Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Lori, i medici fanno carriera sulla base dell'IMPACT FACTOR piuttosto che sull'EMPATHY FACTOR. E non ci si può fare nulla. Patrizia...cacio sui maccheroni per quanto ho seminato, perché se dopo 1322 commenti ha ancora dubbi [Dott. Salvo, ma il nostro "facilitatore" e' lei o Cali'? :)], nonostante il dr. Calì sia entrato nel forum dopo 750 commenti circa, vuol dire che in questa discussione non ci siano povere frustrate in cerca di coccole ed in balia di un guru che accamperebbe Jus primae noctis. Se l'avesse scritto prima avrei fatto a meno di non intervenire volutamente per quasi 2 mesi per dimostrare l'assoluta autonomia e determinazione di tutti i partecipanti.
Sono Rosella. Abbiamo il Re, evviva il Re! :-) ...nel senso che il commento del Dottor Catania, sui contenuti che ha esposto Patrizia, ci ha fatto comprendere (caso mai ci fossero stati ancora dubbi...) la verità assoluta sull'utilità di questo Blog, sulla relazione che intercorre fra i suoi componenti e, non ultimo, sulla consapevolezza che NOI siamo un tutt'uno, senza parti da recitare, senza doveri da svolgere, senza pozioni magiche a cui attingere. Pertanto, consapevoli di quanto sopra, parliamo semplicemente di noi ed attendiamo che qualcuno parli di sè... Interveniamo ognuno con le proprie sensibilità e competenze acquisite vuoi nel quotidiano, vuoi nella professione, ma con la certezza di essere considerati tutti quanti alla stessa stregua: componenti di uno stesso GRUPPO liberamente scelto da cui ognuno trae un proprio benessere, a livelli differenti... Tutti siamo "utili"... nessuno è indispensabile... ...ma se per troppo tempo qualcuno non fa capolino, proprio in quanto "gruppo" ci premuriamo di sollecitarne la presenza, chiunque esso sia... A.A. ...a volte si chiama SINERGIA, altre volte si chiama FIDUCIA, altre ancora ENERGIA, spesso EMPATIA... Non c'è molto altro da aggiungere... a meno che non si voglia continuare a spaccare il capello -come qualcuno usa dire- fino sperare di trovare, forzatamente, altre motivazoni... ...ma quella è un'altra storia! :-)
Sono Rosella... Ciao, Patrizia! Che meraviglia i luoghi in cui sei stata... li ho "fatti miei" lo scorso anno, ho fatto esattamente il giretto che hai descritto tu, con base a Sorrento, però ho aggiunto la Costiera Amalfitana! Gente stupenda, sapori indimenticabili e soprattutto bellezze naturali all'infinito! Un nutrimento per occhi e spirito... ma anche per pancia! :-) Sai cosa ti dico? Le ferie risparmiale per tornartene in vacanza! :-) Un abbraccio e un sorriso a te, a presto!
Cara Rosella, non potrò ascoltare il racconto delle esperienze che hanno generato in te sfiducia nei confronti della classe medica perchè avevo messo la mia partecipazione all'incontro del 21 novembre nella lista della spesa ma ormai è definitivo che non potrò esserci. Comunque da buona veneta prosecco e moscato nella cantina di casa sono in attesa, devo decidere quale sarà più indicato per festeggiare con un brindisi speciale voi che renderete tangibile questo incontro virtuale, per il quale leggo che fervono i preparativi. Guarda che la mia memoria è aiutata da un foglietto che tengo a portata di mano in cui ho trascritto numero utente con il nome relativo di noi tutte, se noti ho sbagliato a trascrivere il mio. @Dr. Catania, ma la moderatrice ora non è LORI? Cara LORI, condividiamo qui anche le note storte e la fatica, penso che ci si aiuti anche così. Non so se sia una percezione soggettiva distorta ma mi sembra quasi che nella cura di noi pazienti oncologici nella struttura pubblica sia in atto una involuzione relativamente a efficienza,tempistica e comunicazione. Ciao Patrizia, da ciò che ci racconti davvero BEN ritrovata! E Mery, Mara, Catia, Lucia ...... come va? Vi penso e spero stiate bene. Alex e Silvia, mi sono persa il racconto dell'inserimento dei bimbi a scuola? Care/i RFS un saluto a TUTTE/TUTTI. Antonia
Antonia, cara... sono Rosella. Mi spiace davvero TANTISSIMO che tu non possa essere presente il 21 di Novembre, a Milano! Avevo davvero tanto desiderio di brindare alla nostra salute, ma anche ai nostri sorrisi, alla nostra vita, alla nostra forza! Lo faremo senz'altro tutte/i noi RFS e Medici, "virtualmente", insieme a te, nella speranza che prima o poi si possa concretizzare un incontro reale... dopotutto le distanze non rappresentano di per sè un ostacolo, più difficile è riuscire ad organizzarsi tenendo conto delle esigenze di tutti! Faremo in modo che una prossima "lista della spesa" tenga conto del "nostro" incontro! :-) Bella l'idea dei "bigliettini"... e bello constatare che nell'epoca della tesnologia non ci si dimentichi dell'utilità della "vecchia" penna con cui scarabocchiare un foglietto di carta! Un abbraccio e un sorriso!
Antonia, sono d'accordo con te che in effetti su molte cose andiamo in meglio, l'ultima volta che mi ha vista l'oncologo del momento mi ha programmato i rx e la Pet telefonando, cosicché io non ho alcun disagio se non quello di presentarmi all'appuntamento. Ci tengo a fare il nome di Aviano perché lo meritano, medici e personale infermieristico sono persone professionali e gentili. Poi vabbè...ci sono le nuove disposizioni e bisogna adeguarsi e poi vabbè....ci sono medici e medici. Dott. Bellizzi pur condividendo i suoi pensieri e l'esempio del dr. House che Lei ci ha ricordato, è troppo pretendere la competenza (bravura), la professionalità, qualche minuto in più di dialogo, un bonus aggiunto di umanità, un extra di empatia ed un sorriso in un'unica persona ? Non è utopia, spesso è realtà per fortuna! Anch'io vorrei sentire come stanno le nostre ragazze che non scrivono da tempo, sono sicura che ci leggono e dai....raccontateci qualcosa. Ciao a tutte/i e Dott. Bellizzi, dott. Calì e Dott. Catania che a noi vanno bene così. Lori
Cara Lori, io intendevo che avverto un peggioramento ma evidentemente è limitato alle strutture pubbliche locali che frequento. Invece, a parte poche eccezioni, negli incontri sono stata fortunata perchè ho incontrato persone, professionisti sanitari e non, dotate di quel di più oltre il dovuto rispetto e cortesia che ci auspichiamo di trovare in tutti. Penso, come anche espresso da Francesca, che per questo l'esperienza del cancro non sia stata per me un evento drammatico e che proprio quel di più sia stato un aiuto determinante per il successivo recupero. Alcune di queste persone ho occasione di incrociarle anche in altri ambiti e li saluto cordialmente, per loro io non sono speciale e a malapena mi associeranno al "caso clinico" ma un sorriso, un saluto cordiale penso faccia sempre piacere riceverlo e così un pò restituisco quel di più. Un caro saluto a TUTTE/I. Antonia
Lo so in prima persona che l'aspetto umano aiuta, ma il rapporto con il medico, specialmente se in struttura pubblica, spesso è casuale: mi tocca quel medico. Forse privatamente o in città in cui le strutture sono tante e posso scegliere quello più empatico e quello più umano. @Antonia immagino che il sentiris ignorati come persona sia stato difficile, e spiacevole; però li sono stati anche maleducati... Capita anche questo che presi dall'entusiasmo del caso si dimenticano della persona. Si stanno educando in tal senso. Credo sia anche frutto della cultura baronale dell'italica medicina, per cui con distacco e fluttuando ad un metro da terra, si fan le visite nei reparti! ;) Ma soprattutto che fan pochi (o nessun) corso di psicologia del *malato* e di comunicazione, e che si tende a suddividere le patologie per organi, e quindi, spesso, si perde la visione d'insieme del corpo e quindi della persona. Come mi diceva il chirurgo quando era in vena simpatica per retituirmi le frecciate: Ah, incredibile, nonostante i medici, il paziente migliora!
Cara Antonia, in effetti avevo in parte frainteso il tuo pensiero, comunque sono d'accordo sulla tua opinione riguardante alcune strutture pubbliche tant'è che io faccio un centinaio di km alla volta per curarmi dove ti ho detto, anziché fidarmi dell'ospedale della mia città. Anche qui la struttura è pubblica ma evidentemente le disposizioni circa la tempistica e l'efficienza vengono interpretate nel modo migliore per i pazienti. Poi si sa, cara Antonia, che molto gioca la fiducia e se proprio si hanno dubbi si può sempre cercare una seconda conferma. Dopo che avrò fatto la Pet programmata per novembre, ti racconterò la mia avventura per un CD letto in modo errato, ma cerco prima la conferma. Questa comunque.... è un'altra storia! Un abbraccio e buonanotte Lori
Buonasera Dottor Bellizzi, sono Rosella... Amo il contenuto del capoverso che ha appena postato: "Ma soprattutto che fan pochi (o nessun) corso di psicologia del *malato* e di comunicazione, e che si tende a suddividere le patologie per organi, e quindi, spesso, si perde la visione d'insieme del corpo e quindi della persona." Credo che l'inghippo stia tutto in queste Sue poche parole... Ma credo anche che il Medico professionalmente corretto dovrebbe, egli stesso per primo, sentirsi carente in tal senso e comprendere il limite che gli impone la sua incapacità comunicativa. Non desiderare di instaurare con il Paziente un rapporto che vada al di là della comunicazione fredda e distaccata, dovrebbe suggerirgli qualcosa...quantomeno dovrebbe chiedersi se ANCHE al Paziente va bene così... La formazione in itinere non è cosa a cui ci si affida necessariamente solo per obbligo, bensì sovente accade per esigenza persoanale, di propria completezza. L'auto-formazione, poi, è disciplina ormai auspicata in ogni contesto lavorativo e sovente prescinde dall'attività lavorativa principale, ma spazia in contesti che arricchiscono sfere differenti... Quindi io penso che o si è sensibili, o non lo si è... fatto salvo per chi invece non ha la consapevolezza di poterlo essere e con un aiutino formativo lo potrebbe divenire! Leggendo la sua opinione a riguardo del Medico "scelto" piuttosto che di quello che ci viene affidato a random nel servizio pubblico, devo dire che a me personalmente è accaduto esattamente l'opposto: la mancata sensibilità e la poca partecipazione a livello psicologico l'ho trovata proprio "scegliendo" il Professionista privatamente, ottimo Chirurgo senza dubbio, ma incapace di stabilire una benché minima interazione a livello personale...(che a me personalmaente è mancata parecchio...). Ora lei, forse, ribadirà il concetto che ha espresso giorni addietro rivolgendoci questa domanda: si preferisce un ottimo Chirurgo oppure un Chirurgo mediocre, ma con una capacità comunicativa eccellente? La mia risposta sarebbe la stessa che ho già espresso precedentemente: maaaa... entrambe le cose non si può? Si, che si puo! Anzi, si che si potrebbe! Felice notte a Lei, Dottore... E felice notte a tutti gli altri... :-)
Un saluto a tutto il nostro gruppo! Ho riflettuto su due questioni sollevate di recente: una è quella del "facilitatore" del nostro gruppo AMA, e l'altra è quella del rapporto "empatico" medico-paziente. Sono in linea con quanto osservato da Salvo Catania, e mi spingo oltre: il nostro gruppo, a mio avviso, non necessita più di "un" facilitatore. E' animato da persone che sono benissimo in condizione di "facilitare" l'ingresso e l'accoglienza di "nuovi arrivi" mooolto meglio di quanto possa fare io o qualsiasi altro medico o psicologo. E questo perchè, oltre ad essere ERFS (Eccezionali RFS!), avete dimostrato un utilizzo molto umano, equilibrato e creativo del mezzo virtuale. E chi meglio di voi può accogliere, aiutare, ascoltare, scambiare esperienze? Anche per questo, in accordo con la posizione assunta recentemente da Salvo Catania, ho ridotto parecchio i miei interventi sul nostro Forum. Pur continuando a non perdermi un vostro post, preferisco leggere e meditare, e lasciare alle mitiche RFS il LORO spazio di confronto, perchè sono benissimo in grado di tenerlo pulito, ordinato, accogliente ed aperto a tutti senza l'intervento di alcun moderatore di sorta. In merito alla questione "medico empatico oltre che competente". Dal mio personale punto di vista (ma lo riferisco alla mia professione, non so se esista un parallelo con la professione medica), non sempre mostrarsi empaticamente comprensivo aiuta davvero le persone. A volte sì, ad esempio quando sono comprensibilmente molto spaventate per qualcosa di serio, che pensano di non poter fronteggiare. Altre volte, invece, può rivelarsi persino controproducente. Tempo fa, una persona mi ha aiutato moltissimo, trattandomi in modo molto freddo. Era un momento difficile, che io affrontavo piangendomi parecchio addosso e lamentandomi. Quella persona mi chiese semplicemente se lamentarmi così mi aiutasse ad andare avanti, o fosse un modo per chiedere agli altri di sbrogliare le MIE matasse. Calore umano ed empatia percepita? 0% Mi è stato utile? 100% Comprendo che a volte desidereremmo avere una parola di conforto, un sorriso gentile ed un pò di calore umano in più, e non mi sto riferendo ai singoli casi. Ma ritengo anche che l'empatia sia, oltre ad una caratteristica delle relazioni umane, anche uno "strumento", e come ogni strumento vada utilizzata con attenzione e con il benessere dell'altro nella mente.
Dott. Calì, forse noi pretendiamo troppo dai Medici che si occupano di Oncologia proprio perché noi siamo in un momento particolare in cui il mondo ti crolla addosso e ti aggrappi a qualsiasi parola detta bene. Forse anche è raro il medico competente ed empatico allo stesso tempo. Forse, e ancora di più, è determinante il momento dell'approccio con chi ti ascolta, Le faccio un esempio io preferisco la chiarezza della diagnosi in qualsiasi modo mi venga detta e la cerco senza alcuna emozione da parte mia purchè sia la verità (medico competente) non piango mai per me eppure ad un normale colloquio prima della solita infusione di bifosfonati (niente di che) ad una freddezza dell'oncologa che ha risposto ai miei dubbi con un ..." ma è la sua malattia " e quando ho chiesto il suo nome per il piacere di conoscerla (era la prima volta che la vedevo) mi ha risposto che il suo nome l'avrei visto scritto nel foglio che mi consegnava, Le assicuro che sono uscita con le lacrime agli occhi. Ora possiamo dire: empatia 0% inutile e dannoso 100% ma con un ma....Forse io in quel momento non ero nella condizione di accettare una normale visita di routine, in un altro momento l'avrei mandata ASF tanto quella era così e basta. Si può essere cortesi anche in modo freddo, ma ribadisco che ci sono medici e medici e a noi la fortuna o la sfortuna di incontrare in queste situazioni, la persona giusta pe noi. Mi ha fatto piacere dialogare con Lei. Grazie e saluti Lori
Carissime, dal mio poggiolo di casa ho la visione di un asilo con tanti bambini che giocano in una bellissima giornata di sole. Sono magnifici! Mi sono venuti in mente i vostri cuccioli alle prime armi. Spero che si siano inseriti facilmente e anche spero che tutte voi, anche con la fatica delle cure, abbiate ripreso la vita normale per gustarvi tutto ciò. ciao a tutte Lori
Gianluca,ovviamente sono d’accordo ed è difficile far credere che non ci siamo messi d’accordo tra noi su questa strategia. Aggiungo alcune osservazioni. L’empatia non è “quella percepita”, ma quella reale, cioè quella che risponde alla definizione che ho approfondito su https://www.medicitalia.it/blog/senologia/3598-esiste-l-empatia-online-altroche.html •C’è empatia quando smettiamo di focalizzare la nostra attenzione (single-minded), per adottare invece un tipo di attenzione “doppia” (double-minded). *Single minded vuol dire prestare attenzione solo alla propria mente, ai propri pensieri o alle proprie percezioni. Avere una attenzione doppia significa tenere allo stesso tempo anche in considerazione la mente di qualcun altro. Ci sono fasi, come hai scritto tu, in cui il bisogno di “coccole” è necessario venga assecondato. Questa non è empatia perché riguarda “l’aspetto compassionevole” del medico o dello psicologo, che non può durare tutta la vita, poiché il “bisogno di coccole” è una necessità che dura dura tutta la vita, a prescindere dal cancro e viene riposto dopo la mamma nella maestra dell’asilo sino alla badante ucraina nell’età senile. Pertanto arriva sempre il momento in cui il facilitatore deve facilitare la fase dello SVEZZAMENTO. E’ doloroso, ma fisiologico, per una mamma che smette di allattare (o deve eliminare il pannolino…vero Laura?) figuriamoci quanto possa risultare doloroso in una fase della vita in cui si ha paura di dovere affrontare un pericolo letale. E’ sorprendente, e credo che non ci siano eguali in letteratura, che in questo forum il passaggio della tutela e della avvenuta autonomia sia arrivato dopo appena tre mesi. Ed è arrivato in modo naturale facilitato ovviamente dalla componente “fuori di testa” dei partecipanti. Io ho deciso ad esempio di facilitare lo svezzamento, non intervenendo più (giugno 2013), quando mi sono reso conto che il GRANCHIO (e la paura del granchio) era praticamente sparito dalla discussione, restando ai margini della stessa sostituito dalle emozioni. Sono certo che non sia stata facilitata una operazione di rimozione….tutt’altro. Lo svezzamento è sempre un momento dolorosissimo perché viene vissuto come un abbandono. Incontro oggi mie pazienti dopo 30 anni dall’intervento che sorridendo, ma in realtà me lo rinfacciano, che mi dicono “LEI TRENTA ANNI FA MI HA DETTO CHE, salvo necessita’, NON AVREBBE PIU’ VOLUTO VEDERMI.” Questo Le ha tranquillizzate, ma nello stesso tempo le ha fatte sentire sottostimate e, diciamolo chiaro, abbandonate.
cari tutti, buongiorno! ...che squillino le trombe! Giulia ha abbandonato il pannolino! brava pupina! Aveva solo bisogno di tempo...suo per abituarsi e mio per starle vicino...eh si, mica si può fare tutto di fretta...menomale che ci sono loro a ricordarmi che ogni tanto bisogna chiudere fuori il mondo, lasciare che continui a correre e ...fermarmi, dedicare del tempo vero,puro,assoluto a me e ai miei cari... bè, è un pò meno poetico se vi racconto che tuto ciò è avvenuto accoccolata in bagno di fianco ad un vasino...ma è stato bello! Caro Dott.Catania,che piacere risentirla! E bentornata anche a Fiorella! Un abbraccio a tutte! Io per non sbagliare ogni sera mi concedo un goccino di vino...una volta brindo a chi come Elisa che ha finito la chemio, un'altra a tutti i nostri bimbi che iniziano la scuola o a Lori che se li gusta dalla finestra di casa...insomma: con molta moderazione (se no lostile di vita che ci ha insegnato il Dott.Catania va a farsi benedire!) mi godo la vita e brindo perchè c'è molto più bello che brutto nelle mie giornate! E lo auguro di cuore a tutti voi Laura1