentari

Una volta confermata la diagnosi in genere sono sufficienti misure comportamentali quali:

  • modifica delle abitudini alimentari
  • modifica degli orari di assunzione degli alimenti
  • modifica della postura che si assume dopo aver mangiato
  • alcune limitazioni dietetiche.

Infatti, alcuni alimenti riducono il tono dello sfintere esofageo inferiore, cioè della valvola posta tra l'esofago e lo stomaco e quindi vanno limitati.

Per approfondire:Cosa mangiare con il reflusso

Terapia farmacologica

Quando tutto questo non è sufficiente la terapia farmacologica è utile e va assunta possibilmente su indicazione medica.

È importante assumere il minor numero di farmaci necessari per la minor durata sufficiente a tenere sotto controllo la malattia, anche perché tende ad avere un andamento cronico. Spesso quindi si presentano riacutizzazioni ed è necessario trattare queste riacutizzazioni con modifiche della terapia.

Per approfondire:Omeprazolo: effetti collaterali

In casi particolari sono indicate necessarie terapie più impegnative quali endoscopiche o chirurgiche oggi eseguite per via laparoscopica.

Queste però sono riservate a una minima percentuale di casi che presentano caratteristiche ben precise e che non sono risolvibili con terapie non chirurgiche.

Per approfondire:Reflusso: terapia medica o chirurgica?

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Autore

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Universita' Studi Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 31610.

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