Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
ladybug
Marea:
Vabbè ve lo racconto perché effettivamente fa un po' sorridere. Mi ero portata le classiche mutande "brutte", perché ad ogni tappa ne buttavo via un paio che avevo usato quel giorno. Ma sai che leggendo di queste maratone e zaini pesanti la prima cosa che ho pensato è che dovessi farlo io porterei delle mutande usa e getta 😅😅
ladybug
Linda1980:
Per quanto tempo immobile?Ma il macchinario é aperto VERO????Si si aperto e non ti accorgi di niente. Io sul lettino ci stavo 10-15 minuti
- Modificato da ladybug
salvocataniaMedico Chirurgo
G31:
Un saluto al dottore dalla val di fassaDove esattamente ?
Ho avuto una casa per 25 anni a Canazei dove andavo ad allenarmi in estate ed inverno per sci, scialpinismo, sci di fondo, deltaplano, parapendio, Mountain bike, skiroll, thriathlon, .........
Tanti bei ricordi......malgrado 12 fratture .
Non ho avuto fratture solo alla colonna, bacino e femore .
Tornavo spesso a Milano con il gesso....mai però con il cartone
https://www.corrieretneo.it/2024/08/03/patti-in-ospedale-cartone-al-posto-del-gesso-per-immobilizzare-una-gamba-procura-apre-un-fascicolo/
ladybug
Linda1980:
Per quanto tempo immobile?Ma il macchinario é aperto VERO????Si si aperto e non ti accordi di niente. Io sul lettino ci stavo 10-15 minuti
salvocatania:
C'entra poco il coraggioDottore sarei d'accordo con lei se stessimo parlando di un qualsiasi viaggio in solitaria. Ma lei ha dovuto fare i conti con condizioni climatiche estreme e animali pericolosi. Una dose di coraggio deve avercela messa x forza
ladybug
Juventina Fiduciaria:
Ma una parte del mio cuore è rimasta la. Chissà se il mio vicino ha mangiato …dieta cremosa perché nn deglutisce bene….C’era una ragazzina di 16 anni con il turbante chirurgico…
Era un mondo. O forse un girone dantesco… io ne sono uscita.❤️
Il tuo racconto mi ha fatto venire i brividi 😔😔😔
Intanto faccio il tifo per una tua rapida ripresa 👍💪
salvocataniaMedico Chirurgo
ladybug:
Dottore sarei d'accordo con lei se stessimo parlando di un qualsiasi viaggio in solitaria. Ma lei ha dovuto fare i conti con condizioni climatiche estreme e animali pericolosi. Una dose di coraggio deve avercela messa x forza Lucy:
Dott. Catania le sue avventure e quelle dei suoi amici sono meglio di un romanzo di Salgari!!!
Vogliamo un librooooo!!!!
A che serve un libro ?
Le mie "avventure" , ma già la vita è una avventura, le racconto raramente e l'esclusiva l'ho data solo a questo blog o ai nostri convegni per spiegare quanto ho imparato sulla resilienza , sul bagaglio a mano, sul piano B, C, D...sino al piano Zeta quando sembra che ogni Speranza sia svanita e quindi per spiegare come le mie esperienze siano la prova che
....
Riporto qui una delle esperienze cruciali della mia vita che ho raccontato nel blog un anno fa. Non riporto il finale perchè se sono qui a raccontarlo vuol dire che parliamo di lieto fine. Ma questa esperienza mi ha portato solo vicino alla morte e con la Signora Mietitrice ho giocato a scacchi per diversi giorni. In questa esperienza ho temuto di morire per giorni ed ho avuto paura della morte.
Non sapevo che avrei avuta anche una esperienza dove , mentre il mio aereo con un motore in fiamme precipitava in stallo sull'Oceano indiano, ho realizzato che se
"non hai più dubbi che sei già morto , non hai più paura della morte, perchè il morto non teme più la morte "
--------
Barbar70:
No dottore stavolta, ci conosciamo da 10 anni, sono totalmente in disaccordo con lei.Lei ha molto da insegnare e trasmettere per mia esperienza diretta.Lei forse non ricordera' avendo tanti impegni .Nel 2011-2012 ho seguito tutti i suoi corsi ad attive come prima frequentati da diverse donne disperate di tutte le regioni e , denominatore comune, affamate di speranza.Un giorno si parlava di "non sai quanto sei forte sino a che essere forte e' l'unica scelta che hai" e lei ci racconto' di quando era stato abbandonato dai Tuareg nel Niger ed era stato costretto a tirar fuori le residue forze per alimentarsi e bere.
Non ci aveva dato molti dettagli su questa sua terribile esperienza.Ne aveva fatto cenno come se fosse stata una esperienza capitata a tutti i mortali.Noi alla fine di ogni corso che si teneva l'ultimo venerdi' del mese insistevamo perche' ne volevamo sapere di piu'
E lei si scherniva e svicolava sino a che ci promise che avrebbe proiettato alcune foto di quella esperienza all'ultimo corso dell'anno che cadeva a giugno.
Era evidente che non volesse parlarne con nessuno ma ormai si era spinto oltre e non poteva fare marcia indietro. Sembrava quasi pentito di essersi lasciato scappare quella confidenza.
All'ultimo corso ha portato le diapositive.Foto scioccanti della sua borraccia con la sua urina, foto dei suoi pasti di emergenza ed una lezione magistrale sui frutti del deserto quasi tutti velenosissimi e la scelta oculata di quelli disgustosi, ma non letali.Per sopravvivere !
Ne parlava come se parlasse dei chemioterapici !Non passo' sotto tono il fatto che per avere fatto le scelte salvavita evidentemente aveva studiato prima fauna e flora del deserto !Quindi la conclusione facile era dentro di noi che per sopravvivere occorrono anche le conoscenze.Ho stampate quelle foto nella mia mente. Una ad una.
Tutte quelle che erano presenti , da Clara, Federica, Vanessa ecc le hanno stampate chiare e nitide nella loro mente.Ma lei lo sa cosa ha provocato in noi tutte ?Ci ha stanate dal guscio ed abbiamo smesso per la prima volta di lamentarci di qualcosa !
Lei ha operato , non so se fosse nelle sue intenzioni, un vero miracolo !Quindi non scriva che le sue esperienze non servirebbero ad altri !Sono trascorsi 7 anni ed io le ho tatuate nella mia mente e le richiamo tutte le volte che mi sento stanca e fragile.
Non ci scrivero' mai un libro per le ragioni che ho spiegato , ma credetemi e' estremamente difficile raccontare in un solo commento una vicenda complicatissima che mi e' capitata circa 20 anni fa .
Provero' solo a darne una stringata idea.
La vicenda si svolge nel deserto del Tenere' ( significato "il nulla") in Niger.
Che ci facevo io li' nel "nulla"?
2 anni prima mi ero adoperato in Italia per raccogliere una quantita' enorme di attrezzature sanitarie in disuso da noi ma perfettamente funzionanti e portarle in una parte del mondo dimenticata da tutti
Nel deserto del Sahara esiste un popolo che, pur essendo da secoli una Nazione, non ha la sua terra e vive in esilio. Questo piccolo e fiero popolo resiste in parte nelle tendolopoli all'estremo sud del deserto algerino ed in parte nel suo antico territorio oggi "occupato" dal Marocco: è il popolo dei Saharawi.
.
Non mi dilungo su questa esperienza che merita un racconto a parte perche' accompagnato dal sottoscritto il materiale venne imbarcato alla base di Sigonella di Catania e trasportato in aereo sino a Tindouf in Algeria , dove mi aspettava un funzionario Nigerino dell'Onu con il quale con una carovana di fuoristrada abbiamo portato il materiale sino a quella parte di deserto dimenticata dal mondo.
Abbiamo percorso quasi 350 km di deserto in condizioni precarie e pericolosissime : facevamo la pipi' a ridosso dei fuoristrada perche' fuori della pista tutto il deserto era stato minato dai marocchini.
Dopo la consegna, l'amico nigerino proveniente da una tribu' di Tuareg mi ringrazia e si mostra disponibile ad esaudire tutti i miei sogni , avendo appreso durante la traversata della mia malattia per il deserto. Parlava diverse lingue tra cui il francese.
" Mi piacerebbe attraversare il deserto del Ciad " replico subito io !
E lui " troppo pericoloso e poi non saprei come aiutarti "
"Allora mi piacerebbe partecipare ad una traversata del sale da Bilma ad Agadez (oltre 600 Km)
.
.
.
.
. Accontentato !
Perche' gli azalai o carovane del sale esistono ancora
https://www.luomoconlavaligia.it/viaggi/niger-tuareg-carovane-del-sale
A volte anche adesso agli amici racconto la vita di circa 20 giorni e notti con i tuareg, fierissimi nel loro abbigliamento blu e che mi incutevano inizialmente un certo imbarazzo quando intorno ai loro falo' della sera lentamente con gesti sempre misurati consumavano il rito del te' mentre io fremevo, occidentale solo in apparenza civilissimo, per ingozzarmi subito della mia cena .
La carovana del sale prevede una regola brutale ma ineludibile.
E tutti ne sono a conoscenza.
Chi si trova in difficolta' viene abbandonato, uomo o animale, per non compromettere la vita di tutta la carovana.
Tutto e' andato bene per circa 20 giorni e i miei amici mi guardavano increduli aspettando di vedermi crollare sotto i 50 gradi di mezzogiorno o vicini allo zero di notte quando ci si arrampicava sui rilievi.
Li' il terrone ero io perche' loro non parlavano mai mai neanche tra di loro !
Si guardavano attraverso lo spiraglio del loro velo e si capivano senza profferire parola. Minchia...non parlavano mai neanche tra di loro!
Sino a che e' scoppiata una tempesta di sabbia. Chi non l'ha vissuta non puo' immaginare cosa voglia dire essere investiti da una tempesta di sabbia, Non si vede nulla e se si lascia un solo cm di pelle scoperta questa viene smerigliata sino al sangue dalla furia del vento con la sua sabbia.
Poiche' una tempesta di sabbia secondo i Tuareg puo' durare un numero di giorni dispari cioe' 1,3,5,7 giorni...chiaramente la carovana va avanti lo stesso.
Durante la tempesta solo in quella occasione si cavalca il cammello . Perche' I cammelli sono carichi di sale.
Io ho cercato di salire su quello assegnato a me sul quale avevo il mio bagaglio compreso l'occorrente per sterilizzare l'acqua. Il mio cammello bastardello evidentemente si rese conto che non fossi il suo dominante e rifiuto' con le brutte di farsi montare. Tutto in piena oscurita'. Allora per evitare di perdere ogni riferimento a tentoni piano piano mi spostai in testa alla carovana dove ci stava il Madugu che e' un personaggio (il mio parlava francese) che mi ha affascinato al punto da studiarlo da mattina a sera. E' una professione ambita quella del madugu e richiede molte doti. Capo carovana e guida della carovana. Sin da piccoli imparano ad orientarsi nel deserto di notte e di giorno senza utilizzare alcuno strumento.
Mi affiancai a lui in piena tempesta e mi resi conto pur vedendoci pochissimo che aveva apprezzato molto il mio grande coraggio.
Minchia.... Ma quale coraggio...tutta colpa del cammello che mi aveva scalciato.... al punto di contringermi ad affiancarmi a lui.
La tempesta e' durata circa 10 ore e quando si cominciava a rivedere il deserto il madugu (come io faccio con Titina) mi rimprovera con lo sguardo perche' non mi aveva visto bere . A gesti gli faccio capire che la mia acqua sterilizzata e' sul cammello. Allora lui mi offre la sua. Ho pensato "Salvo non lo fare !" ma ovviamente non ho potuto rifiutare . I Tuareg sin da piccoli si adattano a bere acque con cariche batteriche per noi assolutamente fuori soglia.
Ci fermiamo per la sosta e verso l'una del mattino devo correre nel cagatoio delle dune. Una due ,tre, quattro...non mi ricordo quante volte . Il mio mega orologio con tutto incorporato (bussola termometro temperatura cutanea) impietoso con il suo sensore mi segnala febbre a 40 C.
Alla ripartenza le mie condizioni sono veramente precarie . Il madugu impietosito mi fa legare sul mio cammello con le corde . Di quella giornata mi ricordo solo I deliri che avevo sotto il sole cocente. Mi svegliavo a tratti ma solo per il dolore provocato da una delle corde del braccio sinistro che era affondata nella pelle sino a scoprire la fascia muscolare. Ne porto ancora una ampia cicatrice.
Alla sera quando ci siamo fermati per la sosta mi sembra di star meglio perche' mi ricordo disteso intorno al loro falo' di avere trangugiato il loro te' !
Mi ricordo di avere persino mangiato il loro cibo "energetico" (datteri con formaggio di capra). Di avere assaggiato anche la loro farinata (di solito mangiavo i miei alimenti concentrati liofilizzati degli astronauti).
Sul fuoco di sterpi bolle una farinata di miglio e acqua, cui viene talvolta aggiunto del formaggio di capra secco.
Ricordo intorno a quel falo' il latte di cammella e tè, sempre molto zuccherato.
Pensavo di averla fatta franca perche' mi ero riappropriato della MIA acqua.
Al mattino presto si riparte e penso ormai di potere arrivare con loro ad Agadez anche perche' mancano solo 80 km circa.
Ma non va come avevo sperato ! Torna la febbre altissima e diarrea continua che mi costringe a stare in fondo alla carovana . Sono costretto piu' volte a rincorrerli sino a che su una ultima duna piu' alta delle altre ...li vedo lentamente sparire all'orizzonte.
Dopo 20 anni periodicamente mi succede ancora adesso di svegliarmi...mentre vedo una carovana che sparisce all'orizzonte.
Ogni tanto mi viene in mente la lunga sosta su quella duna con la febbre altissima.
Ogni tanto ripenso ma senza angoscia a quella partita a scacchi su quella duna con un cielo stellato luminosissimo. Partita a scacchi con La Signora Mietitrice beffarda.
Sapevo che se qualcuno avesse voluto cercarmi sarebbe arrivato li' troppo tardi .
Mi fermo qui ma per la prima volta compresi il vero significato di
"non sai quanto sei forte sino a che essere forte e' l'unica cosa che ti resta "
Avevo due borracce e , mi stupisco ancora, di averne quasi in automatico riempita una, man mano che mi idratavo, della mia urina, ma sapevo che quella fonte si sarebbe esaurita presto.
Barbara:
Quindi la conclusione facile era dentro di noi che per sopravvivere occorrono anche le conoscenze.Non racconto per molte ragioni i dettagli di quei giorni di speranza e disperazione, ma certamente le conoscenze contribuiscono alla sopravvivenza.
Sapere di essere solo a 80 km da Agadez rappresentava la mia speranza. Nel deserto non serve correre veloci, ma andare avanti a lungo e quella distanza con la mia esperienza di ultramaratoneta non rappresentava una impresa impossibile.
Ebbi la freddezza e lucidità di non affrettarmi , ma di concentrarmi a recuperare gli effetti della febbre e risolvere il problema della idratazione.
Come si puo' ereditare l'impotenza appresa al contrario si puo' ereditare la potenza (=conoscenza ) appresa.
Il mio amico per la pelle, morto poi sul Mobby Prince, mi aveva educato a prepararmi sempre ad un piano B . E il piano B deve essere studiato in tutti i dettagli prima della impresa.
Io avevo studiato notte e giorno a Milano
a) mappe militari del percorso
b) come gestire il pericolo della ipertermia a mezzogiorno (>50 C) o della ipotermia a mezzanotte ( 0 C). Basta sapere ad esempio che scavando una buca nella sabbia di circa mezzo metro e' possibile ridimensionare la temperatura di 15-20 gradi
c) alimentazione : non ci sono supermercati nel deserto, ma non si puo' mangiare indiscriminatamente tutto cio' che si trova perche' alcuni alimenti possono solo accelerare la morte. E gli animali piu' disponibili a farsi trovare sono quelli striscianti, ma in genere scappano , e questo e' un guaio, piuttosto che aggredire.
Io avevo studiato tutta la fauna e flora commestibile e non commestibile che e' possibile trovare in un deserto.
Ad esempio lo scorpione e' commestibile se si priva delle ghiandole velenifere.
Con un bastone si puo' facilmente immobilizzare e se si ha la pazienza di aspettare prima o poi cerca riparo sotto il sacco a pelo per proteggersi dal freddo della notte.
La flora non abbonda nel deserto dove purtroppo ci sono piu' piante velenose che commestibili.
La ricerca di un frutto non serve tanto per mangiare qualcosa. Si puo' resistere senza mangiare anche a lungo, ma si resiste poco se non ci si idrata ed alcuni frutti servono ad apportare soprattutto liquidi.
Ci sono diverse tentazioni letali nel deserto quando si rischia di morire disidratati
ad esempio quello della
Calotropis Procera: velenosa !
Assomiglia all'avocado e per chi sta morendo di sete e' una tentazione irresistibile !
La linfa di queste piante è talmente potente che se entra a contatto con gli occhi si diventa ciechi, i Berberi la utilizzano come rimedio contro le verruche.
Marigi Fiduciaria
Juventina Fiduciaria:
Cmque ora sono a casa.Avevi scritto un attimo prima di me.
Purtroppo negli ospedali si vivono vicende tristi, le proprie e quelle degli altri. Non c'è niente da fare
Mia figlia, da piccola, per una serie di casini, lunga da raccontare, finimmo a San Giovanni Rotondo in oncoematologia pediatrica per un problema di piastrine provocato da farmaci propinati in un precedente ricovero qua a Foggia . Volevo scappare di là. Sono passati più di 20 anni e ancora mi tornano in mente tante cose. Vabbè.
Purtroppo è così.
Sono contenta comunque che vai già un pochino meglio e soprattutto che sei a casa.
- Modificato da Marigi Fiduciaria
Linda1980
Juventina Fiduciaria
Ho la pelle d' oca♥️
Ti abbraccio forte e ti auguro una veloce ripresa
Ho la pelle d' oca♥️
Ti abbraccio forte e ti auguro una veloce ripresa
Linda1980
ladybug
Grazie♥️
Grazie♥️
Alerai91
Juventina Fiduciaria
Sto provando a scrivere a scrivere qualcosa ma puntualmente cancello perché ogni parola sembra futile ❤️🩹💔
Sto provando a scrivere a scrivere qualcosa ma puntualmente cancello perché ogni parola sembra futile ❤️🩹💔
Mar fiduciaria
Juventina Fiduciaria:
Eccomi blog del mio ❤️.
Questo intervento mi ha provata psicologicamente per una serie di cose che ora proverò’a raccontarvi. Spero, cosi’ a caldo, di nn urtare la sensibilità di nessuno.
Premesso che e’ stato tutto un po’ grottesco , sono stata ricoverata in un reparto “d’appoggio “ in day surgery che chiudeva i battenti il venerdì sera. Qui venivano ricoverate le persone che facevano interventi diversi ( a una signora toglievano una vena, all’altro un lipoma alla spalla)
Questo reparto era al quarto piano di quattro, senza aria condizionata, dove la notte che sono stata le zanzare mi han pizzicato 8 volte. Un infermiere carinissimo mi ha portato un pinguino x rinfrescare l’aria, che però durante la notte ha deciso di abbandonarmi perendo in una pozza d’acqua soccombendo ai 37 gradi della città. Un caldo soffocante che nn vi dico…un supplizio tenere le calze antitrombo .
Io avrei dovuto essere operata di giovedi , tornare li ed essere dimessa il venerdì.
Invece sono stata ricoverata li, ho fatto la notte e poi sono stata trasportata in un’altra ala dell’ospedale direttamente in sala operatoria… ( perché appunto il mio intervento e’ slittato di un giorno causa guasto sala) tant’è che il mio zainetto è stato assegnato a un’infermiera perché nn avevo il letto in neurochirurgia.
Il nuovo reparto era diversissimo dal precedente perché li vi erano pazienti operati al cervello. ..C’erano 20 gradi costanti.
Io sono stata messa in camera con un uomo… e mi viene da piangere se penso a come sta. La mia maledetta empatia, il come sono fatta io… dal primo momento ho avuto pensieri tristi e negativi… concentrati in questa frase … che senso ha?
Si una frase senza speranza.
Perché? Che diritto ho di pensare questo io che sono qui x una stupidissima ernia?
Perché tanta sofferenza tutta insieme, la perdita della dignità umana, il ridursi a nn riuscire a parlare ma farsi capire solo con le lacrime che scendono, il nn fare la pipì o la cacca da soli, cicatrici enormi che sfiguravano crani…occhi chiusi e difficoltà di linguaggio… quale è il senso? Io mi convinco del fatto che questa loro fase e’ passeggera, sono appena usciti dalla terapia intensiva e credo sia normale che stiano cosi… fa parte del loro percorso di guarigione. Torneranno alla vita.
Cmque ora sono a casa. Lo so, a voi interessa sapere come sto. E sto meglio, ho mangiato un po’ e ho dolore solo al punto operato, cammino già dritta! Ho un po’ di parestesia al piede sx e con il tempo spero passi.
Ma una parte del mio cuore è rimasta la. Chissà se il mio vicino ha mangiato …dieta cremosa perché nn deglutisce bene….C’era una ragazzina di 16 anni con il turbante chirurgico…
Era un mondo. O forse un girone dantesco… io ne sono uscita.❤️
Carissima Juventina, amica mia❤️
Non urti la sensibilità di nessuno, ti assicuro! Come potresti tu che in questo post hai mostrato tutta la tua sensibilità e la tua capacità di condivisione del dolore altrui?
Il racconto delle tue vicissitudini è stato solo in parte concentrato sulle tue difficoltà e sofferenze, come sarebbe stato naturale , ma poi lo sguardo si è allargato su tutto quanto ti circondava è quella che tu chiami “maledetta empatia” , credimi, è un dono, perché ti salva dall’ egoismo e dalla indifferenza che è il peggiore dei mali.
Mi sei stata istintivamente simpatica da subito, per il tuo nick name, per le frasi scherzose rivolte al dottore, ma anche e soprattutto per la tua franchezza dimostrata in più di un’occasione
Ora basta… contenta che sia a casa, spero che presto possa stare decisamente bene. Te lo meriti
Un bacione
Flaminia
salvocatania
Non ho parole una storia incredibile... Non un racconto di vita ma mille vite vissute in una sola!
Lei si che può dire di avere vissuto e non sopravvissuto!
La stimo molto per tutto, dal coraggio alla forza mentale, dalle conoscenze alla grande cultura...
Non ho parole una storia incredibile... Non un racconto di vita ma mille vite vissute in una sola!
Lei si che può dire di avere vissuto e non sopravvissuto!
La stimo molto per tutto, dal coraggio alla forza mentale, dalle conoscenze alla grande cultura...
Arcobaleno
Juventina Fiduciaria:
Buongiorno blog!!!
Oggi posso dire che va un pochino meglio, ieri e’ stata davvero impegnativa. Ho avuto nausea fortissima fino a stanotte. Oggi mi sento dolorante ma almeno ho mangiato una marmellatina e bevuto un po’ d’acqua.
Grazie
Grazie
Grazie
Nn finirò mai di ringraziare tutti ❤️ x avermi tenuta x mano
Arcobaleno
Marea:
Mi ero portata le classiche mutande "brutte", perché ad ogni tappa ne buttavo via un paio che avevo usato quel giorno. Quindi ora sapete che ho disseminato le mie mutande nell'indifferenziato del cammino di sanmarea
Isa55
Juventina
Purtroppo in ospedale si vede di tutto! Ma non hai urtato la sensibilità di nessuno anzi !!
Io non mi lamento mai anche dei piccoli effetti collaterali! Pensando a chi problemi più grandi!
Adesso a casa coccolata guarirai presto e andrai al mare!!!
Un abbraccio!
Purtroppo in ospedale si vede di tutto! Ma non hai urtato la sensibilità di nessuno anzi !!
Io non mi lamento mai anche dei piccoli effetti collaterali! Pensando a chi problemi più grandi!
Adesso a casa coccolata guarirai presto e andrai al mare!!!
Un abbraccio!