Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

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Buongiorno ❤
Io ci sono ❤ 🌈

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Norma86:
Però una buona notizia te l'ha data : andrà in pensione tra poco,

Giuro che ho pensato la stessa cosa 🤣🤣
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laila80:
L'originale: https://www.medicitalia.it/spazioutenti/forum-rfs-100/come-si-calcola-il-rischio-reale-per-il-tumore-al-seno-44-45755.html#msg690399

Grazie ❤
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Spuzzi83:
Edelsten bella notizia di prima mattina, avanti così

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Ily 82 fiduciaria
Grazie per il tuo bellissimo post. Infinitamente grazie
Norma86
Norma86

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laila80
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Linda1980
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Buongiorno io ci sono♥️

#745.607 Scritto: Oggi 08:36


Linda1980
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Buongiorno io ci sono♥️

Patri Fiduciaria:
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🌟 Per chi ne ha bisogno!

Con voi
#745.608 Scritto: Oggi 08:37


Linda1980
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pepeli
Lara 7077
Lady*
Mamyblue
Fra76 Fiduciaria
DarkElena Fiduciaria
Grazie di cuore♥️grazie anche a chi non ho taggato che mi ha lasciato un messaggio🙏
#745.609 Scritto: Oggi 08:50


Linda1980
Messaggio personale Storia RFS
Vitto84:
Se passi dalla stazione di Genova ci prendiamo un caffè ? Io lavoro a Principe

♥️
Ti mando un messaggio nei prossimi giorni😘
#745.610 Scritto: Oggi 08:53


Isa55
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Tania70:
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Per l'agenda e per il nipotino di FRACCHIA07 🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈
#745.611 Scritto: Oggi 08:58


laila80
Messaggio personale Storia RFS
In attesa che ritorni il Doc, riposto un suo vecchio post (che tengo salvato nei preferiti) sulla medicina narrativa, sul nostro blog, sull'importanza di scrivere, sulla narrazione come terapia, sull'io ci sono, sulla condivisione...

E questo blog è una palestra di vita dove ciascuno raccontando la propria storia riesce a toccare la storia di ciascuno.

Dottore grazie per tutti i suoi insegnamenti🙏🏻
Io ci sono


salvocatania:
#335.954 Scritto: 26-07-2021

Paffi:

La mia storia nel blog è cominciata con un appello disperato, subito dopo la diagnosi. Quando non sentivo più la terra sotto i piedi e il cielo mi era caduto addosso, sono approdata qua. Il dottor Catania e le ragazze mi hanno ritirato su cellula per cellula. Durante il ricovero, sono sparita per 9 giorni. Sono rimasta sola con me stessa. Poi sono tornata. Però ero svuotata. Il dottor Catania mi disse una cosa fondamentale, di usare il blog come un diario, di scrivere quello che mi veniva in mente, senza preoccuparmi dei destinatari. Così ho fatto e così, per me è ricominciato un percorso di guarigione interiore. Il primo passo: sbloccarmi dallo shock di quello che era successo.
Vorrei raccontarti tante cose, che ti aiutino durante questa attesa, che anticipino la tua serenità, ma rispetterò i tuoi tempi, perché ciascuno di noi ha i suoi. Tornerà il momento della spensieratezza e della serenità. Tu, te lo dissi in tempi non sospetti, sei una marmotta. ❤️❤️❤️

Tutto vero !!!!

salvocatania:
#27,953 Scritto: 29 Giu 2018 10:24

Lori Fiduciaria:
Dott. Catania Lei non ci crederà ma ho troppi impegni o forse....sono diventata anche un po' lenta ? Il mio diario è fatto di pezzi , continue aggiunte perché i miei ricordi sono come dei flash continui e tanti tanti.....pensi un po' quando dovrò riunire tutti i piccoli mosaici per arrivare a un libro....ne ho da fare. Il racconto del "pacco postale" sarà pronto per il terzo convegno perché io ci sarò senz'altro ...ci conti




Ormai non ci sono dubbi quanto sia importante narrare la propria malattia come terapia perche' permette di
1)uscire dal guscio anche se con un nick che non corrisponde al proprio nome .
Per questo il forum e' una palestra ideale per esprimersi.
2)Narrare l'esperienza di malattia è una strategia che può aiutare il paziente a rimettere insieme "i suoi pezzi", le parti di quel sé che la malattia ha spesso prepotentemente frammentato. L'atto narrativo, dalle preziose potenzialità terapeutiche, è però reso possibile non solo dal soggetto che racconta la malattia, ma anche da quello che la ascolta: il medico, lo specialista o l'operatore sanitario.

https://www.medicitalia.it/blog/senologia/5533-la-medicina-narrativa-e-la-blogterapia.html

3) Perchè se la persona malata riesce a trovare una propria voce per raccontarla, allora inizia a mutare la percezione stessa della malattia, che si traduce in una sfida alla solitudine e al silenzio che in genere si accompagnano ad essa. Sulla rete quello che scriviamo può essere letto da chiunque e può essere commentato, in tempo reale. Si intreccia con altre vite, altre storie, raramente simili e spesso molto diverse, specie riguardo alle modalità con cui si reagisce al trauma.

Tutti aggiungono contributi personali su quali risorse mettere in campo di fronte ad ostacoli che sembrano insormontabili e soprattutto di fronte all'ignoto. E c'è chi non ce la fa proprio a condividere questa visione attraverso la scrittura, ma finisce per confessare che resta comunque incollata al forum perché talvolta basta il conforto della lettura, per comprendere gradualmente che non esistono esperienze indicibili, inenarrabili.
Basta talvolta la semplice rassicurazione di altre esperienze per esorcizzare l'aspetto mitologico di questa malattia che tanta paura continua a fare.

Solo nel 2002 gli americani hanno cominciato a parlare di Medicina narrativa, e mi fa sorridere che il sottoscritto avesse scritto il primo libro di Medicina al mondo nel 1986, quando ai pazienti non si diceva neanche la verita' sulla loro malattia.



La malattia si puo' narrare anche a se' stessi , ma non sempre si ha voglia di farlo. Il forum e' uno stimolo quotidiano per allenare la resilienza attraverso la narrazione di pezzi di vita quotidiana. Scrivere " oggi mi vado a radiare" e' narrazione terapeutica .

Non e' indispensabile scrivere per pubblicare un libro .
Si puo' scrivere per se' stessi. Come si faceva una volta quando si tenevano i diari scritti a mano.
L'ho compreso quando una mia paziente, che avete conosciuto, Michela Mantovan (redattrice del Corriere della Sera che ha partecipato ai convegni del 2013, 2017) mi ha inviato un libro che aveva scritto per se' stessa e per pochi altri dal titolo Tomorrow.
Bellissimo !...L'ho invitata piu' volte a pubblicarlo e lei mi ha sempre ribadito che l'aveva scritto per se' stessa e per pochi altri .



Anche io avevo avuto commissionato un libro da un editore e su questo ci avevo lavorato per 2 anni
Un libro su tutta la storia della comunicazione in oncologia a partire da quando avevo conosciuto Ada Burrone nel secolo scorso. La terza parte si occupava del nostro blog e della comunicazione virtuale. Quando ci si preparava alla stampa mi resi conto che , poiche' il blog era in continua evoluzione, il libro....fosse gia' vecchio !!!!
Chiesi allora all'editore di non pubblicarlo piu' !
L'Editore rimase sbalordito di tanta onesta' culturale e a mia insaputa mi fece una sorpresa : stampo' il libro in edizione limitata che mi regalo' sorridendo (100 copie...me ne e' rimasta una sola) .......edito da EDITORE FUORI DI SENO !

P.S.
Francesca fiduciaria:
@ dott. Catania: Davvero le piaceva piu' Francesca 1? Quella pazza scatenata!!!!

Senza dubbio ! Il Fuori di seno ...restituisce maggior spensieratezza e permette di affrontare il dolore con piu' armi a disposizione.
Francesca 1 era piu' allenata alla resilienza attraverso la narrazione in un libro (la sua palestra).



https://www.medicitalia.it/blog/senologia/6614-la-storia-di-una-ragazza-fuori-di-seno.html

Francesca 2 ...mi piace meno, perche' ha razionalizzato troppo il secondo tumore.
Questo non e' un vantaggio per adattarsi alla nuova situazione.

salvocatania:
#27,953 Scritto: 29 Giu 2018 10:24

pepeli:
E' ragionevole sperare he non sia troppo aggressivo anche se è ricomparso sulla mammella già colpita anni fa da ca in situ e sottoposta a mastectomia ricostruzione con protesi e gran dorsale?eh lo so , è una domanda da un milione di dollari...Scommetto che il dott.Catania mi direbbe che lo sa solo il Padre Eterno

Pepeli siamo sulla strada sbagliata !
Ma come faccio a farle comprendere che la sua vita non dipende da un esame istologico ?
Come faccio a farle comprendere che dipende da...ALTRO?

Provi a prendere appunti quando scrivono i tripli negativi con tumori enormi o quando scrivono quelle che hanno gia' le metastasi da oltre 5 anni e sono piene di interessi e non hanno tempo ......per occuparsi dei fattori prognostici ?

Ha mai letto Onde, Giovanna, Francesca, Lori, Antonia...ecc ecc parlare del loro istologico ?

SCRIVA ! SCRIVA ! SCRIVA sulle sue paure, emozioni, interessi....e lasci perdere il suo istologico !



Si vive una sola volta........e quando ci saremo reincarnati in un criceto....magari non ci permetteranno piu' di scrivere !



salvocatania:
#268,818 Scritto: 7 Dic 2020 20:38

Morgana76:
Non l'ho letto questo commento cara Ely, il dottore mi ha già risposto....e di me non ne può più e lo capisco, sono tanto ansiosa



Guardi che oggi le ho scritto di raccontare di nuovo la sua storia , purchè non copi con il copa incolla quella che ha già postato.
Provi a riscriverla con quello che si ricorda.

Perchè sino all'approfondimento della sua lesione in assenza di fatti nuovi quale contributo le potremmo dare ?
Solo lei può cambiare la percezione di quel che prova.
Se la invito a narrare di nuovo senza copiarsi, ma così come le viene, perchè scrivere è altra cosa rispetto al pensare.
Tutti siamo scrittori anche se non scriveremo mai un libro e si diventa bravi scrittori in generale ed in particolare per sè stessi quando si riesce a provocare la

degli altri.
A quel punto la narrazione diventa terapeutica .

L'IO CI SONO di ELI Firenze nei suoi confronti , che sembra istintivo, anche in assenza di spiegazioni tecniche è già terapeutico per aiutarla a diminuire il suo livello di ansia che purtroppo in assenza di certezze è destinato a mantenersi elevato.

Se Eli FI è intervenuta tutti pensiamo che sia un caso ,
O che abbia provocato sentimenti di Pietas.
Potrebbe anche essere vero ma chi è il più bravo scrittore di una storia se non noi stessi con la nostra ? La narrazione della sua storia non è escluso che abbia toccato metronomicamente le corde della storia di Eli,



Tant'è che qualcuno illustre ci lasciò questo

" Il compito dello scrittore è quello di scavare talmente nella sua storia
da arrivare a toccare la storia di ciascuno "

E questo blog è una palestra di vita dove ciascuno raccontando la propria storia riesce a toccare la storia di ciascuno.

A questo scopo ( ecco perchè l'ho invitata a riscrivere) la narrazione già di per sè è uno strumento efficace contro lo stres, alimentato dall'avvitamento che consegue al PENSARE !
La narrazione attraverso la scrittura , con la penna o mouse è la stessa cosa, è del tutto differente dal pensare.

Sfrutti questa opportunità terapeutica.

Lasimo oggi ha raccontato che un anno fa dall'Australia scriveva le sue stesse cose anche se con stile differente e con dettagli del tutto diversi.

Quindi si fidi e sino all'approfondimento della lesione

NARRARE INVECE CHE PENSARE



Su tutto ciò ci sono le conferme scientifiche e nei prossimi commenti andrò a richiamarle un mio approfondimento di 3 anni fa.

salvocatania:
#11,969 Scritto: 31 Lug 2017 18:50



Quando, dopo avere aperto questo forum, in un consesso pubblico di oncologi, cercavo di spiegare che
"CON-dividere un percorso o un iter diagnostico-terapeutico attraverso una RETE SOCIALE fosse gia' terapeutico per l'umore e forse addirittura per un aumento della sopravvivenza, mi avevano preso tutti per un FUORI DI SENO..

ORA C'E' LA CONFERMA SCIENTIFICA

Condividere il tempo e lo spazio, e quindi le parole, i timori, le emozioni che accompagnano le sedute di chemioterapia, aiuta. Anzi, di più: è in grado di aumentare, sebbene di poco, i tassi di sopravvivenza. È il risultato di uno studio longitudinale, il primo del suo genere su un campione così vasto e per un tempo così lungo (5000 persone seguite per circa 9 anni), che è stato realizzato dai ricercatori del NHGRI, National Human Genome Research Institute dell'NIH e di Oxford, e pubblicato sulla rivista Network Science. Più in dettaglio gli autori dell'indagine hanno dimostrato che la socialità, la possibilità di comunicare, di entrare in relazione, di stare fianco a fianco con altri pazienti nel corso delle sedute di chemio aumenta del 2% la sopravvivenza a 5 anni.

La ricerca. Gli scienziati – esperti di scienze sociali comportamentali - che hanno firmato la pubblicazione hanno analizzato i dati relativi a 4.691 uomini e donne di circa 60 anni affetti da varie forme di cancro, in chemioterapia presso due ospedali pubblici dell'Oxfordshire dal 2000 al 2009. Di ognuno hanno seguito i destini clinici e anche la posizione occupata nelle sale dove venire loro somministrata la chemioterapia lungo tutto il corso della malattia: chi fossero i loro vicini di poltrona, quelli con i quali scambiavano chiacchiere, preoccupazioni e magari anche battute, e che destino clinico avessero a loro volta questi pazienti. In termini più scientifici gli autori hanno costruito e analizzato un network, una rete, di co-presenze.

Si mangia di più quando si è tra amici. Ma spinti da quale curiosità, o da quale considerazione? Jeff Lienert, del Social and Behavioral Research Branch dell'NHGRI e primo autore della ricerca, dichiarando in una nota rilasciata dall'NIH quanto segue ha di fatto risposto alla domanda: "I modelli di comportamento degli esseri umani si basano su ciò che li circonda - ha detto -. Per esempio, spesso si mangia più quando si è tra amici, anche se nemmeno si sa cosa c'è nel piatto. Come anche, quando si va in bicicletta in compagnia, spesso le nostre performance migliorano, indipendentemente dalle performance altrui". Lienert e i suoi colleghi devono essersi chiesti se la possibilità di frequentare la compagnia giusta, per così dire, può influenzare persino la risposta alla chemio. Magari di poco. E in effetti così è stato.

I risultati. Coloro che avevano condiviso più tempo della cura con compagni di chemio lungo-sopravviventi avevano avuto il 2% in più di chance di sopravvivere a 5 anni rispetto a chi aveva avuto come compagni altri pazienti che non avevano avuto lo stesso destino. In termini di tassi di sopravvivenza, nel primo caso il valore registrato era stato di circa 72% mentre nel secondo del 70%.
Il tasso di sopravvivenza a 5 anni è la percentuale di persone che vivono per più di un quinquennio a partire dalla fine del trattamento. Per esempio un tasso di sopravvivenza del 70% , hanno chiarito gli autori, significa che su 100 persone, 70 di loro dopo 5 anni sono ancora in vita.

Se il 2% vi sembra poco. Il 2% è poca cosa? Forse. Tuttavia è un dato indicativo: indica che il setting della chemio conta. E sui grandi numeri è anche un dato significativo. Lienert ha infatti dichiarato: "Su un campione di 5000 pazienti in nove anni, parliamo di 100 persone". Di cento persone che hanno una chance di vivere un po' di più.

Cosa c'è dietro. Naturalmente lo studio in questione non aveva l'obiettivo di indagare se ci fossero, e quali fossero, le ragioni biologiche dell'influenza del setting delle chemioterapie sulla sopravvivenza, né poteva averlo, per come era strutturato. Tuttavia gli autori un'ipotesi l'hanno fatta: che quel 2% di differenza ha a che vedere con lo stress. "Quando sei molto stressato vengono rilasciati i cosiddetti ormoni dello stress, come l'adrenalina, che servono per innescare la risposta di combattere o scappare", ha dichiarato Lienert. "Se non puoi fare né l'una né l'altra cosa, come succede quando sei in chemioterapia, gli ormoni dello stress possono aumentare".

L'importanza del supporto sociale. Tra gli obiettivi della ricerca non c'era nemmeno quello di valutare l'impatto dei visitatori sulla sopravvivenza. Tuttavia i ricercatori ipotizzano che l'effetto della presenza di amici, o parenti possa essere simile a quello degli altri pazienti. "Un supporto sociale positivo nel momento esatto in cui si prova uno degli stress maggiori è cruciale. Se hai un amico col cancro, fargli compagnia durante la chemio probabilmente lo aiuterà ad abbattere i livelli di stress. Ed è probabile che l'impatto sia efficace, e forse più efficace di quello provocato dall'interazione con altri pazienti ammalati di cancro come lui", ha concluso Lienert. Ma amici o parenti o pazienti che siano "I nostri risultati suggeriscono che si verifica un'influenza sociale nei reparti di chemioterapia, e quindi potrebbe essere necessario considerare in che modo la chemio viene somministrata", si legge nel testo della pubblicazione.



Immagine: rappresentazione della rete sociale di co-presenza durante le sedute di chemioterapia. I piccoli cerchi rappresentano i pazienti, i colori si riferiscono all'anno in cui hanno iniziato le sedute. Credit: Jeff Leinert, NHGRI


L'originale: https://www.medicitalia.it/spazioutenti/forum-rfs-100/come-si-calcola-il-rischio-reale-per-il-tumore-al-seno-44-45755.html#msg690399
#745.612 Scritto: Oggi 09:08 - Modificato da laila80


sole 66
Messaggio personale
FRACCHIA07:
Io ci sono
Mandate fili al mio nipotino di 5mesi ricoverato con bronchiolite che stia presto bene
E intanto aspettiamo la mia rm..

coperte di fili colorati per entambi
#745.613 Scritto: Oggi 09:11


sole 66
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io ci sono
#745.614 Scritto: Oggi 09:12


Lara 7077
Messaggio personale Storia RFS
Buongiorno e tanti fili colorati per tutti, in particolare per chi è in agenda 🌈 🌈 🌈 🌈 🌈 🌈 🌈 🌈 🌈 🌈 🌈 🌈 🌈 🌈
Io ci sono ♥️

#745.615 Scritto: Oggi 09:25


Mar fiduciaria
Messaggio personale
Linda 1980
Grandissima!!!
Grazie per aver riesumato i vecchi post e approfondimenti del dottore!
Alcuni termini e concetti erano come annebbiati dal tempo…. Ora in attesa che il dottore ritorni a scrivere in prima persona continuiamo a trarre insegnamento dalle sue parole “citate”❤️
#745.616 Scritto: Oggi 09:29


Mar fiduciaria
Messaggio personale
Buongiorno dottore
Buongiorno blog io ci sono
🌸🌺🍀🍀❤️

Fili colorati per chi è in agenda e per quelli che ne hanno bisogno
🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈

#745.617 Scritto: Oggi 09:32


Ily 82 fiduciaria
Messaggio personale
Buongiorno Io ci sono ❤️

#745.618 Scritto: Oggi 09:33


Ily 82 fiduciaria
Messaggio personale
laila80:
In attesa che ritorni il Doc, riposto un suo vecchio post (che tengo salvato nei preferiti) sulla medicina narrativa, sul nostro blog, sull'importanza di scrivere, sulla narrazione come terapia, sull'io ci sono, sulla condivisione...

Grazie per aver ripreso questo vecchio Post del dottore ❤️
#745.619 Scritto: Oggi 09:35


Edelsten
Messaggio personale Storia RFS
Buongiorno
Il mio eco addome tutto ok. Aspetto la visita di controllo settimana prossima ma tutte le indagini sono ok

#745.620 Scritto: Oggi 09:36

Pagina 49.708 di 49.709: 1 ... 49.705 49.706 49.707 49.708 49.709
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MEDICINA NARRATIVA

Come si calcola
il rischio reale di tumore al seno

STORIE DI RAGAZZE FUORI DI SENO

Il primo blog di Medicina Narrativa

2.755 utenti che hanno scritto 745.621 commenti, 49.708 pagine di contenuti equivalenti nel cartaceo a 1348 volumi da 225 pagine, con oltre 600.000 visualizzazioni mensili '
[=laila80]In attesa che ritorni il Doc, riposto un suo vecchio post (che tengo salvato nei preferiti) sulla medicina narrativa, sul nostro blog, sull'importanza di scrivere, sulla narrazione come terapia, sull'io ci sono, sulla condivisione...

E questo blog è una palestra di vita dove ciascuno raccontando la propria storia riesce a toccare la storia di ciascuno.

Dottore grazie per tutti i suoi insegnamenti🙏🏻
Io ci sono


salvocatania:
salvocatania:
#335.954 Scritto: 26-07-2021

Paffi:
Ikigai
La mia storia nel blog è cominciata con un appello disperato, subito dopo la diagnosi. Quando non sentivo più la terra sotto i piedi e il cielo mi era caduto addosso, sono approdata qua. Il dottor Catania e le ragazze mi hanno ritirato su cellula per cellula. Durante il ricovero, sono sparita per 9 giorni. Sono rimasta sola con me stessa. Poi sono tornata. Però ero svuotata. Il dottor Catania mi disse una cosa fondamentale, di usare il blog come un diario, di scrivere quello che mi veniva in mente, senza preoccuparmi dei destinatari. Così ho fatto e così, per me è ricominciato un percorso di guarigione interiore. Il primo passo: sbloccarmi dallo shock di quello che era successo.
Vorrei raccontarti tante cose, che ti aiutino durante questa attesa, che anticipino la tua serenità, ma rispetterò i tuoi tempi, perché ciascuno di noi ha i suoi. Tornerà il momento della spensieratezza e della serenità. Tu, te lo dissi in tempi non sospetti, sei una marmotta. ❤️❤️❤️

Tutto vero !!!!

salvocatania:
#27,953 Scritto: 29 Giu 2018 10:24

Lori Fiduciaria:
Dott. Catania Lei non ci crederà ma ho troppi impegni o forse....sono diventata anche un po' lenta ? Il mio diario è fatto di pezzi , continue aggiunte perché i miei ricordi sono come dei flash continui e tanti tanti.....pensi un po' quando dovrò riunire tutti i piccoli mosaici per arrivare a un libro....ne ho da fare. Il racconto del "pacco postale" sarà pronto per il terzo convegno perché io ci sarò senz'altro ...ci conti




Ormai non ci sono dubbi quanto sia importante narrare la propria malattia come terapia perche' permette di
1)uscire dal guscio anche se con un nick che non corrisponde al proprio nome .
Per questo il forum e' una palestra ideale per esprimersi.
2)Narrare l'esperienza di malattia è una strategia che può aiutare il paziente a rimettere insieme "i suoi pezzi", le parti di quel sé che la malattia ha spesso prepotentemente frammentato. L'atto narrativo, dalle preziose potenzialità terapeutiche, è però reso possibile non solo dal soggetto che racconta la malattia, ma anche da quello che la ascolta: il medico, lo specialista o l'operatore sanitario.

https://www.medicitalia.it/blog/senologia/5533-la-medicina-narrativa-e-la-blogterapia.html

3) Perchè se la persona malata riesce a trovare una propria voce per raccontarla, allora inizia a mutare la percezione stessa della malattia, che si traduce in una sfida alla solitudine e al silenzio che in genere si accompagnano ad essa. Sulla rete quello che scriviamo può essere letto da chiunque e può essere commentato, in tempo reale. Si intreccia con altre vite, altre storie, raramente simili e spesso molto diverse, specie riguardo alle modalità con cui si reagisce al trauma.

Tutti aggiungono contributi personali su quali risorse mettere in campo di fronte ad ostacoli che sembrano insormontabili e soprattutto di fronte all'ignoto. E c'è chi non ce la fa proprio a condividere questa visione attraverso la scrittura, ma finisce per confessare che resta comunque incollata al forum perché talvolta basta il conforto della lettura, per comprendere gradualmente che non esistono esperienze indicibili, inenarrabili.
Basta talvolta la semplice rassicurazione di altre esperienze per esorcizzare l'aspetto mitologico di questa malattia che tanta paura continua a fare.

Solo nel 2002 gli americani hanno cominciato a parlare di Medicina narrativa, e mi fa sorridere che il sottoscritto avesse scritto il primo libro di Medicina al mondo nel 1986, quando ai pazienti non si diceva neanche la verita' sulla loro malattia.



La malattia si puo' narrare anche a se' stessi , ma non sempre si ha voglia di farlo. Il forum e' uno stimolo quotidiano per allenare la resilienza attraverso la narrazione di pezzi di vita quotidiana. Scrivere " oggi mi vado a radiare" e' narrazione terapeutica .

Non e' indispensabile scrivere per pubblicare un libro .
Si puo' scrivere per se' stessi. Come si faceva una volta quando si tenevano i diari scritti a mano.
L'ho compreso quando una mia paziente, che avete conosciuto, Michela Mantovan (redattrice del Corriere della Sera che ha partecipato ai convegni del 2013, 2017) mi ha inviato un libro che aveva scritto per se' stessa e per pochi altri dal titolo Tomorrow.
Bellissimo !...L'ho invitata piu' volte a pubblicarlo e lei mi ha sempre ribadito che l'aveva scritto per se' stessa e per pochi altri .



Anche io avevo avuto commissionato un libro da un editore e su questo ci avevo lavorato per 2 anni
Un libro su tutta la storia della comunicazione in oncologia a partire da quando avevo conosciuto Ada Burrone nel secolo scorso. La terza parte si occupava del nostro blog e della comunicazione virtuale. Quando ci si preparava alla stampa mi resi conto che , poiche' il blog era in continua evoluzione, il libro....fosse gia' vecchio !!!!
Chiesi allora all'editore di non pubblicarlo piu' !
L'Editore rimase sbalordito di tanta onesta' culturale e a mia insaputa mi fece una sorpresa : stampo' il libro in edizione limitata che mi regalo' sorridendo (100 copie...me ne e' rimasta una sola) .......edito da EDITORE FUORI DI SENO !

P.S.
Francesca fiduciaria:
@ dott. Catania: Davvero le piaceva piu' Francesca 1? Quella pazza scatenata!!!!

Senza dubbio ! Il Fuori di seno ...restituisce maggior spensieratezza e permette di affrontare il dolore con piu' armi a disposizione.
Francesca 1 era piu' allenata alla resilienza attraverso la narrazione in un libro (la sua palestra).



https://www.medicitalia.it/blog/senologia/6614-la-storia-di-una-ragazza-fuori-di-seno.html

Francesca 2 ...mi piace meno, perche' ha razionalizzato troppo il secondo tumore.
Questo non e' un vantaggio per adattarsi alla nuova situazione.

salvocatania:
#27,953 Scritto: 29 Giu 2018 10:24

pepeli:
E' ragionevole sperare he non sia troppo aggressivo anche se è ricomparso sulla mammella già colpita anni fa da ca in situ e sottoposta a mastectomia ricostruzione con protesi e gran dorsale?eh lo so , è una domanda da un milione di dollari...Scommetto che il dott.Catania mi direbbe che lo sa solo il Padre Eterno

Pepeli siamo sulla strada sbagliata !
Ma come faccio a farle comprendere che la sua vita non dipende da un esame istologico ?
Come faccio a farle comprendere che dipende da...ALTRO?

Provi a prendere appunti quando scrivono i tripli negativi con tumori enormi o quando scrivono quelle che hanno gia' le metastasi da oltre 5 anni e sono piene di interessi e non hanno tempo ......per occuparsi dei fattori prognostici ?

Ha mai letto Onde, Giovanna, Francesca, Lori, Antonia...ecc ecc parlare del loro istologico ?

SCRIVA ! SCRIVA ! SCRIVA sulle sue paure, emozioni, interessi....e lasci perdere il suo istologico !



Si vive una sola volta........e quando ci saremo reincarnati in un criceto....magari non ci permetteranno piu' di scrivere !



salvocatania:
#268,818 Scritto: 7 Dic 2020 20:38

Morgana76:
Non l'ho letto questo commento cara Ely, il dottore mi ha già risposto....e di me non ne può più e lo capisco, sono tanto ansiosa



Guardi che oggi le ho scritto di raccontare di nuovo la sua storia , purchè non copi con il copa incolla quella che ha già postato.
Provi a riscriverla con quello che si ricorda.

Perchè sino all'approfondimento della sua lesione in assenza di fatti nuovi quale contributo le potremmo dare ?
Solo lei può cambiare la percezione di quel che prova.
Se la invito a narrare di nuovo senza copiarsi, ma così come le viene, perchè scrivere è altra cosa rispetto al pensare.
Tutti siamo scrittori anche se non scriveremo mai un libro e si diventa bravi scrittori in generale ed in particolare per sè stessi quando si riesce a provocare la

degli altri.
A quel punto la narrazione diventa terapeutica .

L'IO CI SONO di ELI Firenze nei suoi confronti , che sembra istintivo, anche in assenza di spiegazioni tecniche è già terapeutico per aiutarla a diminuire il suo livello di ansia che purtroppo in assenza di certezze è destinato a mantenersi elevato.

Se Eli FI è intervenuta tutti pensiamo che sia un caso ,
O che abbia provocato sentimenti di Pietas.
Potrebbe anche essere vero ma chi è il più bravo scrittore di una storia se non noi stessi con la nostra ? La narrazione della sua storia non è escluso che abbia toccato metronomicamente le corde della storia di Eli,



Tant'è che qualcuno illustre ci lasciò questo

" Il compito dello scrittore è quello di scavare talmente nella sua storia
da arrivare a toccare la storia di ciascuno "

E questo blog è una palestra di vita dove ciascuno raccontando la propria storia riesce a toccare la storia di ciascuno.

A questo scopo ( ecco perchè l'ho invitata a riscrivere) la narrazione già di per sè è uno strumento efficace contro lo stres, alimentato dall'avvitamento che consegue al PENSARE !
La narrazione attraverso la scrittura , con la penna o mouse è la stessa cosa, è del tutto differente dal pensare.

Sfrutti questa opportunità terapeutica.

Lasimo oggi ha raccontato che un anno fa dall'Australia scriveva le sue stesse cose anche se con stile differente e con dettagli del tutto diversi.

Quindi si fidi e sino all'approfondimento della lesione

NARRARE INVECE CHE PENSARE



Su tutto ciò ci sono le conferme scientifiche e nei prossimi commenti andrò a richiamarle un mio approfondimento di 3 anni fa.

salvocatania:
#11,969 Scritto: 31 Lug 2017 18:50



Quando, dopo avere aperto questo forum, in un consesso pubblico di oncologi, cercavo di spiegare che
"CON-dividere un percorso o un iter diagnostico-terapeutico attraverso una RETE SOCIALE fosse gia' terapeutico per l'umore e forse addirittura per un aumento della sopravvivenza, mi avevano preso tutti per un FUORI DI SENO..

ORA C'E' LA CONFERMA SCIENTIFICA

Condividere il tempo e lo spazio, e quindi le parole, i timori, le emozioni che accompagnano le sedute di chemioterapia, aiuta. Anzi, di più: è in grado di aumentare, sebbene di poco, i tassi di sopravvivenza. È il risultato di uno studio longitudinale, il primo del suo genere su un campione così vasto e per un tempo così lungo (5000 persone seguite per circa 9 anni), che è stato realizzato dai ricercatori del NHGRI, National Human Genome Research Institute dell'NIH e di Oxford, e pubblicato sulla rivista Network Science. Più in dettaglio gli autori dell'indagine hanno dimostrato che la socialità, la possibilità di comunicare, di entrare in relazione, di stare fianco a fianco con altri pazienti nel corso delle sedute di chemio aumenta del 2% la sopravvivenza a 5 anni.

La ricerca. Gli scienziati – esperti di scienze sociali comportamentali - che hanno firmato la pubblicazione hanno analizzato i dati relativi a 4.691 uomini e donne di circa 60 anni affetti da varie forme di cancro, in chemioterapia presso due ospedali pubblici dell'Oxfordshire dal 2000 al 2009. Di ognuno hanno seguito i destini clinici e anche la posizione occupata nelle sale dove venire loro somministrata la chemioterapia lungo tutto il corso della malattia: chi fossero i loro vicini di poltrona, quelli con i quali scambiavano chiacchiere, preoccupazioni e magari anche battute, e che destino clinico avessero a loro volta questi pazienti. In termini più scientifici gli autori hanno costruito e analizzato un network, una rete, di co-presenze.

Si mangia di più quando si è tra amici. Ma spinti da quale curiosità, o da quale considerazione? Jeff Lienert, del Social and Behavioral Research Branch dell'NHGRI e primo autore della ricerca, dichiarando in una nota rilasciata dall'NIH quanto segue ha di fatto risposto alla domanda: "I modelli di comportamento degli esseri umani si basano su ciò che li circonda - ha detto -. Per esempio, spesso si mangia più quando si è tra amici, anche se nemmeno si sa cosa c'è nel piatto. Come anche, quando si va in bicicletta in compagnia, spesso le nostre performance migliorano, indipendentemente dalle performance altrui". Lienert e i suoi colleghi devono essersi chiesti se la possibilità di frequentare la compagnia giusta, per così dire, può influenzare persino la risposta alla chemio. Magari di poco. E in effetti così è stato.

I risultati. Coloro che avevano condiviso più tempo della cura con compagni di chemio lungo-sopravviventi avevano avuto il 2% in più di chance di sopravvivere a 5 anni rispetto a chi aveva avuto come compagni altri pazienti che non avevano avuto lo stesso destino. In termini di tassi di sopravvivenza, nel primo caso il valore registrato era stato di circa 72% mentre nel secondo del 70%.}
Il tasso di sopravvivenza a 5 anni è la percentuale di persone che vivono per più di un quinquennio a partire dalla fine del trattamento. Per esempio un tasso di sopravvivenza del 70% , hanno chiarito gli autori, significa che su 100 persone, 70 di loro dopo 5 anni sono ancora in vita.

Se il 2% vi sembra poco. Il 2% è poca cosa? Forse. Tuttavia è un dato indicativo: indica che il setting della chemio conta. E sui grandi numeri è anche un dato significativo. Lienert ha infatti dichiarato: "Su un campione di 5000 pazienti in nove anni, parliamo di 100 persone". Di cento persone che hanno una chance di vivere un po' di più.

Cosa c'è dietro. Naturalmente lo studio in questione non aveva l'obiettivo di indagare se ci fossero, e quali fossero, le ragioni biologiche dell'influenza del setting delle chemioterapie sulla sopravvivenza, né poteva averlo, per come era strutturato. Tuttavia gli autori un'ipotesi l'hanno fatta: che quel 2% di differenza ha a che vedere con lo stress. "Quando sei molto stressato vengono rilasciati i cosiddetti ormoni dello stress, come l'adrenalina, che servono per innescare la risposta di combattere o scappare", ha dichiarato Lienert. "Se non puoi fare né l'una né l'altra cosa, come succede quando sei in chemioterapia, gli ormoni dello stress possono aumentare".

L'importanza del supporto sociale. Tra gli obiettivi della ricerca non c'era nemmeno quello di valutare l'impatto dei visitatori sulla sopravvivenza. Tuttavia i ricercatori ipotizzano che l'effetto della presenza di amici, o parenti possa essere simile a quello degli altri pazienti. "Un supporto sociale positivo nel momento esatto in cui si prova uno degli stress maggiori è cruciale. Se hai un amico col cancro, fargli compagnia durante la chemio probabilmente lo aiuterà ad abbattere i livelli di stress. Ed è probabile che l'impatto sia efficace, e forse più efficace di quello provocato dall'interazione con altri pazienti ammalati di cancro come lui", ha concluso Lienert. Ma amici o parenti o pazienti che siano "I nostri risultati suggeriscono che si verifica un'influenza sociale nei reparti di chemioterapia, e quindi potrebbe essere necessario considerare in che modo la chemio viene somministrata", si legge nel testo della pubblicazione.



Immagine: rappresentazione della rete sociale di co-presenza durante le sedute di chemioterapia. I piccoli cerchi rappresentano i pazienti, i colori si riferiscono all'anno in cui hanno iniziato le sedute. Credit: Jeff Leinert, NHGRI


L'originale: https://www.medicitalia.it/spazioutenti/forum-rfs-100/come-si-calcola-il-rischio-reale-per-il-tumore-al-seno-44-45755.html#msg690399
#745.612 Scritto: Oggi 09:08 - Modificato da laila80
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Grazie Laila per avere ricostruito il mosaico NARRATIVO del dottore su cui si fonda il blog con
la conferma rappresentata da
CHI C'È C'È
CHI NON C'È NON SERVE
Grazie perché è un bellissimo regalo per tutte

Norma86
Norma86

Scusami LAILA perché volevo copiare le parti essenziali del tuo post e , non so come ho fatto, ma non riesco a rimediare ed ho copiato la qualunque.
Chiedo scusa ma non saprei come rimediare.
L'importante che tu tenga salvata la pagina del Doc,

Scusa ancora

sole 66
sole 66
Ily 82 fiduciaria

Esatto........difficile, difficoltoso, stancante, stremante, leggo le tue parole Ily e mi rispecchiano a pieno, mi risollevano dal terpore che ti avvolge in attesa dei prossimi esami che per me saranno martedì e mercoledì, e mi fanno sentire meglio perchè non sono sola e il mio percorso e' uguale a tante altre............grazie mille DAI ROBE scrivi qualcosa anche tu, rimaniamo unite..........
Vaneve
Vaneve

Care Adsc3 e Arianna 76, vi ringrazio per le vostre parole e vi comprendo. Io davanti a mia madre mi mostro forte e fiduciosa, poi ho i miei momenti…
Anche per la mia mamma è il secondo tumore al seno e la seconda mastectomia, anche se dopo 25 anni dalla prima volta. Quindi purtroppo so perfettamente da molto tempo cosa si prova ad ogni controllo. Inoltre due anni fa ho perso mio padre per un tumore dopo 2 anni di agonia e tutto questo non aiuta affatto.
Ma oggi mi sento già un po' più positiva di ieri, speriamo che vada tutto bene.

Un caro saluto a tutto il blog e al dottore e tanti fili colorati a tutti

G31
G31

Buongiorno

ladybug
ladybug
sole 66
Ortoressica
Ortoressica

Buongiorno a tutti io ci sono.
Fili colorati a tutti noi.
Grazie per i messaggi calorosi di ieri. Sono felice e sapete anche di cosa? Che sta volta sono riuscita a prendere il buono che c'era di quella visita: mio figlio sta bene e può tornare in piscina. Una volta, forse, sarei uscita frastornata e incattivita per le operazioni, ieri no. Ieri ho colto la parte buona.
Pepeli ho sempre fatto attività fisica a parte il 1/1 che non mi sono neppure tolta il pigiama di dosso

Ginevra1308
Ginevra1308

Buongiorno a tutti, io ci sono

Isa55
Isa55
Edelsten
Evviva
Isa55
Isa55
Ily82
Grazie!

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