Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

Chiarissimo......!

E grazie per avere scelto di "denudarsi" (fissato con le metafore !) con umiltà ai nostri occhi.
Questo non si improvvisa dopo pochi (otto ?) mesi da uno scontro frontale di tal fatta.

Ecco perché da tutto quanto ci ha descritto anche in passato...il suo mezzo bicchiere continuo a vederlo stracolmo, certo più colmo di quanto lo veda Lei.

E il mio pensiero va a tante persone che ho conosciuto e che angosciate dalla paura di poter morire di cancro dopo averlo contratto, poi sono morte di malattie sconosciute, o mai temute (pacreatite ad esempio )...o addirittura...sulle strisce pedonali .

Stracolmo perché la vedo bene arroccata (non asserragliata) nella sua strategia adattiva che la paura ha cucito sulla sua pelle come un vestito sartoriale.

E, io che sono un narciso presuntuoso, mi piace molto la sua umiltà....glielo devo proprio dire.

Utente 403XXX
Utente 403XXX

E io un complimento me lo prendo volentieri
E credo di parlare a nome di tutte nel dire quanto ci fa bene riaverla di nuovo assiduamente nel blog.

Cmq i narcisisti sono tremendi, clinicamente parlando, qualcuno li considera irrecuperabili

Valentina

Rosella fiduciaria
Rosella fiduciaria


Rosella
Francesca fiduciaria
Francesca fiduciaria

certo la morte vista da vicino non fa poi così paura, ma poi è la mancanza, il vuoto che non si riesce a riempire, quel l' ultimo saluto che non si è riusciti a fare, l'ultimo bacio, la stretta di mano che non c'è più, la tristezza di chi ti lascia non sapendo quale sarà la strada che percorrerai, di non poterti essere accanto nei momenti in cui avrai bisogno.

ecco anche perchè ho scritto perchè i miei figli potessero avere una specie di testamento e di insegnamento per tutta la vita.

dottor Salvo una volta ci ha detto che il momento della morte è il momento più sublime, quello in cui facciamo un regalo agli altri.
lo è stato nel caso di mia mamma, ma mi rendo conto che non per tutte le morti è così e allora? quale grande mistero si cela dietro queste altre morti che non sono un dono?

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

Francesca,
Le risponderò non appena mi riprenderò dal viaggio (appena arrivato) no-stop in macchina (senza soste se non per caffè e benzina) da Milano a Catania.

ELISA

per favore può "agganciare" e invitare qui la nostra amica quarantenne (provincia di Roma) che è stata terrorizzata per una iperespressione Her 2 (analoga alla sua ), G3 e Ki 67 65 % ?????

https://www.medicitalia.it/consulti/senologia/528895-istologico.html

- Modificato da salvocatania
Ex utente
Ex utente

Cara Francesca io il tema della morte come dono non riesco proprio del tutto a comprenderlo... Io la morte del mio papà la vivo ancora tremendamente male incazzata e impotente.... ma forse devo ancora lavorarci nel profondo su questa parte di me....
Dott Salvo contattero la ragazza senza problemi
Baci elisa

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

Non so a cosa si riferisca Francesca, perché sulla morte io ho scritto nel mio sito

http://www.senosalvo.com/riappropriarsi_della_morte.htm

Quel "sublime" decontestualizzato che Francesca mi attribuisce non lo riconosco come mio proprio perché decontestualizzato, pur comprendendone il significato.

Su questo tema abbiamo discusso a lungo , ma non mi ricordo in quale mio blog.
Probabilmente su (470 commenti !!!)

https://www.medicitalia.it/blog/oncologia-medica/4700-dare-sempre-speranza-i-fattori-predittivi-sono-una-mera-informazione-non-una-condanna.html

ma non ne sono sicuro.

- Modificato da salvocatania
Nadine
Nadine

Francesca...non saprei dire se la morte è un dono. Ho pensato in tante occasioni a quello che significa per me, ma non credo che sceglierei questa parola pensando alle persone che restano.
Io credo al significato dell'assenza su cui si elabora il lutto, c'è dentro un sacco di cose: nell'assenza c'è tutta la tua vita precedente, una traccia di te...forse in questo senso può essere considerata un dono?
Ho vissuto la perdita di mio padre molto prima della sua morte. Avevo 23 anni e tanta confusione nella testa...non saprei definire cosa ha rappresentato per me, allora, perchè ho cercato per anni di cancellarne le tracce. Non mi è rimasto granchè della sua assenza, nè prima, nè dopo.

Nella nostra cultura poi non c'è una continuità tra la vita e la morte, purtroppo. Avevo scritto qualcosa a riguardo in un post dedicato all'argomento, forse lo ritrovo nel blog del dottor Catania.
A pensarci bene, neanche a me fa tanta paura, molta di più ad immaginare la mia assenza.

- Modificato da Nadine
Utente 403XXX
Utente 403XXX

Non lo so, io ho sempre avuto una gran paura di morire. Ricordo risvegli angosciati all'idea della morte fin da quando ero piccola.
La paura di smettere di esistere, di non esserci per i miei bambini.
Una paura sostenuta da una mancanza di fede, per cui la morte coincide per me con la fine di tutto.
Come dice Nadine fa paura l'assenza, e il dolore che la nostra assenza può causare alle persone che amiamo.
Poi però guardo i miei bimbi mio marito e penso che se la caverebbero. Ovviamente vorrei morire a cent'anni di vecchiaia possibilmente nel sonno fra le braccia di mio marito , ma l'idea che se fosse loro se la caverebbero mi da un gran sollievo. Anzi penso che il dolore a volte ci possa rendere persone migliori.
Mi spaventa la sofferenza fisica, questo si.
E continuo a pensare che ammalarsi sia orribile, ingiusto e crudele, ma non posso fare niente per cambiare quello che mi è successo.

Sono alle prese con i primi acciacchi post terapia e devo capire come riprendere a fidarmi del mio corpo, immagino sia un lavoro non semplice da fare anche questo. Ho finito le terapie da un mese e mezzo ed ho già ipotizzato almeno una decina di localizzazioni di metastasi
In questi giorni mi capita che mi giri la testa, mi è successo in passato in momenti molto difficili (post partum, crisi di coppia etc) e direi che anche il post cancro non è una passeggiata, ma la testa pensa solo cose orribili e più le pensa e più la testa gira.

Cmq sono in Umbria la sorpresa per il compleanno di mio marito era un week end a Roccaporena un paesino di 70 anime che ho scoperto essere meta di pellegrinaggio in quanto paese natio di Santa Rita considerata la Santa dei casi impossibili.
Noi siamo qui per la sua squadra del cuore che è qui in ritiro (dopo tre anni che perde inspiegabilmente i play off dopo aver dominato il campionato mi sa che la sede del ritiro non è così casuale ), cmq leggendo dei casi impossibili un sorriso un pensiero e a mio modo una preghiera per le ragazze fuori di seno del blog sono nati spontanei

Un abbraccio
Valentina

- Modificato da Utente 403XXX
CRistina-fiduciaria
CRistina-fiduciaria

Credo che Francesca parli di questo passaggio

... "Il momento della propria morte , è infatti il coronamento della propria esistenza e un "dono" che si fa a chi resta, per aiutarli a vivere comprendendo il valore della morte.
L'unica esperienza che si può avere dalla morte è quella degli altri, dato che, è ovvio, nessuno ha la possibilità di raccontare della propria morte.
Si muore quindi "per" gli altri, per quelli che restano, testimoni della nostra esistenza nel suo momento più solenne e importante.
L'ultimo gesto d'amore dell'individuo nella sua esistenza terrena è quella di "regalare" la propria morte, dando un senso che gli altri possano accogliere. Il paradosso della morte è che così questa così diventi positiva perché il morente fino all'ultimo non pensa a sé stesso, ma agli altri, a quello che sarà il significato della sua morte per gli altri.!

tratto dal Blog del Dr. Catania http://www.senosalvo.com/riappropriarsi_della_morte.htm

di cui si è ampiamente parlato anche in

https://www.medicitalia.it/blog/oncologia-medica/4700-dare-sempre-speranza-i-fattori-predittivi-sono-una-mera-informazione-non-una-condanna.html

e devo dire che questo argomento ha colpito molto anche me ...

E anche io mi chiedo come Francesca, quando non c'è questa consapevolezza, quando certe morti arrivano all'improvviso e magari in modo tragico "... quale grande mistero si cela dietro queste altre morti che non sono un dono?"

A me viene solo da dire che in certi casi solo chi resta può trasformare quella morte in "dono" per chi se n'è andato magari in modo inaspettato o tragico. Mi tornano alla mente casi in cui da un evento tragico sono nate iniziative per la vita da parte di qualche famigliare che nel dolore più profondo è riuscito a trovare uno spiraglio di luce, un'ispirazione ... che ha compreso che chiudersi nel proprio immenso dolore è come prolungare quella morte ed ha scelto di trasformare quell'evento in qualcosa di VITALE, magari proprio per dare una specie di continuità alla vita del proprio caro!

CRistina

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

Grazie CRistina per i richiami ai link.

Su questo tema purtroppo non è facile parlarne perché tutti abbiamo nell'elaborazione della propria morte fatto percorsi differenti.

Più che nel passato, oggi la morte è ritenuta un evento insensato, assurdo, ma soprattutto un evento da rimuovere, il più negativo dei pensieri che si possa affacciare alla nostra mente, e di qui l'invito ad allontanarlo il più rapidamente possibile. E questo accadeva soprattutto per la tubercolosi nel passato ed oggi per il cancro, per cui accade che chi è colpito da questa malattia è come se venisse segregato in un altro mondo, nel mondo di chi non sta bene (e invece molto probabilmente è guarito), e così isolato, anche se occasionalmente consolato da parole di speranza a cui non crede neppure chi li pronuncia. Come se gli altri fossero immortali.

Non parlarne o rimuovere questo tema dalla discussione aiuta a star meglio ??? Non credo proprio...anzi !

Se ne deve parlare perché c'è una evidenza discriminatoria : non ho mai capito (in realtà sì) perché uno che ha avuto un infarto e che ha tante possibilità di morire quante ne ha uno affetto da un cancro non vive quella sottile esclusione sociale che è riservata ai malati di cancro , solitamente vissuti come dei condannati a morte.

Questo nei pregiudizi sociali, perché poi all'atto pratico mi trovo tutti i giorni tra gli zebedei.......tantissime rompiballe che ho operato da 40 anni fa sino a...5 giorni fa ....e che continuano a ripetermi (a me ???!!!!) "Dottore come sta ??? Perché sa...Lei deve star bene !!! (a me !!!).

Non tutti siamo allo stesso livello di elaborazione della propria morte. In diverse occasioni me la sono (anche cercata) trovata davanti, specie quando una carovana di Tuareg mi ha abbandonato nel pieno del deserto del Tenerè (vuol dire "il NULLA") . Mi ha stupito la calma con la quale ho affrontato la situazione che mi ha permesso di arrivare a piedi sino ad Agadez...e non vi racconto come e dopo quanto tempo e in quali condizioni.
E non vi racconto di quanto tempo abbia avuto a disposizione per valutare freddamente le speranze probabilistiche della mia sopravvivenza. Se l'avessi fatto con la stessa preoccupazione di chi mi allega il suo Ki 67 o il suo triplo negativo, o statistiche in generale sul loro quadro clinico, probabilmente mi sarei paralizzato su una duna ad aspettare la "dolce morte".


In queste occasioni mi sono reso conto di essere..., si fa per dire non fraintendetemi... preparato a comprendere quanto sia più devastante la paura della morte lontana ed astratta, che la morte imminente vera.

Che vuol dire preparato ? Non saprei rispondere esattamente. Ma forse vuol dire essere educato (ed il training è lunghissimo) a non rimuovere dalla vita il concetto della morte.
Mi sento relativamente educato, o più educato della media, perché

1) Frequenza quarantennale con Ada Burrone marchiata da una prognosi particolarmente infausta

2) Vita avventurosa (=irresponsabile ?)
http://www.senosalvo.com/senosalvo_sport.htm
dove il richiamo a questo tema era obbligatorio non solo nel corso delle competizioni estreme, ma addirittura all'atto di stipulare assicurazioni dettagliate in favore della mia famiglia ed in particolare del modulo " Delega consegna della BARA, nell'eventualità di morte ". Con la penna in mano esitante prima di firmare più di una volta mi sono sorpreso a chiedere "..scusi, la bara di chi ?"

3) Ed ora sono allenatissimo da quando mi sono fatto fare il tatuaggio sull'avambraccio sinistro

"il mio testamento biologico è registrato su www.senosalvo.com "

perchè sono costretto a rileggerlo tutti i giorni già alla prima doccia del mattino....e persino quando prima di operare mi insapono mani e braccia...e con la coda dell'occhio scorgo i sorrisini di tutto il personale che guardando da lontano il mio tatuaggio ...scuote la testa .....
che significa "ma quello veramente è un fuori di seno "

- Modificato da salvocatania
Ex utente
Ex utente

Ciao a tutti, è la prima volta che scrivo....ho avuto già conforto dal Dott. Catania e da messaggi privati da parte di 2 donne del forum che ringrazio tantissimo. Mi chiamo Michela, ho 42 anni e una bambina di 3 anni e mezzo. Sono stata operata il 28 giugno con quadrantectomia, carcinoma G3 duttale infiltrante ki67 al 60% rh2 +++....linfonodi negativi, il nodulo era di 13mm. Domani metterò il port e martedì inizio la chemioterapia, mi hanno detto quella forte, per 5 mesi ogni 21 giorni e con l'aggiunta di un farmaco biologico per il recettore sfavorevole her2 positivo. Ho paura....piango, sono terrorizzata nel non vedere crescere mia figlia, di lasciarla sola....ho fatto tanto per averla, 3 anni di martirio, poi 3 aborti....ora volevamo riprovare ed ecco la sorpresa..... che probabilità ho di guarire? Di non avere una recidiva? C'è la farò ad occuparmi di lei? Vogliono provare a mettermi una cuffia ghiacciata per cercare di non farmi perdere i capelli....ma funziona? Quante domande....scusate, sono distrutta.....ho i Neutrofili a 69,2 e il valore massimo è 68.....significa che ho qualcosa in giro???? Aiutatemi, vi prego

CRistina-fiduciaria
CRistina-fiduciaria

@ Benvenuta Michela!
Io non so rispondere a tutte le domande che poni, ma credo proprio di capire il momento che stai attraversando ... e questo spazio fa proprio il caso tuo.
Praticamente tutte noi abbiamo attraversato quei momenti, e tante ragazze hanno figli piccoli e le stesse preoccupazioni che hai tu, è normale.
Nessuna di noi sa come sarà domani, ma questo vale anche per i "sani". Qui si cerca di imparare a tenere a bada quella PAURA che ora ti sta terrorizzando. Riguardo alle terapie che stai per intraprendere non so esserti d'aiuto, perché io non ho potuto fare la chemioterapia adiuvante, a causa di altri problemi. Vedrai che altre ragazze ti risponderanno.
Qui sei in buona compagnia.

Ti abbraccio forte forte CRistina

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

Benvenuta Michela

Le avevo promesso che non l'avremmo lasciata sola. Faremo insieme, c'è anche Giovanna, la chemioterapia

Intanto dopo averci allegato i suoi parametri biologici...la ridimensioniamo subito . Guardi dove la collochiamo nel nostro bus della vita del nostro forum. Poi Le spiegheremo cos'è il bus e dove sia diretto.
Non è neanche tra le più interessanti, in senso oncologico, e la piazziamo nel bus accanto a Elisa e non tra i primi posti del bus : non siete neanche un triplo negativo )

Quindi aggiorniamo

1) Giovanna Triplo negativo, diagnosi 2016 ,Ki 67 : 90 %, Campania

2) Donatella Triplo negativo diagnosi 2013, entrata nel nostro forum nel 2014 purtroppo con metastasi cerebrali. Donatella ci ha lasciato tante belle lezioni di vita.

3) Francesca Triplo negativo, diagnosi gennaio 2013

4) Nadine Triplo negativo, diagnosi settembre 2013, Ki 67 : 90,5 %

5) Valentina Triplo negativo, diagnosi gennaio 2016 (Ki 67 ...98 % !!!!! )

6) Antonella Triplo negativo , diagnosi........????

7) CRistina triplo negativo, diagnosi 2014, Ki 67 : 60 %

8)..............................................................................??????

9)..............................................................................?????

10) ..........................................................................

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19) Michela, diagnosi 2016, iperespressione Her 2, Ki 67 60%
20) Elisa, diagnosi 2013 con iperespressione Her 2 e Ki 67 : 45 %

- Modificato da salvocatania
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Ciao Michela dopo i nostri messaggi privati sono felicissima di ri-incontrarti qui... Come vedi sei in buona compagnia!
Un abbraccio elisa

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