Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

Ex utente
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salvocatania
Mi perdoni, significa che ho scritto giusto , no sospetto oncologico? Abbi pazienza ma sono mezza fuori di testa in questo momento
salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Patri70:
No ma lo vorrei fare.
Mio padre aveva fatto una scrittura privata ma non ha fatto in tempo a registrarla.

Quando sono stato ricoverato io appena mostravo loro il mio avambraccio
si riunivano a lungo prima di iniettarmi anche la sola acqua fisiologica.

Come vede c'è una scappatoia più efficace da registrazioni presso notai o altro
sole 66
sole 66
Alerai91:
Vive più che serenamente, è anche un po’ rompi scatole (un po’ tanto)

Un abbraccio forte al tuo rompicoglioni come diciamo qui.........
salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
ClaudiaDM:
Mi perdoni, significa che ho scritto giusto , no sospetto oncologico? Abbi pazienza ma sono mezza fuori di testa in questo momento

sospetto oncologico
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salvocatania
Mi perdoni, significa che ho scritto giusto , no sospetto oncologico? Abbi pazienza ma sono mezza fuori di testa in questo momentosalvocatania


Io la ringrazio di cuore
salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Ortoressica:
La tosse si palesa ogni tanto. Mi sa che il Dott. Catania e alcune di Voi ci avevano preso pensando a una tosse da reflusso.

Non è che "ci avevamo preso per caso" , ma era pur se a distanza una diagnosi molto ragionata.
rosy64
rosy64
ezio 73
Grazie Ezio per queste testimonianze. Ci fanno vedere il futuro con più ottimismo😍
Questo ci fa capire che la medicina va avanti
- Modificato da rosy64
rosy64
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ClaudiaDM
Benvenuta nel gruppo
rosy64
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salvocatania
Grazie Dottore, in questi momenti di sbandamento, fa bene a ricordarci quant'è sono le sopravvissute di questo blog😍💪❤️
Patri70
Patri70
salvocatania:
Come vede c'è una scappatoia più efficace da registrazioni presso notai o altro

Sicuramente il tatuaggio è una comunicazione immediata che pone riflessione a chi ci cura o soccorre...ma mi chiedo se verrá presa in considerazione da qualsiasi medico ci capiti o qualcuno magari per paura possa non considerarla.
Per mio padre per quanto lui a fatto capire le sue volontà comunque hanno chiamato me prima di scrivere in cartella che lui rifiutava ogni altra forma di terapia.
Tati
Tati
Dottore
Buongiorno Dottore
Come ho già scritto mi trovo in ospedale per seconda tdm
Inizialmente la dottoressa che mi segue mi ha parlato di 14 cicli di tdm
Perché generalmente nella neudiuvante si fanno 4 quindi per arrivare a 18 ne mancano 14.

Domanda: durante la mia terapia neudiuvante ho fatto 9 cicli di perturbamento e trastuzubam più altre due infusioni prima dell’intervento.
A qsto punto devo fare meno cicli di tdm dei classici 14?

La dottoressa è rimasta spiazzata ha detto che chiederà al primario.

Secondo la sua esperienza?

Grazie
Ortoressica
Ortoressica
salvocatania:
Non è che "ci avevamo preso per caso" , ma era pur se a distanza una diagnosi molto ragionata.

Dottore grazie per la risposta.
Tati
Tati
Costanza74:
Tati quanti anni ha tuo figlio?

6 anni
salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Norma86:
Dottore
è uno dei pochi che non ha commentato la morte di Shannen Doherty.
Un caso o c'è una ragione ?
#701.580 Scritto: Oggi 09:39

L'uno e l'altra !

Che commento a fare se poi leggo commenti del tipo (scritto oggi)
Rosamaria:
Buongiorno ragazze e dottore.
Scusate l'assenza.
Per qualche settimana, ho provato a "dimenticare" la mia malattia.
Mi sono riempita le giornate con il lavoro, il mare, una vita "normale".
Ieri, però, ho letto della morte di Shannen Doherty e tutto il buio è tornato


Scusate lo sfogo e buona giornata a tutte voi

Cioè tutto l'opposto di quanto abbiamo scritto in 1270 volumi da 225 pag/cad

A che servirebbe riscrivere che è impossibile "rimuovere"(=dimenticare) la paura della malattia, nel senso che la paura come il dolore non si superano dimenticando, ma si attraversano con l'aiuto di strategie mille volte illustrate di "abituazione e desensibilizzaione", favorite da "effetti alone" illustrati nel blog da decine di approfondimenti.

Cosa dovrei scrivere inoltre che non sono affatto d'accordo con le tecniche di comunicazione di molti colleghi dei quali mi sono alienate le simpatie a seguito di una dozzina di editoriali che ho scritto sulle principali testate mediatiche italiane? Proprio ulle tecniche di comunicazione delle cattive notizie.
Riporto la più contestata a seguito della quale mi sono arrivate anche numerose minacce di morte dai valorosi NO VAX di cui è piena l'Italia spalleggiati dai poteri forti della politica.
Il più coraggioso messaggio mi indicava gli indirizzi dei miei figli .......

Eppure io non avevo attaccato nessuno in particolare nel mio editoriale sul Corriere della Sera

https://www.medicitalia.it/blog/senologia/8609-le-ragazze-fuori-di-seno-sul-corriere-della-sera.html


Cosa insegna l'esperienza di narrare gravi malattie

Noi e il Covid: È pregevole l’intenzione di rassicurare la popolazione, a partire dai giovani, ma quando si danno informazioni ambigue passano messaggi pericolosi
di Salvo Catania chirurgo oncologo, moderatore-facilitatore del Blog Ragazze Fuori di Seno
Nessuno sa se ci sarà una seconda ondata della pandemia.Tutti ci rassicurano che ora abbiamo imparato a contenerla, ma dall’esperimento psicologico in corso nel Blog Ragazze Fuori di Seno (medicitalia.it) sembra che non tutti abbiano imparato dalla recente esperienza a comunicare le cattive notizie: medici, giornalisti e politici. Il blog nato nel 2010, diventato in contenuti il primo al mondo di Medicina Narrativa, è animato da 1.200 donne con tumore al seno di 4 continenti con 250.000 commenti equivalenti nel cartaceo a 450 volumi di 225 pag/cad.
Narrare l’esperienza di una grave malattia è una strategia che può aiutare il paziente a rimettere insieme i suoi pezzi che la stessa ha frammentato. Quando una persona si ammala è ferita non solo nel corpo, ma soprattutto nel suo senso di orientamento, come se avesse perso ogni punto di riferimento. Si crea una separazione, come vivere dentro un acquario: tu vedi il mondo fuori, diverso, e gli altri non possono entrare anche perché la gente intorno prende le distanze. Pensa cosa gli posso dire? E finisce per non dire nulla. Il medico può decidere se entrare nell’acquario anche se il percorso scolastico l’ha formato paradossalmente a restarne fuori, perché noi medici siamo addestrati a lenire il dolore o annullarlo del tutto con l’uso di anestetici, mentre non siamo stati preparati all’idea di generare dolore somministrando cattive notizie o peggio sentenze di morte. Il blog — nonostante che alla paura del cancro, alle difficoltà di accedere ai controlli e terapie si fosse aggiunta la paura del nuovo e invisibile nemico — ha retto in tutta la fase del lockdown all’infodemia schizofrenica dell’informazione, rifugiandosi nella narrazione, condivisa dentro l’acquario senza mai perdere in resilienza, che considera la speranza una passione rivoluzionaria che anticipa il meglio mentre si vive il peggio. Diventare resiliente nulla ha a che vedere con il coraggio. Abbiamo infatti abbandonato da anni il linguaggio guerresco enfatizzato dai media, secondo il quale per affrontare il cancro occorre coraggio e tenacia, per adottare invece la strategia opposta del «Calati juncu ca passa la china»: il giunco non si oppone… non avrebbe scampo… lascia passare la piena e riemerge più forte di prima. Ha retto bene all’infobesità delle fake news dei No Mask, No Vax, e No Brain. Ha retto bene persino dinnanzi alla prospettiva della morte, allenati a includerla nell’orizzonte degli eventi naturali. Sino al 31 maggio! Ma quando è arrivato lo tsunami negazionista del «virus inesistente» è imploso ed esploso con una reazione di rabbia inusitata per un blog dove siamo temprati a usare il tasto «ignore» all’arrivo di informazioni destabilizzanti.
La reazione più vivace da parte delle utenti che avevano contratto il Covid inesistente e l’avevano superato e delle utenti che avevano perso un familiare «relativamente giovane e senza alcuna patologia associata». Perché allora la negazione risulta così intollerabile e provoca tali reazioni che all’apparenza possono sembrare spropositate?
Spesso chi deve comunicare un risultato scientifico o assumere decisioni pubbliche teme che la manifestazione dell’incertezza sia considerata un segnale d’incompetenza. Diversi recenti studi hanno suggerito che una comunicazione trasparente dell’incertezza potrebbe contribuire invece ad accrescere la fiducia nelle istituzioni, non a minarla. Molti credono che per rassicurare le persone basti il proprio Impact Factor « Io sono più scienziato degli altri», trascurando quelli più importanti tra cui l’Empathy Factor e Credibility Factor. Queste reazioni non devono stupire e si spiegano perché viene disattesa la regola-base di come si dovrebbero comunicare le cattive notizie (How to Break Bad News –R.Buckman 1992): «Una iper-rassicurazione compensatoria è l’opzione più pericolosa perché allontana dalla situazione reale, che è in continua evoluzione», che anche il maestro Umberto Veronesi aveva semplificato: «Pessimisti sulla diagnosi e ottimisti sulla prognosi». La comunicazione vaga, ambigua e ambivalente genera diffidenza e i richiami inappropriati alla positività e all’ottimismo hanno un effetto paradosso in chi, non riuscendo a essere positivo a comando, si angoscia ancora di più.
È sicuramente pregevole la buona intenzione di voler rassicurare tutta la popolazione a partire dai giovani, ma quando si danno informazioni ambigue, perché l’unica cosa certa è che il virus non è mutato e cosa accadrà nei prossimi mesi nessuno lo sa, del tipo «giovani andate in vacanza, divertitevi e siate positivi perché il virus è scomparso e i morti ci sono solo tra i suscettibilivulnerabili-fragili», passa un doppio messaggio: da una parte rassicurante per molti giovani che però abbassano la guardia e tornano dalle vacanze «positivi» come da raccomandazione negazionista, spesso asintomatici, ma vanno a contagiare i genitori o i nonni, visto che in Italia abbiamo la più alta densità di bamboccioni in casa.
Passa però contemporaneamente un messaggio terroristico per i soggetti inclusi nella categoria a più alto rischio e cioè i suscettibili-vulnerabili-fragili. Quanti sono? Più di metà della popolazione: ipertensione arteriosa (16 milioni di persone), età over 65 anni (14 milioni e di questi 7 milioni over 75), obesità (9 milioni), survivors a tumori (3,5 milioni), insufficienza respiratoria (3,5 milioni), malattie autoimmuni (2,5 milioni), malattie cardiovascolari (1,5 milioni), insufficienza epatica e renale (1 milione), cui vanno aggiunti 7,5 milioni di persone che in questo inverno hanno contratto l’influenza, poiché uno studio recente ha mostrato in questo campione un fattore di rischio aggiuntivo che può favorire una evoluzione negativa del Covid 19.
 
Fonte
Il Corriere della Sera
Data pubblicazione: 14 settembre 2020
- Modificato da salvocatania
salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Tati:
Dottore
Buongiorno Dottore
Come ho già scritto mi trovo in ospedale per seconda tdm
Inizialmente la dottoressa che mi segue mi ha parlato di 14 cicli di tdm
Perché generalmente nella neudiuvante si fanno 4 quindi per arrivare a 18 ne mancano 14.

Domanda: durante la mia terapia neudiuvante ho fatto 9 cicli di perturbamento e trastuzubam più altre due infusioni prima dell’intervento.
A qsto punto devo fare meno cicli di tdm dei classici 14?

La dottoressa è rimasta spiazzata ha detto che chiederà al primario.

Secondo la sua esperienza?

E come faccio a sapere io quale sia il programma terapeutico da loro stilato se addirittura è spiazzata l'oncologa che si occupa della sua terapia ?
- Modificato da salvocatania

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