Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Onde
Un forte abbraccio a te
Lunedì sarà una splendida giornata
Ciao attendiamo tue notizie
Didi
mi mancava...e mi ha strappato un LARGO sorriso !
Noi siamo pronti ! Ci sentiamo tutti incinti, maschi compresi cliccare per ingrandire
E siamo pronti
Ad accogliere nel nostro gruppo il nel segno della
Tra i tanti personaggi nati nel segno della Vergine, qui ne ho ho citato uno speciale, per il pensiero speciale con il suo aforismario sempre attuale per chi affronta una esperienza dolorosa come quella del tumore.
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Onde sei GRANDE !!!!! Anche week end alternativo !
Un bacione a te e al pancione
Lori
Buongiorno a tutte. Un ringraziamento speciale alla dottoressa Lestuzzi per tutte le delucidazioni che ci ha dato, veramente preziose. E chi te le dice tutte queste cose! Qua ti curano a tappe, a spezzoni, e non guardano mai la persona nel suo insieme, se non in modo molto superficiale e sempre di fretta. Un grande benvenuto a Stefania. Questa è una grande famiglia dove ci sta sempre una grande sintonia modulata sulla comune accezione della malattia o per meglio dire sulla comune accezione dell' esternazione delle paure e in generale della sfera emotiva che qui trova ascolto, condivisione. A volte mi domando se siamo un mondo a parte. Perché poi nella realtà difficilmente troviamo rispondenza ai vissuti emotivi che inevitabilmente l' esperienza del tumore porta con sé. Quindi un' esigenza reale da parte nostra ci sta, solo che non trova accoglimento nel quotidiano che viviamo. E allora che ci importa di essere un mondo a parte? Siamo comunque delle persone reali che sulla tastiera digitano i loro pensieri e questi pensieri sono reali, veri. Senza contare che ci conosceremo a novembre, quindi anche in....carne ed ossa! Dico la verità, comunque l' esperienza del tumore mi ha cambiata e non mi importa se nel reale non trovo rispondenza, ascolto, comprensione. Non tutti sanno ascoltare, peraltro presi dalle proprie cose, i propri problemi, e poi la gente secondo me è anche spaventata. Se non fisicamente, mentalmente forse anche in modo inconsapevole opera una sorta di distacco rispetto ad una persona con diagnosi di tumore. Credo forse per paura perché la malattia oncologica è ancora un tabù, qualcosa che terrorizza. Mentre non si nutre lo stesso terrore per le malattie cardiovascolariche pure hanno un elevato tasso di incidenza sulla popolazione e anche di mortalità. E la malattia oncologica ha sempre quell aura un po' demoniaca e/o spettrale, per cui se ne parla quasi con timore, se ne parla "senza volerne realmente parlare". È una cosa di cui mi sono resa conto in quel di Gricignano d'Aversa, un paesino in provincia di Caserta. Mi trovavo a casa di amici di mio padre e si parlava di un signore del posto che negli ultimi tempi aveva avuto un forte deperimento fisico. Ad un certo punto un velo di nebbia Calò nella stanza e la padrona di casa con aria raccolta e dimessa sentenzio' in dialetto "ma chill ten a MALATIA". Dopo essermi opportunamente informata appresi che MALATIA significava tumore, visto come qualcosa di nefasto, che non lascia scampo. Ma perché mi chiedo? Si inizia un petcorso di cure, sicuramente accidentato, difficile. Ma perché darci per spacciati prima del tempo? Ho riportato questa esperienza che ho avuto modo di cogliere in un piccolo centro del casertano, ma credo che la stessa cosa avrei potuto coglierla anche altrove. Non ricirdo bemneno da dove è partito tutto questo sproloquio, scusatemi se mi sono dilungata tanto. Un caro abbraccio a Giulia, primo giorno dopo la chemio di ieri. Vedrai pian piano già da oggi ti sentirai meglio. Non preoccupart se senti sapore metallico in bocca pochissima firza. Tutto normale. Poi ci aggiorni su come va. Mi viene in mente una ragazza molto giovane forse sui 25 anni che scriveva verso giugno luglio, di cui non ricordo il nome e che pure faceva chemio in quel periodo. Ogni tanto ci aggiornava. Poi non ha più scritto. Spero stia bene. Un abbraccione a Onde. Sei grande! Ti pensiamo tanto. Ciao a tutte e ai nostri dottori che ci seguono sempre con tanta attenzione e umanità.
Patty
Grazie a tutti per il Benvenuto e ci vediamo a novembre. Stefania
Ciao a tutti e benvenuta a Stefania
Patty quando ho letto il tuo ultimo post sull'atteggiamento delle persone verso il tumore e verso le persone malate di tumore mi è venuto in mente un episodio particolare che mi è successo quando dovevo fare la radioterapia. Per farla mi sono dovuta allontanare dalla mia città e dalla mia famiglia, per la distanza, e allora una settimana prima di iniziare ho pensato di cercare casa e tra i tanti proprietari di case che contattai uno di loro, dopo avermi dato la disponibilità del suo appartamento per due mesi, mi chiese per quale motivo cercassi casa solo per due mesi ed io le dissi della mia terapia e lui allora mi fece una mezza risata, per telefono, e mi disse " ma voi che dovete fare queste cose non potete pensare di prendere una casa ma solo una camera di albergo" e mi chiuse il telefono. Questa cosa mi colpì e mi sentii offesa. Poi decisi di viaggiare per la prima settimana e il primo giorno di radio pensai di non tornare subito a casa ma di vedere gli appartamenti che avevo trovato in rete e una proprietaria di casa, mentre mi stava aprendo la porta dell'appartamento sfitto, alla notizia che avrei dovuto fare la radioterapia mi disse "No, allora non è il caso, lasciamo perdere ..." e mi trovò una scusa banale richiudendo la porta dell'appartamento. Mi sentii un'appestata. Beh forse anche questa esperienza fa parte della malattia ma se si fosse evitata sarebbe stato meglio per me stessa.
Un abbraccio a tutti.
Vera (Basilicata)
Verissimo !! Ma occorre fare delle precisazioni per far comprendere che il fenomeno trova radici lontanissime. Lei e' giovane e non puo' certo immaginare che oggi pur persistendo quell"aura un po' demoniaca e/o spettrale " nell'immaginario collettivo quale fosse la situazione ancora alla fine del secolo scorso. Se facciamo un confronto oggi si puo' dire, da chi come me ha vissuto entrambe le fasi, che rispetto a prima se ne parla anche troppo. In realta' non se ne parla mai troppo.
1) Negli anni 80' scrissi con la prefazione di Umberto Veronesi, il primo libro in Italia di Medicina narrativa, un libro-provocazione (gia' ero Fuori di Seno !)
, un vero sasso nello stagno. Persino provocatorio e con un intento, a fin di bene, persino di sfida alla cultura oncologica prevalente di allora.
In quegli anni non si parlava affatto di cancro, proprio si evitava di nominarlo. In Italia il 90 % dei medici riteneva, in buona fede, di non riferire la verita' ai pazienti affetti da tumore (si parlava-io mai !- solo con I familiari) anzi venivano pubblicati dei testi che riportavano le strategie per o deviare il discorso nei casi sporadici, veramente sporadici, di pazienti che volevano saperne di piu'.
Questo accadeva in una epoca in cui le POCHE guarigioni (le ho vissute sulla mia pelle sul piano emotivo) avvenivano grazie a terapie-il massimo della dose sopportabile-aggressive ed invalidanti .
Questo atteggiamento, oggi interpretato disumano, era fondato in realta' aula credenza che la avrebbe potuto danneggiare (SUICIDIO) il paziente e che la conoscenza della situazione avrebbe annullato le sue speranze e residue motivazioni..
Allora c'era anche di peggio perche' tutto cio' accadeva in una epoca in cui il cancro (Patty ha notato che lo chiamo sempre CANCRO e non tumore proprio per esorcizzare quell'aura demoniaca di cui parla Lei ?) era qualcosa da nascondere e di cui ci si doveva vergognare e ricordo bene , ero un chirurgo ragazzino , che le pazienti sollecitavano raccomandazioni prima di tornare a casa dall'ospedale, soprattutto in presenza di bambini piccoli, sulla contagiosita' della malattia.
2) Patty , oggi e' altra cosa ! C'e' persino una OVER-dose di informazione tant'e' che su questi due aspetti affrontati ho pubblicato un libro nel 2016(provocatoriamente con Editore FUORIDISENO) dal titolo "dalla OMERTA' .......alla INF-obesita'"
https://www.medicitalia.it/libri/oncologia-medica/147-la-comunicazione-medico-paziente-dalla-omerta-alla-infobesita.html
[b]Vera[
Davvero vergognoso quanto racconti. Ma dipreciso dove hai fatto radioterapia e dove quindi sei incorsa in queste es
Esperienze che suscitano solo abominio? Magari se uno diceva che cercava una casa per trenta quaranta giorni perché era in prova sul lavoro o per motivi di studio non avrebbero battuto ciglio. Del resto esiste il contratto uso transitorio pure solo un mese. E incassiamo anche questa. Che bastardi. Ti abbraccio spero di conoscerti al convegno.
Patty
Scrivevamo tutti insieme ! Fatele queste denunce pubblicamente ! E per fortuna il nostro forum e' letto (ci avviciniamo ai tre milioni di visitatori).
Riguardo al PRE-giudizio sulla contagiosita' del tumore mi riferivo al secolo scorso, ma perche' molto diffuso.
Ma tale pregiudizio e' presente nell'immaginario , per fortuna di pochi, specie se ignoranti , nel senso che ignorano, ancora attualmente. Ripeto in misura minore.
E a maggior ragione riguardo al pregiudizio sulla RADIO-terapia. Nel caso di Vera e' evidente il pregiudizio " non posso affittare la MIA CASA ad "una" che mi porta in casa I raggi "
Ma questo vale , e ne ho avute raccontate tante, anche per gli amici che si volatilizzano......perche' l'amica sta facendo la radioterapia" !
Piu' frequente di quanto si possa immaginare.
Le stesse pazienti talvolta hanno un pregiudizio analogo con se' stesse. Persino quando le mandiamo a fare la linfoscintigrafia prima dell'analisi del Linfonodo Sentinella. Ma in quei casi e' facile , se si e' esperti di comunicazione, mettersi sullo stesso piano delle paure con la paziente.
Io liquido con una sola metafora questa paura , che recita press'apoco cosi' :
" signora durante l'intervento anche io avro' in mano il suo [i]"pezzo radioattivo ". Lei l'avra' in corpo solo per alcune ore , io li tengo in mano i pezzi di tutti da decine di anni. Se ci fosse un pericolo reale...sarei gia' morto di leucemia da tempo"[/i] linfonodo sentinella colorato con colorante vitale
Ciao scusate ma anch'io stessa, sbagliando, non ho sbandierato la mia malattia. Riservatezza o vergogna? E' da qualche gg, mentre mi sto riposando dopo l'operazione, che in effetti ci stavo pensando....e le vostre parole hanno dato conferma a quanto io avevo gia' deciso da qualche giorno ... Ritornando al lavoro lunedi a chiunque mi chieda il motivo della mia assenza (tranne ai colleghi piu' stretti con cui mi ero gia' confidata) diro' la verita' .... perche' non devo "vergognarmi" della mia malattia ma anzi con la mia testimonianza saro' di aiuto per la prevenzione per altre donne ..... Eppure non sono nata nel secolo scorso, vivo in una grande citta' del nord ... ma io stessa sono stata in queste settimane una grande "Ignorante"
Buon week end Stefania
Avevo intuito gia' a luglio la sua..."voglia di riservatezza"..L'avevo invitata formalmente ad entrare nel forum conoscendone i vantaggi indiretti che ne derivano con la condivisione. Non ho esercitato alcuna pressione sino a dopo l'intervento.
Ma quando mi ha detto "vis a vis' che ci stava leggendo...allora sono passato alle
MINACCE (*)
Ma perche' provenendo Lei da una storia familiare (mamma) avrebbe, secondo me, beneficiato da una condivisione di gruppo.
Se devo essere sincero non mi aspettavo che avrebbe scritto, ne' partecipato al Convegno . Il fatto che mi abbia smentito ...dimostra che. il suo, debba essere considerato un bel passo avanti.
(*) minacce serie : cliccare per ingrandire
Mi e' partito il messaggio prima della sua conclusione
Ancora una volta prof. Catania grazie!!!
Grazie per la sua mano da chirurgo ma sopratutto grazie per il suo cuore che mi ha fatto conoscere al momento solo virtualmente altre donne con cui condividere la mia nuova VITA.
Grazie Dott. Catania per il suo intervento.
Penso che oltre alla paura per la radioterapia ci sia una sorta di paura per il tumore in generale e verso le persone colpite dal tumore. Penso che ognuno cercando, anche inconsciamente, di allontanare il pensiero dallo spettro del CANCRO senta il bisogno di allontanare anche le persone che ne sono state colpite. Come se avvicinarsi a loro faccia venire di più la paura. Almeno, io ho avuto questa sensazione, può darsi che mi sbagli.
Grazie Patty
tutto questo mi è successo a Potenza; se dovessi tornare indietro direi sempre la verità sulle motivazioni della casa perchè non mi devo vergognare di nulla al costo del rifiuto del proprietario.
Ciao Stefy
capisco perfettamente quello che ti è successo perchè è successo anche a me e non ti nascondo che anche oggi, a distanza di due anni dalla scoperta del tumore, ho ancora difficoltà a dire agli altri, se ce ne fosse bisogno, quello che ho avuto. Forse è dovuto alla mia riservatezza ma penso che in parte sia dettato proprio dalla grande PAURA che ho sempre avuto del tumore.
Un abbraccio a tutti
Vera (Basilicata)
Verissimo dottore effettivamente ci troviamo di fronte a un surplus di informazioni arrivando come dice Lei all' infobesita'. Le sue parole in effetti mi hanno fatto riflettere circa il fatto che in anni andati si tendeva a non comunicare la verità sulla malattia ai pazienti. E lo dico per vari ricordi che ora alla luce delle sue parole mi tornano alla mente. Io ora ho 50 anni ma ricordo senza nemmeno andare troppo indietro nel tempo che negli anni della mia adolescenza quando si sapeva di qualcuno che aveva il cancro (ricordi di discussioni in famiglia su parenti o conoscenti ammalatisi di tumore) si dceva sempre ad esempio "ma lui lo sa glielo hanno detto?". E di solito la risposta era "no non sa niente". Quindi per ricordi vari che mi tornano alla mente effettivamente la situazione era molto diversa da quella attuale, forse anche per via del fatto che si moriva di più e forse il fatto di comunicare al paziente "hai il cancro" significava sentenziargli una morte certa. Tante cose sono cambiate e ciò che è più importante è che si muore sempre meno. Ma comunque si muore. Ero piuttosto combattuta e lo sono anche adesso circa il condividere in questo spazio una vicenda di cui sono stata testimone e che come si può intuire da questo mio preambolo riguarda una persona che non ci sta più. Un anno appena in più a me da molti anni forse una decina combatteva un carcinoma infiammatorio. Ci conoscevamo di vista poi il mio ingresso nel mondo della malattia oncologica ci fece conoscere meglio benché fossimo distanti, io a napoli lei a Vallo della Lucania, ogni tanto mi dava indicazioni, consigli, incoraggiamenti. L' ultima volta che ci siamo sentite è stato a Pasqua. Poi ripromettendoci di risentirci, si sa a volte come vanno queste cose fra una cosa e l' altra non ci siamo più sentite. E due settimane fa la notizia che non ci stava più. Mi perdonerete se scrivo questa cosa ma forse parlare anche di questo ci può aiutare senza tuttavia scoraggiarci, perché tanto girarci dall altra parte non serve non ci aiuta a stare meglio e credo che ognuna di noi ha forse conoscenza di un amica conoscente o parente che non c'è più, è sempre molto triste ma anche questa cosa fa parte della realtà. E allora a maggior ragione prendiamoci un po' la vita come viene perché poi alla fine non sappiamo mai come va a finire. E la stessa cosa ce la direbbe pure chi non c'è più. Vi chiedo scusa se vi ho rattristato con queste parole. Un abbraccio a tutte. Comunque insieme siamo una forza.
Patty
E' proprio vero e' piu' facile guarire dal tumore che dalla "paura del tumore".
Ora rimango in attesa dell'esito istologico e della visita con l'oncologa per poi decidere quale terapia fare .... Ho gia' conosciuto l'oncologa e l'impressione e' stata eccezionale anche perche' ritengo che l'oncologa sia una professionista fondamentale nel mio percorso (senza diminuire il valore dello staff in sala operatoria). Devo confessarvi una cosa in questo mio percorso ho solo incontrato grandi medici e la vita a mio parere e' fatta di incontri con le persone: dal medico che ha eseguito mammografia/ecografia e che ha trovato un "ago in un pagliaio" un piccolo tumore in un seno abbondante, lo stesso che ha esguito l'ago aspirato (coincidenza della vita ma stesso medico da me non ricosciuto in due strutture ospedaliere diverse), la dottssa che ha svolto la scintigrafia la mattina dell'operazione (mi ha spiegato tutto nel dettaglio e come una madre amorevole mi ha fatto svolgere qualche esercizio per facilitare li defluire del liquido), l'anestesista ed ora l'oncologa...... Uomini e donne che hanno e fanno la differenza.