Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
IO NON TI PAGO....
Quanto denaro avrei risparmiato, a saperlo prima!!!
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Lori,
Bellasignoradentroefuori!!!
...in tutti i sensi, non solo in senso fisico!
E cambiando argomento,
... eeeehmmmmm.....chiariamo subito:
VECCHIA stava per CARICA DI MOLTA ESPERIENZA....
....ovviamente!!!
Fai sogni bellissimi, Lori, e acchiappati sto sorriso
Rosella
Buona sera ..oggi giornata piena ...nn ho avuto tempo x salutarvi....la mia amica appena potrà ...scriverà ...intasata con il lavoro....... Ciao rosella tu come stai? ...Doc..veramente sarebbe da farlo ..nn pagarlo ..ma purtroppo si paga prima di entrare. Nello studio.....sa una cosa ...io mi presentai l anno scorso con quel istologico avuto x caso ...e nn conoscevo di persona questo medico....ma di nomea si !!!! Mi presentai in ospedale e quindi le prime volte nn pagavo...era freddo scostante arrogante ...io dissi mado.... Come faccio con questo ...io in un medico la prima cosa cerco umanità dialogo...allora provai ..ad andare a pagamento.... Pensando che si ammorbisse....invece no...o paghi o non paghi almeno in questo è coerente ahahahahH.....è sempre un orso.....che dire viva le belle persone ..viva l umiltà ..viva l umanità .... Vi auguro un felice e sereno sabato sera a tutte ...un abbraccio a chi sta facendo cure.......a lei doc....le auguro un po' di riposo in più....vera 903
Mi piacerebbe fargli leggere qualcosa che disse un grande uomo.....,........Ascoltare è la prima cura" è il titolo del mio ultimo libro divulgativo ed è una rivisitazione di un testo del 2004 intitolato "Una carezza per guarire ". Entrambi delineano la medicina come è e come dovrebbe essere partendo dai gesti più semplici della nostra quotidianità. Può davvero una carezza aiutare a guarire e l'ascolto costituire una cura? Io penso di sì. Perché uno degli aspetti più crudeli della malattia – sicuramente è così per il cancro ‐ è la solitudine, che può diventare un malattia dentro la malattia.
Come accade per tutte le situazioni di debolezza estrema dell'essere umano, il malato grave si percepisce diverso e incompreso , e sempre più si richiude in se stesso proprio quando invece avrebbe bisogno di raccontare la sua sofferenza , le sue paure e i suoi dilemmi. Il raccontarsi e lo stabilire un rapporto empatico con il medico diventa allora un momento importante del percorso di guarigione, non solo per il malato, per superare gli argini della solitudine, ma anche per il medico, per permettergli di capire meglio quale sarà la cura più adatta alla persona che ha di fronte.
La malattia ha infatti una forte componente soggettiva : può essere più o meno grave a seconda della mente che la percepisce . Per classificarla allora non basta un esame del sangue o del DNA, ma bisogna capire come viene vissuta da ogni persona in base al suo passato, alle sue aspettative , alla sua visione del mondo, al suo progetto di vita. I medici non dovrebbero più curare qualcuno senza sapere chi è, cosa
pensa, chi e cosa ama. Questo è il senso della Medicina della Persona che è la medicina del futuro , ma che ritorna , come nell'antica era olistica, a prendersi cura dell'essere umano nella sua globalità di mente e corpo. In questo nuovo scenario si colloca la Medicina Narrativa, che attribuisce un ruolo centrale alla narrazione del malato al medico del proprio vissuto.
Questo nuovo approccio può ad esempio arricchire la cura attraverso l'utilizzo, anche in fase terapeutica, dei racconti dei pazienti e addirittura dei componenti del nucleo famigliare. Certo, va sottolineato che raccogliere e portare alla luce un 'esperienza da parte del paziente non è facile, richiede tempi appropriati, riflessioni adeguate e una formazione specifica. La capacità empatica sicuramente non è una dote naturale per tutti. Ma, partendo o dall'ascolto, si può sviluppare e coltivare. Anzi si deve, se, come professionisti o come cittadini ci troviamo ad "attraversare la fragilità", per usare le parole di Massimo De Vita nella presentazione del suo progetto di mise en espace di "Inciampi di vita".
In questa opera la debolezza racconta se stessa nelle sue varie forme : si può essere deboli perché malati, o poveri, oppure perché si è rifugiati politici o carcerati . Questa nuova iniziativa del Teatro Officina, che dà voce, corpo e gesti alle storie reali di chi è fragile perché ha inciampato , ha quindi un altissimo valore non solo come arte, ma anche come lezione di civiltà.
I grandi ideali che perseguono le società avanzate ‐ la giustizia, la solidarietà, la tolleranza ‐ si fondano sulla volontà e capacità di ascolto e immedesimazione nell'altro, che quest'opera ci insegna.
Milano, 6 settembre 2016
Umberto Veronesi......
Grazie Vera903 per aver riportato e ricordato parole di una dolcezza infinita del Prof. Veronesi. Non so se ne sei al corrente, ultimamente insieme al Corriere della Sera veniva proposto uno dei suoi libri, sono riuscita a comperare "Abbiamo fatto molta strada " e "Il mestiere di uomo " li sto leggendo con una sorta di venerazione per quanto grandi sono i concetti e il pensiero di questo Grande Uomo. Anche in questo modo ci sta aiutando a prendere visione della vita e dei suoi perchè. Un abbraccio
Ciao a tutte e tutti, buona domenica
Lori
Ciao lori...nn ho comprato il libro ...ma mi sono promessa di cercarlo su internet e leggerlo.....ho letto tanto del prof...in famiglia per fortuna nessuno mai si è ammalata di questa cosa ...solo io purtroppo..... Anche se per fortuna era un "inizio".....ma ho avuto sempre un ammirazione .una stima profonda ....anche se nn lo conoscevo di persona ..si come hai anche detto tu ..un grande uomo......anche se lui nn credeva nel Lugo viaggio della morte ...io lo voglio pensare in paradiso tra gli angeli...a fare la sua lezione ...." andate avanti .perché il.mondo ha bisogno di scenza e ragione ....lo immagino con il suo camice bianco e quel suo sorriso sobrio .....speriamo che altri possono seguire le sue orme ...e riuscire a sconfiggere questo male......vera903
Ci metto un segnale segnapagina perché intendo più avanti risponderle nei dettagli perché la sua osservazione ha a che vedere con il nostro vecchio tema dell'EGO-altruismo
Salve doc.....sempre di buon ora?
Ditemi pure a me come fare x nn pagare rosella così risparmio anche io
Ciao a tutte,
auguri alle neooperate, a quelle in attesa di esiti...e a tutti gli altri/e.
Non riesco ad essere presente assiduamente al forum, però cerco di leggere i documenti e le ricerche postati dal dott. Catania e le pagine arretrate cercando di conoscervi un po'...
Il forum è sicuramente un punto di riferimento quando, per timore di fare domande o per frettolosità/mancanza di empatia dei medici, non si hanno risposte adeguate. Qui è più facile chiedere...
Grazie alla condivisione delle esperienze poi è possibile riflettere, ridimensionare, comprendere e crescere insieme.
Grazie a tutti/e
Luigia
Cara Lori, mia compagna di avventura, stai facendo ancora delle cure, quali? Fai controlli ogni mese? I tuoi marcatori non hanno mai avuto alti e bassi?
Dott Catania,
le allego il mio istologico al momento della visita collegiale il 14.08.2007
Carcinoma globulare inf., Gx, con residua componente intralobulare; quadri di estasia e iperplasia duttile, metastasi carcinomatosa zonale a 1 di 2 linfonodi sentinella; non metastasi a 14 linfonodi cavo ascellare. Invasione vascolare: (non si capisce se si sono scordati la risposta: sì o no, oppure se l'errore è nel segno dell'interpunzione : al posto di .) pT 1c (diametro 1,9 cm), pN a sn (1/15), M 0, ER 100%, Pgr 98%, Ki67 32%, p53 neg., HER2 neg (1+)
A dicembre 2014, dopo ago aspirato ad un linfonodo ascellare ingrossato e per la presenza di molteplici altri, di piccole dimensioni apparentemente "non sospetti", ho avuto la diagnosi di metastasi di carcinoma (recettori estrogeni 75%- progesterone <1%).
La PET, fatta subito dopo, segnalava diffuse metastasi ossee e linfonododali ascellari, e retro-sovraclaveari sx. Ho iniziato la cura con Faslodex e Denosumab. (Ulteriori dati circa gli esami e le cure effettuati può trovarle nella mia richiesta di consulto del 14 agosto del 2015 a MEDICITALIA)
Il mio attuale protocollo prevede l'assunzione giornaliera di due pastiglie di Capecitabina (un chemioterapico ben tollerato con questo dosaggio...) + una puntura di denosumab una volta al mese.
Esami di controllo: Emocromo tutti i mesi+ controlli saltuari del marcatore Ca15.3 che in ottobre è salito a 41.3 (generandomi una blanda apprensione... sono in attesa del risultato del prelievo di fine novembre), pet ogni 6 mesi (l'ultima di fine luglio diceva: l'odierno controllo non ha documentato accumuli del tracciante significativi per la presenza di tessuti patologici ad esaltato metabolismo glicolitico a livello dei segmenti corporei indagati. Conclusioni: assenza di malattia ad elevata attività metabolica).
Ho un posto fisso sul bus o posso spostarmi? I viaggi non mi fanno mai stare male perciò non ho preferenze per i posti...posso stare anche in fondo...
Cara Patty 421986 il 7 dicembre (pag 521) mi chiedevi di parlarti delle mie pratiche meditative, ti interessano ancora? Non ti ho più letta..., fammi sapere...
Un abbraccio a tutte
Luigia
No in fondo con Rosella no ! Lei ha un posto a metà del bus accanto a Rosa e Lori, in considerazione di un tumore che anche se ha dato metastasi, è meno aggressivo dei tumori indifferenziati (es. Tripli negativi). Un bell'obiettivo sarebbe quello di cronicizzare la malattia come ad esempio il diabete. E di diabete si vive con una qualità di vita normalissima, se curato.
https://www.medicitalia.it/blog/oncologia-medica/4700-dare-sempre-speranza-i-fattori-predittivi-sono-una-mera-informazione-non-una-condanna.html
Lori, con cui chiacchierare, è un bell'esempio di come le terapie convenzionali (ma anche altro di cui parleremo senz'altro) possano controllare la malattia
http://www.senosalvo.com/ragazzefuoridiseno/terapia_speranza_determinazione.htm
Lori è una bella donna fuori, ma anche dentro....
Ecco come era dentro prima e dopo le terapie (cliccare per ingrandire)
, mentre il "dentro", quello della sua bella anima avrà avuto modo di verificarlo già in questo forum.
*Chirurgia
* Chemioterapia e ormonoterapia
* Radioterapia
Non sempre sono sufficienti. A volte occorre altro...e di questo parleremo qui al più presto.
La lista della spesa , cui faceva cenno Rosella, fa senz'altro parte di queste "terapie integrative"....
Ne parleremo al più presto nei dettagli . Per fortuna non ci sono protocolli standardizzati sulla lista della spesa. Ciascuno può personalizzare la propria lista sulla base degli interessi in grado di affrontare il cambiamento per ritornare....alla normalità, anche se nessuno ha mai saputo cosa sia la normalità. Soprattutto la normalità fuoridiseno.
Buongiorno
Dr. Catania in seguito alle terapie mi sono ritrovata anche con il diabete
Per il momento sto seguendo una dieta molto restrittiva che mi ha fatto perdere oltre 10 kg
e movimento (non riesco a farne molto per un problema a un ginocchio)
Subito mi avevano dato una pastiglia ma ho avuto una reazione allergica per cui cerco di controllarlo solo in questo modo per il momento i valori sono abbastanza buoni
Sarebbe bello veramente cronicizzare la malattia principale come con il diabete
Quello che mi ha aiutato di più alla diagnosi di diabete è stato il fatto che io potevo gestire la malattia, che con la dieta, la rinuncia al dolce, il,movimento, io avevo la parte importante nella malattia non la malattia su di me
Didi
Abbiamo già scritto più volte sull'utilità della narrazione riguardo alle esperienze sulla malattia. Ma tutto questo non è fine a se stesso, perché numerosi studi a partire dal 2013 hanno mostrato che la forza della propria rete sociale ha una chiara relazione predittiva sulla mortalità. In altre parole mantenere solidi legami sociali potrebbe fare bene alla salute quanto smettere di fumare.
Avevamo già fatto cenno al grooming (=spulciamento) delle scimmie che se non riduce il rischio, riduce il livello di stress di tutto il gruppo.
Come dimostrato misurando i livelli di osssitocina, ossia l'ormone associato ai legami affettivi ed al piacere , generato dal consolidarsi di un rapporto di amicizia. Conosciamo anche tra gli umani bene i piaceri dell'amicizia. Un po' come gli scimpanzé conosciamo bene i piaceri dell'amicizia perchè è più facile rilassarci a cena con persone che conosciamo bene ( o nel nostro caso anche se a distanza con persone che hanno vissuto esperienze analoghe alle nostre). I filosofi celebrano le gioie dell'amicizia dai tempi di Platone, ma solo adesso si sta cominciando a trattare l'amicizia come una rispettabile questione scientifica, anche perchè sembra esserci una base GENETICA sia per i nostri istinti sociali sia per i rapporti con gli altri. E ci sono forti evidenze
della possibilità che la mancanza di amicizie faccia male alla salute, mentre chi ha rapporti sociali più stretti vivrebbe più a lungo e avrebbe ovviamente un maggior successo riproduttivo.
Quand'è che nasce un'amicizia ? Se uno si crede mio amico, ma io lo considero solo un conoscente, che cosa siamo ? (cliccare per ingrandire)
[Ciò non esclude che una amicizia possa nascere da una relazione virtuale. Qui abbiamo diversi esempi di relazioni amicali nate sulla rete (non si conoscevano prima) :Lori-Rosella, Laura-Francesca.]
La variabilità di queste possibili risposte è una delle ragioni per cui l'amicizia non è stata oggetto di studio per tanto tempo. Gli scienziati tendevano a studiare gli individui da soli, perchè davano meno grattacapi statistici e ci sono più dati a disposizione.
Le ricerche sugli animali sono state molto importanti per dare credito all'idea che un forte legame sociale possa avere un significato evoluzionistico e numerosi studi hanno dimostrato che balene, delfini, cavalli, scimpanzé, elefanti, iene...formano legami sociali che possono durare per diversi anni.
(continua)
(continua)
(cliccare sulle immagini per ingrandire)
LA SOLITUDINE : il circolo vizioso della solitudine
Un altro modo di affrontare degli effetti che ha per noi l'amicizia è occuparsi del suo opposto : la solitudine. John Cacioppo, psicologo dell'università di Chicago, ha dimostrato che sentirsi privi di connessioni sociali fa salire non solo depressione, cattiva qualità del sonno, aggressività e risposte di stress, ritiro sociale, ipertensione e..in definitiva aumento del tasso di mortalità
Parliamo di studi condotti nel 2009 sugli animali.
Del resto uno degli scopi della narrazione delle proprie esperienze si pone questo stesso obiettivo : allontanare la solitudine
Narrare l'esperienza di malattia è una strategia che può aiutare il paziente a rimettere insieme "i suoi pezzi", le parti di quel sé che la malattia ha spesso prepotentemente frammentato. L'atto narrativo, dalle preziose potenzialità terapeutiche, è però reso possibile non solo dal soggetto che racconta la malattia, ma anche da quello che la ascolta: il medico, lo specialista o l'operatore sanitario.