Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Pensa Mara96!!
Vedrai che sarà meno impegnativo di quello che credi 🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈❤️🫂noi siamo con te ❤️
Inibitori HSP90 di origine vegetale possibili bersagli nel cancro mammario
Il cancro mammario, il tumore più invasivo nelle donne a livello globale, necessita di nuovi trattamenti a causa delle limitazioni terapeutiche e la ricerca di nuovi bersagli antitumorali è più necessaria che mai per affrontare la malattia.
La Heat-Shock Protein 90 (HSP90), una proteina chaperon, è implicata nella patogenesi del tumore della mammella ciò che la rende un bersaglio interessante.
La ricerca di approcci alternativi, ad esempio composti di origine vegetale e inibitori naturali di HSP90, offre quindi prospettive promettenti per strategie terapeutiche innovative. Ilham Zarguan e collaboratori hanno svolto un’indagine con la finalità di identificare i composti di origine vegetale con effetti antitumorali su modelli di cancro mammario e di chiarire il loro meccanismo d’azione nell’inibire la proteina HSP90. È stata condotta un’esplorazione sistematica della letteratura alla ricerca di studi in vitro, in vivo e in silico che hanno valutato l’efficacia degli inibitori HSP90 di origine vegetale in modelli di cancro mammario e, alla fine, gli esperti hanno selezionato 11 documenti ritenuti idonei. Sei piante e 24 composti di sei classi diverse sono stati identificati e si sono rivelati efficaci contro l’HSP90 nei modelli di cancro della mammella. In particolare, gli estratti vegetali esaminati hanno mostrato di poter diminuire la vitalità cellulare dipendente dalla dose e dal tempo. I valori variabili di IC50 hanno mostrato effetti antiproliferativi e la pianta Tubocapsicum anomalum ha mostrato il valore più basso. I witanolidi sono stati i composti più studiati. È stato verificato che gli estratti di finocchio, il Trianthema portulacastrum e lo Spatholobus suberectus inibiscono la crescita del tumore, l’angiogenesi e modulano l’espressione di HSP90 e le sue interazioni in modelli murini di cancro mammario. Sulla base dei risultati ottenuti, gli Autori sollecitano la necessità di ulteriori studi per comprendere meglio il meccanismo d’azione degli inibitori di HSP90 utilizzando metodi comparabili per le osservazioni precliniche.
Int J Mol Sci. 2024 May doi: 10.3390/ijms25105468
Anche la mia mamma venerdì 27 farà la seconda chemio come la mamma di Fraricisa 🌸
Scusate ho visto ora ma mia mamma non deve fare cemio ma fa terapia ormonale 😁
Oggi fatto elettrocardiogramma e esami del sangue che le hanno detto essere perfetti...non so parametri guardino, ha assunto oggi la prima pastiglia!!! Speriamo bene ❤️ amo troppo mia mamma ❤️
Angy65 sono con te, abbiamo fiducia nei medici ❤️ aggiornaci
Un abbraccio a tutti
Che meraviglia…grazie di aver condiviso questa cosa ♥️
Trapianto mammario di grasso in relazione al cancro
Il trasferimento autologo del grasso (AFT) sta guadagnando popolarità nella chirurgia della mammella offrendo un approccio dall’aspetto naturale e minimamente invasivo per l’aumento, la ricostruzione e il rimodellamento della struttura anatomica. Tuttavia, le preoccupazioni circa il suo impatto sul cancro mammario richiedono la comprensione dell’interazione tra le cellule staminali di derivazione adiposa (ADSC) trapiantate e il microambiente del tessuto della mammella. Rinomati per la rigenerazione, gli ADSC sollevano interrogativi sul loro ruolo per quanto riguarda la neoplasia. Un’equipe di ricercatori ha svolto un’indagine per approfondire la complessa relazione tra AFT e cancro della mammella e per valutare come le ADSC possono influenzare lo sviluppo, la crescita neoplastica e le metastasi.
Sono stati esplorati in modo sistematico diversi database elettronici tra i quali PubMed, Embase e BVS, alla ricerca di studi rilevanti in merito. Sono state utilizzate combinazioni di parole chiave, tra cui “aumento della mammella”, “innesto di grasso”, “mammoplastica”, “cancro”, “neoplasia” e termini correlati. Due revisori hanno selezionato in modo indipendente titoli e abstract recuperando il testo completo, quando necessario, per un’ulteriore valutazione in base al loro potenziale contributo agli obiettivi della revisione.
Dei 240 documenti inizialmente reperiti, alla fine gli esperti hanno selezionato 54 documenti ritenuti potenzialmente idonei per gli obiettivi prefissati.
È stato verificato che studi in vitro rivelano il duplice ruolo delle ADSC nel cancro mammario influenzando la proliferazione, la migrazione e la resistenza ai farmaci attraverso complesse vie di segnalazione. Inoltre, ricerche sugli animali evidenziano distinte sottopopolazioni di ADSC che incidono sulla crescita del tumore attraverso interazioni dirette e carico di vescicole extracellulari. Infine, in vivo , l’innesto di grasso arricchito con ADSC è generalmente sicuro e non mostra un aumento del rischio di recidiva neoplastica rispetto ad altri metodi. In particolare, i casi di carcinoma mammario invasivo meritano un’attenzione speciale. Gli Autori concludono che gli innesti di grasso arricchiti con ADSC mostrano potenziali benefici in termini di riuscita e per quanto riguarda i tassi di sopravvivenza. Nonostante le prove promettenti, tuttavia, sono necessari ulteriori studi per comprendere in modo completo l’intricata relazione tra ADSC e cancro mammario e l’utilizzo in applicazioni cliniche ottimizzate e potenziali innovazioni terapeutiche.
Transl Breast Cancer Res. 2024 Apr doi: 10.21037/tbcr-23-54
Caro dottore Salvo Catania ho seguito il suo consiglio e ho ripetuto la visita ginecologica in quanto nell'ultima ecografia,eseguita pochissimi giorni prima del ciclo il mio utero era ispessito .
Due giorni fa con il ciclo appena terminato,il mio endometrio è normale.
Ho cambiato due ginecologi in due mesi . Entrambi mi dicono di stare tranquilla . Ma io dopo la fine del ciclo continuo ad avere spotting marrone.
Ho partorito 4 mesi e mezzo fa ( cesareo) 😔 sono veramente abbattuta
Algoritmo di terapia chirurgica contro il linfedema del cancro mammario
Vari trattamenti chirurgici vengono adottati sempre di più e stanno guadagnando popolarità per il trattamento del linfedema. Tuttavia, persistono sfide nella selezione delle modalità di trattamento più adeguate mirate al singolo paziente. Un gruppo di ricercatori ha svolto una revisione sistematica della materia per ideare un algoritmo di trattamento capace di incorporare le più recenti conoscenze scientifiche in modo da fornire agli operatori sanitari e ai pazienti uno strumento per un processo decisionale informato. In particolare, gli esperti hanno valutato e sintetizzato le prove sull’efficacia di tre trattamenti chirurgici per il linfedema correlato al cancro al seno (BCRL): anastomosi linfovenosa (LVA), trasferimento linfonodale vascolarizzato (VLNT) e liposuzione.
Sono stati esplorati in modo esaustivo diversi database tra i quali Medline, Embase, Cochrane Library, Google Scholar e ClinicalTrials.org alla ricerca di studi controllati randomizzati, comparativi non randomizzati e osservazionali che hanno valutato gli esiti di LVA, di VLNT o della liposuzione nella gestione del BCRL. I risultati principali di interesse erano i cambiamenti nel volume del braccio, nel flusso linfatico e nella qualità della vita. Due revisori indipendenti hanno eseguito la selezione dei documenti, l’estrazione dei dati e la valutazione del rischio di bias. Infine, è stato sviluppato un algoritmo di trattamento basato sui dati disponibili.
Dei 16.593 lavori inizialmente reperiti, alla fine il team di ricerca ha selezionato 73 articoli che soddisfacevano i criteri di inclusione per un totale di 2.373 pazienti. Non è stata eseguita una meta-analisi a causa della notevole eterogeneità nelle metodologie e nelle misure di risultato tra gli studi. Gli Autori concludono che la liposuzione sembra efficace per i pazienti che presentano linfedema senza fovea. L’LVA mostra un tasso di successo variabile e alcune prove indicano una riduzione del volume degli arti e un sollievo sintomatico negli stadi iniziali del linfedema. Il VLNT ha mostrato risultati promettenti nella riduzione del volume degli arti e nel miglioramento dei sintomi in pazienti che presentano linfedema lieve e moderato.
In definitiva, quindi, liposuzione, LVA e VLNT sembrano essere trattamenti efficaci per il BCRL se impiegati nel paziente appropriato. Mancano ancora studi clinici ben condotti per scoprire l’efficacia del trattamento chirurgico per contrastare il BCRL.
Gland Surg. 2024 May doi: 10.21037/gs-23-503
Se le dicono di stare tranquilla starei tranquilla, ma mi farei spiegare perchè
Che meraviglia…grazie di aver condiviso questa cosa ♥️
Ma figurati 🥰🫂❤️
L’impatto dei miRNA sull’efficacia del tamoxifene
Il 70% delle pazienti affette da cancro mammario hanno un recettore degli estrogeni attivo e il tamoxifene interferisce con la capacità degli estrogeni di legarsi alle cellule tumorali. L’aspetto più impegnativo di questo farmaco, tuttavia, è rappresentato dal fatto che le cellule cancerose della mammella diventano resistenti ai suoi effetti. Alcuni studi hanno dimostrato che le alterazioni nell’espressione dei miRNA contribuiscono in modo significativo alla resistenza nei confronti dei farmaci utilizzati contro le neoplasie mammarie. Nima Nikbin Kavishahi e colleghi hanno svolto una revisione con lo scopo di esaminare i miRNA che influenzano significativamente la risposta al trattamento con tamoxifene. Seguendo le linee guida PRISMA, sono stati esplorati i database Web of Science, PubMed e Scopus alla ricerca di articoli pubblicati in lingua inglese fino all’11 settembre 2022. La strategia di indagine includeva i termini “Tamoxifene”, “Tumori della mammella” e “MicroRNA”. Gli studi dovevano essere originali e sperimentali finalizzati a verificare se i miRNA risultano efficaci in corso di trattamento con tamoxifene. Dei 565 documenti inizialmente reperiti, alla fine gli esperti hanno selezionato 75 studi che hanno soddisfatto i criteri di inclusione. Sono stati valutati 105 miRNA. 44 di questi hanno dimostrato un effetto positivo mentre 47 inibiscono l’attività del tamoxifene. Quattordici miRNA hanno avuto un effetto controverso nel senso che alcuni articoli riportano effetti positivi mentre altri riferiscono esiti negativi. Gli Autori concludono che lo studio dei miRNA che influenzano la funzione del tamoxifene nelle pazienti con cancro della mammella può facilitare l’identificazione di soggetti a maggior rischio di recidiva neoplastica e può potenzialmente permettere l’impiego di interventi appropriati per sconfiggere efficacemente la resistenza ai farmaci.
Clin Breast Cancer. 2024 Jun doi: 10.1016/j.clbc.2024.01.015
Scusate ragazze se non vi rispondo ancora sto in alto mare
Tutto il pomeriggio febbre poi mi hanno fatto prendere tachi 1000 e adesso sto meglio
Domattina mi aspettano finalmente per darmi la terapia giusta!
Comunque la trasfusione ha fatto miracoli!
Grazie a tutte e al dottor Catania
Spero di darvi domani buona notizie!
Vvb
Isa🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈❤️❤️❤️❤️❤️
Loriiii!!!! Un abbraccione anche a te!