Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

Robe68
Robe68
Edelsten

Credo che sia questione di "ambiti" di sensibilità individuale.
Io ad esempio mai leggerei un libro o sceglierei di vedere un film che riguardasse un tema, anche diverso dal cancro, per me molto doloroso. Perché, per il mio modo di sentire, si tratta di qualcosa che posso evitare. Anche se ciò comportasse la rinuncia ad una buona lettura o a un bel film.
Mentre non avrei e, posso dire, non ho alcuna difficoltà nè a parlare nè a sentire parlare della malattia. Ovviamente senza che ciò significhi che la malattia, mia o degli altri, debba diventare un argomento di conversazione.
Norma86
Norma86

Io ci sono

Edelsten
Edelsten
Linda1980
Un po' si ammetto... amo Almodovar e non potevo perdermelo però per me è difficile fare i conti con la rappresentazione della malattia, sebbene la mia situazione non abbia nemmeno lontanamente a che fare con quella.
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Edelsten
Edelsten
Robe68
Si sicuramente sono risposte individuali.
Portavo il mio vissuto solo come uno dei tanti modi in cui si vive la paura o il dolore.
È che non penso che sia poco resiliente evitare di stare nel disagio quando lo starci non è necessario nè utile.
Robe68
Robe68
Edelsten:
È che non penso che sia poco resiliente evitare di stare nel disagio quando lo starci non è necessario nè utile.

Perfettamente d'accordo con te.
Infatti non andrò a vedere il film di Almodovar. Proprio perché, per la mia sensibilità e il mio vissuto, non è necessario e men che mai utile.
Mentre, dopo la progressione di malattia, ho predisposto per ciò e per chi lascerò per alleggerire, per quanto possibile, non il carico emotivo ma quello pratico.
- Modificato da Robe68
Norma86
Norma86
Lara 7077:
Premetto che sulla questione fino a questo momento sono stata molto ligia e a volte forse un po' troppo rigida, ma confesso che in questi ultimi giorni sto "soffrendo" un po' la vista dei dolci anche solo nelle vetrine e penso allora a se riuscirò a resistere durante le feste...

Arcobaleno:
Come disse a me il Dott.Catania bisogna guardare il nostro paniere di spesa salutare e non il singolo sgarro

Aveva stupito anche me il dottore che mi aveva detto
" conta lo stile di vita alimentare.
La trasgressione una tantum fa persino bene all'umore"
Juventina Fiduciaria
Juventina Fiduciaria
Robe68:
Spero di non essere fraintesa, ma non credo che si tratti in questo caso di allenare la resilienza..
Se scegliamo, del tutto legittimamente, di non condividere il nostro percorso di malattia non possiamo stupirci che nelle conversazioni della quotidianità, che avvengano anche in nostra presenza, possa accadere che si parli di cancro.
O di diabete. O di malattie cardiache. O di separazioni. Divorzi. Figli problematici. Di cose della vita che possono accadere. Alcuni di queste cose ci riguarderanno più da vicino e risuoneranno dentro di noi con una maggiore intensità.
Ma le altre persone non sono responsabili del nostro specifico sentire, se non le abbiamo coinvolte in ciò che ci è accaduto. E, perlomeno io la penso così, anche se le abbiamo coinvolte. Perché a tutti può accadere di parlare di argomenti di cui solo dopo che ne abbiamo parlato ricordiamo che sono fonte di sofferenza per i nostri interlocutori.
Può succedere. Anche se si è attenti all'altro.
Lo avremo fatto anche noi, talvolta inconsapevoli che stavamo provocando una sofferenza o un fastidio.
Il cancro non è più, e noi per prime dovremmo saperlo, un argomento tabù. Se ne parla. Ci riguarda. Possiamo fare in modo che ci riguardi in modo "sano". È una cosa che è capitata. Con la quale io personalmente dovrò convivere tutta la vita. Ma dovrò convivere con il cancro. Non con il pensiero del cancro.

Io la interpreto diversamente.
Credo che lei abbia allenato la resilienza verso se stessa ( nn andando via). Nn rispetto agli altri infastidendosi per quello che hanno detto.
Nn e’ stato il chi… nn c’è volontà di ferire ( le persone nn sapevano della malattia) Ma disagio causato dal l’argomento. Superato restando.
Robe68
Robe68
Juventina Fiduciaria:
) Ma disagio causato dal l’argomento. Superato restando.

Probabilmente non sono riuscita ad esprimere completamente il mio pensiero.
Personalmente, ma ribadisco personalmente, concepisco l'allenamento alla resilienza come qualcosa di "complessivo" e faticherei, applicandolo a me stessa, a vedere un allenamento, e quindi un "miglioramento " riferito a singoli piccoli episodi. Si potrebbe obiettare che è la somma dei piccoli passi a fare il tragitto, ma continuo a ritenere che ascoltare una conversazione in cui si parli di cancro, o di qualunque altro argomento personalmente doloroso, faccia semplicemente parte di ciò che può accadere nella quotidianità. E che impatti poco sulla resilienza.
Applicando il tuo ragionamento io, anche solo leggendo il blog e la ricorrenza della parola metastasi, dovrei essere "resilientissima". E certamente non è così 🤗
Ma, come giustamente dici tu, è questione di punti di vista.
L'importante è avere una visione e un obiettivo. Da perseguire come si riesce.
Norma86
Norma86
Juventina Fiduciaria:
Io la interpreto diversamente.
Credo che lei abbia allenato la resilienza verso se stessa ( nn andando via). Nn rispetto agli altri infastidendosi per quello che hanno detto.
Nn e’ stato il chi… nn c’è volontà di ferire ( le persone nn sapevano della malattia) Ma disagio causato dal l’argomento. Superato restando.

Anche io la penso come te.

Io nelle sale d'aspetto mi difendo con le cuffiette, ma ogni tanto provo a non scappare e mi sforzo a guardare in faccia la paura.
Seguo tutti i suggerimenti appresi qui su come relegare gradualmente il cancro a .......come la definisce il dottore.......una "macchia sul soffitto".
Sfruttando il meccanismo della abituazione sino alla desensibilizzazione sui quali nel blog sono disponibili numerosi approfondimenti.
- Modificato da Norma86
Linda1980
Linda1980
Juventina Fiduciaria:
Io la interpreto diversamente.
Credo che lei abbia allenato la resilienza verso se stessa ( nn andando via). Nn rispetto agli altri infastidendosi per quello che hanno detto.
Nn e’ stato il chi… nn c’è volontà di ferire ( le persone nn sapevano della malattia) Ma disagio causato dal l’argomento. Superato restando.

Esattamente♥️
Norma86
Norma86
Juventina Fiduciaria:
Io la interpreto diversamente.
Credo che lei abbia allenato la resilienza verso se stessa ( nn andando via). Nn rispetto agli altri infastidendosi per quello che hanno detto.
Nn e’ stato il chi… nn c’è volontà di ferire ( le persone nn sapevano della malattia) Ma disagio causato dal l’argomento. Superato restando.

Anche io la penso come te.

Io nelle sale d'aspetto mi difendo con le cuffiette, ma ogni tanto provo a non scappare e mi sforzo a guardare in faccia la paura.
Seguo tutti i suggerimenti appresi qui su come relegare gradualmente il cancro a .......come la definisce il dottore.......una "macchia sul soffitto".
Sfruttando il meccanismo della abituazione sino alla desensibilizzazione.
Iaia87
Iaia87

Io ci sono❤️🌈🍀

Linda1980
Linda1980
Linda1980:
Dite che ho allenato la resilienza??

A parte che la mia era una battuta, non ho capito quale sia il problema e se ci sia un problema in quello che ho scritto😅
Ognuno di noi é diverso e reagisce in modo diverso.Spero di non aver offeso nessuno riportando la mia esperienza e le mie sensazioni, che sono appunto mie
E per me, anche stare sul blog e leggere alcune cose a volte é un esercizio di resilienza.Per altri non lo sará ma siamo tutti diversi e con caratteri diversi
♥️
Juventina Fiduciaria
Juventina Fiduciaria
Robe68:
ricorrenza della parola metastasi, dovrei essere "resilientissima". E certamente non è così 🤗

Ma tu lo sei! Sei un esempio!
Con le tue fragilità, le tue emozioni… tutta tu… insomma… Robe e’ resilientissima!!
Lara 7077
Lara 7077
Juventina Fiduciaria:
Poco ma dí tutto… questo è un po’ il nostro motto.
Perché resistere? Uno sgarro ogni tanto fa bene all’anima e alla mente oltre che al corpo.
Quindi … panettone si a Natale e Capodanno… no tutte le mattine a colazione 😋

Juventina FiduciariaArcobaleno spero di fare solo piccoli sgarri 😉 perché ho davvero una gran voglia di pandoro!

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