Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

Linda1980
Linda1980
salvocatania:
Non ho risposto subito , ma appena mi sono ripreso dal KO "Valentina perbacco ! Certo che lo conosco un collega per un consulto vero. Prenda appunti : Prof. Vaffanculo !"

Grande Dott🤣le ha dato la risposta che meritava!
Linda1980
Linda1980

Ma i test genetici si possono fare privatamente?Io vorrei farli

Patri70
Patri70
Pansè quanto si è ispessito l'endometrio?
Norma86
Norma86
ladybug:
E' una paura che ho sollevato ai plastici quando mi hanno proposto il lipofilling, ma mi hanno sempre rassicurato (ma, ahimè, non mi fido di quell'equipe di medici).
Ho letto e riletto questo aggiornamento ma non sono sicura di aver capito bene: gli ADSC possono interagire con eventuale tessuto mammario che presenta ancora qualche cellula cancerosa e causare recidive e/o mts o è il contrario?

Ho letto che sono ipotesi tutte da confermare.
Il fatto che le stiano studiando dovrebbe rassicurarci e non preoccuparci.
Patri70
Patri70
Linda1980:
Ma i test genetici si possono fare privatamente?Io vorrei farli

Idem! Si almeno qui a Roma ci sono diverse cliniche e laboratori
Linda1980
Linda1980
Patri70:
Idem! Si almeno qui a Roma ci sono diverse cliniche e laboratori

Però chissá quanto costano...
Alla visita chiedo se me li fanno fare...non ho piú saputo niente....altrimenti mi informeró privatamente
ladybug
ladybug
Norma86:
Ho letto che sono ipotesi tutte da confermare.
Il fatto che le stiano studiando dovrebbe rassicurarci e non preoccuparci.

A dire il vero sono un po' preoccupata.... Tornassi indietro non farei proprio la ricostruzione.
Angy65
Angy65
Patri70
Angy65
Angy65
Alexa
Ok grazie . Io devo ancora ritirarla ,lunedì andrò
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Impatto della dieta mediterranea su soggetti adulti colpiti dal cancro

Settembre 2024

Il cancro e i suoi trattamenti possono portare a un eccesso di grasso corporeo, una riduzione della massa magra, cardiotossicità e altri effetti collaterali. La dieta mediterranea (MED-diet) ha il potenziale per migliorare i risultati clinici e Aoife McHugh e colleghi hanno effettuato una revisione sistematica con la finalità di valutare la fattibilità, la sicurezza e l’efficacia della MED-diet sugli esiti per la salute negli adulti colpiti da neoplasie.

Sono stati esplorati con attenzione tre database elettronici alla ricerca di trial controllati randomizzati che hanno valutato un intervento MED-diet in soggetti adulti affetti da neoplasie e pubblicati fino a febbraio 2023. Sono state estratte le differenze intra- e intergruppo per l’aderenza, l’assunzione dietetica e gli esiti per la salute.

Alla fine, gli esperti hanno selezionato quindici studi che hanno descritto quattordici interventi con notevoli differenze rilevate nel design e nell’implementazione della MED-diet. Le indagini sono state svolte prevalentemente su donne con una storia di cancro della mammella. La MED-diet è risultata sicura e fattibile, senza eventi avversi, con alta aderenza a cibi conformi alla MED-diet. Quando applicata con una restrizione energetica inferiore ai requisiti stimati per la perdita di peso, la MED-diet ha dimostrato riduzioni nel peso corporeo (intervallo: −3,9 kg a −0,7 kg). Gli interventi che hanno prodotto significative riduzioni del peso corporeo hanno anche migliorato la qualità della vita anche se le prove sono limitate per valutare appieno l’impatto della MED-diet sui marker cardiovascolari e infiammatori. Inoltre, le prescrizioni eterogenee della MED-diet impediscono affermazioni definitive su questi esiti.

Gli Autori concludono che la dieta mediterranea è risultata utile, fattibile e sicura per gli adulti con malattia neoplastica. Sono però necessari ulteriori studi per determinare gli effetti su biomarcatori cardiometabolici e altri esiti per la salute.

Eur J Clin Nutr. 2024 Jun doi: 10.1038/s41430-024-01426-8

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Interventi dietetici in soggetti adulti scampati al cancro


Un’alimentazione sana e il controllo del peso sono raccomandati per i sopravvissuti al cancro ma gli interventi dietetici non vengono offerti di routine a questa popolazione. Hideo Matsumoto e i suoi collaboratori hanno svolto un’indagine con lo scopo di valutare gli effetti degli interventi dietetici sulla sopravvivenza, sullo stato nutrizionale, sulla morbilità, sui cambiamenti dietetici, sulla qualità della vita correlata alla salute (QOL) e sulle misure cliniche nei sopravvissuti al cancro.

Sono state esplorate in modo attento le banche dati Medline, EMBASE, CENTRAL, Emcare e DARE alla ricerca di studi clinici randomizzati (RCT) che hanno coinvolto individui con diagnosi di cancro pubblicati dal 1° ottobre 2018 al 21 novembre 2011. Il team ha escluso abstract di conferenze, studi di casi, altre revisioni e meta-analisi.

Alla fine, gli esperti hanno selezionato otto documenti che sono stati inclusi nella revisione. Sono stati osservati miglioramenti significativi nella QOL e nei dati clinici in 3 studi su 6, una significativa perdita di peso in 2 articoli su 5 e un miglioramento della dieta in 4 su 5 pubblicazioni. Tuttavia, non sono stati osservati benefici dell’intervento dietetico per i sopravvissuti al cancro denutriti.

È emerso che gli interventi dietetici in questa popolazione potrebbero contribuire a migliorare lo stato nutrizionale ma sono necessarie ulteriori ricerche utili a standardizzare il metodo di intervento. Inoltre, c’è la necessità di RCT per determinare gli effetti sui sopravvissuti al cancro con denutrizione.

Medicine (Baltimore). 2024 Jun doi: 10.1097/MD.0000000000038675


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Impatto dei legumi ricchi di isoflavoni nel prevenire i tumori ormono-dipendenti
Settembre 2024

Le piante della famiglia delle Fabaceae, diffuse principalmente in Europa, Asia e Nord America, costituiscono una ricca fonte di isoflavoni, composti con attività simile agli estrogeni, ritenuti capaci di esercitare un effetto chemiopreventivo contro i tumori ormono-dipendenti. Seguendo le linee guida PRISMA, un’equipe di ricercatori ha effettuato una revisione sistematica per valutare l’impatto degli estratti di piante Fabaceae sulle cellule tumorali ormono-dipendenti. Sono stati analizzati i risultati di 63 articoli che hanno descritto l’effetto degli estratti vegetali contenenti isoflavoni sulle cellule tumorali e il loro potenziale anti-infiammatorio e antiossidante. Inoltre, sono state individuate le limitazioni della ricerca e suggerite le possibili direzioni future della ricerca.

La chemioprevenzione utilizza sostanze di origine naturale o sintetica per inibire, invertire o ritardare il processo di carcinogenesi, è stata ideata negli anni ’70 dal farmacologo americano Dr. Michael Sporn, e, in generale, include sia la prevenzione (chemioprevenzione) che il trattamento (chemioterapia) del cancro.

La chemioprevenzione agisce su diversi livelli del metabolismo cellulare, a partire dall’inibizione dell’attivazione dei carcinogeni, attraverso l’interruzione dell’espressione o dell’avviamento del citocromo P450. Inoltre, stimola la detossificazione dei carcinogeni inducendo l’attività enzimatica di glutatione S-transferasi, epossido idrolasi o eme ossigenasi-1. Ciò avviene grazie alla capacità dei composti chemiopreventivi di interrompere il legame tra il fattore nucleare eritroide 2 (Nrf2) e la proteina associata al citoscheletro Kelch-like ECH (Keap1), permettendo a Nrf2 di accumularsi nel nucleo cellulare e di innescare numerosi geni citoprotettivi.

Altri aspetti cruciali della chemioprevenzione includono la capacità di arrestare il ciclo cellulare in qualsiasi fase, di indurre l’apoptosi stimolando proteine come le caspasi (soprattutto caspasi-3) e BAX, e di impedire l’espressione della proteina anti-apoptotica BCL-2. Inoltre, i processi protettivi delle cellule comprendono anche un effetto anti-infiammatorio, ottenuto tramite la soppressione di fattori pro-infiammatori (ad esempio, citochine) o di enzimi che facilitano il processo infiammatorio. Infine, le proprietà antiossidanti sono elementi fondamentali della strategia chemiopreventiva poiché proteggono contro l’eccesso di radicali liberi e i danni cellulari correlati. Tra i composti naturali con effetti chemiopreventivi vi sono i carotenoidi, i flavonoidi, le proantocianidine, gli isotiocianati e gli acidi grassi omega-3.

Gli isoflavoni sono una sottoclasse di flavonoidi con una struttura simile agli ormoni sessuali femminili, gli estrogeni, e possono quindi legarsi ai recettori degli estrogeni (ER) nel nucleo cellulare. La presenza di gruppi ossidrilici nella struttura chimica, specialmente nelle posizioni 5′ e 7′ dell’anello, determina l’attività biologica verso questo recettore grazie alla somiglianza strutturale con il 17-β-estradiolo. Gli isoflavoni, spesso definiti fitoestrogeni, competono anche per il sito di legame con l’estrogeno endogeno aumentando il suo livello nel siero. Un esempio di questo gruppo è la genisteina che a una concentrazione di 100 nM può indurre un effetto biologico simile a quello del 17-β-estradiolo alla sua concentrazione fisiologica.

Gli effetti chemiopreventivi degli isoflavoni comprendono un impatto diretto sul funzionamento delle cellule tumorali, effetti anti-infiammatori e antiossidanti e l’inibizione dell’angiogenesi. Genisteina e daidzeina inibiscono le proteine chinasi specifiche della tirosina, sostanze che sono collocabili tra gli elementi determinanti della proliferazione delle cellule tumorali. Inoltre, questi composti sono inibitori del ciclo cellulare e inducono l’apoptosi in alcune cellule cancerose. Come altri composti polifenolici, gli isoflavoni possiedono proprietà antiossidanti neutralizzando i radicali liberi e i perossidi e stimolando enzimi antiossidanti come la superossido dismutasi e la glutatione reduttasi. Negli studi sugli esseri umani, il consumo di soia, ricca di isoflavoni, ha portato a una riduzione delle proteine C-reattive e delle interleuchine.

Inoltre, gli isoflavoni della soia influenzano i meccanismi epigenetici, inclusa la metilazione del DNA, la modifica degli istoni e l’espressione di RNA non codificante, modulando così l’espressione dei geni pro-cancerosi. Gli Autori hanno rilevato che la maggior parte degli studi si è concentrata su specifici composti isoflavonici come la genisteina, che ha mostrato la capacità di ridurre i livelli di DNA metiltransferasi in linee cellulari di cancro della mammella e della prostata suggerendo un promettente ruolo nella prevenzione delle neoplasie

Int J Mol Sci. 2024 luglio doi: 10.3390/ijms25137389

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Maryca
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Potenziale utilizzo della buccia di pomodoro nel trattamento del cancro


https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38999031/

I pomodori sono rinomati per il loro alto valore nutrizionale. Tuttavia, la lavorazione industriale del frutto genera una notevole quantità di scarti e il 10-18% della materia prima viene trasformata in rifiuti che, se non gestiti adeguatamente, possono influire negativamente sugli ecosistemi. Secondo il World Tomato Processing Council, oltre 130 milioni di tonnellate di pomodori vengono trasformate ogni anno generando circa 8 milioni di tonnellate di scarti, corrispondenti al 6,15% dei pomodori lavorati. Questi residui includono una parte sostanziale della produzione che non soddisfa gli standard di qualità per colore, maturazione e sanità. La loro gestione e lo smaltimento rappresentano rischi ambientali significativi a causa dei loro composti organici instabili e dell’alta attività enzimatica. È quindi imperativo trattare questi rifiuti per evitare rischi per la salute umana e l’ambiente.

La buccia di pomodoro contiene licopene, un potente antiossidante e anti mutageno che ha numerosi benefici per la salute e che rappresenta quindi un ingrediente prezioso per le industrie alimentari e cosmetiche. Studi recenti hanno esplorato il potenziale del licopene come terapia di vari tipi di cancro. Un gruppo di ricercatori ha svolto una revisione sistematica, guidata dalla metodologia PRISMA 2020, con l’obiettivo di esaminare gli studi che hanno valutato la possibilità di utilizzare la buccia di pomodoro come fonte di licopene e carotenoidi per il trattamento delle neoplasie. I risultati suggeriscono che gli estratti dalla buccia di pomodoro mostrano promettenti proprietà antitumorali ed evidenziano la necessità di ulteriori ricerche sulle possibili future applicazioni terapeutiche. Appare in effetti lampante il significativo impatto dell’uso della buccia di pomodoro per creare nuove cure che potrebbero rivoluzionare il campo dell’oncologia.

Gli esperti ritengono che il consumo regolare di pomodori, naturalmente ricchi di carotenoidi, sia in grado di fornire una protezione importante contro vari disturbi, inclusa la prevenzione delle carenze di vitamina A e la riduzione del rischio di malattie croniche. I pomodori sono anche ricchi di luteina e zeaxantina, antiossidanti vitali per mantenere una buona salute visiva e rallentare il deterioramento degli occhi causato dallo stress ossidativo. Inoltre, studi specifici hanno evidenziato il ruolo del licopene nella riduzione della proliferazione delle cellule tumorali in vari tipi di cancro. Ad esempio, sono stati rilevati effetti significativi nella soppressione delle cellule cancerogene nello stomaco e nella riduzione del rischio di cancro ovarico. Il licopene, infatti, grazie alle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, regola le vie di segnalazione nelle cellule ovariche e protegge contro il cancro gastrico indipendentemente dalla presenza di Helicobacter pylori. Si può anche ipotizzare che il licopene possa essere utilizzato come complemento terapeutico nei pazienti con cancro alla prostata per migliorare l’apoptosi e prevenire la progressione delle cellule cancerogene.

Gli Autori concludono che la ricerca sul licopene e sulla buccia di pomodoro mostra un grande potenziale nel campo della terapia antitumorale anche se è essenziale proseguire con ulteriori studi per esplorare appieno le possibili applicazioni terapeutiche e migliorare l’efficacia dei trattamenti già esistenti.

Molecules. 2024 Jun doi: 10.3390/molecules29133079

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sole 66
sole 66
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Impatto dei legumi ricchi di isoflavoni nel prevenire i tumori ormono-dipendenti

Dott. Catania, mi sorge un dubbio, sono amante dei leguimi in genere, e li mangio spesso soprattutto fagioli, non e' utilizzando i farmaci della mia terapia abemaciclib+letrozono faccio casini visto il risultato di questo studio?

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