Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
A volte mi sembra di aver incontrato questo posto per vivere una nuova esperienza che, probabilmente, non avrei mai provato, non so quale sia il messaggio o lo scopo, forse riuscire a sentire gli altri senza senza nemmeno conoscersi, “solo” perché si hanno in comune sentimenti che solo ognuno di noi conosce e sperimenta. E mi capitano giornate come queste, la riflessione di Robe, il post di Bebemia, le foto delle piante che rovinosamente arrivano in molte delle vostre mani,….e poi arrivano tutta una serie di coincidenze che sembrano legarsi tra loro come a voler mostrare altro.
Questa è una pansè originale, perché è molto piccola di quelle già piccole che vendono nei vivai. Io non ho la più pallida idea di come sia cresciuta in un mio vaso, forse qualche seme che avrò comprato in qualche posto, io raccolgo i semini e li ripianto nella speranza di far ricrescere proprio quelle che cerco tra colori particolari e rari, ma è inutile, loro crescono si, ma quelle che vogliono loro, fanno tutto loro. Avevo fatto un abbonamento on line di libri, ho letto per caso un articolo su una donna ex metastatica, il pensiero è andato a chi di voi vive questo e alla discussione che qualche ora prima avevo letto sul forum. Scendo per prendere mia figlia e trovo un pacco a terra, è un libro di Ada Burrone, uno dei primi, non più in commercio. Ho passato settimane a cercarlo finché l’ho trovato usato in un sito e l’ho comprato, sono passate tre settimane e proprio stamattina avevo mandato una mail, ma ipotizzavo fosse andato perduto. Domani probabilmente andremo via, non le trovo le parole per descrivere tutto quello che provo, scrivo a stento perché le lacrime si affacciano al solo pensiero e non vedo niente. Guardo il libro e penso a voi, ai discorsi fatti stamattina, alla delicatezza del silenzio per non pesare sugli altri, al sentirsi fuori luogo, al temere di essere inopportuni,…ma poi a leggere bene trapela in tutti la consapevolezza di quello stato d’animo: la diagnosi, l’attesa, la paura, la speranza, il dolore, la visione del domani, il ghosting, il sentirsi non compresi,…percorsi che chi prima chi dopo ha sperimentato, e chi è più avanti tende la mano a chi è indietro. E si fanno le 16 e devo accompagnare la piccola a pallavolo, la macchina è quasi di fronte casa, passo radente al muro e gli occhi mi vanno su queste cosine piccole colorate, mi giro e non credo ai miei occhi “che ci fai qui? Come hai fatto ad arrivare fin qui? e dove hai piantato le radici se c’è solo cemento?” Mi viene da sorridere, ripenso a voi e ai vostri discorsi su quale pianta avreste fatto fuori per prima. Il vaso con le mini pansé “original” si trova al secondo piano rivolto a nord, ben piantato con tanto di terra e concime, questa si trova sul ciglio della strada, tra il muro del vicino e il marciapiede, a sud, quindi al lato esattamente opposto. E penso….
Guardo quella pianta e sembra voler dire “arrenditi, vado dove voglio, e sono qui nel cemento, senza acqua e concime, sono qui e sono più alta della tua che è ben piantata e piena di cure, vedi quanto sono forti le mie radici?”
Ed ecco ripenso a me e a voi nuovamente, quanta cura a cercare di fare andare le cose come vogliamo e la certezza di non avere altre strade, e poi vedi che le cose accadono lo stesso, inaspettatamente, accadono, la vita scorre e probabilmente siamo molto di più di quello che le nostre paure e le nostre fragilità vogliono farci credere.
Riposati cara Ily....e la terapia si occuperà delle cellule rincretinite.
E tu ti occuperai delle tue piante, della tua Alessandra, della tua vita...e un po' anche della nostra. Grazie
Posso chiedere pansè e ladybug cosa avete studiato,lettere e filosofia o altro.
Inoltre ditemi di sì avete a Che fare con l'insegnamento.
Radici e ali.... coltiviamole entrambe. Con pazienza e qualche colpo di testa...
Arriverà domani cara Pansè, e giorno per giorno ancora una volta si farà ciò che va fatto....
Ma in questi due giorni, complice un po' di stanchezza e qualche altro effetto collaterale da terapia, ho fatto un paio di riflessioni...
Credo che sia fisiologico che non tutti e tutte continuino a partecipare al blog con la stessa frequenza e, come dire, con la stessa intensità emotiva di quando si riceve la diagnosi, si iniziano le terapie, si teme che la vita cambi.... questo luogo rappresenta un approdo confortante, perché, teoricamente, nessuno più di chi vive la stessa malattia può condividere e comprendere.
Purtroppo ci sono poi situazioni che non evolvono favorevolmente ed il silenzio in questi casi è fonte di preoccupazione.
Poi c'è chi ha utilizzato e utilizza il blog in maniera strumentale, non per condividere e mettere in pratica il "mutuo aiuto " ma solo per avere informazioni, o per gettare sulle spalle altrui lo sconforto di quel momento senza essere disposto a prendere su di sé lo sconforto di qualcun altro. Passata la tempesta tanti saluti.....fino alla tempesta successiva... questi casi sono forse i più fastidiosi, perché tanto lontani dallo scopo del blog, ma anche, secondo me, i più trasparenti... è tanto chiaro, anche nel virtuale, quando della vita e della sofferenza degli altri non ci importa nulla...
Poi c'è, per fortuna, chi è presente, ognuno con la propria modalità e i propri mezzi..
Ho tanto pensato alla fatica che può aver fatto Ily a scrivere per noi quel messaggio, sia dopo aver avuto l'esito della risonanza, sia dopo aver iniziato la nuova cura. Forse posso capire di più questa fatica perché condivido la stessa situazione di malattia, ma ho la presunzione di pensare che avrei capito lo stesso. Perché, purtroppo e per fortuna, il peso ( ma anche la leggerezza) delle altre vite io lo avverto e l'ho sempre avvertito.
E un po' mi ha colpito di non aver letto nei giorni successivi nessun messaggio rivolto a Ily per sapere come stesse..perché per me, ma magari mi sbaglio, la condivisione è anche questo.. e ritenendo che sia questo io ho scritto quel messaggio. E non importa se non ci sarà risposta.
E lo stesso, perdonate la franchezza, vale per me. Condivido, almeno spero di farlo, il peso ma mi farebbe piacere che qualcuno condividesse il mio. Perché non credo di dover dire, ma se serve lo dico, che il mio peso è grandissimo...
Hai ragione. Sai che x me questo è un argomento delicato?
Nel senso che mi sono chiesta spesso se ha senso x me rimanere nel blog. X me ma soprattutto per voi che mi leggete. ..Se ho ancora qualcosa da dare. Perché effettivamente sono fuori dall’acquario ( sono passati 6 anni), perché ci sono persone che magari nn hanno voglia di leggere che sono emozionata perché il mio dodicenne va in gita… nn perché siano egoiste ci mancherebbe, ma perché purtroppo hanno problemi ben più importanti da affrontare.
Perché e’ innegabile che la malattia ha vari momenti e alla diagnosi si farebbe di tutto per aggrapparsi a questo salvagente ma poi grazie al cielo le cose seguono un loro corso e si inizia l’allenamento alla resilienza.
Nn lo nego a volte e’ difficile. Perché bisogna avere energia mentale x aiutare. … e in alcune circostanze manca.
Per voglia di spensieratezza, o perché si hanno enne mila problemi che nn c’entrano con il cancro mi ci avvelenano lo stesso.
Perché e’ un’impresa nn lasciarsi condizionare e ripetersi come un mantra che ogni caso e’ a se.
Perché “le parole buone” e i cuoricini x aiutarti a portare il tuo peso servono a poco… ma anche quel poco e’ qualcosa.
Ma e’ abbastanza?
A me tanto una cavolata non sembra, anzi
Anche io, allacciandomi a quello che dice juventina, mi sono trovata spessissimo ultimamente a chiedermi quanto sia opportuna o anche solo utile alle altre la mia presenza nel blog.
Sono planata qua dentro a luglio a gamba tesa dopo una visita con il dottore. Terrorizzata dal tumore al seno e in preda alla peggiore crisi di ansia mai avuta in vita mia. Ho vomitato senza remore tutte le mie paure qui, i miei deliri per giorni (settimane direi). Continuo a frequentare il blog in barba alla mia terapista che ai tempi me lo sconsiglió, perché da ognuna di voi imparo giornalmente ad affrontare la paura. Del cancro e di molto altro. E ad allenare la resilienza, offrendo quando posso un piccolo contributo e una spalla a chi ne ha bisogno.
Me lo chiedo spesso, quanto la mia presenza qui possa sembrare ad alcune rfs inappropriata, indelicata. Che cavolo ci fa questa qui, sempre a scrivere anche se non ha avuto un problema oncologico? Non può andare altrove? Me lo chiedo eccome.
E quando me lo chiedo mi vado a rileggere l’incipit del dottore, nella prima pagina del blog. Riassunto incredibilmente bene oggi da mar fiduciaria.
E quindi continuo a scrivere 💞 perché a me fa bene, e ho questa presunzione di riuscire a fare una piccola, piccolissima parte anche per qualche altra RFS con il mio “io ci sono”.
Temo che da un momento all’altro ci dirà “minchia ma quanto avete scritto oggi??”
😂
Vorrei fare una domanda alle triplette più esperte, i famigerati 3 anni da quando si contano? Dalla diagnosi, dall' intervento, dall' ultima chemioterapia?
Mi state facendo piangere copiosamente oggi.
Smettetela subito ❤️
E comunque sia chiaro, in questo forum anche il minuscolo contributo vale … a volte forse la vita ci tira un po’ fuori, perché magari si è giù, oppure si ha paura di leggere cose che potrebbero farci star male… e allora basta il “ci sono” per sapere che comunque si è presenti. In qualche modo.
A volte si da un contributo maggiore … non c’è una regola. Va bene tutto.
Solo smettetela oggi di farmi commuovere 😅😅😅😅
Ok ma non dimenticare mai che noi siamo le amiche del buono ma anche e soprattutto del brutto tempo.
Ti voglio bene 💕
Grazie x esserci sempre 🌹
Io ci sono!
Grazie Alerai91 per le notizie su Ortoressica!!
Ma che patatone che scacazza!!!
4,5 chili di morbida cacca!!!