Gastroenterologia e endoscopia digestiva

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http://www.gastrojournal.org/article/S0016-5085(15)00496-5/abstract

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La gastroenterologia è una branca della medicina interna che si occupa dello studio, della diagnosi e del trattamento delle malattie riguardanti l’apparato digerente.

Di cosa si occupa la gastroenterologia

Nello specifico la gastroenterologia si interessa alle patologie che colpiscono:

  • il pancreas,
  • l’esofago,
  • le vie biliari,
  • lo stomaco,
  • tutti tratti dell’intestino (tenue, colon, retto).

Di quali malattie si occupa il gastroenterologo?

Principale interesse della materia è dunque lo studio e la cura di patologie come:

La diagnosi endoscopica

Questa branca della medicina è strettamente legata ai processi tecnologici che hanno apportato profondi e necessari cambiamenti evolutivi all’interno dei supporti e dei mezzi tecnici d’indagine.

L'avanzamento scientifico in campo medico ha infine permesso di giungere a quella che al momento è la più utilizzata metodologia di indagine gastroenterologica, ovvero l'endoscopia.

Si tratta di una metodologia di esplorazione medica che permette di studiare alcuni organi dell’organismo dall’interno, servendosi di un endoscopio, ovvero un tubo (rigido o flessibile) di dimensioni variabili (dai 5 ai 10 mm di diametro e da fino a 130 cm di lunghezza).

L’endoscopia consiste quindi nell’inserimento nell’organismo di questi strumenti, solitamente attraverso orifizi naturali (bocca o ano), con l’obiettivo di individuare la presenza di eventuali lesioni o alterazioni organiche e di agevolare l’asportazione di materiale patologico.

Questa tecnica possiede dunque finalità diagnostiche e terapeutiche.

A loro volta, all'interno delle diverse tecniche endoscopiche digestive, la gastroscopia e la colonscopia sono quelle più diffuse.

La gastroscopia

La gastroscopia (o EGDS, Esofagogastroduodenoscopia) è un metodo di analisi dell'esofago, dello stomaco e del duodeno, finalizzato all'indagine approfondita degli organi interni e alla diagnosi di patologie come gastrite, esofagite, ulcere, ernia iatale, celiachia e patologie neoplastiche.

Ad una delle due estremità di questo tipo di gastroscopio si trova una sorgente luminosa, fondamentale per rendere ben visibili le zone da studiare, mentre all’altra è applicato un sistema di osservazione e di videoregistrazione delle immagini.

Tuttavia, nonostante il monitoraggio visivo sia la modalità d’impiego più utilizzata, esistono anche altre funzionalità di questo strumento capace, inoltre, di immettere aria per distendere le viscere, di espellere acqua per lavaggi e rimozione di particelle ostruttive e di aspirare aria o liquidi.

Questo esame viene effettuato su pazienti tenuti rigorosamente a digiuno da almeno 10-12 ore ai quali, dopo una sedazione, viene inserita una sonda per via orale o trans-nasale.

Il gastroscopio percorre tutto l’esofago per poi addentrarsi nello stomaco e nel duodeno, potendo non solo osservare gli organi, ma anche prelevando campioni di tessuti per ulteriori approfondimenti.

L’intervento non è affatto doloroso, dura pochi minuti e soltanto in rari casi di effettiva problematicità dell’esame si interviene con un’anestesia. La gastroscopia è un’analisi invasiva, ma priva di rischi per il paziente (0,006% di mortalità) che deve comunque essere messo a conoscenza dei rischi dell’operazione e fornire il suo benestare prima dell’esecuzione dell’esame.

Dopo aver effettuato l’esame è possibile riscontrare irritazioni faringee e conati di vomito.

La colonscopia

La colonscopia è un altro esame diagnostico molto diffuso, finalizzato allo studio delle pareti interne del colon, fondamentale per rintracciare eventuali lesioni o masse tumorali.

Questa indagine approfondita è un mezzo di prevenzione importante, opportuna per tutti i soggetti a rischio, come individui che possiedono familiarità con il tumore del colon retto o pazienti con esito positivo del test del sangue occulto nelle feci.

La preparazione alla colonscopia deve essere molto accurata e scrupolosa, in quanto orientata ad operare su un colon pulito, svuotato dalla presenza di residui fecali che compromettano una non perfetta visibilità nel corso dell’indagine.

Una via verso il progresso è segnata dall’avvento della capsula endoscopica (o deglutibile), un dispositivo che si rivela prezioso per un nuovo studio delle funzioni gastroenteriche dell’organismo.

La videocapsula, composta da microcamere e da una radiotrasmittente, invia all’esterno le immagini del suo passaggio all’interno dell’apparato digerente ed essendo elettronicamente sensibile, è capace di fornire informazioni sulla modificazione della pressione e del pH interno ad un registratore posto intorno alla vita del paziente.

Questo sistema innovativo è consigliato soprattutto per l’esplorazione di tutto l’intestino tenue che solitamente è difficile studiare con altri metodi endoscopici.

Quelli citati sono tutti casi ed esempi che dimostrano quanto la gastroenterologia sia una scienza dinamica e aperta alla sperimentazione.

Un campo medico in cui nuove scoperte anatomiche si conciliano con la necessità di diagnosi e trattamenti sempre più mirati alla conoscenza di un apparato complesso, eterogeneo, e molto spesso bersaglio di malattie tumorali molto diffuse.

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