Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Francesca
su >>mi sono innamorata del mio chirurgo >> dovrei in replica allegare un intero volume.

Mi limito ad alcune succinte considerazioni
1) Proprio stasera ho parlato per quasi una ora con Michela Mantovan, artefice della sua pubblicazione, in quanto caporedattore del Corriere della Sera e in quanto suo (di Michela) chirurgo (3 anni e mezzo fa) ho espresso molte delle perplessità , che anche a Lei avevo espresso via mail quando mi aveva anticipato l'articolo.

2) Il rapporto medico-paziente è una relazione e come in qualsiasi relazione tutto può accadere. Ma ci sono cose che assolutamente NON POSSONO ACCADERE , perchè trattandosi di una relazione diseguale, in cui c'è una parte più fragile, la parte più forte deve prendersi le sue grandi responsabilità professionali, che sono facilmente immaginabili.
A Lei Francesca risposi cosa (non certo bene) ne pensavo del chirurgo che colto da "contransfert" faccia finta (=fare il piacione ) di non comprendere quali siano queste responsabilità , sia di ordine etico che deontologico.

3) Su transfer e controtransfert non me ne frega nulla delle interpretazioni di Freud o di Jung, che non erano chirurghi, e non hanno quindi mai considerato i disastri che i medici potrebbero provocare nei casi in cui si lasciassero andare perdendo il controllo della relazione, che ripeto è per definizione asimmetrica. Anche se i dò pure ragione a Freud che considera questa relazione non come una interazione tra una persona malata ed una sana, bensì quella tra due personalità, che sviluppano ansie e difese patologiche, ma contengono allo stesso tempo, per la parte della paziente, anche un lato bambino con i suoi genitori interni.

4) Il contransfert del chirurgo è senza dubbio molto utile per recuperare informazioni sulle dinamiche profonde della paziente, altrimenti difficilmente reperibili, e che cementano quella relazione di profonda empatia. Lì però si deve fermare il ruolo del controtransfert e non è differente del resto da quanto accade anche nelle relazioni sociali e interpersonali come quelle tra maestro e allievo, tra sacerdote e adepto, tra genitore e figli.

5) Quindi il chirurgo, ma questo vale anche per lo psicoterapeuta, per il sacerdote, per l'insegnante, per il genitore, è obbligato a vagliare attentamente gli effetti che la sua presenza, le sue parole, i suoi atteggiamenti suscitano in questo scambio di sentimenti reciproco.
La soglia cui ci si deve arrestare è rappresentata dal sentimento dell'empatia (da non oltrepassare), quel sentimento cioè che consente alla paziente di sentirsi compresa e accolta ed al chirurgo di mettersi...dall'altra parte.

6) Questo tema, e lo dicevo stasera a Michela Mantovan, è molto delicato e scivoloso per ragioni anche semplicemente di opportunità :
a) quanti mariti e familiari (es. figli grandicelli) sono disponibili ad accettare manifestazioni pubbliche di "transfert" della paziente-moglie-madre ?????
b) quanti colleghi ed amici del marito-figli ????
c) Quante mogli-compagne dei chirurghi sono pronte a comprendere il fenomeno del controtransfert ??

Ciò non vuol dire che questo tema non possa essere affrontato pubblicamente. Ma lo vedo bene ad esempio nella penna di una scrittrice professionista , che senza omettere nulla , rappresenti questo tipo di relazione come una astrazione anche se ai lettori è ben chiaro il carattere autobiografico della rappresentazione.

Un canovaccio perfetto per una Oriana Fallaci ad esempio.
Fiduciaria Laura
Fiduciaria Laura

Amiche, Amici, Dottori,
i miei più cari auguri per questo Natale, che sia il più possibile sereno !

Ho capito che alla fine nel mio vortice di feste a scuola, all'asilo, impegni di lavoro, biscotti da sfornare e panni da lavare ...bè...ci sto bene. Alla fine tutto il "vuoto" che la malattia mi aveva creato l'ho colmato di persone, affetti, impegni,cose, ricette...e che la festa abbia inizio!!

Vi abbraccio come se foste qui.
con affetto
Laura

Francesca fiduciaria
Francesca fiduciaria

dott. Salvo, non sono Oriana Fallaci e forse in questo periodo ho giocato un pò ad essere una scrittrice affermata...ma alla fine sto molto meglio nei miei panni .

ognuno ha letto l'articolo e l'ha interpretato come ha voluto, come succede per la maggior parte delle cose che si leggono e che si scrivono. io posso dire quali sono state le reazioni che ho avuto intorno a me....

prima di tutte la mia .. quando ho letto il titolo ho pensato "Ecco.. non hanno capito niente.."
mio marito ha fatto qualche battuta sarcastica e ad una prima lettura non aveva colto il dolore che c'è nel guardarmi ogni mattina allo specchio. e cosa significava in realtà quel pensare ogni mattina al chirurgo, .poi ha riletto e ha capito.

mi ha telefonato una persona che non conosco ,m i ha telefonato nell'impeto di un'emozione ringraziandomi perchè era la stessa cosa che provava lei ma che non sapeva comprendere e di cui ho capito forse se ne vergognava anche un pò.

mia suocera . e dico: MIA SUOCERA.. ha detto che ha letto ed ha pianto e che è un articolo bellissimo...

la psicoterapeuta "Bello, bello ed innocente. " aveva cercato molto su questo argomento ma nessuna ne aveva mai parlato.

Infine la parucchiera, che ha letto e ha detto che scrivo da Dio ..(quindi anche meglio della Fallaci.).. ma soprattutto che non mi devo rammaricare per quel titolo perchè si capisce benissimo di cosa si parla e il titolo alla fin fine "ci sta, anche se si capisce che non è quel tipo di amore."

sul fatto che poi il chirurgo debba essere empatico ma non piaccione credo che su questo siamo d'accordo tutti e forse è anche per questo che lo si ama, proprio perchè non si è approffitato di noi, anche se ci ha voluto bene.

tanti saluti a tutti.
passo e chiudo perchè oggi è l'ultimo giorno di scuola finita la recita dei miei scolari me ne vado in vacanza.


Francesca

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Francesca,

Premessa : ha fatto benissimo a scrivere l'articolo sulla più prestigiosa testata (e poi a 4 colonne....sic !!!), perchè è giusto fare quel che ci si sente di fare. L'articolo è molto bello e scritto bene, ma non era del suo articolo che io parlavo, ma del problema in generale e del tema specifico che, ribadisco è da considerare delicato e scivoloso e che si può riassumere nella raccomandazione
" agitare con cura ".
- Modificato da salvocatania
salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Francesca,

Mi riferisco a centinaia di mie pazienti che ho conosciuto e che dopo la malattia hanno deciso di
a) lasciarsi invasare dalla compulsione, non di scrivere un libro, ma di pubblicarlo.
b) fondare una associazione per le donne operate, (anche se ormai ce se ne sono centinaia in tutta Italia)

Propositi encomiabili, in buona fede, senz'altro utili, ma che alla fine sfociano in una vera professione della malattia, da esibire.

Quando a me chiedono quale sia la dote umana più importante che sorregge il mio difficile lavoro di oncologo....io rispondo l'EGOALTRUISMO.

Cioè mi motiva ogni giorno, non la sensibilità, non l'umanità, che portano inevitabilmente alla sindrome del Bourn Out, ma la fisiologica vanità umana di fare bene il mio lavoro....per me stesso ! .
Farlo bene per me stesso
vuol dire avere relazioni empatiche con i pazienti e questo soddisfa la mia vanità. Poi che di questo effetto collaterale in primis se ne avvantaggi il paziente ......incrementa ulteriormente il mio livello di vanità, con la consapevolezza di un inevitabvile miglioramento della relazione e di una crescita della mia stessa capacità comunicativa.

Quindi va benissimo se guardiamo il versante della paziente sotto questo aspetto.
Non mi entusiasmo più però quando ....la ex-malattia rischia di diventare una professione.
"Cosa fa Lei nella vita ? "
" Sono guarita dal cancro, ma di professione faccio l'ammalato di cancro "


Mi colpiscono e mi entusiasmano di più esperienze come quella di Michela Mantovan, che ha scritto un bellissimo libro e scrivere è la sua professione in cui riesce meglio, eppure quando le chiesi
"perchè non lo pubblica ? "[font#01DF01][/font] mi rispose
"non ci penso affatto...l'ho scritto per me stessa "


Quindi una cosa è scrivere....e lo raccomando a tutti, altra cosa è scrivere solo per essere pubblicati.
Una cosa è voler condividere scrivendo le proprie paure con altri di pari condizione , altra cosa è lasciarsi invasare dalla compulsione di pubblicare.

Ripeto ancora una volta queste osservazioni non erano affatto riferite al suo articolo, sul quale ho lanciato solo un alert di opportunità.
- Modificato da salvocatania
Nadine
Nadine

"Certo che i chirurghi/e si innamorano dei propri pazienti/e...almeno per chi crede che la chirurgia sia un atto d'amore".
Questa è la risposta che ha dato un medico, chirurgo senologo, su un gruppo di facebook a cui sono iscritta e dove stamani ho condiviso l'articolo di Francesca.
Un atto d'amore...la chirurgia...sembra incredibile. Ma credo che lo sia come tutto quello che si rigenera con le mani. Anch'io mi sono innamorata della mia chirurga avendo saputo toccare note stonate di me come pochi altri hanno saputo fare.... Ecco il mio amore è per una persona che di mestiere fa il chirurgo .
Non so se è accaduto e chi dei due eventualmente abbia oltrepassato il livello di empatia, ma se anche fosse come dice il dottor Salvo per ego altruismo o per vanità, mi piace pensare che questa persona che di mestiere fa il chirurgo mi abbia voluto dare qualcosa di sé perché anch'io ho saputo toccare delle note stonate e che tutto quello che ho restituito nella forma che più le aggrada e la lusinga, se l'è meritato!
Per me non c'è altro da interpretare in questo articolo scritto dalla nostra Francesca che ha voluto condividere una parte così intima e personale della sua storia di malattia, senza l'illusione di saper scrivere, nè con l'intento di fare della malattia una professione.
Quello tra chirurgo e paziente è un rapporto asimmetrico come lo è nelle relazioni di aiuto. E' capitato anche a me di essere dalla parte del chirurgo nel lavoro che svolgo, in carcere ad esempio. Il prendersi cura genera accoglienza e fiducia nel soggetto fragile che facilmente tende a perdersi dentro una dimensione che gli sta troppo grande.
Ma non comprendo onestamente il suo punto di vista dottor Salvo rispetto a quelle persone che vogliono costruire qualcosa di utile dalla propria malattia, mi pare che lei abbia generalizzato un po' troppo. Non è forse quello che ha fatto la cara Ada Burrone?tanto per citare un esempio.....E aggiungo parlando di spinta fisiologica nel fare qualcosa che anche il riscoprirsi altruisti non sia necessariamente desiderio di mettersi in mostra, di esibizione, dunque. Insomma non è che debba esserci per forza un secondo fine, ho fiducia che qualcosa di autentico sia stato generato da questo schiaffo a cinque dita e che in qualche modo qualcuno reagisca porgendo l'altra guancia.. della serie quali altri opportunità, se non questa?Non è anch'essa una via per la resilienza?

Nadine
Nadine

E a tutte voi partecipi e non, dottori e dottoresse, voglio augurare buone feste. Un caro abbraccio a Lori che ne combina sempre una per restare più a lungo al centro del nostro cuore.


Dottor Salvo possiamo strapparle una promessa per il nuovo anno di farci incontrare tutte finalmente?

- Modificato da Nadine
Rosella fiduciaria
Rosella fiduciaria

Ed ecco arrivato un altro Natale...
Un altro anno è trascorso in un susseguirsi di emozioni, a volte scoppiettanti, altre volte travolgenti, altre ancora coinvolgenti, non sempre sorridenti...ma tant'è, la Vita è bella anche per questo...

Sulla bilancia della nostra esistenza è inevitabile che ci sia il contropeso...altrimenti che bilancia sarebbe...

Quindi, sommando pesi e contropesi, mi sento di dire che ho trascorso un buon 2015, che ho sorriso, che ho imparato molto grazie a chi mi ha fatto comprendere altrettanto, nel bene e nel male, e che sono diventata più forte, pur lasciando per strada qualche sogno.

Auguro a me stessa, a chi mi ama e a chi leggerà, la Serenità, senza alcuna retorica, in quanto credo che questa sia l'unica emozione che veramente conti per sentirsi felici!

Un abbraccio e un sorriso a Tutti Voi!

Rosella

Antonia fiduciaria
Antonia fiduciaria

Carissime e Carissimi,

Auguri a tutte e a tutti!


Buon Natale e Buone Feste!



@Francesca, il tuo articolo è stato un gradito regalo; quando ho occasione di incontrare i chirurghi che mi hanno operata ho un tuffo al cuore; io per loro sono stata solo una delle tante pazienti della loro vita lavorativa, essi invece sono presenti indelebilmente nella mia Vita.

@ Lori, un bacio a te guarisci presto!

Antonia

CRistina-fiduciaria
CRistina-fiduciaria

Auguro a tutte/i un sereno Natale ...

A presto
CRistina

Utente 329XXX
Utente 329XXX

Eccoci, anche se un po' in ritardo, tra cene di Natale, stanchezza, paura e speranze per il nuovo anno. Un grandissimo abbraccio a tutti e tanta serenità, dalla Sardegna.
Elena e Francesco Sassari.

Utente 363XXX
Utente 363XXX

@Francesca ho letto il suo articolo e mi è piaciuto più dei libri della Fallaci... però io sono fazioso sino alla scorrettezza: confesso che malsopporto l'Oriana nazionale.
Mi sono chiesto se un innamoramento simile a quello da lei raccontato non sia in qualche misura possibile anche nei parenti o nei mariti. E mi è venuto da sorridere immaginando il titolo del suo prossimo articolo: "Anche Lancillotto ama Re Artù" ;)
@Nadine volevo ringraziarla sia pure con grave ritardo per l'articolo che ha postato a proposito di cancro e maternità: mi è stato utile... come tutto ciò che scrive d'altra parte.
@Lori: la sua autoironia è impareggiabile. Guarisca presto.
A tutte/i
Serene festività

Nadine
Nadine

A proposito della chirurgia come atto d'amore...
Francesca leggi questo....Roberto magari le piacerà questo articolo:

http://ferrari.blogautore.espresso.repubblica.it/

Buon Santo Stefano....alla ricerca di un ristorante, perchè io ho ancora fame!!!!!!

Lori Fiduciaria
Lori Fiduciaria

@Francesca, ho letto con piacere il tuo articolo e a me sembra bellissimo. Certamente l'argomento suscita alcune considerazioni e opinioni diverse. Io TI HO CAPITA perchè sono cose che succedono e a molte di noi . Proprio così se pensi che noi affidiamo la nostra vita, le nostre speranze al medico che sa capire il tuo stato d'animo, che sa parlarti e assicurarti, è ovvio che per noi fragili come non mai il Medico diventa un dio in terra. Voglio raccontarti quando sono stata operata io, avevo deciso che la persona che mi dava fiducia e che faceva al caso mio era un chirurgo oncologo conosciutissimo per la sua bravura e anche per la sua bruttezza. Era veramente brutto con il viso sfigurato da un incidente, ma sapeva parlare alle ammalate tant'è che io lo vedevo bellissimo. Ricordo ancora che la sera precedente all'intervento era di turno all'ospedale ed è venuto a tenermi compagnia alle 23 sapendo che io non avrei dormito dalla paura. Questo per dirti che fra noi era subentrato un certo feeling da innamoramento che nel tempo poi si è dileguato e quando andavo ai controlli non mi filava neanche. Io gli sono tuttora riconoscente e lo ricordo come un caro amico. Tu hai raccontato in un modo così simpatico e piacevole la tua esperienza che sinceramente puoi solo essere contenta delle emozioni provate che ti riscalderanno il cuore per un po' e che nel tempo ricorderai volentieri. Un abbraccio

@Nadine grazie per averci segnalato gli articoli di Alberta Ferrari sull'Espresso. Che scrive bene si sa, ma le emozioni che sa trasmettere meritano davvero considerazione e bellezza.

Ciao Ragazze/i vi auguro la buonanotte
Lori

Utente 399XXX
Utente 399XXX

Buongiorno a tutti, sono il marito di Donatella e scusatemi se vi scrivo solo adesso...ma volevo inanzi tutto ringraziare TUTTI per l'affetto manifestatoci in questi tre anni .
Donatella aveva in voi un grande appoggio sia psicologico che di amicizia pura nata con voi....
Non vi nascondo che all'inizio io avevo pregato Dona di non affidarsi alla rete in quanto insidiosa ma poi mi sono dovuto ricredere perché qui lei ha trovato non compagne di sventura ma amiche....amici -Ricordo con affetto la giornata ad Erice a cui Dona non ha voluto mancare tra mille difficoltà ma tutto affrontato con il sorriso e con la voglia di condividere non la malattia ma la gioia di ritrovarsi da varie latitudini di questo paese...
Non mi dilungo oltremodo .....mi sembra di essere il Presidente al discorso di fine anno....voglio solo augurare a tutte le RFS un sereno anno 2016 carico di vittorie ....un abbraccio al mio caro amico Gianluca CALI' u un caro saluto a lei dott. CATANIA che anche da lontano ci è stato molto vicino.....

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