Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Guardi che Le ho risposto in modo chiaro, ma non mi stupisco che non serva a nulla per lenire la sua ansia
>> vede che Le ha fatto male stare lontano da noi, perché nella sua solitudine (anche se circondata da altri) ha già rimosso che alle sue stesse domande avevo risposto più volte, ora non ricordo se ad agosto o a settembre e cioè che l'invasione vascolare non è certo il fattore prognostico più sfavorevole. E' solo una informazione per noi per proporre la chemioterapia che infatti Le è stata proposta. Perché ha fissato su questo parametro la sua angoscia ?? >>
#8,554 Scritto: Ieri 20:37
Se Lei torna indietro in questo blog al periodo di Agosto-Settembre 2016, lo ricordo bene, credo di averle dedicato a Lei e Giovanna almeno 30-50 repliche sui tripli negativi, sul Ki 67 elevato (con Valentina recordman ) , sull'iperespressione Her 2, e su questa bene(male)detta invasione peritumorale e poi avevo dedicato almeno una decina di commenti sugli effetti collaterali della chemioterapia, che stavate per iniziare. In quel periodo Le ho anche mostrato ogni giorno i posti occupati dai passeggeri del nostro bus cercando di farle rilevare (ma Lei andava imperterrita senza neanche farci caso ) che gran parte dei passeggeri del nostro bus con fattori prognostici similiai suoi, ed in modo particolare quelle operate da almeno 3 anni, erano [b]VIVE ed ATTIVE !
[/b]
Vuole scommettere che quella maledetta IPV ( ma chi Le ha messo in testa che questo parametro sia il più importante e più sfavorevole???) che tanto l'angoscia, la PRESENTAVANO quasi tutte le RFS con triplo negativo del nostro bus??
Se perdo io, ricomincio d'accapo a risponderle su tutti i fattori prognostici del suo istologico.
Se perde Lei ...è sanzionata a ...rileggersi tutti i commenti dal primo agosto ad oggi (> di 1500)
Grazie Elisa per le parole che mi hai detto. Ti sento vicina.
Vera (Basilicata)
Facciamo così
1) Lei mi chiede informazioni sui fattori biologici predittivi (predicono la risposta alle terapie ? SI) e prognostici (predicono l'evoluzione della malattia ? Teoricamente sì...nella pratica NO, o per lo meno non sempre, anzi in un numero moooolto inferiore alle previsioni e statistiche. Ed il campione di questo blog né un esempio illuminante)
Legga
https://www.medicitalia.it/blog/oncologia-medica/4700-dare-sempre-speranza-i-fattori-predittivi-sono-una-mera-informazione-non-una-condanna.html
2) Fatta questa premessa, cioè il mio punto di vista, lascio spazio a CRistina e al suo PARADOSSO PROGNOSTICO (è bravo chi ci capisce qualcosa)
Sono certo che la saggezza di Cristina forgiata dalla malattia e dall'incredibile paradosso capitatole in famiglia riuscirà ad essere più chiara del sottoscritto.
Qualche fiduciaria , di quelle forgiate a tutte le intemperie, ha tempo per portare qui questa nostra amica romana in completo stato confusionale ( e non certo per colpa sua !!!) in attesa ...di capire da sei mesi '?
https://www.medicitalia.it/consulti/senologia/550730-nodulo.html
Io sono appena salita sul BUS quindi non valgo nella statistica, ma il mio ERA un triplo negativo: IPV presente, così come tutti i fattori prognostici sfavorevoli!!!
Michela, in me vivono due persone, una che potrebbe aver scritto quello che hai scritto tu e una che non si rassegna a vivere il resto della vita da malata o aspettando di essere di nuovo malata, perchè ADESSO ci sono e sto bene, c'è la chirurgia, la chemio, la radio, gli esami diagnostici e siamo sotto la lente di ingrandimento e se qualcosa torna ce ne accorgeremo per tempo, la medicina che fa progressi ogni giorno, questo forum, la mia bambina e mio marito, e un altro milione di cose per il quale vale la pena smettere di pensare al nostro istologico.
Ti abbraccio e appena trovo due giorni liberi torno indietro nei commenti a agosto-settembre, che un po' di lettura non fa male neanche a me.
Rossella
Eh sì, cara Lau, come ti capisco! Non solo uno ha problemi di salute (con tutte le implicazioni psicologiche che un pò la nostra situazione comporta), ma quando ci si trova ad affrontare anche i problemi lavorativi....ahimè!è come se si chiedesse veramente tanto a noi. Poi lavorare nel privato, non ne parliamo. Io lavoravo in un posto di lavoro dove facevo trentamila cose contemporaneamente. Uno stress infinito. Alla fine mi licenziai , pensa che in un anno oltre a me andarono via altre 6 persone anche perchè si era instaurato un clima di mobbing, diciamo così, che nuoceva alle vere persone perbene, che lavoravano in santa pace e che poi alla fine hanno preferito andar via. Ti capisco benissimo e penso sempre a chi la mattina si deve alzare non semplicemente per andare a lavorare ma per andare a lottare per poter lavorare. Comunque tieni duro, il lavoro è un diritto e lo è ancor di più quando uno ha problemi di salute. Ciao!
Patty
Infatti, una cosa alla quale non penso mai, cioè passare gradualmente dal caldo dell'appartamento al freddo dell'esterno. Adotterò anche questo accorgimento. Ciao Didi!
Patty
Ciao Michela, andrà tutto ok, soprattutto ci devi credere. So che è difficile, si è presi in mille ingorghi emotivi, mille pensieri che vanno e vengono e ci tolgono il gusto di vivere, di viverci la nostra vita, la nostra quotidianità che è mandata all'aria non solo dalla malattia ma anche dai nostri comprensibili comportamenti ansiogeni che peraltro non fanno null'altro se non aumentare ancora l'ansia e non se ne esce più. Anche a me fecero fare tac tra chemio e radio, eco addome, per fortuna tutto ok e in effetti a pensarci bene forse il periodo immediatamente successivo alle cure dovrebbe essere quello in cui gli esami diagnostici sono nella maggior parte dei casi negativi perchè è presumibile che se ci fosse stato qualcosa in circolo la chemio l'avrebbe distrutto. Stai serena, per te, per tua figlia. Vi meritate tutto il bene e la serenità di questo mondo. Ciao. Un abbraccio.
Patty
Ti capisco benissimo Lau. Sollevare pesi però, dopo operata....Non ricordo se hai avuto svuotamento ascellare o meno, ma se sì dovresti fare molta attenzione. E poi è da poco che ti sei operata. Mi viene in mente quando dove lavoravo (fra i mille compiti ovviamente) c'era anche quello di mostrare sedie a rotelle ai clienti che erano posizionate su un ripiano in muratura a un metro e mezzo da terra. Ripensando a questa cosa mi viene in mente che se facevo ancora quel lavoro dopo l'operazione avrei avuto seri problemi per alzare e scendere le carrozzine, o i deambulatori, che, vabbè, sono più leggeri, ma comunque un qualcosa che dopo operate non si può fare, ma credo che anche dopo vale l'accorgimento di non dover portare molti pesi. Comunque la salute prima di tutto. E chi più di noi può affermare ciò?
Patty
Ciao Michela, le ansie aumentano anche perchè purtroppo i medici non sono chiari, non dicono bene le cose, vanno sempre di fretta, o dicono cose non del tutto rispondenti a verità, come nel tuo caso. Non permettere all'angoscia di dominarti, anche perchè il primo a risentirne è proprio il sistema immunitario. Io sono stata quasi perennemente angosciata post-intervento, in periodo di chemio, sempre a cercare notizie sul mio istologico, sulle possibiltà di esserne fuori o meno. Certo ho appreso molte cose, forse più di quello che medici frettolosi e poco chiari hanno potuto spiegarmi (che poi sei sempre tu a dover ricordare loro le cose, ecc. e uno si sente abbandonato, ma poi impari che bisogna reagire anche a questo), ma quanta ansia però! E per cosa? Tanto il mio istologico non sarebbe cambiato. Ma questo lo dico solo ora, che, in ogni caso, ancora mi arrovello fra G3, 5 linfonodi con metastasi diffuse, e ki67 del 35%. Insomma, mi sa che la strada è ancora lunga per essere più serena. Intanto però ci provo. E' già un inizio. Ciao. Non ti abbattere.
Patty
Patty
Hai ragione specialmente quando dici "il mio istologico non sarebbe cambiato"
è un inizio perché nessuno ti potrà dire che la strada da percorrere per trovare la serenità è ancora lunga.
Questa considerazione vale per tutte ma esserne coscienti vuol dire iniziare a cambiare rotta,
fermo restando che le paure rimarranno ma saranno più sopportabili.
Ti voglio raccontare come mi sono comportata io quando ho fatto la scintigrafia ossea per la stadiazione " ero in ambulatorio seduta perché avevo terminato l'esame è un infermiere mi si avvicina dicendomi che potevo andarmene e fra sette giorni ritirare la risposta, io mi sono girata e ho detto che l'esame non era finito perché mancava la risposta è io non sarei andata a casa senza avere una rassicurazione. Dopo poco è arrivato un giovane medico che probabilmente mosso a compassione ha guardato le lastre è confrontato con un precedente mi ha rassicurata dicendomi che era tutto ok"
Dopo ho avuto come un flash mi sono sentita una mendicante che senza nessuna dignità elemosina una parola di rassicurazione e non mi sono sentita bene con me stessa.
Anche durante una malattia importante come la nostra bisogna essere dignitosamente umili
accettare i tempi e di conseguenza le risposte senza elemosinarle.
Didi
Anche il medicante avrebbe la sua bella dignità rispettata solo se...dall'altra parte ci fosse un briciolo di
P.S.
Chiedere una chiarificazione è un sacrosanto diritto.
Solitamente le donne non chiedono perché
* temono o si vergognano della loro ignoranza , nel senso che ignorano, e ci mancherebbe altro che fossero esperte.
*temono di essere insistenti e quindi inopportune
*temono di far perdere tempo (*) agli operatori sanitari ( a cos'altro dovrebbero dedicare il loro tempo ?)
(*) quindi
a) il sottoscritto qui con voi perde del tempo oppure anche questo è parte integrante del percorso clinico dei pazienti ?
b) e la passione per il proprio lavoro dove la mettiamo ?
Ho fatto una scommessa con Michela.
Tutte quelle che hanno una IPV presente potreste scriverlo qui per Michela (indicando la data dell'istologico approssimativamente) e autocertificando, se no Michela non ci crede, che siete vive ?
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Uno dei disturbi più diffusi e non solo in oncologia : l'evitamento (*)
https://www.medicitalia.it/consulti/senologia/549915-carcinoma-mammario.html
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(*)L'evitamento è una strategia comportamentale messa in atto allo scopo di sottrarsi dall'esposizione a situazioni, persone, eventi temuti, cioè che suscitano emozioni considerate negative per chi le sperimenta. E' chiaramente una reazione adattiva, sino a che non allontana .......da una realtà che è in continua evoluzione.