Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Cara Fiorella, innanzitutto ricambio l'abbraccio, poi permettemi di usare un termine che per professione è tuo proprio riguardo d'incazzatura che provi ........ ripensando alla mia esperienza con la chemio credo sia FISIOLOGICA di questo periodo. Grazie per aver voluto condividere queste emozioni. Ti sono vicina, passo dopo passo. Io sono stata fortunata con i molti Medici che mi hanno seguita, ho avuto una sola esperienza deludente sul piano umano con un chirurgo che mi trattava come un di più disturbante esistente oltre il campo operatorio su cui doveva intervenire. Antonia.
Sono Rosella. Ciao, Fiorella... bello rileggerti e far nostri i tuoi pensieri, le tue considerazioni. In questi momenti tanto difficili la tua forza riesce comunque ad emergere in maniera prepotente, anche e soprattutto per tentare di rendere meno soggetta a critiche la poca sensibilità che incontriamo, a volte, nel nostro cammino di malattia. Sono d'accordo con le tue affermazioni, e con quelle del Dottor Catania, sul fatto che esiste assolutamente la possibiltà di "condurre" il Medico attraverso strade che forse non conosce chiedendogli noi stessi di accompagnarci in maniera differente, ma devo anche aggiungere che non tutti noi "pazienti", come non tutti voi "Medici", sappiamo di psicologia comportamentale e di strategie da adottare per creare un rapporto basato non unicamente sulla mera trasmissione di dati. Forse noi ci attendiamo "semplicemente" Umanità e compartecipazione... .. forse alcuni Medici non ne dispensano troppa per non creare una sorta di dipendenza, forse temono che un comportamento differente possa poi sfociare in un coinvolgimento emotivo... E' vero, noi possiamo far loro presente che... ...io ci ho provato: nel mio percorso, fin dalle prime avvisaglie, fin dalla dichiarazione di guerra al Granchio...ci ho provato con delicatezza, con estrema sensibilità e rispetto, presentandomi in punta di piedi pur con il cuore che batteva a mille... In più occasioni, rapportandomi anche con persone differenti, non ho ottenuto un riscontro tale da permettermi di rilassare il muscolo cardiaco...ho anche ironizzato, con l'intento di distendere il Medico di turno che avevo di fronte, ma a nulla è valsa la mia strategia... in un paio di occasioni, al termine dell'incontro, mi sono sentita "stupida": mi ero permessa di fare domande "inutili" a cui potevo dare risposta da sola... Le domande che avevo ancora in serbo, quindi, me le sono tenute per me: io, che nella mia vita non ho mai abbassato il capo e che per amore di correttezza ho cavalcato anche i venti di guerra, in quel contesto non mi riconoscevo, non ero più io, piangevo sommessamente con il capo reclinato, mi sentivo di appartenere ad un universo parallelo... E' stata una sensazione terribile... In seguito al mio intervento di quadrantectomia, all'atto della dimissione, mi sentivo quantomeno in diritto di essere ascoltata e ritengo che, allorché la mia domanda fosse davvero stata "inutile", la risposta avrebbe anche potuto essere confezionata in maniera un tantino differente... La capacità di "ascolto" non è di tutti. Sul Blog che ci ospita ho trovato, senza dare nulla in cambio, il sorriso, la professionalità e la correttezza... Sono stata fortunata, lo ripeto, in quanto le parole dei Medici e delle RFS che ho letto qui, mi hanno accompagnata negli attimi più cupi e continuano tutt'ora ad alleggerirmi il cammino! Seppure quanto ho scritto sopra bruci ancora nella mia memoria, obiettivamente faccio mia la tua affermazione, Fiorella, quando scrivi quanto segue: "La sensibilità personale e soprattutto l'Amore per l'essere umano è quello che poi farà la differenza, e se è questa la motivazione per cui una persona sceglie di diventare medico non ci saranno problemi empatia, ma vi assicuro che non è l'unica motivazione che spinge a scegliere questa professione." Fiorella, spero di abbracciarti a Milano il 21 novembre prossimo, spero che il tuo sorriso prenda il posto della stanchezza che ora ti sfianca, spero che la tua filosofia di vita, così compartecipateva, così consapevole, ti permetta di recuperare quella leggerezza che sicuramente ti appartiene... Un abbraccio, per ora virtuale, e un grazie per il tuo sempre graditissimo contributo... :-) Sicuramente le motivazioni sono plurime... io, del Chirurgo che mi ha operata, posso anche dire, come ho già detto, che ha eseguito in maniera eccellente il suo lavoro, cosa che mi sono sentita ripetere nelle fasi successive di medicazione da tutte le persone che mi hanno ricevuta. Ma, come ho già avuto occasione di scrivere, ribadisco qui che la vicinanza di un Medico che avesse speso parole differenti, mi avrebbe sollevata dalla tensione successiva all'intervento e mi avrebbe regalato un surplus di serenità, che in questi casi non fa mai male! Quindi ritorniamo a ripetere che non si è Medico
Sono Rosella.... Ultimamente accadono stranezze nella fase di pubblizione degli interventi: rileggendo il mio l'ho trovato "spezzato"... quindi lo pubblico nuovamente nella sua originale intierezza... 1338. Utente 101652 il 15/09/2013 ha scritto: Sono Rosella. Ciao, Fiorella... bello rileggerti e far nostri i tuoi pensieri, le tue considerazioni. In questi momenti tanto difficili la tua forza riesce comunque ad emergere in maniera prepotente, anche e soprattutto per tentare di rendere meno soggetta a critiche la poca sensibilità che incontriamo, a volte, nel nostro cammino di malattia. Sono d'accordo con le tue affermazioni, e con quelle del Dottor Catania, sul fatto che esiste assolutamente la possibiltà di "condurre" il Medico attraverso strade che forse non conosce chiedendogli noi stessi di accompagnarci in maniera differente, ma devo anche aggiungere che non tutti noi "pazienti", come non tutti voi "Medici", sappiamo di psicologia comportamentale e di strategie da adottare per creare un rapporto basato non unicamente sulla mera trasmissione di dati. Forse noi ci attendiamo "semplicemente" Umanità e compartecipazione... .. forse alcuni Medici non ne dispensano troppa per non creare una sorta di dipendenza, forse temono che un comportamento differente possa poi sfociare in un coinvolgimento emotivo... E' vero, noi possiamo far loro presente che... ...io ci ho provato: nel mio percorso, fin dalle prime avvisaglie, fin dalla dichiarazione di guerra al Granchio...ci ho provato con delicatezza, con estrema sensibilità e rispetto, presentandomi in punta di piedi pur con il cuore che batteva a mille... In più occasioni, rapportandomi anche con persone differenti, non ho ottenuto un riscontro tale da permettermi di rilassare il muscolo cardiaco...ho anche ironizzato, con l'intento di distendere il Medico di turno che avevo di fronte, ma a nulla è valsa la mia strategia... in un paio di occasioni, al termine dell'incontro, mi sono sentita "stupida": mi ero permessa di fare domande "inutili" a cui potevo dare risposta da sola... Le domande che avevo ancora in serbo, quindi, me le sono tenute per me: io, che nella mia vita non ho mai abbassato il capo e che per amore di correttezza ho cavalcato anche i venti di guerra, in quel contesto non mi riconoscevo, non ero più io, piangevo sommessamente con il capo reclinato, mi sentivo di appartenere ad un universo parallelo... E' stata una sensazione terribile... In seguito al mio intervento di quadrantectomia, all'atto della dimissione, mi sentivo quantomeno in diritto di essere ascoltata e ritengo che, allorché la mia domanda fosse davvero stata "inutile", la risposta avrebbe anche potuto essere confezionata in maniera un tantino differente... Io, del Chirurgo che mi ha operata, posso anche dire, come ho già detto, che ha eseguito in maniera eccellente il suo lavoro, cosa che mi sono sentita ripetere nelle fasi successive di medicazione da tutte le persone che mi hanno ricevuta. Ma, come ho già avuto occasione di scrivere, ribadisco qui che la vicinanza di un Medico che avesse speso parole differenti, mi avrebbe sollevata dalla tensione successiva all'intervento e mi avrebbe regalato un surplus di serenità, che in questi casi non fa mai male! La capacità di "ascolto" non è di tutti. Sul Blog che ci ospita ho trovato, senza dare nulla in cambio, il sorriso, la professionalità e la correttezza... Sono stata fortunata, lo ripeto, in quanto le parole dei Medici e delle RFS che ho letto qui, mi hanno accompagnata negli attimi più cupi e continuano tutt'ora ad alleggerirmi il cammino! Seppure quanto ho scritto sopra bruci ancora nella mia memoria, obiettivamente faccio mia la tua affermazione, Fiorella, quando scrivi quanto segue: "La sensibilità personale e soprattutto l'Amore per l'essere umano è quello che poi farà la differenza, e se è questa la motivazione per cui una persona sceglie di diventare medico non ci saranno problemi empatia, ma vi assicuro che non è l'unica motivazione che spinge a scegliere questa professione." Fiorella, spero di abbracciarti a Milano il 21 novembre prossimo, spero che il tuo sorriso prenda il posto della stanchezza che ora ti sfianca, spero che la tua filosofia di vita, così compartecipateva, così consapevole, ti permetta di recuperare quella leggerezza che sicuramente ti appartiene... Un abbraccio, per ora virtuale, e un grazie per il tuo sempre graditissimo contributo... :-)
Carissima Fiorella, che piacere avere tue notizie! Conoscendo il percorso che stai affrontando contiamo e ci auguriamo che tu riesca a mantenere il coraggio e la serenità che hai dimostrato sin dall'inizio. Noi tutte ti mandiamo tanti e tanti abbracci per proteggerti dal clima poco sensibile che purtroppo esiste, ma non solo in questo campo. In compenso ci sono tanti bravi medici che ci aiutano, come i nostri ( i RFS del nostro blog) e tu stessa che continui a lavorare anche se non stai per niente bene. Un consiglio........ti riesce il nostro scaramantico ASF ? Spero che tu scriva più spesso perché sai che mi piace tanto leggerti...dai Fiorella! Ti abbraccio Lori
Argomento difficile e spinoso quel *del medico umano*. In una puntata *il simpatico Dr. House* chiedeva ad un paziente che si era lamentato della sua scarsa sensibilità: "Ma lei preferisce il medico compassionevole che le tiene la mano mentre muore, o il medico freddo che le salva la vita?". Questa battuta un mio parente l'ha realmente vissuta (ovviamente non con il Dr. House). Complicazione in sala operatoria e manca un farmaco antiemorragico (c'è la scatola, ma è vuota...). L'amico gli tiene la mano e lo conforta, presi in un supporto emotivo degli ultimi istanti di vita... un altro medico, freddo e distaccato, ben pensa di rompere il protocollo, uscire dalla sala operatoria, prendere il farmaco in altra sala e somministrare il farmaco salvavita... Oggi quel paziente sa che è vivo perchè qualcuno ha ben pensato di non farsi prendere dall'emotività. Entrambi, medico amico e paziente amico, si son dovuti chiarire... il medico ha deciso che è meglio essere amici e di aiutarsi a vicenda come amici, non come medico\paziente. Io credo appunto che *l'umanità* del medico sia un di più, un bonus, un extra. L'importante è che sia un bravo medico. Se è anche empatico, supportivo, ben venga. Il sant'uomo delle mie vicende chirurgiche (credo di averglielo detto di persona - male che va, ove mai legga questo sito, lo scoprirà qui) lo chiamavo Dr. House: "certo lei è antipatico come House, speriamo bene sia anche preparato come lui, allora va bene". [mi han raccontato che ebbe incidente in moto, per cui per un paio di mesi girava in reparto con il bastone: volevo passare a salutarlo e vederlo in versione full-House, ma non me l'hanno permesso... :( C'è poi un altro dettaglio non da poco. Che mentre per me il medico è *speciale*, non è detto che io sia un paziente *speciale*. Cioè, mentre quel chirurgo è l'unico che mi ha operato di X, io per lui sono solo l'ennesimo caso di X, situazione che si verifica facilmente in quegli ospedali grandi in cui c'è alta specializzazione chirurgica. Certo, un pizzico di umanità e due secondi di ascolto in più aiutano, anche a diminuire il contenzioso successivo (ma questa è un'altra storia ed un'altra ricerca...), ma l'importante è che sia un bravo medico. Se sorride, meglio.
Buonasera Dottor Bellizzi.. sono Rosella... Ho letto il Suo intervento e mi trovo assolutamente in accordo su una serie di passaggi. Il capoverso finale è però quello che apprezzo maggiormente, ma quella è un'altra storia e un'altra ricerca, dice Lei... Il mio pensiero è che, come ho già avuto occasione di scrivere, il concetto di Professionalità "in toto" probabilmente non esula dall'essere ANCHE sorridenti e partecipativi. Io credo che sia un tutt'uno... dopotutto il benessere corporeo non si manifesta anche con il benessere psicologico e viceversa? Se proprio occorresse fare una scelta, mi sembra ovvio che tutti quanti scegleremmo il Suo Dottor House, che con le sue capacità interpretative, il suo intuito, il suo comportarsi al di là degli schemi e le sue stesse conoscenze mediche, ci garantirebbe un intervento di sicuro successo e salva la vita. L'importante è che sia un bravo medico, si... se sorride è meglio, se parla ed esprime due concetti in più, ancora meglio... ...ma questa è un'altra storia, per molti... ma non per tutti, perché quel tipo di Medico, in realtà, esiste! Un sorriso a Lei, Dottore! :-)
Dr. Bellizzi, credo non sia una pretesa da parte di noi pazienti il voler essere trattati da persona e non da caso di X Per quanto estemporanea si tratta di relazione tra due persone. Non mi interessa che il bravo Medico sia simpatico ma che sia un ottimo specialista se la mia patologia lo richiede, ma io non sono la mia patologia ed è me che sta curando intervenendo sulla malattia. Mentre ero in ambulatorio mi sono sentita definire un caso da manuale nella conversazione tra lo specialista e un altro collega, come se non fossi lì con loro ad ascoltare le loro disquisizioni. E' un'esperienza che ricordo con disagio a distanza di decenni. Buona serata!
Sono Rosella... Antonia, capisco perfettamente il significato delle tue parole... a me è accaduta una cosa molto similare che se vorrai ti racconterò sicuramente a voce e che mi ha appiccicato addosso una sorta di rassegnazione che non mi è propria e una sfiducia nei confronti della classe Medica, ma non solo...anche dei Tecnici, degli Infermieri e degli Specialisti in generale... Molti di Essi hanno giocato la loro parte in maniera discutibile, altri, fortunatamente, in maniera eccellente... Come te , anch'io porto la cicatrice di quei tristi momenti! Se ora non dovessi curare ANCHE quella, oltre a quella fisica, sarei sicuramente molto più contenta! Ciao, un abbraccio a te! :-)
Perdonatemi utente 25871 Antonia!
Aaahahahahah.... Antonia... io sono andata alla ricerca del tuo numero utente per "darti un nome", ma già prima di individuarti avrei scommesso che si trattava di te! :-) Rosella
Cara Fiorella, è sempre bello leggerti e porti all'attenzione un tema che per me, come credo per tutte le persone ammalate, è centrale. Ora, che sto anch'io,completando il mio perscorso di cura, come Elisa,( ASF non alla cura ma ai suoi effetti collaterali!),mi chiedo, ma se fossi stata in mano di altri medici la mia ripresa soprattutto psicologica sarebbe stata uguale? se mi fossi sentita stupida, o se mi avessero trattato con compassione, o peggio ancora con freddezza e indifferenza? Devo dire che all'inizio anche io ogni volta che andavo dall'oncologa piangevo, la mia dottoressa mi consolava, mi spronava ad essere positiva, qualche volta mi ha sgridato, aveva intuito che sapevo molte cose riguardo alla mia malattia. poi alla vigilia dell'operazione mi ha fatto il dono di questa bellissima e mail, dove mi diceva tra le tante altre cose che aveva fatto, in scienza e coscienza tutto il meglio per la sua amata paziente. queste parole sono state per me importantissime: sentirsi amata, sentire il medico dalla tua parte, sentirlo amico, è stato fondamentale. e' inutile dire che il medico, soprattutto nella situazione come la nostra, lascia una traccia profonda,è a lui che affidi la tua vita, è lui che deve guidarti in scelte difficili che da sola non potresti certo prendere ( fosse stato per me mi sarei operata con le mie mani anche con i seni gonfi di latte), queste scelte devono poi essere fatte proprie e non tutti riescono ad affidarsi completamente,per carattere o per le esperienze che ha avuto nella vita, e il medico può essere anche il più bravo ma se non riesce a coinvolgerti ecco che manca un anello fondamentale nel percorso di guarigione psicologica, nell' affrontare la malattia. che dire poi del chirurgo? che spesso ho pensato che avesse la doppia laurea in psicologia. se alla sera dell'operazione ero già in piedi è stato forse perchè mi sono fatta tanta forza quasi per non "deluderlo". sono un'insegnante di scuola primaria e so quando entro nel cuore di miei alunni e riesco a portarli dove voglio io. penso di essere stata come una bambina nelle sue mani. un bacio della buona notte a tutti. Francesca
Francesca... ciao, sono Rosella. Hai espresso esattamente ciò che anch'io sento... ...a differenza tua, al mio Chirurgo ho scritto io una email in cui ho parlato di effetto imprinting, hai presente le paperelle? Gli ho spiegato che da lui mi aspettavo una sorta di attenzione che potesse "guidarmi", gli ho detto che mi sentivo come si sentono i miei bimbi a scuola, quando mi chiedono aiuto e mi seguono, anche fisicamente, fino a che non risolviamo insieme il problema... Lui mi ha risposto con un'altra email scrivendo un semplice "arrivederci" e siglando la sua firma con le sole iniziali del nome e del cognome... Cosa aggiungere... Nulla....non c'è nulla da aggiungere...
Sono Patrizia, sono stata in vacanza prima a Ischia e poi nella magica Sorrento con una piccola insursione anche a Napoli... Ogni tanto con il wii-fii (ma come cacchio si scrive) leggevo qualche commento ma ora vedo che negli ultimi gg avete scritto tantissimo, dovrei prendere le ferie per leggere tutto il "perso"....appena ho un attimo provo! Dott. Salvo, ma il nostro "facilitatore" e' lei o Cali'? :) Mi e' sorto questo dubbio... Io nominerei Rosella come facilitatrice, moderatrice, quello che volete. Se lo meriterebbe per presenza e spirito. Vi abbraccio tutti e magari intervengo a ragion veduta dopo aver letto meglio.... Patrizia
Ciao Patrizia, che bella vacanza hai fatto nei posti preferiti da me e mio marito, per anni abbiamo fatto ferie a Sorrento e spero di ritornarci la prossima estate. Mai dire mai! Bentornata da Candy Candy. Non posso esimermi dal dire la mia su alcuni medici, dato che esperienze negative ne abbiamo avute tutte e mi piacerebbe che i Nostri Medici mi dessero una risposta migliore di quella che ho avuto nella struttura dove mi curo io e che frequento ogni mese. Anche
SCUSATE E' scappato il post... riprendo dicevo: anche qui come penso in qualsiasi reparto di Oncologia di altre strutture non sei seguita dallo stesso medico (si fa a rotazione?)Ai miei tempi quando facevo i controlli dopo l'intervento avevo l'appuntamento fissato dallo stesso medico e questo è stato il miglior modo per me di superare quel momento perché avevo trovato una bravissima persona . Ora mi viene detto che è meglio così perché possiamo usufruire della competenza e aiuto umano di tutto uno staff preposto a questo. Alla faccia! Se dovessi raccontarvi una esperienza glaciale con una dott.ssa oncologa.....Quando vado allo sportello dell'accettazione dico sempre che se mi fanno andare da lei, mi rifiuto. PUNTO ! Per fortuna gli altri medici del DH non sono così e allora mi chiedo :Non è che se abbiamo la possibilità di scelta i " cattivi " medici non hanno più pazienti e altri lavorano troppo ? In questo settore, ma penso anche in tutti gli altri, la fiducia gioca in modo determinante e ancor di più l'umanità, il sorriso, la disponibilità a rispondere ai mille dubbi....Ricordo il post del dott. Catania sui medici poco competenti e sono anche d'accordo che si possono comprendere e magari nell'incertezza è meglio verificare da qualche altro, ma nel modo di comportarsi verso i pazienti non è possibile l'accettazione passiva, cosa possiamo fare? Scusate mi accaloro ogni volta ma vorrei fare una polemica costruttiva che dite ? Un saluto a tutte/i e un pensiero di affetto e stima ai Nostri Medici Lori