Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Ciao Nadine, tanti cari auguri al tuo piccolo christian e auguri anche a te che da mamma speciale appena subito dopo le cure chemioterapiche hai realizzato un autentico miracolo della vita. La vita è anche questo con un tumore dopo un tumore, in quel vortice popolato da incubi che un po' ci accompagnerà sempre e sarà dura è dura quando il bicchiere lo vediamo mezzo vuoto. Hai dato delle cifre che ora non ricordo bene ma mi pare che più di 14000 donne non ce l' hanno fatta nel 2016 a fronte di circa 54600 nuovi casi di tumore (se ricordo bene le cifre). Una percentuale di mortalità che mi pare comunque alta. Un po' viene un po' di scoramento. Ma intanto se è così. Speriamo che si trovino nuove cure, che i tempi per esami diagnostici, interventi e cure siano più ravvicinati. Perché quando ci sta la bestia da scovare e debellare il tempo è prezioso. Speriamo sempre in bene. Per tutte. Un bacione a te e al piccolo.
Patty
Nadine cara anch'io spesso penso, a chi non ce l'ha fatta in una specie di sindrome del sopravvissuto. Ma sappiamo bene che questa non e' una guerra ma la vita. Auguri a te al piccolo e a noi testimoni orgogliose di questo miracolo che e' la vita.
Francesca
Che telepatia ! Stavo preparando il programma del Convegno e stavo proprio pensando di chiederle 5-10 minuti da dedicare alla sua storia di 2 anni fa in "viva voce"
Quindi possiamo essere relativamente ottimisti
se consideriamo che quando ho cominciato ad occuparmi di oncologia i pazienti morivano nonostante le terapie aggressive e mutilanti in oltre il 90% dei casi.
Cioe' : di cancro si muore !
Oggi proprio grazie alle statistiche ( a chi e a cosa servono le statistiche ?) che ha allegato Lei , possiamo ben dire che di Cancro SI VIVE, ma si puo' anche morire !
E proprio Lei e' (o dovrebbe) essere testimonial di chi vive!
Sapesse quante donne ho conosciuto , che si aspettavano di morire di cancro....ed invece sono morte dopo molti anni di polmonite (Ada Burrone), pancreatite, encefalite, terremoto, alluvioni.....e persino sulle STRISCE PEDONALI !
E quante sono morte per incidente stradale senza sapere di avere un cancro, rivelato solo all'autopsia
http://www.senosalvo.com/tutti_abbiamo_un_tumore.htm
Comprensibilissimo farsi influenzare ma, non si puo' ragionare ...per statistiche ! Dovremmo stare a casa, se questa non crollasse per un alluvione o un terremoto, se non ci fossero fughe di gas, incidenti domestici ma non potremmo neanche andare in macchina (25.000 morti nel 2016), e neanche andare in bicicletta, e soprattutto a piedi (il 90 % dei pedoni investiti sono stati uccisi sulle strisce pedonali !)
Vuol dire che statisticamente sulle strisce pedonali si muore o si vive ?
Non si puo' proprio ragionare cosi' se non si vuole correre il rischio di paralizzare la propria vita (*).
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Chi uscirebbe di casa se leggesse queste statistiche ?
E chi....resterebbe in casa se leggesse quelle ....sugli incidenti domestici ?
Si quella ragazza che ricorda il mare non per le ONDE, MA PERCHE' MI FA PENSARE AD UNO TSUNAMI DELLA VITA !
Onde non pensa alle statistiche, e neanche a chi gliele menziona, perche' ha scelto di vivere intanto perche' " NON ABBIAMO ALTERNATIVE !" e intatti vive organizzando le vacanze al mare (Pasqua ), poi la chemio, poi la chemio, poi ancora la chemio, poi la gestione della gravidanza, poi la chemio, poi la GRAVIDANZA , poi la chemio, poi.....il CONVEGNO a Novembre (adesione senza se e senza ma !).....perche' ....e soprattutto delle
Cara Nadine,
che bello leggerti. La tua esperienza infonde fiducia... la malattia e lo spauracchio della morte generano una nuova e meravigliosa vita: Christian.
Il tuo scritto mi ha rammentato che quando mia mamma si è ammalata di tumore allo stomaco (circa 20anni prima del mio tumore al seno) io subito dopo ho concepito il mio secondo figlio e quando si è aggravata il terzo. Senza rendermene razionalmente conto, alla paura della sua morte, il mio corpo rispondeva con una nuova vita.
Fiducia, fiducia, fiducia nella prevenzione primaria (anche e soprattutto della mente che va nutrita, vigilata e tenuta in esercizio come e forse più del corpo), in ciò che facciamo (cure e altro) . e poi... accadrà ciò che nessuno può prevedere. Nel frattempo Intanto noi avremo vissuto bene. La malattia mi è stata maestra in questo!
Un abbraccio a te e al piccolo Christian
Luigia
Sa se avesse conosciuto Ada Burrone cosa Le avrebbe detto immediatamente ?
Provi a cercare uno dei tanti aforismi di Ada su chi si concentra sulla "paura di morire" piuttosto che su quella di vivere.
E non e' un caso che entrambe siete concentrate sui 12.00 casi di morti di Nadine e 14.000 per Patty, e presentate quasi come marginale il numerino (55.000) del tasso di incidenza.
Significativa questa tendenza a pensare all'enormita' del numero di quelli che non ce l'hanno fatta. ( che e' indubbiamente grande)... che pero' le leggende metropolitane tendono a dilatare ad ogni racconto tra le pazienti. Come il pescatore che ha pescato uno storione di 2 kg e poi via via nei racconti ai colleghi diventa un mostro di 100kg.
Scommettiamo che al prossimo commento su questi numeri ci sara' chi da 12.000 e 14.000 di Patty lo portera' a 20.000 !
È Patty che ha risposto
Io sono da decine di anni concentrato su chi ce l'ha fatta e non su chi non ce l'ha fatta.
Di questi posso solo addolorarmi e chiedermi criticamente se abbiamo fatto il possibile
Nel senso che questa e' una malattia tosta e mi siete testimoni di avere sempre sostenuto che non bastano le terapie tradizionali, ma occorre ALTRO !
L'ALTRO e' sotto I vostri occhi ...ma non ve ne accorgete neanche !
1) Volete che vi riporti, oltre alle metastasi (Rosa, lori, Luigia) anche i vostri Ki 67 da Guinnes dei primati di Nadine, Francesca, Michela, Cristina, Antonella, Maria, Elisa ecc ecc
Se avessimo dato valore esclusivamente ai VOSTRI fattori prognostici nel 2013 (primo Convegno di Milano) avremmo dovuto inserirvi nell'elenco di quelle che nel 2017 "non ce l'hanno fatta" !!!!
E invece siete tutte li' VIVE e pronte a partecipare al Secondo Convegno Nazionale.
2) In maggioranza non sapete perche', ma io con I capelli che diventano sempre piu' bianchi,
Sono ancora a Milano ma una di queste notti mi trasferisco in uno dei posti della Sicilia dove di solito mi metto a scrivere su temi tra i "piu' scabrosi".
E questo lo e' perche' rischio il linciaggio tra i colleghi oncologi.
Perche' cominciamo ad avere le prove che l'ALTRO INTERFERISCE SULLA SOPRAVVIVENZA non solo sull'umore.
C'e' la prova che basta socializzare attraverso una rete mentre si fa la chemioterapia per incrementare la SOPRAVVIVENZA del 2%.
Questo numerino fa sorridere (fa sorridere di piu' quelli che sopravvivono), ma la mia opinione e' che si tratti di un ALTRO applicato ad un periodo di tempo breve.
Vuol dire che se noi questa rete sociale la teniamo desta per anni questo numerino (2%) e' destinato a dilatarsi a piu' cifre.
Lo sostenevo nel 2010 quando ho aperto questo blog e mi presero per pazzo per il termine BLOG terapia.
3) Mi sono stupito mooooooolto che questa informazione che ho riportato con i disegnini di accompagnamento sia stata notata (= commento) solo da Patty
Lo riprendo qui
https://www.medicitalia.it/spazioutenti/forum-rfs-100/come-si-calcola-il-rischio-reale-per-il-tumore-al-seno-44-798.html
post 11.970
Ci scrivero' un articolo a giorni applicato alla nostra esperienza.
mi sono fatto cospargere il capo di cenere
A volte per inserire piu' immagini devo tenere piu' pagine aperte contemporaneamente
Comunque ho corretto il post 12.171
E abbiamo , dopo tanti complimenti (che restano tali) , scovato Patty
scagionando DIDI
1) Tante pazienti che devono assumere anastrozolo (Arimidex) fanno di tutto per non aderire a questo trattamento
2) Mentre si moltiplicano i casi di atlete (i) accusati di doping per avere assunto il farmaco off-label
Vi lascio commentare e per il momento non vi dico perche' viene assunto.
http://www.gazzetta.it/Tennis/07-08-2017/tennis-errani-positiva-all-antidoping-210834830442.shtml
E' incredibile fino a che punto possono arrivare alcuni personaggi che gestiscono le prestazioni degli sportivi.
E' anche vero che oggi il livello culturale dello sportivo non è quello di una volta per cui è grave che si accettino farmaci che non sono semplici vitamine ma vadano a modificare importanti interazioni quali ad esempio quelle ormonali.
In questo caso si tratta dell'uso combinato di testosterone e di un inibitore dell'enzima aromatasi (anastrazolo). In tal modo l'anastrazolo mantiene un elevato livello di testosterone somministrato, impedendo la fisiologica trasformazione dell'eccesso di androgeni (testosterone) in estrogeni.
Considerata l'intensa attività fisica dello sportivo agonista non si percepiscono gli effetti collaterali, quali in particolare il dolore articolare.
Quindi, capovolgendo la questione in senso utile per le nostre pazienti: se assumete farmaci inibitori dell'aromatasi nella giusta indicazione (per neoplasia mammaria), conducete una regolare ed adeguata attività fisica ...riuscirete ad avvertire meno fastidi!
Grazie al Dr. Vito Barbieri per la sua spiegazione, qualche cosa sapevo, essendo mio figlio un triatleta amatoriale ma vivendo in un ambiente dove i professionisti usano ormai di tutto e questo, a mio avviso , fa sì che lo sport ora si guardi sempre con un occhio critico, specialmente quando si battono improvvisamente record o si vedano prestazioni eccellenti. Lo sport dovrebbe essere una competizione genuina priva di tutto ciò che è chimico e che a lungo andare lede gravemente la salute.
Mentre per quanto riguarda il mio caso, quando mi fu proposto il medicinale con relativa spiegazione benefici/effetti indesiderati, non ebbi nessun tentennamento ad assumerlo perché voleva dire avere un'arma in più, una possibilità in più e ora dopo quasi 4 anni che lo assumo regolarmente, non nascondo che gli effetti indesiderati si sono fatti sentire, sono contenta di averlo fatto e con qualche accorgimento ci si può convivere tranquillamente senza stravolgere il quotidiano.
Didi
ERRANI HUMANUM EST !
Ma raccontare che l'anastrozolo possa essere caduto vicino ai tortellini in brodo ???
http://www.gazzetta.it/Tennis/07-08-2017/tennis-doping-errani-si-difende-via-social-in-pace-la-coscienza-210841269702.shtml
Dott Catania e dott Barbieri,
io ho assunto Arimidex per sette anni senza avere percepito particolari effetti collaterali, se non unghie fragili. Non ho avuto dolori articolari né altro mentre diverse mie conoscenti se l'erano fatto sostituire perché avevano, secondo loro, numerosi disturbi articolari, palpitazioni, mal di testa....
Io credo che oltre l'esercizio fisico c'entri anche il potere della mente nell'accettare la terapia e con questo ridurre gli effetti collaterali reali e quelli suggeriti dal bugiardino...
Grazie per la vostra competente presenza
Luigia
p.s.
c'è un'altra possibilità: sono forse stata così distante dal mio corpo al punto da non percepire dolori o altro?
Avremo modo di approfondire il tema della cliccare per ingrandire
RESILIENZA anche al nostro Convegno.
In altre parole
Questa e' RESILIENZA . Non si puo' dire "oltre", perche' attivita' fisica e mente....... stanno ..."insieme"
Io ci ho fatto studi con ultramaratoneti che correvano da oltre 30 ore. Non e' raccomandabile una esperienza cosi' estrema,ma ho riprodotto sperimentalmente cosa puo' accadere in "over dose di endorfine"
Accade una separazione dal proprio corpo, e quindi un annullamento della percezione del dolore. e un completo controllo della percezione della fatica.
http://www.senosalvo.com/sport_estremo_stati_alterati.htm
Quelli che come Lei praticano attivita' fisica regolare ottengono non una separazione completa, ma trattandosi di piccole dosi di endorfine, una significativa riduzione del dolore.