Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

>>tutte noi sulla nostra pelle abbiamo sperimentato la paura di poter morire e non ci aiuta affatto che siano proprio molti medici a rimuovere il concetto della nostra morte, non avendo elaborato ancora la loro morte>> Questa frase mi riporta ad una “stilettata” inferta a me nel secolo da una mia paziente e su quell’insegnamento insieme a tanti altri registrati nella pratica quotidiana ci ho anche scritto un intero volume [“CARCINOMA MAMMARIO DALLA PARTE DELLA PAZIENTE” 1982] . La stilettata così recitava >>Dottore, come non mi devo preoccupare. Mi toglierà entrambi i seni, farò un anno di chemio, vomiterò da mattina a sera e mi cadranno i capelli…..e non mi dovrei preoccupare ? >> [allora le terapie erano più tossiche ed invalidanti] E pensare che la frase più frequente in bocca ai medici al momento di comunicare “la cattiva notizia” resta tuttora il niente affatto tranquillizzante “Non si preoccupi signora !”. Con tutti i buoni propositi come sottolinea la nostra utente, dagli effetti però devastanti. Con l’esperienza e gli anni di pratica su questa base di suggerimenti delle stesse pazienti, ho imparato a cavarmela modificando di poco il linguaggio ed addirittura a standardizzare il linguaggio sul “cosa dire o non dire”. Ad esempio la famigeratissima “Non si preocccupi, signora !” basterebbe sostituirla con un “ cara signora la situazione è seria, ci rimboccheremo le maniche , ma io mi sento molto ottimista e ci metterò tutto l’impegno per aiutarla.” Tra una battuta e l’altra ci sono appena 50 caratteri di differenza ma la differenza sostanziale è che 1) non abbiamo mentito ( e questo ci sarà utile in caso di fallimento delle terapie) 2) Non abbiamo banalizzato minimizzando l’entità del dramma, come denuncia la nostra utente. 3) ci presentiamo come alleati perché dimostriamo di condividere la paura del dramma e quella di sentirsi soli di fronte alla malattia.

Francesca fiduciaria
Francesca fiduciaria

salve, volevo riportare un attimo la conversazione sui fattori di rischio e precisamente sull'uso della pillola anticocezionale che ho usato per circa otto anni, in più dopo il mio primo parto quindi circa un anno fa ho ripreso quella che si usa in allatamento. ho usato la pillola perchè soffro anche di endometriosi ( sono stata operata due volte, nell'ultima operazione ho perso un ovaio) . volevo anche chiedere , visto che ora non navigo più su internet, alla ricerca di spiegazioni , ma stresso il dott Catania e tutti i medici che ho intorno, se è vero che l'ago aspirato può essere pericoloso per lo spargimento di cellule ( questa è una cosa che mi ha detto una conoscente , in buona fede ma mi ha terrorizzto, e io sono già terrorizzata di tutto. Grazie.

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

Iniziamo dalla seconda domanda : il mio consiglio è quello di "imbavagliare" la sua conoscente per impedirle di seminare informazioni scorrette e dannose.Non solo ormai è dimostrato come più teorico che reale il rischio di disseminazione di cellule neoplastiche nel corso di una agobiopsia con ago sottile, ma si deve sottolineare l’importanza del fatto che la positività di tale esame, estremamente specifico, consente di risparmiare il tempo della biopsia intraoperatoria e soprattutto la fase di manipolazione intraoperatoria del tumore con riduzione del rischio teorico di disseminazione neoplastica. Sulla pillola e rischi connessi, se non c'è un alto rischio familiare ( o addirittura una mutazione genetica Brca come nel caso della nostra giovane amica di cui ci stiamo occupando) il rischio relativo è molto modesto.

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

Poichè la maggioranza di utenti con tumore al seno che sono intervenute in questo blog sono molto giovani (30 anni) o hanno scoperto la malattia in giovane età, mi preme commentare, prima che venga manipolato dalla informazione superficiale, un recentissimo articolo apparso negli Stati Uniti che mostra come l'incidenza del tumore del seno sia stato registrato con significativa maggiore frequenza rispetto al passato, tra le giovani donne della fascia di età compresa dai 30 ai 39 anni. http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=1656255 Si tratta di un allarme che merita ulteriori approfondimenti e che al momento riguarda solo la popolazione femminile americana e sin qui non si trova alcuna spiegazione al fenomeno Al momento attuale l'informazione preziosa per noi che ne può derivare da questo studio è di non sottovalutare pregiudizialmente i casi sintomatici anche in giovane età.

Francesca fiduciaria
Francesca fiduciaria

a me hanno fatto un prelievo anche sul linfonodo questo mi preoccupa ancor di piu' perche' da quel che capisco un piccolo rischio c' e per quanto riguarda l' uso della pillola allora nel mio caso era sconsigliato. ha contribuito alla formazione del tumore?

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

Nei nostri blog si discute su temi generali e non sui singoli casi che servono per apportare nuovi contributi alla discussione. Se ha dubbi dovrebbe ripostare nell'area apposita dei CONSULTI. Dovrebbe spiegare cosa vuol dire >>a me hanno fatto un prelievo anche sul linfonodo>> perchè non riesco a capire. Sulla pillola Le ho già scritto che il RISCHIO E' MODESTO e quindi la precauzione vale per i soggetti già ad ALTO RISCHIO. Parliamo di fattori di rischio e non di CAUSE. Se Lei. come tutti noi, va in automobile corre un certo rischio teorico di incorrere in un incidente. Se piove , nevica o cè nebbia o mantiene una velocità elevata questo rischio globale si incrementa esponenzialmente a seconda della entità di ogni singolo rischio. Se avesse l'abitudine di mandare SMS mentre guida in autostrada, il rischio potrebbe risultare determinante nel provocare l'incidente. La pillola è un fattore di rischio MODESTO che isolatamente non provoca alcun tumore (incidente).

f.bellizzi
f.bellizziPsicologo

...e anche se un pò in ritardo, ecco una riflessione sul virtuale e sull'empatia. La ricerca scientifica conferma sempre più la base genetica e la dotazione strutturale come condizione per spiegare le differenze individuali e le diverse capacità che ognuno di noi ha. Ogni abilità e capacità non derivano dallo spirito (come alcuni credono), ma proprio dalla biologia e dalle cellule: a seconda del codice genetico e di quante cellule ho assegnate a quella determinata funzione, riesco a fare ed agire in un determianto modo. Fortunatamente esiste anche un certo livello di plasticità, ma anche qui la plasticità non è infinita. Il virtuale fa parte dell'essere umano, laddove per virtuale s'intenda tutto ciò che non è reale, tangibile, misurabile, e quindi è immateriale, idea, pensiero, sogno. Come pianifico la giornata, appena sveglio, è qualcosa di virtuale. Cosa sono riuscito a fare a fine giornata è qualcosa di reale, anche se con un pizzico di virtuale, dato cioè dal significato, personale che attribuisco ai fatti. Il virtuale fa parte della vita umana: da piccolo cresco in un mondo di fiabe; ho una buona probabilità di passare un terzo della mia vita nel mondo dei sogni.; se poi ci aggiungiamo quando, nello stato di veglia, mi astraggo e mi rifugio nel mondo del pensiero, allora la proporzione di vita virtuale aumenta. L'ingegniere che progetta una città crea qualcosa di virtuale che poi verrà realizzato. Walt Disney ha costruito un impero sul motto "se lo puoi sognare, lo puoi realizzare". Se vivo nel passato, vivo nella memoria... e quindi nel virtuale. Se vivo proiettato nel futuro, tecnicamente sono nel virtuale. Tutto dipende da come è fatto il cervello e da come funziona. Il mondo tende ad essere dicotomico dato che il cervello è dicotomico: emisfero destro (creativo, onirico, virtuale) ed emisfero sinistro (matematico, calcolatore, reale). La percezione del mondo è influenzata da quanti neuroni sono deputati a quella determinata area del cervello, o quanto è grossa\attiva quella determinata area, ghiandola o struttura cerebrale. E questo ci porta a riflettere su come comunicano i due emisferi e come sintetizzano informazioni tanto diverse. Sognare una cosa, vederla fare (neuroni specchio) o farla, attiva esattamente le stesse aree cerebrali. Questo conferma il fatto che ricordi, pensieri e immaginazione, ad un certo livello, attivano le stesse aree cerebrali, per cui è ipotizzabile che l'informazione converga, indipendentemente dal canale sensoriale di proveninenza della stessa. La gente che piange al cinema? Eppure una parte di sé lo sa che quella è finzione e che siamo davanti alla migliore scena di tante scene girate. L'emozione nasce lo stesso ed è reale (per il soggetto che la prova). Le parole evocano immagini tanto quanto le immagini. Una parte del cervello reagisce, indipendentmente dall'origine dell'informazione. Probabilmente ci sono diverse priorità del tipo di informazione sensoriale a seconda del soggetto (e quindi torniamo al discorso della dotazione genetico\biologica: se ho una telecamera migliore vedo meglio, se un sistema audio migliore percepisco meglio i suoni). I cani sentono gli ultrasuoni, gli umani no. I cani fiutano odori che gli uomini non percepiscono, che però ci sono! L'empatia virtuale esiste eccome, forse perchè siamo molto più virtuali di quanto ci piace ammettere. Da psicologo so bene che l'ansia è una paura generalizzata cioè senza un pericolo oggettivo e reale, che chi ha allucinazioni percepisce il mondo virtuale come predominante su quello reale. Delle volte le persone vivono in un mondo virtuale, in un passato che non c'è più, ed in un futuro che non è detto ci sarà. Però, astrarsi dalla realtà è anche una risorsa; dissociare è un meccanismo di difesa; uscire dal problema è spesso la soluzione; distrarsi, aiuta. "Occhio non vede, cuore non duole" è la massima espressione del pragmatismo e del "qui e ora", ma non basta. i sogni finiscono all'alba, ma aiutano a vivere meglio! Ed i sogni si possono realizzare. Gli amanti si desiderano, per potersi poi abbracciare. l'empatia virtuale esiste eccome, proprio perchè tutto diventa virtuale nel cervello. La realtà personale è in realtà una rappresentazione della realtà!

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

Ovviamente lascio a te il versante psicologico. Dopo la pubblicazione del mio studio [ https://www.medicitalia.it/salute/senologia/6-consulti-online-in-senologia.html ] sono stato invitato a Cannes ad un Workshop correlato al festival e dedicato alla comunicazione virtuale. Questi incontri si svolgono annualmente dopo che un video pubblicitario nel 2006 “Dove evolution” aveva mostrato con oltre 20 milioni di condivisioni in poco tempo , che un messaggio empatico e ben strutturato (con caratteristiche comunicative standardizzate), è in grado di “contagiare” epidemicamente la rete in tempi strettissimi. E mentre noi ancora stiamo a discutere sull’empatia virtuale, altri la davano, e la danno, come acquisizione scontata anzi come valore aggiunto rispetto all’empatia reale, tant’è che venivano presentati dei filmati già diffusi sulla rete e con due scopi principali 1) Programmi educazionali. Un filmato sulle droghe riproduceva gli effetti, anche quelli collaterali, delle droghe più diffuse provocando emozioni reali nei presenti. Alcuni ex-tossicodipendenti presenti in sala confermavano essere esattamente le stesse provocate dall’autosomministrazione della droga (mariuana, cocaina, eroina). Queste emozioni per la prima volta le hanno provate come reali (es malessere, sudorazione…) anche i presenti in sala, tra cui il sottoscritto, che non avevano mai fatto uso di droghe. 2) Viral marketing. Sono stati presentati e discussi alcuni documenti sulla comunicazione virtuale, che avevano lo scopo di mostrare le varie tecniche di CONTAGIO VIRTUALE (a scopo di marketing), partendo dal presupposto che l’EMPATIA VIRTUALE fosse la qualità più importante per allestire i messaggi promozionali . http://blog.uzbee.com/attuare-contagio-virale-campagna-marketing/ >>Una delle qualità veramente importanti nel viral marketing è l’empatia, ossia l’aspetto che riguarda la relazione e la condivisione di emozioni. È inoltre importante individuare le persone più “entusiaste” o più ferrate nell’argomento virale, che devono dare inizio alla diffusione del contenuto virale, coloro che riusciranno a far sviluppare il passaparola daranno luogo al coinvolgimento degli utenti e quindi ad una escalation di condivisioni e visualizzazioni.>>

Francesca fiduciaria
Francesca fiduciaria

Salve riporto ancora la discussione sui fattori di rischio. l' uso e abuso di detersivi come varichina ecc puo' portare la malattia ? sono alla ricerca di un petche' che vada al di la' del mio brca1. grazie

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

Lei ha trenta anni, ha appena scoperto di avere un tumore al seno ed è portatrice di una mutazione genetica BRCA1 . Questa è la chiave di tutto. >> l' uso e abuso di detersivi come varichina puo' portare la malattia ? sono alla ricerca di un perche' che vada al di la' del mio brca1. >> Non mi meraviglio affatto della sua domanda. Lei è ancora nella fase del “risentimento” con il mondo intero (“perché proprio a me ??”). Ci vorrà ancora un po’ per uscirne. Ma se vuole una spiegazione cinica …perché prendersela con i detersivi come causa della malattia? Qui infatti in ragione delle nostre scarse conoscenze parliamo di RISCHI e non di CAUSE che non conosciamo ed una mutazione genetica costituisce il più alto dei rischi. Se non glielo avessero spiegato o se lo avessero fatto solo in stretto linguaggio medichese, Lei saprà già che tutti noi abbiamo ereditato un corredo genetico dai nostri genitori, metà appartiene al padre e metà alla madre. Alcuni geni del nostro corredo non funzionano correttamente in quanto è presente in loro un “errore”. Se un gene contiene un errore si definisce “mutato”. Quando una persona eredita una mutazione a carico dei geni BRCA1 e/o BRCA2 possiede un SIGNIFICATIVO aumentato rischio di sviluppare nell’arco della sua vita (ma più frequentemente

Francesca fiduciaria
Francesca fiduciaria

In realta' non ce l' ho con il mondo ma con me stessa. perche' ho aspettato una settimana prima di farmi visitare( e se non fosse stato per lei non sarei mai andata) , perche' ho usato la pillola, perche' ho mangiato tanti zuccheri. perche' ho usato detersivi a gogo' , perche' non ho fatto prima la mastectomia preventiva..la realta' e' che io sapevo che arrivsva ma credevo piu' o meno quando e' successo a mia mamma e mia cugina 50 anni. quindi mi dico che qualcosa deve aver accelerato quel percorso...

Ex utente
Ex utente

Che fai, oltre al danno ora ti regali anche le beffe dei sensi di colpa ? Cara amica sono Laura e mi piacerebbe chiamarti per nome, anche falso se non ti senti di usare il tuo vero, anche io ho vissuto i tuoi stessi sentimenti di colpa, ma poi mi sono ...zzata con me stessa e con tutti quelli che si avvicinavano a me con la paternale pronta. Apparteniamo a famiglie accerchiate dal cancro (io l'ho avuto oltre alla mammella anche all'ovaio ed in giovane età) e dovremmo anche sentirci in colpa o fare la figuraccia verso gli altri di esserci trascurate ? Ma chi si è trascurata mai ? Tira avanti per la tua strada insieme al tuo bambino e non ti curare d'altro. Ci mancherebbe che ora qualcuno ci facesse osservare anche che il cancro viene per colpa o trascuratezza nostra.

Utente 198XXX
Utente 198XXX

Ma chi non si è mai anche un pò trascurato..anche io ho cominciato a sentire una massa sul seno a dicembre ma mi sono decisa a farmi visitare solo a fine gennaio, ho preso la pillola per molti anni, ho fumato per 5 anni, dopo il parto, durante l'allattamento ho mangiato molti zuccheri perchè mio figlio era un mangione e mi prosciugava giorno e notte ogni due ore e avevo una gran voglia di dolci,ho fatto e faccio tutt'ora un lavoro dove sarebbe consigliato l'uso di guanti e mascherina che io ho usato gran poco ..però non credo di aver colpa per essermi ammalata. Con il lavoro che faccio conosco molta gente e ci sono persone che si sono trascurate molto più di me eppure sono sane come pesci, e altre che invece, nonostante abbiano uno stile di vita super salutare, si sono ammalate. E' normale farsi domande e chiedersi perchè, ma non credo ci sia una risposta in realtà..

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

Cara ragazza, non credo che se avesse anticipato la visita di una settimana sarebbe cambiato nulla né credo che zuccheri o varechina abbiano avuto un ruolo determinante. Un discorso a parte credo meriti il ruolo della pillola anche se non sapremo MAI quale ruolo abbia giocato nel suo caso. Le considerazioni che seguono valgono invece per alcuni colleghi, specie ginecologi, che se fosse per loro prescriverebbero gli estroprogestinici a vita indiscriminatamente a tutta la popolazione. 1) Riconfermo che il Rischio determinato dalla somministrazione della pillola per periodi non lunghissimi per gran parte della popolazione che presenta un rischio medio-basso, è da considerare molto modesto. 2) Un discorso del tutto diverso andrebbe fatto per le persone che presentano un alto rischio familiare o se addirittura presentano una mutazione genetica come nel suo caso. 3) Ed il fatto che poi sia stato scoperto come nel suo caso un tumore al seno triplo negativo induce a diverse riflessioni. a) Si deve a ricercatori americani del Dana-Farber Cancer Institute di Washinton l’osservazione (Journal of Clinical Investigation ) che il triplo negativo riconosca una base genetica. b) Poco si sa circa il profilo eziologico del triplo negativo, ma c’è chi l’ha studiato per valutare nelle donne tra i 45 anni e in quelle ancora più giovani in relazione alle abitudini di vita, storia riproduttiva e uso di contraccettivi orali http://cebp.aacrjournals.org/content/18/4/1157.abstract L’utilizzo del contraccettivo orale o l’uso prolungato e nelle giovani donne è stato associato ad un rischio di 2,5 maggiore di contrarre un tumore triplo negativo e nessun aumento significativo del rischio per i non-triplo-negativi . Questo studio isolatamente non porta ad alcuna conclusione definitiva ma solo ad alcune riflessioni che suggeriscono cautela.

Fiduciaria Laura
Fiduciaria Laura

gentile dottor Catania...avevo scritto qualche giorno fa piena di parole di incoraggiamento:il tumore al seno mi ha colpito due anni fa a 35 anni, durante la seconda gravidanza ma ora sto BENE...Ero in attesa del risultato del test genetico, fatto per estremo scrupolo data l'età ma con, a detta dell'oncologo che mi segue in IEO, fortunatamente poche probabilità di essere positivo. Il mio era un tumore ormonale e non ci sono mai stati casi precedenti nella mia famiglia...fino a ieri.Si è ammalata mia sorella, di 39 anni.Ha eseguito ago aspirato e ironia della sorte venerdì ci sarà per lei la risonanza magnetica per capire meglio il tipo di intervento da effettuare e per me il colloquio con consegna del risultato del test genetico. Dottor Catania, è dura rivivere tutto, in particolare in una sorella. Ed il pensiero va alle mie bambine: due femmine. Lo so, non ho il risultato in mano, ma sono sconcertata lo stesso.

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