Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
A chi mi ha chiesto privatamente del perché avessi allegato il link
http://cristinacenci.nova100.ilsole24ore.com/2016/09/29/la-medicina-narrativa-digitale-diventa-di-gruppo/?refresh_ce=1
Perché nell'articolo si parlava di noi.....
" Il Digital Narrative Group proposto da DNM cerca di valorizzare al massimo le potenzialità positive delle comunità online, inserendole però in un contesto digitale protetto e finalizzato a obiettivi clinici. Un lavoro pioneristico in questo ambito è stato fatto su medicitalia da Salvo Catania con il gruppo ragazzefuoridiseno. Salvo Catania è stato tra i primi a scrivere un libro di medicina narrativa in Italia e tra i primi a intuire le potenzialità del gruppo digitale per il processo terapeutico....................
Sì Antonella ci sono, sia pure in silenzio. Per certi versi doveroso dal mio punto di vista. Per quello che scrivete, per come lo scrivete. Perché non si tratta soltanto di parole. Vi leggo cercando di capire. Di capirvi. Ma non sempre ci riesco (e non mi succede solo con voi...)
Quello che lei chiama il "terzo universo" a me sembra piuttosto un universo di universi perché la prospettiva cambia molto in funzione del tipo di rapporto e del grado di coinvolgimento: una cosa sono gli amici altra è la famiglia; una cosa è il compagno/la compagna, altra sono i genitori, altra ancora i figli. Di certo il senso di rabbia, sia pure con gradi di intensità assai diversi, riguarda tutti: tutti abbiamo pensato "non è giusto!" e tutti ci sentiamo defraudati di quel "prima" che ovviamente non sarà più lo stesso. Che però, a leggervi, non sembra dover necessariamente essere una cosa negativa:
"dopo un cancro ti accorgi di ciò che veramente vale la pena o non vale la pena".
Ma forse è proprio questo che crea tensione nei rapporti: insieme alle cure voi intraprendete un percorso che vi costringe a fare i conti con voi stesse senza possibili infingimenti. Anche chi vi sta accanto fa un suo percorso, che però è necessariamente diverso e non è detto che porti agli stessi risultati. Il dolore è sempre un'esperienza individuale ed ha una matematica tutta sua: non si può mai con-dividere, a limite si può solo sommare. E individuale è anche la sua elaborazione. Così qualcuno evita di parlarne preferendo aggrapparsi al suo senso pratico. Qualcunaltro lo vive come una gabbia troppo stretta e vorrebbe solo tornare a respirare. Qualcunaltro semplicemente scappa...
E poi ogni volta che giunge una notizia come quella che riguarda Federica il processo di ri-elaborazione si rimette in moto. E non è semplice. Non lo è per nessuno.
Roberto
Grazie Roberto e...ben tornato !
Strafregandocene dei belati alla luna (non ho parole : sarebbe una colpa invitare qualcuno per godere di un supporto ?????!) vi chiedo di dare una mano a questa nostra amica romana di 34 anni.
Presenta una metastasi linfonodale ascellare a partenza ignota (quasi sicuramente dalla mammella), ma per lei inizia una fase doppia di incertezza : da una parte è già bella e tatuata da un istologico di TRIPLO NEGATIVO dall'altra non si sa ancora se a partenza mammaria.
Non lasciamola sola a districarsi tra le carte dell'incomprensibile ..............MEDICHESE (*NOTA)
https://www.medicitalia.it/consulti/senologia/535954-istologico-dubbio.html
cliccare sull'immagine per ingrandire
(*NOTA)
Il linguaggio fra tutti i professionisti della salute è estremamente pratico e preciso, ma è comprensibile solo agli addetti ai lavori.
Medichese, infermierese, psicologhese è un linguaggio esoterico che il paziente non comprende e dal quale si sente escluso. Ciò per la verità vale soprattutto per il medichese , monolingua, mentre gli infermieri imparano con il contatto diretto con il paziente per un lasso di tempo nettamente superiore ad acquisire un linguaggio bilingue. Ma perché il medico, almeno quando parla con il paziente, non vuol rinunciare al suo gergo esoterico?
Innanzitutto perché risponde allo stereotipo del DISPENSATORE UNICO DELLA SALUTE E DELLA GUARIGIONE e così esercita un bel POTERE seduttivo per i non addetti ai lavori. E poi, forse inconsapevolmente ma spero di no, costituisce un comodo rifugio nelle situazioni difficili.
Io ho imparato sin da giovanissimo da un maestro speciale a tradurre simultaneamente il medichese in italiano in ogni situazione. Umberto Veronesi l'avete mai ascoltato o visto in televisione ?
Utilizza il medesimo linguaggio, chiaro e comprensibile a tutti, che poi è lo stesso che utilizza ad un Convegno Internazionale di oncologi.
Tra l'altro mostrarsi come scienziato da Nobel e dispensatore della salute e guarigione (=in sostituzione del Padre Eterno) non paga .
Guardate (l'allego perché di oggi) cosa appezzano i pazienti-utenti del medico...invece !
https://www.medicitalia.it/salvocatania/#recensioni
Roberto,
qualcuno va anche dallo psicologo e cerca aiuto nell'elaborare quanto sta passando... noi psiconcologi lavoriamo assieme a tutte le persone che a titolo personale, come giustamente sottolinei, entrano in contatto questa malattia!
Ed è giusto che ognuno abbia il proprio punto di vista, le proprie esigenze, le proprie necessità.
Molte delle richieste di supporto da parte dei familiari riguardano la domanda "come posso aiutare la persona cara"? Qualcun altro arriva chiedendo "come posso aiutare me stesso".
Delle volte diamo anche solo "informazioni", quelle informazioni che per un motivo o un altro non possono essere chieste davanti al familiare, o perchè il medico ha a mala pena tempo per rispondere al paziente, figurarsi all'entourage!
X Lunetta: ritorni e di nuovo esprimi il tuo non gradimento verso questo blog. Cos'è che ti interessava invece nei post? Parliamo di quel che ci è successo: è successo che QUI CI SIAMO INCONTRATE/TI tutte/tutti a vario titolo per avere avuto o avere esperienza del cancro, un gruppo di Auto Mutuo Aiuto virtuale sulla VITA con, nonostante, oltre la malattia.
(da fuoridiseno astaccatofanculando al granchio)
Non è un blog di malate che si confrontano sulla MALATTIA, premunite di paraocchi per evitare divagazioni sull'ARGOMENTO.
Antonella, Elisa, Roberto bentornate/o: condivido in pieno!
Dr. Bellizzi bentornato anche a Lei e baci ai pupi!
A tutte e a tutti, a ciascuna e ciascuno un abbraccio!
Antonia
P.S.: strizza passata: anche i nodulini ai polmoni non hanno nulla a che vedere con l'IDIOTA.
@Dott. Bellizzi
Quelli sono i migliori perché affrontano la propria "inadeguatezza" razionalmente e con senso di responsabilità. "come posso fare per aiutare la persona cara" e come "posso fare per aiutare me stesso" sono due facce della stessa medaglia. E magari proprio la stessa faccia guardata da due punti differenti perché sto bene quando sono utile, e sono utile quando sto bene.
Il senso d'impotenza è, credo, fra le cose più devastanti. Che poi, pensandoci a mente fredda, significa "solo" prendere coscienza che esistono dei limiti imprenscindibili ("non sono il Padreterno") e doverli accettare. Cioè: crescere.
@Dott. Catania. grazie per il bentornato, ma non sono mai andato via.
Roberto
@Antonia: un «idiota» in meno è sempre una grande notizia ;) Sono felice per lei.
Un caro saluto a tutte/i,
Roberto
...e poi scopri che il 30 settembre c'era la Luna Nera...
http://www.huffingtonpost.it/2016/09/29/luna-nera-fine-mondo-apocalisse_n_12246256.html
Roberto,
non t'infilare anche tu (se troppo confidenziale, chiedo scusa) in quel vortice dell'effetto Pigmalione citato da Valentina, per cui dobbiamo essere *più migliori assai con la malattia*!!!
Già devo gestire le difficoltà della sofferenza della persona accanto, la mia sofferenza (siamo individui) come individuo, le difficoltà come famiglia, etc etc ed in più devo essere tutto d'un pezzo e ne devo uscire pure migliorato?
Delle volte ne usciamo scassati, sconquassati, confusi, a pezzi etc etc... insomma, un pò come la luna, che non ha una superficie liscia, ma è piena di buchi per tutti gli asteroidi che l'hanno bersagliata. Ed individualmente noi sulla terra possiamo pure ringraziare la luna per essersi beccata tutti gli asteroidi ed aver evitato che finissero sulla Terra.
Delle volte le persone rifiutano *violentemente* il sostegno psicologico; il più delle volte per un ragionamento del tipo "non solo malato, ma anche pazzo", e per quanto cerchi di spiegare che non bisogna *essere pazzi* per parlare con lo psicologo, ottiene un rifiuto ed una chiusura.
Capita spesso a noi psy!
@Antonia
A volte ritorno! Ora dormicchiano un pò di più, e ringraziano per i baci i gemelli!
A Roberto e Fernando Bellizzi , soprattutto a quest'ultimo cui non vorrei rubare il mestiere di psicologo con i limiti di chi resta pur sempre un Aiace Telamonio. Mi riferisco ai vostri post 6.984, 6985.
Mi riferisco a Lunetta. Anche io sono stato, molto malvoltentieri, rude con lei alla sua entrata a gamba tesa. Nel ruolo di facilitatore del blog e a protezione di tutti gli altri utenti. Mi ha impressionato la reazione di Elisa, cosa insolita, almeno in pubblico per lei.
Ripeto malvolentieri perché avrei voluto scrivere l'opposto come ha fatto egregiamente Antonia, la saggia "X Lunetta: ritorni e di nuovo esprimi il tuo non gradimento verso questo blog. Cos'è che ti interessava invece nei post? "
Chi è Lunetta ?
Immediatamente ho reagito al suo intervento rudemente per salvaguardare il blog, ma ero certo che non fossimo di fronte ad un bullo qualsiasi come tanti ce ne sono sulla rete per via dell'ossimoro con il quale si è presentata (adoro gli ossimori) :
"Vi leggo ogni tanto anche se non mi serve a nulla quel che scrivete"
Nel dubbio l'ho stroncato subito perché prevenire è meglio che curare , e per scoraggiare eventuali provocazioni orchestrate tipiche dei social Ntwork.
Ma quell'ossimoro atipico ne sono stato certo sin dall'inizio nascondeva un disagio disperato, dietro il quale c'è quasi sempre una richiesta di aiuto. Non è infatti normale che un individuo segua un blog dove non trova né risposte né utilità alcuna al proprio disagio.
Di solito cambia canale e tutto finisce lì
Non ci sono dubbi che Lunetta sia un utente vero in carne ed ossa, di Roma, che (cliccando sul suo nick... )ha richiesto dal 2014 i seguenti consulti (cui ho risposto io)
22/04/2016 liponecrosi tessuto . della mammella operata Senologia 6
22/09/2015 Tracciante su 5 costa Senologia 1
17/09/2015 Accumulo tracciante 5 costa Oncologia medica 1
07/11/2014 Rmn mammaria Senologia 7
Pertanto , scusandomi per la replica rude, e parafrasando in romanesco Antonia
" A ...Lunetta...che te serve ? Torna tra noi ...e QUALSIASI criticità rilevata ci aiuterà a crescere "
Perché dobbiamo essere più tolleranti e comprensivi di fronte ad una reazione che facciamo fatica ad includere nel criterio dell'accettabilità sociale ? Ogni essere umano sviluppa il proprio modo di reagire alla sfortuna o alla mala sorte. Ciascuno di noi, messo a confronto con una cattiva notizia, manifesterà una serie di risposte alcune delle quali soltanto l'aiuteranno ad affrontare la cattiva notizia.
Quando a un paziente viene comunicata una cattiva notizia, che può essere anche la peggiore della sua vita, la reazione è molto probabilmente una manifestazione della modalità abituale che quella persona adotta di fronte ad un evento stressante, una sorta di ritratto in miniatura o una "replica" del modo in cui quella persona ha affrontato in passato la malasorte, benché modificato dal passare degli anni e/o da una maggiore maturità ed esperienza. Si tratta di risposte che hanno a che fare con quel particolare essere umano alle prese con quel particolare problema , e che si sono evolute nel corso degli anni quale risultato delle influenze familiari, degli eventi dell'infanzia, dei rinforzi in età adulta e così via.
cliccare sull'immagine per ingrandire
@Dott. Catania, temo ci sia un malinteso: in ciò che ho scritto non ho mai fatto alcun riferimento a Lunetta. Tantomeno nel post 6984 che era riferito al ps di Antonia:
P.S.: strizza passata: anche i nodulini ai polmoni non hanno nulla a che vedere con l'IDIOTA.
Se non sono stato sufficientemente chiaro me ne scuso soprattutto con l'interessata.
@Dott. Bellizzi
Non intendevo affatto dire che si diventa "migliori": è evidente che la sofferenza possa anche incattivire. E anzi - ma non voglio certo rubarle il mestiere - credo sia una reazione normale almeno in certi fasi. Ma di certo si diventa più consapevoli anche delle proprie debolezze e vigliaccherie (mi riferisco in particolare a quello che Antonella chiama "il terzo universo")
Chi si rivolge a lei e ai suoi colleghi lo fa perché riconosce di avere bisogno di una mano: è probabilmente il passo più complicato da compiere e non solo per i pregiudizi che circondano il suo lavoro. C'è qualcosa di profondamente infantile nell'idea che le cose debbano andare per il meglio e che saremo comunque in grado di cavarcela da soli. Rendersi conto che le cose non solo possono andare per storto ma che non sempre saremo in grado di raddrizzarle (e non necessariamente perché siamo degli inetti) e soprattutto imparare ad accettare che sia così senza precipitare nella rassegnazione fatalista, ecco: credo che questo voglia dire esattamente crescere.
(...)
Conosciamo noi stessi solo fin dove
siamo stati messi alla prova.
Ve lo dico
dal mio cuore sconosciuto.
(Wislawa Szymborska, Un minuto di silenzio per Ludwika Wawrzynska)
Roberto
Stia tranquillo Roberto. Sono io che mi devo scusare con Lei, rileggendo attentamente, perché avevo inteso il suo commento sull'onda del ..... " E.....daje....Lunetta "
Qualcuna di voi è rimasta in contatto con Chiara, che non interviene qui da molto tempo ?
Ha sue notizie ??
Chiara l'abbiamo conosciuta anche al Convegno di Milano e la sua vicenda è nota per essere stata ripresa anche dal Corriere e Repubblica
https://www.medicitalia.it/consulti/senologia/255545-lettera-per-il-dott-catania.html