Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Eccomi, per la verità fino al post 6958 , la mia RABBIA era sopita o meglio, ero inkakkhiata per tutte altre faccende che nulla hanno a che vedere con il mio cancro, o forse sì.
forse sì perché solo dopo un cancro ti accorgi di ciò che veramente vale la pena o non vale la pena .
e quindi certe rabbie o rimuginii o cavolate degli altri ti fanno girare la scatole ai due e dall'altro lato sei arrabbiato perché non hai la vita che vorresti e soprattutto il TEMPO che vorresti per le cose DAVVERO importanti in questo impazzimento folle e generale.
la MIA RABBIA spesso la nascondo dietro il mio bel sorriso a 32 denti , ma forse non è così tanto celata se il dott. Salvo se ne è accorto e non mi ha messo nel gruppo di chi reprime la rabbia.
anche la mia onco se n'è accorta fin da subito, nel suo discorso emozionante e profondo alla presentazione del libro disse: le strategie mediche e personali non l'avevano preservata , non le avevano lasciato il TEMPO .... risultato: un'esplosione di RABBIA.
e la sua , della mia dottoressa? quanta rabbia doveva avere ? in fondo il mio cancro aveva "fregato" anche lei.
comunque alla fine ,se non si ripresenterà mai più, l'avremo fregato NOI, insieme.
e il mio chirurgo? si sarà accorto mai che, pur amandolo sinceramente l'ho mandato AFANCULO, circa un miliardo di volte?
glielo dovrei chiedere.
Ricordo benissimo invece il suo post dott. Salvo quello in cui mi disse di essere pronto ad accogliere la mia rabbia contro di Lei, visto che era stato Lei a mettere nella mia coscienza la possibilità dell'ospite indesiderato.
verso di Lei, dottore nessuna rabbia , forse perché è più facile prendersela con chi si può guardare negli occhi o forse perché i Lei mi ha concesso di provare ANCHE verso di lei questa emozione.
Francesca
Che bella giornata !
ABBIAMO STANATO LA RABBIA DI Lori ed Elisa in un colpo solo.
Ora non sono più preoccupato.
La rabbia è un sintomo , come la febbre per una infezione in atto : riduce lo stress adattivo alla nuova situazione. In fondo la sentenza "signora lei ha un cancro" è la peggiore notizia che si possa apprendere nella vita, o almeno una delle peggiori. C'è persino di peggio "signora la informiamo che suo figlio è morto in un incidente stradale".
Il riconoscimento della propria rabbia dà segnali positivi e soddisfa il criterio sulla cosiddetta adattività :cioè quella reazione che aiuta il paziente ad adattarsi alle nuove circostanze.
Sta al medico, preparato, se è preparato stanare questo sintomo quando non è palese , con la disponibilità a tenere il range molto ampio delle reazioni del paziente considerandole "normali" quando lo sono e nella maggioranza dei casi lo sono. (rabbia, negazione, rabbia senza oggetto, rabbia contro la malattia, pianto, paura, speranza realistica, negoziazione, pulsione sessuale....)
Antonella, intanto bentornata
a) Incontro RFS rimandiamo pure..ma prima o poi a costo di farlo a Raqqa capitale del califfato dell'Isis ci incontreremo
b) " i cosiddetti caregiver ". Altro problema complesso come sottolinea Nadine su cui appena avrò un minuto libero vorrei aggiungere qualcosa in dettaglio
In attivecomeprima abbiamo previsto da tempo corsi "caregiver " ed addirittura più specifici come "Caro figlio" per i figli di pazienti dagli 11 ai 21 anni.
Per quanto riguarda l'altra meta' del cancro ritengo che anche x loro ci sia un riadattamento geneerale e una profonda revisione della vita. Sento quasi all'unisono con mio marito la voglia di cambiamento e i vari ASF li diciamo insieme mentre beviamo il caffe' della sera.
Certo ogni tanto sento il carico che gli ho buttato sulle spalle in questi anni. L'irrequietezza quando nel mio corpo sentivo quel dolorino che diventava perforante nella mia mente e adesso questa mia Voglia di tornare alla serenita' di prima mi sembra che ci riporti a quel PRIMA DI... Tutto.
Una buona giornata.
Francesca
Ps Nadine profondo ed emozionante il tuo commento. Lo riporteresti nel blog che ha aperto il dott. Salvo del mio diario? Grazie e bacio
Mi sento chiamata in causa l'incazzosa per eccellenza... Tutto sommato il mio cuore di burro si nasconde dentro una scorza fatta a puntaspilli, come il dorso di un riccio o di un'istrice..Non nasco così. Pur essendo un soggetto impulsivo e sanguigno, ero molto, ma molto diversa prima dell'incontro col bastardo. Ci si ammala, ti crolla un palazzo in testa, vai in tilt..tu senza dubbio e chi ti sta vicino? Già!
I familiari come vivono, il destino ineluttabile, la malattia, il cancro di una moglie, una figlia, un maarito, un genitore?
Me la sono fatta spesso questa domanda, e credo che il coraggio che ho dimostrato da malata, non sarebbe emerso da parente coinvolta..sentimentalmente in una storia di cancro o di malattia invalidante di qualcuno di casa..Ad esempio: mia mamma gli ultimi due anni di vita ha avuto, chiamatela follia, demenza senile, non era più lei..e io (con tutto il cancro, perchè è morta durante le mie cure), avevo una rabbia immensa, perchè non volevo vedere questo declino infame, destinato a una persona anziana, che era stata un fiore di donna per intelligenza, per bellezza, cultura, che era mia madre e invece non potevo fare niente: La andavo a trovare a casa e mi accoglieva con uno uno sguardo spento, una vita in una bolla di sapone. La guardavo e mi sarei messa a urlare! Avrei voluto confidarmi,piangere con lei, farmi consolare, poi ripensandoci,( non piango da più di 40 anni..Non ci riesco.), mi dicevo che non potevo far nulla, se non attendere la sua fine. La mia consolazione è stata che non ha mai saputo quello che ho avuto. GUAI! Se lo avesse saputo, o capito!!!! Le ho almeno risparmiato un dolore...
I figli? I figli meritano un capitolo a parte, cercano sempre di minimizzare, almeno i miei, anche quando ero grigia, brutta, gonfia mi dicevano che ero una scheggia di guerra," e a te chi t'ammazza?" Sempre a dirmi che stavo bene, che stavo meglio, sempre a farmi le stesse richieste culinarie, di quando stavo bene, per loro, vedendomi sempre in piedi, mamma con la parrucca o il foulard, era la stessa di prima.
Il marito.. Già! Il mio è stato attivissimo e presente durante la malattia, alzatacce con me quando c'era da fare la chemio, le terapie, qualsiasi cosa, adesso sembra abbia dimenticato tutto.. A me piacerebbe che ogni tanto mi dicesse:"certo dopo quello che hai passato": MAI! Non se ne parla mai. Quando vado a fare i controlli e gli dico che ho paura dell'esito, mi guarda e mi dice:"paura o non paura, devi farli, quindi.Vai!". chiuso l'argomento.. Capisco che non è facile vivere impotenti una situazione che non sai come tenere sotto controllo, allora mi dico sempre: - Andiamo avanti così, che andiamo bene, speriamo che resti tutto un brutto ricordo", è filosofia spiccia, ma mi manda avanti..AH! una cosa che non vi ho mai detto: inizialmente mi fu fatta una diagnosi ad minkiam..da un cane travestito da medico, Ma questa è un'altra storia..
Poi chiediti:" Ma come mai questa qui, si. porta dietro i postumi di una solenne incazzatura?" Oggi non mi va.. Ne parleremo un giorno. Buon proseguimento a tutte/i
Anna
Sai Francesca, anche a casa mia ultimamente si parla spesso del 'prima' ma su punti di vista differenti. Emergono quasi ogni volta che mi confronto con mio marito e malgrado io cerchi in tutti i modi di fargli capire che il prima non può più tornare lui si ostina a non volerlo accettare, solo che io non posso farci niente.
Perché vuoi o non vuoi il cancro non si è portato via solo una parte del mio seno e dei miei linfonodi, ma si è portato anche un pezzetto della mia anima che non tornerà più indietro e di questo sono certa.
Dalla diagnosi in poi ho sempre cercato di non caricare di negatività chi mi circondava, mai un lamento anche se l'incazzatura c'era eccome... alla faccia della prevenzione il tumore si è presentato alla mia porta ben prima dell'età consigliata per la mammografia, pur avendo allattato per 18 mesi, senza aver mai toccato una sigaretta, senza che un famiglia ci fosse mai stato un solo caso e a parte qualche chilo in più per qualche peccato di gola non mi sento di rimproverarmi nulla di eccessivo nella mia vita del 'prima' che avesse potuto in qualche modo ' invitare' il granchio a presentarsi ( e qui condivido pienamente quanto dice Nadine a proposito della ricerca delle cause da affiancare alla prevenzione).
Ora mi si accusa di fare la vittima , di cercare solo il dolore, e sinceramente non ci sto.
Tanto per cominciare ero casualmente sola quando mi sono beccata l'istologico, ma ho incassato e sono andata avanti; poi mio marito mi è stato vicino durante la chemio e la radio ed è stata l'unica persona presente (oltre ad essere l'unica che avrei voluto al di fuori della sala operatoria ) quando ho fatto gli interventi , ma quando ai primi controlli ho notato la sua insofferenza per le sale d'attesa, quel senso di frustrazione e di impotenza che si genera in quel microcosmo di dolore che inevitabilmente si forma in quei luoghi, ho preferito cominciare ad andare da sola senza chiedere niente a nessuno. C'erano gli occhi di mia figlia che mi guardavano e ringrazio il cielo di non essermi persa in quei momenti...
La responsabilità più grande era dimostrarle che ' si poteva fare' , (Laura quanto condivido le tue parole...) e ,grazie al suo carattere ,con la mia Federica sono riuscita ad aggiungerci anche un 'che se ne può parlare' ai figli (e con i figli) senza pregiudizi.
Ammetto di essere stanca oggi questo si, anzi parecchio , e da casalinga invidio un po' le mie colleghe ' annoiate ' che si sono iscritte alla corsa di Milano; però mi reputo molto fortunata ad essere ancora qui a raccontarlo.. un momento, ma chi fa la vittima non si ritiene invece estremamente sfortunata? Boh...
Antonella
Ps. Lori
qualcuno, di cui tacerò il nome come mi ha pregato, mi ha chiesto di venire a scrivere qui. Ma a che pro? Vi leggo ogni tanto e non mi serve a nulla, sebbene vogliate far credere che siete tutte unite. A me questa idea non l'ha proprio data questo.blog. Piuttosto sembra un dialogo privato tra sordi. Leggo una lettera interessante di un paio di donne, ultima di Anna, che a me è piaciuta molto e sotto scrive un'altra e si rivolge a Francesca. Ma è un blog o dovete farvi una chiacchierata in privato. Perchè io Lunetta devo leggere x o y che scrive a cara Francesca, ma parlate di problemi comuni, di dolori comuni? e se proprio c'è il cara Francesca e cara xx fatelo in privato, qui parlate di quello che vi succede. Questo per rispondere a una persona che sollecitata da non so chi mi dice di entrare a comunicare. Cosa dovrei comunicare. Ma anche no. Col rischio che se scrivo qualcosa, sotto la mia trovo, cara Peppina. e poi non sono tipo di sdolcinature da far venire il diabete che si leggono qui. Buonasera Sono Lunetta .
Non so neanche se il tuo messaggio se mi permetti abbastanza superficiale meriti una risposta immediata o più meditata... pensa ciò che vuoi lunetta ma non mettere in dubbio il legame profondo che c'è tra noi... Hai ragione a volte scriviamo in un modo che può apparire poco lineare. .. o almeno può apparire poco lineare a chi non comprende l'invisibile filo che a livello emotivo empatico ci lega le une alle altre... peccato perché ciò che dona questo spazio è alquanto difficile trovarlo altrove...
Buonanotte
Elisa
Lunetta,
intanto grazie per il contributo, unico dissonante fuori dal coro (su oltre 7.000 commenti) .
In realtà qui non c'è un coro ! Se qualcuno l'ha invitata suppongo per condividere le nostre esperienze non ha avuto bonus in denaro da spendere al supermarket.
E se Lei non ha avuto la possibilità di comprendere perché l'abbia invitata ...non importa , perché lo scopo del blog non è quello di fare audience e numeri da esibire sulla rete. Ha ben altri scopi che avrebbe ben compreso se ci avesse seguiti da tempo, invece che "Vi leggo ogni tanto e non mi serve a nulla"
Se non le serve a nulla perché ci segue ? A quale scopo ?
La rete offre di tutto : spazi per bulli, narcisi , esibizionisti e anche per ...ipercritici senza oggetto.
Spettabile Lunetta , non so, né mi interessa sapere, chi abbia avuto l'ardire di invitarLa a partecipare a codesta congregazione di diabetici cronici, che pur fingendo unità di vedute , occasionalmente sollecita il suo interesse alla lettura.
Non so neanche che genere di blog lei frequenti, ma vorrei comunicarle che da queste parti ci legano il rispetto e un affetto sincero che si è consolidato nello scorrere di più anni.
Volevo informarLa altresì che qualcuna di noi si parla anche in privato, ma se decidiamo di farlo qui è perché vogliamo comunicare anche con tutte le altre.
Cordiali saluti
P.s. vorrebbe cortesemente inviarci un elenco di problemi comuni e dolori comuni che secondo la sua opinione abbiamo volontariamente ignorato nel corso degli ultimi tre anni? Così, giusto per migliorare il servizio all'utenza.
Antonella
ben venuta nel blog... e complimenti per l'ingresso stile panzer division
Originale, lo sei stata, indubbiamente...
Innanzitutto è bello leggere questa tua comunicazione alquanto inkatzosa proprio mentre si parla di rabbia... meno male che non serve a nulla leggere il blog...
Dai, che in fondo ti sei addolcita: ci saluti con un buona sera, quando un A-STACCATOFANCULO ci stava tutto!
Ciao Lato Scuretto della Lunetta, non ti eclissare e torna a risplendere...
Lunetta Lunatica? In nomen omen...
Ciao Lunetta,
intanto spero che tu stia bene e che abbia passato la fase in cui ci si iscrive ai blog o ai gruppi fb per cercare gli stessi istologici. Si' non le storie ma proprio quelli: sai il ki 67 , la percentuale di estrogeni, se negativo o positvo e ancora le statistiche di sopravvivenza, gli effetti collaterali della chemio e chissà cos'altro. Se cerchi questo ti assicuro che lo abbiamo fatto tutte e ci abbiamo provato anche qui dentro. Forse ti sei persa le 400 pagine di questo blog e per questo motivo non ne hai proprio compreso il senso, ahimè., ma soprattutto non hai imparato a conoscere le persone che scrivono, fortunatamente non solo di cancro ( per quello ci pensano i medici dell'ospedale presso cui siamo in cura o lo siamo state in passato).
I post che leggi non sono solo una continuità di qualcosa scritto in giornata, ma spesso fanno riferimento ad altri che non riesci a visualizzare se non scorri le pagine, forse prima di trarre conclusioni affrettate potevi cercare di capire come funziona, e poi scusa concedici pure qualche sdolcineria, che di incazzature ne è pieno il mondo, per altro mi pare che nessuna di noi si stia curando per il diabete.
Non ho nessuna voglia...di belare alla LUNA....e quindi chiudiamola qui.
Approfitto di questa parentesi OT
1) Mi fa specie che quando ho ideato il neologismo "fuori di seno" ....tutti hanno pensato ad un blog porno. Ora c'è una gara a rubarmi il neologismo. Persino la Fiat ha lanciato uno spot per lanciare una nuova vettura fuoridiseno.
http://www.lettera43.it/video/fiat-fuori-di-seno_4367550827.htm
2) Intanto collezioniamo riconoscimenti sulla rete sul gruppo fuoridiseno e come "lavoro pioneristico" è definito il mio blog sul libro di Francesca
http://cristinacenci.nova100.ilsole24ore.com/2016/09/29/la-medicina-narrativa-digitale-diventa-di-gruppo/?refresh_ce=1
In 6 anni non c'era mai stata una intrusione così dissonante.
Io che sono un po' maliziosetto penso sempre ad una provocazione orchestrata, ma non essendo un paranoico...me ne strafrego !
Ha ragione comunque F. Bellizzi : certo che la piccola Luna ha avuto un bel tempismo ad entrare a gamba tesa proprio mentre discutevamo sulla RABBIA!.
In un certo senso possiamo dire che la sua entrata sia stata anche...terapeutica per tutti ! Grazie Lunetta !
Ma poi ..........quando la ragione prende il sopravvento
Mi viene in mente un altro stereotipo legato alla nostra malattia. Quello del cancro ad effetto Pigmalione che trasforma magicamente le malate in persone meravigliose permettendo loro di scoprire chissà quali talenti o risorse interiori. Una specie di psicoterapia aggratis Magari fossse così.
Alla fine al netto della malattia restiamo spesso quello che eravamo. Nel bene e nel male.
Come la malattia travolge anche chi ci sta vicino è un argomento che sento molto in questo periodo, ma lo rimando a un'altra occasione. Mi servirebbe un bel po' di tempo per mettere insieme e ordinare i pensieri.
Mi ritrovo molto però nelle parole di Antonella.
Il mio compagno è stato la mia spalla per tutte le terapie, mi ha tenuta insieme e non è poco. Adesso la sensazione è che di sentir sempre parlare di cancro ne abbia un po' le palle piene per riassumere in due parole
Senza entrare nella polemica, è buffo come quello che può infastidire di questo blog è quello che per me lo rende così speciale.
Buona notte
Valentina