Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Io ci sono
❤️❤️❤️❤️ ci provo
Ce la sto mettendo tutta ❤️
Ily 82
Un abbraccio
Buona notte blog ❤️
Ily
Questa notte il mio abbraccio è x te ❤️
Buonanotte a tutti!
Ragazze, dottore grazie tantissimo per le vostre parole, gli abbracci e l' affetto che mi dimostrate 🥰 . Questo è davvero un porto sicuro dove si è sempre accolti e ascoltati, grazie con tutto il cuore ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️ ❤️❤️❤️❤️ ❤️❤️❤️ ❤️❤️❤️
Dottore volevo chiedere un parere, perché ne discutevamo con mio marito. Ormai ho superato i tre anni dalla diagnosi di un tumore triplo negativo, a suo tempo ho avuto una risposta completa. Sono asintomatica. So che le recidive ai polmoni possono restare asintomatiche per lunghi periodi. Fermo restando che di certezze non ne abbiamo, è ragionevole pensare che dopo tre anni, un triplo negativo possa essersela data a gambe considerato appunto che non ho sintomi? Quanto può un tumore del genere restare asintomatico? Grazie
Domanda da un milione di dollari cui abbiamo provato, senza prove, a rispondere occupando centinaia di pagine del nostro blog.
Proviamo a riesumare alcuni concetti base , cui seguiranno diversi approfondimenti.
Se il tema è di vostro interesse.
Vi dico subito che inevitabilmente risveglierà ansie sopite perchè ogni paziente desidera incontrare solo quel medico che possa ripetergli in continuazione finite le terapie "sei guarito", senza se e senza ma.
Facciamo un pò di ordine e mi scuso se come segnapagina marchio questo post con
Non solo è ragionevole per un Triplo Negativo, ma è persino molto probabile.
Quindi potremmo chiudere il nostro dialogo con un micragnoso
Sarebbe però una risposta superficiale che non rende neanche la minima idea della complessità che sottintende questo tema . E con quel si io mi sentirei nei panni del dr. Pinocchio che vi propone " Volete la verità o preferite la vostra bugia preferita ?" .
Questo tema è approfondito in un libro che non sarà mai pubblicato per le ragioni più volte spiegate scritto a 4 mani con Lara con la quale c'era un rapporto bellissimo , inframmezzato da accese discusioni allorchè si toccava il tasto sul concetto di "guarigione" e sull'importanza che io davo , avendolo sperimentato con oltre 15.000 pazienti schedate e seguite per pìù di 15 anni sui fattori prognostici modificabili dal paziente stesso.
Lo rivela lei stessa con la sua ultima mail del 5 gennaio 2021 (ci lascerà 15 giorni dopo)
"Poi lo so che l'ho fatta arrabbiare un pò, siamo due "cape" dure ed era inevitabile."
"Caro dottore, volevo solo dirle che tra le tante (troppe) cose brutte di questa malattia di merda lei è stato un raggio di sole. Un faro che si è acceso all'improvviso nella notte buia.
E soprattutto grazie a lei se mi sono rialzata dopo il busto, eccetera.
Ma questo lo sa già.
Ora mi sembrano così inutili , ho provato a scrivere delle lettere, ma mi pare tutto così scontato e limitato.
Credo che le affinità , il bene e l'affetto si sentano in altri modi.
E proprio la mia forma di espressione preferita ora mi appare insufficiente. Però ci tenevo a non rimanere troppo a lungo in silenzio con lei. La sua lucida follia, al di là di ogni prognosi, mi ha permesso di vivere un anno (2019) pieno di ripartenze, viaggi, passeggiate, posti nuovi.
Un regalo inaspettato della vita. Me lo sono goduto tanto , un altro giro di giostra che probabilmente senza il suo sprone non avrei mai avuto.
Poi lo so che l'ho fatta arrabbiare un pò, siamo due "cape" dure ed era inevitabile.
Ora sono stanca , sto bene con la mia famiglia e gli amici, mi sento tanto amata e coccolata e sono grata di questo. Sono anche tante altre cose : triste, arrabbiata, a volte disperata.
Cerco di vivere passo dopo passo, guardo la corda anche se è difficile. Troppa sofferenza , non riesco ad accettarla, non mi riconosco più , altro che "kintsugi", mi servirebbe proprio un corpo nuovo.
Va bene , le ho detto un pò di cose che sentivo importanti, magari le scriverò ancora.
Con immutato affetto.
Lara
Ho conosciuto Lara sul blog e per la prima volta nel reale nell'autunno del 2018 a Roma dove mi trovavo per la presentazione di un libro.
Per gioco, si fa per dire, era nato il progetto del libro a 4 mani, ma ispirato da una scommessa provvocatoria con Lara metastatica : "Lara lei non può farmi perdere la scommessa della vita con un Ki 67 al 2%!
La scommessa in una epoca 2017-2018 in cui venivano pubblicati diversi studi che avevano come oggetto di ricerca : perché le cellule tumorali in alcuni casi si risvegliano anche dopo 15-20 anni ??
Quello che gli addetti ai lavori chiamiamo il «rude awakening» (duro risveglio)
Un bellissimo studio fu pubblicato da un ricercatore dell'IEO , Giuseppe Curigliano , direttore della divisione per lo sviluppo di Nuovi farmaci e Terapie innovative dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano
https://www.nature.com/articles/d41586-018-01140-z
che indicava quali sono le pazienti più a rischio .
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l Ci sono nuovi studi sul tema?
Uno studio diffuso lo scorso novembre 2017 sul New England Journal of Medicineha rianalizzato i dati di ben 88 sperimentazioni riguardanti donne con un carcinoma mammario ER-positivo, ovvero un sottotipo di cancro al seno caratterizzato dal suo essere dipendente dagli ormoni (estrogeno-positivo). In tutto sono state valutate le informazioni relative a quasi 63mila pazienti con un tumore metastatico, che erano state curate in precedenza con chirurgia e terapia ormonale per cinque anni. Tutte le partecipanti erano libere da malattia allo scadere della cura, il cui scopo è quello di ridurre l’attività degli estrogeni, per impedire alle cellule cancerose di diffondersi.Ne è emerso che, nel periodo che va da 5 a 20 anni dalla diagnosi, il tasso di ricadute resta invariato e che il rischio di metastasi è legato alle caratteristiche di aggressività del carcinoma iniziale
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Perché si parla di «rude awakening» ovvero duro risveglio?
Le cellule cancerose restano dormienti in una minoranza di donne con tumore al seno, che hanno scoperto la malattia alle sue fasi iniziali e sono state curate con successo (prima con chirurgia e poi con terapia ormonale) per cinque anni. «Lo abbiamo definito duro risveglio perché quando si verifica, magari dopo 10 o 20 anni di “sonno”, la ripresa attività delle cellule cancerose è spesso “rude”, letale rapidamente. Finora non se ne capivano i meccanismi, ma la ricerca sta facendo progressi», spiega Giuseppe Curigliano, direttore della divisione per lo sviluppo di Nuovi farmaci e Terapie innovative dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e autore di un’analisi appena pubblicata sulla rivista scientifica Nature insieme alla collega portoghese Fatima Cardoso.
Ci sono nuovi studi sul tema?
Uno studio diffuso lo scorso novembre 2017 sul New England Journal of Medicineha rianalizzato i dati di ben 88 sperimentazioni riguardanti donne con un carcinoma mammario ER-positivo, ovvero un sottotipo di cancro al seno caratterizzato dal suo essere dipendente dagli ormoni (estrogeno-positivo). In tutto sono state valutate le informazioni relative a quasi 63mila pazienti con un tumore metastatico, che erano state curate in precedenza con chirurgia e terapia ormonale per cinque anni. Tutte le partecipanti erano libere da malattia allo scadere della cura, il cui scopo è quello di ridurre l’attività degli estrogeni, per impedire alle cellule cancerose di diffondersi.Ne è emerso che, nel periodo che va da 5 a 20 anni dalla diagnosi, il tasso di ricadute resta invariato e che il rischio di metastasi è legato alle caratteristiche di aggressività del carcinoma iniziale (il suo diametro e l’interessamento dei linfonodi).
Quanti sono i nuovi casi ogni anno?
«Su 48mila nuovi casi di cancro al seno diagnosticati annualmente nel nostro Paese, circa il 70% rientrano nel sottotipo ER-positivo – spiega Curigliano -. Queste pazienti ricevono, come trattamento standard per la loro patologia, 5 anni di ormonoterapia se sono a basso rischio di recidiva, 10 anni se lo stadio del tumore e la biologia le classificano ad alto rischio. Nel caso di tumori a basso rischio, piccoli, molto sensibili alla cura con ormoni, con bassa proliferazione di cellule cancerose, la sopravvivenza delle pazienti è superiore al 95 per cento».
Chi guarisce e chi invece è a rischio di ricaduta ancora dopo 20 anni?
«Si possono definire guarite tutte quelle donne con una diagnosi molto precoce, con una stadio I, ovvero tumori piccoli senza interessamento dei linfonodi alla diagnosi, con elevata sensibilità alla terapia ormonale e un basso indice di proliferazione (ovvero le cui cellule cancerose si moltiplicano lentamente e poco).
Come si spiega il letargo di queste cellule?
«La nostra conoscenza della biologia delle cellule residue dormienti dopo terapia adiuvante è molto limitata – risponde Curigliano -: ci sono più fattori da tenere in considerazione per capire perché e come alcune cellule tumorali che sopravvivono ai trattamenti anticancro si annidano in una nicchia, dove rimangono dormienti per decenni per poi improvvisamente risvegliarsi. Se uno qualsiasi di questi fattori cambia, il “letargo” viene disturbato e le cellule cancerose si destano bruscamente, iniziando lo sviluppo di malattia metastatica».
Quali controlli potrebbero aiutare le donne operate di tumore al seno?
«Tutte le donne con diagnosi di carcinoma mammario dovrebbero sottoporsi, a vita, a una mammografia annuale e a un’ecografia mammaria e dei cavi ascellari semestrale. Tutti gli ulteriori esami si richiedono per monitorare eventuali tossicità dalla terapia ormonale o in accordo a segnali clinici (dolori, alterazioni degli esami ematici, sintomi respiratori o di altro tipo) che ci indurranno ad approfondire con indagini mirate sugli organi dove segni e sintomi si manifesteranno ».
Ha senso continuare la terapia ormonale oltre i 5 anni?
«Prolungare la terapia ormonale oltre i 5 anni è indicato solo in quelle pazienti che riteniamo possano avere un maggiore pericolo di recidiva: tumori più grandi alla diagnosi, molti linfonodi metastatici, alta proliferazione. Il “costo” da pagare è un maggiore rischio di osteoporosi e cardiovascolare, oltre a maggiori effetti collaterali quali vampate notturne e dolori articolari (che variano da soggetto a soggetto). Una terapia intermittente sembra essere gravata da minori effetti collaterali. I pro sono legati al minore rischio di recidiva locale del tumore. Ci sono poi studi che stanno valutando se estendere l’ormonoterapia prevenga o meno le metastasi, e quindi porti benefici nell’allungare la sopravvivenza delle pazienti: ma è presto per poter dare risposte in questo senso, il follow up delle partecipanti a questi trial è ancora troppo breve»
Stili di vita: cosa riduce davvero il pericolo di ricadute?
«Quello che sappiamo è che l’obesità riduce l’efficacia della terapia ormonale, in particolare quella degli inibitori delle aromatasi – conclude Curigliano -. Una raccomandazione importante per i nostri pazienti è quindi evitare il sovrappeso e un’alimentazione che aumenta il rischio di sindrome metabolica. Diversi studi poi dimostrano chiaramente che l’esercizio fisico inteso come “mantenersi in forma” mantiene e migliora la salute muscolo-scheletrica, riduce il rischio metabolico e cardiovascolare, e indirettamente dà un impatto sulla migliore tollerabilità di alcune terapie ormonali».
Ho riportato qui il parere virgolettato di Giuseppe Curigliano che io ho incotrato all'IEO nel novembre 2019 . Ha ascoltato molto interessato i dati della mia esperienza e soprattutto quelli del blog . E soprattutto i dati del nostro (outliers e Long Survivors) blog proponendomi di far partire una ricerca coinvolgendo l'IEO e il nostro blog.
Purtroppo 2 mesi dopo scoppiò lo Tsunami del Covid e non se ne fece nulla.
Grazie per le dritte sulle matite per sopracciglia 😘
*********** con oltre e
oltre oltre
pensieri del mattino
"Vorrei tanto esservi INUTILE " (Salvo Complicazioni)
..." A volte penso di essere normale. Poi passa... "
L'EGO-altruismo è un sentimento forse malato , ma è la benzina di una passione che aiuta come effetto collaterale positivo la speranza di chi ti sta vicino ma anche di tanti sconosciuti .
Una sorta di narcisismo malato allo scopo di appropriarsi della locuzione latina Non omnis moriar (Orazio, Odi, III, 30, 6), che tradotta letteralmente, significa [b]Non morirò interamente. ...Non morirò del tutto
"la speranza è una passione rivoluzionaria che anticipa il meglio mentre si vive il peggio"
http://www.senosalvo.com/mai_perdere_la_speranza.htm
C'è rimedio alla . E si chiama
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questo era lo scenario pronosticato da una RFS-ora ex-utente- a fine agosto del 2022.
I numeri l'hanno clamorosamente smentita perchè i dati di questo ultimo anno
hanno confermato il nostro blog non solo nel ruolo di leadership mondiale fra i blog "di nicchia" che si occupano di Medicina Narrativa, ma che in proiezione questi numeri sono destinati a registrare traguardi di reputazione persino impensabili a noi tutti.
Speriamo che nel frattempo
mentre il resto