Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Prima stavo anche bene...
Pepelina..
Io lo trovo normale quello che tu scrivi.
Cazzo..è umano sconfortarsi leggendo di recidive o di una terapia che può non funzionare,specialmente se di recidive già nei sai qualcosa e stai facendo proprio quella terapia.
Sei un essere umano ed hai tutte le ragioni del mondo.Sarebbe bello poter leggere solo di guarigioni complete ...o non leggere affatto di metastasi,di donne che muoiono ecc.
Ma l'unico modo per fare questo è isolarsi dal mondo intero.
Invece no Pepelina...dobbiamo imparare a non proiettare ogni situazione su di noi,a fare come ha fatto Lucy con quella sua amica.
Dobbiamo capire che sta merda di tumore non è uguale per tutte così come non lo è una corsa in macchina.C'e' chi si salva e chi no,pure se va a 2 all'ora.Che facciamo allora,Non prendiamo più la macchina?
Bisogna imparare a mettere in conto che può succedere di tutto..Non so se avete sentito di quella ragazza che vicino Roma è stata spazzata via con la sua auto per un tromba d'aria.E' un evento inaspettato e alquanto improbabile,ma è successo.
Ed è un evento terribile che però a noi magari non fa lo stesso effetto del sentir dire che tizia è morta per un tumore al seno.
Perciò tesoro mio..nella vita può succedere di tutto ,ma ognuno ha una storia diversa .
Guarda io non giustifico la maleducazione..però dovresti vedere anche il tuo di modo.Se c'è un'orario di visita lo sai già da sola che non puoi stare oltre quell'orario.
È Ovvio che ognuno vorrebbe stare col proprio parente ad oltranza ,ma in linea di massima ci sono degli orari perché oltre quelli stabiliti ,la presenza del parente può interferire con le varie attività del reparto.
Inoltre pensa a quanti cercano di rimanere oltre l'orario e quante volte un infermiere deve mettersi a spiegare la stessa cosa,quando c'è già un orario stabilito.
Ovviamente poi ci sono casi e casi e se il malato è in condizioni davvero critiche è chiaro che non ci si può attenere alla rigidità dell'orario.
Scusami se mi sono permessa di dirti queste cose e ovviamente non è un fatto personale.
Ma spesso credo che per un funzionamento corretto ,in un ambiente già molto provato a causa dei vari tagli,bisogna avere la collaborazione di tutti.
Me lo chiedo anch'io....... stessi pensieri.....
...vediamo Laure'.....
mi domando se al suo ritorno a casa ci sarà sempre la sua mamma ad aspettarlo.
Me lo chiedo anch'io....... stessi pensieri.....
Credo che tutte ci facciamo questa domanda. La mia coccolona non mi lascia in pace chiama mamma almeno 50 volte al giorno! E poi mi dà i bacini, mi dice che mi vuole bene, e tutte quelle cose tenerine che fanno i bimbi. Come si fa a pensare di lasciarle sole??? Dopo l'attimo di sconforto io scacciò via il pensiero e mi godo il momento!
Rileggerei queste tue parole decine e decine di volte...
Paola
Gioia """ la Vita Non È un tunnel ""
è un Miracolo !!!
per cui già essere qui è un Regalo meraviglioso che non per tutti arriva e bisogna vedere i fili colorati le mani tese ad aiutarti le parole le piccole cose
Ed altrettante volte leggerei queste...
Ho scoperto il k l'anno scorso a fine giugno, il periodo estivo non aiuta, è vero...
Ma mi è molto servito esternare qui le mie paure, i miei dubbi, le mie ansie, perché ogni volta che il criceto iniziava a girare la sua ruota, trovavo sempre qualcuno, il dr. Catania in primis, che riusciva a fermarla. Fallo anche tu, butta fuori, vedrai che starai meglio
1 alla paura che ci fa la patologia in sè,
2 alla paura di soffrire e di aver paura
3 e infine la difficoltà di dover riorientare, reimpostare tutta la nostra vita in maniera diversa
Vangelo...
Mi rivolgo anche a P@ola e a tutti gli altri che in questo periodo stanno in pigiama e non in spiaggia, sottoposti a cure o in ansia per i propri cari: l'ospedale è orribile, ed è una vera ingiustizia. E io sono solidale con voi.
Ma voi, a differenza di mia mamma, avrete tante altre estati, perché per lei non c'era speranza mentre voi avete tantissime armi per averne. Vi abbraccio tutti quanti!
#113,821 Scritto: Oggi 16:26
Modificato da: Berserker
Non so se questo è un bene ,perché in fin dei conti ti trovi a fare i conti con la realtà e se qualcosa della tua vita non ti piace,questa è l'occasione giusta per cambiarla.
Inoltre la paura di non avere un futuro ti porta a vivere più intensamente quegli attimi di serenità di cui magari prima manco ti accorgevi.
Però che fatica ...
Cara Marty, sei veramente una ragazza speciale. Sempre bello leggerti
La situazione in cui mi sono trovata è complessa da spiegare. Si trattava di una situazione di emergenza in cui ero andata solo per chiedere notizie. In linea di massima è vero quel che dici, esistino le regole ma anche le deroghe, sta all'intelligenza delle persone il saper applicare le une e le altre. Eppoi prima mi hanno fatto aspettare due ore per avete notizie per poi trattarmi a m... Ma dai! Comunque ripeto era una situazione complicata in un ospedale da me sconosciuto, non sapevo orari di visita, sbattuto li mio marito la sera prima da un altro ospedale. Ma ci vuole tanto a capirlo
Io lo trovo normale quello che tu scrivi.
Cazzo..è umano sconfortarsi leggendo di recidive o di una terapia che può non funzionare,specialmente se di recidive già nei sai qualcosa e stai facendo proprio quella terapia.
Sei un essere umano ed hai tutte le ragioni del mondo.Sarebbe bello poter leggere solo di guarigioni complete ...o non leggere affatto di metastasi,di donne che muoiono ecc.
Ma l'unico modo per fare questo è isolarsi dal mondo intero.
Invece no Pepelina...dobbiamo imparare a non proiettare ogni situazione su di noi,a fare come ha fatto Lucy con quella sua amica.
Dobbiamo capire che sta merda di tumore non è uguale per tutte così come non lo è una corsa in macchina.C'e' chi si salva e chi no,pure se va a 2 all'ora.Che facciamo allora,Non prendiamo più la macchina?
Bisogna imparare a mettere in conto che ecc.ecc.
Concordò su tutto Marty
No il tumore non è eguale per tutte C3 può essere di tutto, ma io ho 48 anni quasi... Sono negativa anche su me stessa e non ho molta fiducia nel futuro.
Fare il medico o l'infermiere dovrebbe essere una missione, nn solo un lavoro. Invece, purtroppo, molto spesso è un lavoro.
E poi nn bisogna generalizzare.
Detto questo c'è una disumanita' che fa accapponare la pelle, e mi riferisco anche con i bambini, a quando Andrea si è fatto male.
Ma di buone parole, di sorrisi, di modi. Nn siamo deficienti...siamo pazienti (o mamme di pazienti nel caso specifico).
C'è uno scoglionamento e scaricabarile insopportabile.
Andrea si è fatto male alle 11 e da subito ha iniziato a soffrire tantissimo ,alle 11,20 ero a scuola e con l'ambulanza ci hanno portati nell'ospedale più vicino. Li siamo passati avanti a tutti ma il dottore a cui ci hanno affidati si è incavolato, perché vista la situazione dovevano portarci direttamente al Regina Margherita e nn li, dove nn c'erano ortopedici pediatrici. Mi ha detto tutto incavolato "e se suo figlio deve essere operato, mica lo posso fare io...". Andrea nn aveva nemmeno fatto le lastre, nessuno mi aveva spiegato nulla. Dopo gli hanno fatto le lastre, diagnosticato una frattura scomposta e fatto una specie di doccia gessata per essere trasferito (sempre con ambulanza) al regina. Per fargli quel tipo di gesso l'hanno preso x le caviglie e girato a pancia in giù. C'è stato un momento che pensavo fosse svenuto.
Continuava ad addormentarsi e svegliarsi dopo 3 minuti con un tremito urlando dal male, continuavo a chiedere che gli dessero un antidolorifico ma nn potevano nn essendo un ospedale pediatrico. Alla fine ho ottenuto un po' di tachipirina. Ci hanno messo in un corridoio e sono stata sempre in piedi (ho chiesto una sedia, l'infermiera ha detto che l'avrebbe portata, sto ancora aspettando) , l'ambulanza è arrivata dopo 3 ore e alle 16, 30 ci han portati al regina... Ma il chirurgo ortopedico era in sala operatoria... Niente antidolorifico nemmeno lì perché aveva preso la tachipirina, Andrea nn ne poteva più.
Alle 19,30 è arrivata la chirurga, una incazzatissima che ha subito messo in chiaro che era al lavoro da 12 ore,che avrebbe dovuto fare la manovra( mettere a posto l'osso manualmente) , che dovevamo sia io che il bambino collaborare, che dall'incidente erano passate già tante ore e nn c'era tempo x l'anestesia . Mi sentivo devastata. Finalmente ci ha raggiunti Antonio, ma si è impressionato a sentire le grida di Andrea durante la manovra da dirtro la porta.
Sotto, ho chiesto a un' infermiera di aiutarmi a mettere Andrea in auto, che aveva un gesso dall'inguine alla punta del piede e nn sapevo come fare, gridava e piangeva ancora... . Mi ha detto di no, che aveva mal di schiena. L'ho portato a casa in mutande, perché i pantaloni li avevano tagliati x toglierli. Erano le 22...dell'11 febbraio e avrei iniziato una serie di notti in bianco e di difficoltà incredibili...continuando a lavorare.
In ospedale nn ho avuto conforto da nessuno, né medici, tanto meno infermieri.
E x la cronaca, una settimana dopo la frattura si era di nuovo scomposta e hanno rifatto la manovra, questa volta con un dottore molto più umano.
Poi x carità, durante la riabilitazione c'era la per terapy e la moto terapia... Ma é stato un incubo....se ci ripenso nn so nemmeno io come ho fatto.
Andrea ancora oggi, è leggermente zoppicante. Confido molto in lunghe camminate sulla sabbia.
Scoglionamento generale hai detto la frase giusta che descrive la realtà degli ospedali romani (nel mio caso) . Ogni tanto nel marasma generale emergono personaggi eroici, medici ed infermieri, che riescono a mantenere la calma e a non mangiarti viva se chiedi sommessamente una mezza cosa. Gironi infernali sia per chi vi lavora che per i pazienti ed i parenti dei pazienti. Soprattutto se si tratta di bambini o anziani la disumanita' è spaventosa.