Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

Ex utente
Ex utente

carissimi benvenuti anche noi siamo di lecco (provincia) io ho 37 anni mia moglie 32 abbiamo due bimbi di 1 e 2 anni! noi ai nostri (spcialmente al "grande" ) diciamo solo che la mamma deve andare ogni tanto dal dottore a fare le punture, i capelli rasati di elisa sono piaciuti tantissimo ai piccoli! a presto max e elisa

Utente 299XXX
Utente 299XXX

A distanza di quasi un anno, non l’ho ancora detto: ho paura. Lo dico a voi che mi capite. Quando ho avuto la diagnosi, da subito mi sono rimboccata le maniche e ho affrontato la cosa con un certo ottimismo e con in testa la frase che sentivo da qualche tempo: oggi di tumore al seno si guarisce! Ne ero così convinta da desiderare solo l’intervento chirurgico per eliminare questo corpo estraneo dentro di me. Poi l’istologico… quello è stato un colpo duro, ho cominciato a capire che la bestia era proprio feroce! Volevo iniziare al più presto la chemio, la più forte, ho raccolto tutte le mie forze per affrontarla nel modo migliore e, soprattutto, in perfetta solitudine! E’ stato nel DH che ho capito che non sempre si guarisce, anzi in quella circostanza vedevo e vedo ancora, solo malate ricadute, quelle sono rimaste nella mia mente. Con accanto il mio istologico, ho fatto 2+2 e, ho avuto il crollo. L’ho avuto quando ho finito la chemio, due mesi fa (infatti ho scritto per la prima volta dott. Catania 4 giorni dopo): è stato come perdere un alleato e, al tempo stesso, qualcosa di tangibile che mi facesse raccogliere le forze per combattere. Adesso mi chiedo: come si può convivere col cancro? Quando ho scritto al dott. Catania mi sono paragonata ad un recluso nel braccio della morte, lì in prigione ad aspettare che da un giorno all’altro qualcuno arrivi a dire che è il suo turno, ma il suo turno arriverà, e nel frattempo avrà vissuto qualche mese o qualche anno, ma in prigione e con l’attesa dell’inevitabile; forse qualche volta avrà avuto la speranza di un’amnistia o dell’abolizione della pena: potrebbe succedere, ma sarebbe quasi un miracolo! Qualcuno ci dice di vivere giorno per giorno, gustare a pieno le piccole cose quotidiane, tuffarci nella bellezza del creato, coltivare un hobby, vivere gli affetti con profondità; ok, lo sto facendo e sto scoprendo quelle piccole cose che prima della malattia non vedevo, ma questo significa anche, per me, non potere e non riuscire a fare progetti, a desiderare cambiamenti (che nel mio caso erano in atto), non poter sognare e farsi illusioni. Questo significa vivere senza futuro, senza sogni, che probabilmente non si sarebbero realizzati comunque, ma a me aiutavano molto a vivere, specie quando il passato è pieno di dolore e il presente un calvario per mille motivi! Aiutatemi ragazze, voi che avete vissuto la fase del ‘dopo’, come si fa a vivere? Dott. Calì, ho bisogno di Lei, ho bisogno che mi dica come vivere con la spada di Damocle sulla testa! Grazie, scusate lo sfogo, non avevo ancora parlato delle mie paure che il Dott. Catania conosce bene e da cui mi ha diverse volte risollevata… Scusatemi, ma in questo periodo di radioterapia, appaio solo nel fine settimana e non riesco a seguire tutte le discussioni e ad intervenire come vorrei, ma alla sera vi leggo tutte e vi sento vicine! Alla prossima vi parlerò dei miei figli, ma oggi sono troppo giù! Mery

silex
silex

ciao ragazzi,grazie del benvenuto,avete preferito anche voi la "protezione" da quanto ho capito.condivido.c!è qualcuno che dice"FINO A PROVA CONTRARIA BISOGNA CONSIDERARSI GUARITI",mi piace pensarla cosi,quindi perchè allarmare due piccole creature inutilmente?poi quel che sarà sarà,un passo alla volta....un abbraccio a tutta la tua famiglia e a tutte le RFS e ai dott...presto vi presenterò(virtualmente)anche S..... A PRESTO

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

Benvenuto Alex ed alla nuova coppia di giovani con una tripletta negativa [(bellissimo il suo, al plurale, "AVEVAMO beccato anche noi una BELLA TRIPLETTA NEGATIVA ")] e bambini piccoli, forse destinati pure loro a seguire l'esempio selvaggio dello scarafaggio Francesca di Parma ed Elisa, ad essere rasati ???? Mentre conosco bene Elisa e Max non conosco Alex ed S. (scarafaggio 2 per il momento) di Lecco se non per uno scambio virtuale. A Lecco, caro Alex, ci sono illustri precedenti perchè incontro periodicamente la dr.ssa Villa, oncologa di Lecco, a tutti i Corsi, Master e Convegni a Milano, dove lei racconta la sua esperienza di medico che ha avuto il tumore al seno per dimostrare che anche i medici hanno emozioni di fronte alla malattia ed alle paure delle paure. E talvolta sono persino svantaggiati nella relazione con gli oncologi curanti. http://www.senosalvo.com/progetto%20chirone.htm Anche i medici spesso si nascondono alla scoperta della malattia, retaggio forse della * Medicina Sacerdotale, secondo la quale LA MALATTIA E' UN CASTIGO DI DIO. * che ha subito una rimozione per 2500 anni con l'avvento della MEDICINA PATERNALISTICA di Ippocrate (lo stile del medico impedisce il riconoscimento del medico malato) in attesa che si affermi definitivamente * la MEDICINA DELLA CONDIVISIONE : la malattia è un evento che riguarda il vissuto di una persona. ___________________________________________________________ Benvenuto ad Alex+S.nel GR(uppo)A(uto)M(utuo)A(iuto)V(irtuale). Del GRUMAV (ma per noi "ragazzefuoridiseno")multisciplinare fanno parte pazienti, ex-pazienti, mariti, ex mariti, medici, psicologi e chi ha come problema "la paura dello scarafaggio", come Patrizia, marchiata da un C3, cioè non avrà mai il cancro ma è come se l'avesse avuto. Una delle regole per ragioni organizzative dei gruppi di auto-aiuto è il numero limitato dei partecipanti (mediamente 6-12). Noi non abbiamo limiti[ al momento siamo 31] a condizione di poter esprimere ciò che si vuole tenendo ben presente (anche se poi si finisce per non parlarne più) quale sia il problema-base, e soprattutto ...la PAURA DELLA PAURA CHE UNISCE. Ogni tanto farò un censimento per potere comprendere meglio .... • Lombardia. Laura 1 e Laura 2, Sonia, Rosa, Mara, Marzia, Elisa + Max [ marito che ha scritto il giorno dell’intervento di Elisa], Yaya, Lucia, Alex [II marito che scrive prima della moglie] e S . • Emilia Francesca, Annarita, Patrizia • Veneto Chiara, Catia, Lori, Antonia • Calabria Mery *Antonella (Catania-Sicilia) • Utente 291727 (nome ? ) (Milano • Stella ( ?) • Simona ? • Psicologi Gianluca Calì (Palermo) e Fernando Bellizzi (Roma) • Medici Alessandro Scuotto (Como), Vito Barbieri (Catanzaro), Chiara Lestuzzi (Pordenone), Cinzia De Falco (Roma)

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

Corrige GRAMAV = ragazze fuori di seno al grido di A staccato FANCULO (ASF)

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

Scrivevamo tutti insieme e non avevo letto ancora il post di Mery. Mery, ora sto uscendo di casa e so che Lei va cercando anche rassicurazioni "tecniche". Appena sarò rientrato Le risponderò sul perchè "leragazzefuoridiseno" possono avere qualcosa in più per vivere meglio...e forse (non lo scrivo chiaro se no mi arrestano) vivere di più a prescindere dalle terapie tradizionali cui non ci si deve sottrarre. Un passettino per volta : ora l'obiettivo principale è portare Francesca all'intervento per liberarsi del suo scarafaggio. Converrà che non sia facile VEDERLO e poterlo TOCCARE ogni giorno. Tuttavia paradossalmente non è un grande svantaggio, o meglio i vantaggi superano gli svantaggi, sul piano psicologico perchè Francesca LO VEDE il suo nemico ed è più facile esorcizzarlo. Mery, Annarita ecc invece devono confrontarsi con il "fantasma del nemico", che pertanto agisce più insidiosamente. Abbiamo fatto un lavoro tutti insieme straordinario su Francesca, Lori, Elisa. Non è un caso che come emergenza mi scrivono di più quelle che "potrebbero avere le metastasi" rispetto a quelle che le hanno già. Provi a riflettere su questo per comprendere come parte della ansia anticipatoria sia comprensibile, ma ingiustificata e gratuita. Mentre la vita intanto se ne va.....

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

>>>Mentre la vita intanto se ne va.....>> Detto così non aggiunge alcun contributo concreto perchè sembra un aforisma luogo comune dei consigli inutili che riceviamo ogni giorno. Mi piacerebbe arruolare Wayne W.Dyer, molto popolare negli Stati Uniti , oltre che per le sue opere scientifiche anche per l'attività di psicologo. Tra i suoi volumi best seller mondiali si può ricavare un semplice decalogo che ben si adatta alla filosofia sia dello spirito delle "fuori di seno" sia con lo spot "riassuntivo" di A staccato Fanculo. Parte di queste considerazioni si trovano nel volume che sembra un banner per promuovere un pornosito : >>LE VOSTRE ZONE ERRONEE>> che aiuta...a rispondere a SE' STESSI, cercando di eliminare tutte le "zone erronee" che turbano la nostra esistenza. Esempio 1) Sapere quale è il primo (e vero) amore 2)Liberarsi del passato 3)Non aver bisogno dell'altrui approvazione 4)Eliminare le convenzioni inutili (=ASF !) 5)Non essere schiavi delle convenzioni e dei rispetti umani (negativi) = A staccato F A N C U L O !!!! 6) Conquistare l'indipendenza di giudizio e di comportamento 7) Smettere oggi di rimandare a domani C'è un pò di tutto : la trappola delle ragioni e dei torti 8compreso il ritorno alla medicina sacerdotale : il cancro è un castigo di Dio), la follia dei "dovrei", "avrei dovuto", "devo assolutamente", il galateo in quanto dovere convenzionale, comportamenti atipici dettati dal conformismo, differenze tra famiglie che creano dipendenza da quelle che creano indipendenza (tranello della dipendenza nel crescere i figli e nella famiglia) Ecc ecc

<small>Psicologo</small>
PsicologoPsicologo

@Alex: benvenuto! Esprimo la mia sulla questione "cosa dire/non dire ai figli". Se consideriamo i figli delle "personcine" a tutti gli effetti, direi che hanno il "diritto" di sapere ciò che può rendere più comprensibili alcuni eventi che altrimenti sarebbero inspiegabili, e che i genitori hanno il "dovere" di proteggerli da tutto ciò che, da soli, non sono ancora in grado di affrontare. Per cui, io personalmente direi solo quello che può aiutarli a comprendere senza sovraccaricare le loro piccole spalle con pesi che, in quanti "cuccioli", non sono in grado di sopportare. Lei che ne pensa? E le nostre RFS che ne pensano? @Mery: carissima Mery, leggendo le sue parole ho avuto la sensazione di una grande autenticità. Come se lei si stesse guardando allo specchio, e ci stesse raccontando quello che vede. Io non so come sia vivere con una spada di Damocle sulla testa. O almeno, io non ci penso. Perchè, a ben pensarci, la spada di Gianluca, di Mery, di Salvo, e di tutti noi è appesa proprio sopra le nostre capocce. Solo che la mente umana non sta tanto lì a preoccuparsi di questo (e quando lo fa, in assenza di patologie organiche conclamate, si chiama "ipocondria"). Io vorrei proporle un punto di vista, che di certo non potrà cambiarle la vita, o far regredire le sue paure, nè tantomeno tirarla su. Ma a me ha aiutato, e mi aiuta tutt'ora. Mi aiuta ad aiutare gli altri, quando sono intrappolati nella quotidiana lotta contro la sofferenza che ognuno di noi, prima o poi nella vita, si ritrova ad ingaggiare. E mi aiuta quando IO sono intrappolato, quando combatto contro i miei ricordi, quando mi sforzo di tener lontana la paura, il dolore, la rabbia, la tristezza dalla mia vita. E' solo una domanda, che vorrei fare a lei, ma che spesso rivolgo a me stesso. Data una distinzione tra te e le "cose" con cui sta lottando e che sta tentando di cambiare, è disponibile ad accogliere queste "cose", pienamente e senza difesa, per quello che sono e non per quello che "dicono di essere", E fare quello che funziona per LEI IN QUESTO MOMENTO e IN QUESTA SITUAZIONE, e che la conduca nella direzione di quello che nella sua vita è PER LEI davvero IMPORTANTE? Pensi alle sue "cose". Le mie sono, ad esempio, il ricordo di quella strada e di quell'aggressione, la paura, la rabbia, il senso di impotenza e di mortificazione, tutti i pensieri "avrei dovuto / avrei potuto"...

<small>Psicologo</small>
PsicologoPsicologo

@Francesca: personalmente non sono molto amico delle teorie regressive, e le spiego perchè. Di per sè non sono altro che teorie, ma presentano alcuni aspetti che le rendono, a mio avviso, allo stesso tempo affascinanti e pericolose. La memoria umana è imprecisa, inaffidabile e "plasmabile": i nostri ricordi possono essere facilmente alterati e manipolati, specialmente in contesti altamente emotigeni. Ed il rischio di "aver impiantati" ricordi non propri, o di scambiare sospetti per fatti, o immaginazione per realtà è in agguato. Sarebbe bello avere un "telecomando della mente" capace di riavvolgere il nastro e riportarci indietro. Ma sono fortemente scettico rispetto alla possibilità che questo accada realmente...

Ex utente
Ex utente

ha ragione dott. catania ed io comprndo benissimo anche mery... anche io, come francesca, laura,... quasi tutte siamo terrorizzate dalle possibili recidive (e io sto in piena chemio per cui ora cosa dovrei preoccuparmene?) e sento lory pur sicuramente nella situazione non facile più serena e tranquilla di noi. mery hai ragione però io penso anche a tutte le persone che di recidive non ne hanno avute e di esempi ne ho sotto gli occhi. la mamma della mia testimone di nozze ha avuto un tumore al seno a 38 anni (lei è del 1951) è guarita poi 4 anni fa un linfoma (indipndente dal primo tumore) nuovamente guarita. solo che anche lei mi dice che in certi giorni aveva il "mantello nero" come capita a tutte. av evo una domanda per il dott. Calì: ai tempi dell'università avevo studiato per un esame un testo in cui spiegavano come per affrontare la fobia il soggetto va esposto gradualemtne a ciò che causa la fobia stessa... mi scusi se sbaglio termini può approfondire? grazie elisa

Ex utente
Ex utente

ps: il testo era la pragmatica della comunicazione umana di watzlavich

<small>Psicologo</small>
PsicologoPsicologo

Pur avendo letto (anche più di una volta!) la "Pragmatica" devo dire che non sono molto esperto di approccio strategico (quello che prende il via proprio dai contributi dei Watzlavich & soci). Le posso illustrare il punto di vista dell'approccio cognitivo-comportamentale, che è quello in cui sono specialista. Secondo questo approccio, uno dei meccanismi che mantiene a lungo termine i problemi fobici è quello dell'EVITAMENTO. In sintesi, temo qualcosa, la evito, continuo a temerla. Fin dagli albori delle terapie del comportamento, e parliamo degli anni '50, è emerso con chiarezza che esponendosi secondo alcune precise modalità agli stimoli fobici, la risposta d'ansia veniva progressivamente depotenziata. E' la nascita di un paradigma di intervento terapeutico, quello delle procedure di esposizione, che fino ad oggi si è dimostrato robustamente efficace per aiutare le persone a smettere di evitare ciò che temono. Ciò che è straordinario è che funziona bene sia con gli stimoli "esterni" (ad es., i ragni), sia con altre classi di stimoli (come ad es. le sensazioni del nostro corpo, i nostri ricordi, le nostre emozioni). In altre parole, è esattamente il CONTRARIO della PAURA DELLA PAURA... Una curiosità: come mai la sua domanda?

Lori Fiduciaria
Lori Fiduciaria

Benvenuto ad Alex e moglie. Io penso che ai bambini è giusto rispondere quando chiedono e adesso sono tanto cuccioli, è molto più importante l'atmosfera che si crea intorno a loro, ma credo che in questo voi siate bravi e uniti al plurale. E' consuetudine fare una lista spese in tale occasione per il futuro, che porta bene. Un abbraccio e tanti auguri Lori

silex
silex

BUONGIORNO dottori SALVO e CALI',VI RINGRAZIO del benvenuto ma vi prometto che arriverà anche la mia diretta interessata,ho appena iniziato a confrontarmi con voi e già sento che mi sto appassionando.rispondendo al doTT. GIANLUCA CREDO CHE LEI ABBIA RAGIONE da vendere,ma quello che dico è; la differenza che separa una verità nuda e cruda da una a piccole dosi,nel senso che la reazione della piccola(4anni quindi le è già dato spaventarsi ma non comprendere il tutto) sarà probabilmente lo stessa alla fine.quindi perchè farla preoccupare per qualcosa che in questo momento non si manifesta!poi dott. come faccio a dire ai miei cuccioli"LA MAMMA è STATA MALATA DI UN MALE BRUTTO BRUTTO E ADESSSO SI DEVE CURARE MA....vede anche lei che ha questo punto ci sarebbe già un pianto inconsolabile,cosa che mi farebbe stare malissimo.quindi preferisco,per adesso.mantenere la direzione del gioco tra me e la mamma.mi capisce?non vorrei passare per egoista..

Francesca fiduciaria
Francesca fiduciaria

ciao Alex , quando mia mamma si e` ammalata per la prima volta io avevo dieci anni, non si e`.stupidi ma nemmeno a tre. all' inizio non mi hanno detto niente ma io capivo benissimo che qualcosa non andava anzi ho impressi nella memoria molti momenti di quei giorni. poi finalmente mia mamma si decise a dirmi la verita`. io da quel.momento mi sono fidata di lei mentre prima capivo che si stava tenendo nascosto qualcosa di impronunciabile,in quell' alone di non detto e disperazione, anche se si tenta di nasconderla. ma come si puo' nascondere una cosa cosi' grissa? io non ne sono capace. cosi' ho detto , con semplici parole , la verita' a mio figlio che ha tre anni. " la mamma ha una bua e i medici la stanno curando , ecco perche` va cosi` spesso in ospedale" Tommaso mi sembra tranquillo e cosi` dicono all' asilo, per reazione io mi sono un po' allontanata e lui si e` attaccato molto a suo padre qualcuno per la mia scelta mi ha criticato,.ma sono stata criticata anche quando ho deciso di non fare bitest escreening vari percio`ASF quelli che ti criticano. io penso che ognuno deve fare come si sente anche in base alle proprie esperienze e anche in base a quello che sa dei.propri figli. forse si sbaglia o si ha ragione in tutti i casi. l' importante come direbbe Laura e` che la barca si mantanga a galla e non ci siano ammutinamenti.

Rispondi