Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

Io ci sono

Buonanotte Rfs, dott Catania e Stefania, Invisibili
Questa è’ stata una settimana particolarmente intensiva al lavoro, ma siamo a venerdi sera e mi aspetta un week end di riposo, svago e lavori in casa.

Ragazze buonasera, devo raccontarvi una cosa. Anni fa al centro che segue mia figlia, sentivo la d.sa urlare a delle persone perché voleva che una ragazza stesse in un luogo a parte “è immunodepressa, sta facendo chemio! Non può stare in mezzo agli altri, non può stare qui!” Quel giorno le avevo portato una medaglietta miracolosa e lei, molto triste, mi disse “a questa mamma dovremmo darla!” Ovviamente era la mamma con una figlia con la stessa patologia della mia…non la conoscevo, aveva un turbante in testa ma la vidi di sfuggita. Tornai a casa con un magone dentro e pensavo a questa ragazza e a quella medaglietta miracolosa. Dopo tre mesi portai alla d.sa un angioletto di pezza con il nome della bambina e al collo una medaglietta miracolosa da consegnare a questa ragazza. Dopo qualche mese la d.sa mi chiamó perché questa ragazza voleva il mio numero di telefono e mi chiedeva il permesso: e così ci siamo conosciute, conosciute per modo di dire, perché tutti i ragazzi con questa patologia non possono stare vicini e nemmeno noi genitori, quindi la nostra conoscenza è solo telefonica. Ovviamente non ci sentiamo spesso , un paio di volte l’anno. Oggi ci siamo sentite e mi è venuto spontaneo parlarle di me (mi siete venute in mente voi, ho pensato “è una di noi”) della mastectomia, delle mie paure, dei controlli, dei pensieri negativi,…
Lei, fresca come le rose, mi dice (scrivo alcuni spezzoni)
“eh…ti capisco, io sono guarita da un quarto stadio, mi hanno tolto tutto, utero e ovaie, erano tre tumori, uno borderline e due tra i più aggressivi, tanto che mi hanno fatto la chemio più pesante che c’è, eppure ce l’ho fatta, penso anche perché mia figlia stava male e io ce la dovevo fare, le ho fatto un ciclo in vena a casa contro il parere dei medici perché la chemio era troppo pesante e io non riuscivo nemmeno a stare in piedi ma in ospedale non potevo rimanere, ma come facevo? Lei stava male(….)
io, a dire il vero, ogni tanto ho paura, ma poi penso che me la voglio godere, non è che sappiamo quando tocca a noi!?! (…)
ho imparato a mandare a fare in culo con molta facilità: mica posso perdere tempo!”(…)
È inutile stare sempre lì a rimuginare, tanto quello che deve essere sarà!(…)
Sono passati 5 anni, io sono fuori, ma lo so che devo stare in guardia, ma non voglio pensarci più di quel che devo”

Io l’ho ringraziata perché mi ha trasmesso tanta serenità.
Poco dopo mi ha mandato un vocale, e mi ha detto di cercare di pensare sempre positivo, di non lasciarmi abbattere anche se sa che è un momento duro, perché il tumore si nutre anche dei pensieri negativi, essere serene aiuta ad affrontare tutto in maniera diversa.
E pensare che se dovessimo incontrarci non ci guarderemmo nemmeno, eppure ci conosciamo nel profondo: come noi!