Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Grazie mille. Quante risate e cose belle ho passato con lei, anche perché abitavamo vicino, tipo 30 km . Quando nacque sua figlia,,io credo di averla amata come se fosse mia figlia e continuo ad amarla. Lei oggi ha compiuto 19 anni e ha festeggiato anche la maturità, mandando un grande palloncino a forma di cuore alla sua mamma nel cielo.. perse sua madre quando aveva 14 anni. Mi mancano le sue battute, le sue risate e mi manca il suo spirito libero che amava la vita e ha vissuto in pieno e non si è mai arresa ,,mai ,,fino all'ultimo respiro diceva che lo manderò a fanc....questo maledetto che ha osato a presentarsi senza nemmeno chiedere il permesso...Era una grande donna.. Io la sogno e la sogno bella ,,bionda ,capelli lunghi e occhi azzurri così com'è era,,ballando e contando ed è così che lo voglio sempre portare nel cuore ❤
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Buonasera blog e dottor Catania, io ci sono!
scusate ma avevo bisogno di parlare con chi davvero può capire . Grazie di cuore
Mi ricordo di te❤️
Noi ci siamo ❤️
Hai fatto bene a scrivere, mi spiace per la situazione ma vedrai che ci sarà una soluzione. Aggiornaci sul percorso e sulla terapia 🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈
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Grazie per aver condiviso con noi questa parte della tua vita. Bellissimo il gesto di lanciare un palloncino a forma di cuore per la sua mamma, che sicuramente era lì con voi.
Anche mia nipote ha 19 anni. E per me è come una figlia.
Visita nelle parti basse tutto ok...markers ok..appuntamento di venerdì spostato a lunedì..i medici il venerdì non lavorano..bravi cmq.. vabbè.
Stasera Mia ha voluto andare in palestra..ed ho preparato la cena di compleanno..polipo rosticciato su purè aromatizzato al prezzemolo con gamberetti scottati;))
Bollicine e tanti baci solo noi tre..
La vita va vissuta in tutti i momenti e festeggiata quando si deve..
Silvia era felice e Mia raggiante..
Domani è un altro giorno.
Io ci sono e ringrazio per la mia famiglia ..
Buonasera
Domani ecocardio e il giorno dopo visita oncologica.
Spero di superare questo primo controllo semestrale di follow up.
Un po' d'ansia
Sto aspettando l’esito del test genetico che dovrebbe arrivare questa settimana per sapere se essere operata o fare prima chemio.
Grazie cara Mia è felice..oggi e mi basta
Oggi non riesco a mettermi in pari con la lettura, sono distrutta! Ci tengo però ad abbracciare forte la nostra Panse'❤️! Mi dispiace tanto tesoro, noi ci siamo!
Patri mi riesci a mettere in agenda domani per asportazione neo sospetto? Grazie mille e buona notte a tutti/e e al dottor Catania!
Qui ho connessione un po' ballerina...
Però sono rouscita s leggere di Rororo.. Mi ricordo di te e mi spiace questa situazione, tieni duro e sappi che ci sono altri farmaci che possono provare.
Dove sei seguita?
Facci sapere cosa ti hanno proposto e non mancare mai mai mai al nostro appuntamento io ci sono .. Fa parte della cura stessa.
Non ce la faccio più ed in questo momento ho solo voi…
Mio marito ha cominciato a star male quattro settimane fa con un dolore pazzesco alla schiena tanto da rimanere paralizzato. Dopo una settimana, capito che non era il solito mal di schiena, ha cominciato ad affacciarsi nella mia mente una sola patologia: cancro. Per me l’ha avuto ovunque, puntualmente smentito da ogni esame. Ves e Pcr alle stelle mi sono rivolta al suo cardiologo che non l’ha voluto visitare e mi ha rimandato ad un infettivologo. Oggi siamo arrivati alla diagnosi di osteomielite (infezione a due vertebre).
Lui è stato operato ad ottobre al cuore. Dopo due settimane di visita e speso circa 1.500€ circa mi rivolgo ad un terzo cardiologo (il secondo si è preso 202€ ma non gli ha fatto nemmeno un elettrocardiogramma e ha consigliato direttamente un transesofageo per escludere una endocardite solo perché richiesta dall’ infettivologo, ma per lui era un esame superfluo) lui è saltato dalla sedia, ha una endocardite, la valvola operata non funziona, non lo possono toccare perché ha una infezione in corso e vedranno il da farsi man mano che trattano l’infezione. Gli è crollato il mondo addosso ed anche a me. Mi ha detto che è praticamente morto. Ho cercato di incoraggiarlo ma ha capito che sicuramente la valvola si dovrà sostituire se ci arriva. Io mi sento morire dentro. Mi sono logorata la vita in queste settimane a pensare al tumore. Oggi le gambe le ho enormi e le extrasistole mi sono ricomparse all’improvviso, penso a lui, lo vedo così, e penso alle mie figlie, un’altra estate piena di problemi, e penso a me e alla psicologa che mi ha detto “signora o cambia vita o le tornerà il tumore o anche altro”!
E come faccio a cambiare vita se è un susseguirsi di problemi enormi uno dietro l’altro? Sto cercando di curare l’alimentazione, quello che non ho mai fatto, ho tolto la carne, ho fatto movimento fino a che questo ginocchio non ha cominciato a farmi male, ho perso sei chili,…ma come faccio a controllare la mia mente se la mia vita è questa? Stress? Io sono nel pieno dello stress…, ho paura per lui e per me.
Non ho la bacchetta magica e far sparire i problemi, loro sono lì che mi aspettano. Sono stanca e, soprattutto, ho paura di non riuscire a reggere questa situazione, ho paura che così la recidiva esploda, ho paura, ho una paura enorme.
Intanto per aver voluto condividere "cotanto macigno"
Io sono un oncologo e non uno psiconcologo, ma per ragioni anagrafiche e perchè me ne sono sempre occupato, ho collezionato migliaia di narrazioni di esperienze devastanti, e solo sulla base di questa esperienza di quasi mezzo secolo che mi sento autorizzato ad incoraggiarla sul percorso di gestione della paura che ha intrapreso.
1) Ho letto quasi trattenendo il fiato la sua narrazione.
Già lo strumento che ha scelto per attraversare, non ho scritto superare, la paura è quello più adeguato. Perchè lo strumento della narrazione condivisa intanto è cosa differente dal mettersi a pensare che conduce inevitabilmente al poco costruttivo RIMUGINARE .
Qui non assegniamo un premio di letteratura , ma ho trovato bellissima , se si può dire, questa pagina della sua vita pur se ambientata su uno sfondo drammatico e frustrante.
Non stiamo assegnando un premio Strega , ma anche se gli scopi del blog sono altri ho trovato la sua narrazione bellissima e coinvolgente. Non faccio come il ministro della cultura italiana che chiamato come giurato a votare al premio citato non si è vergognato ad ammettere che aveva votato senza aver letto i libri in palio.
Io invece ho letto attentamente la sua pagina di vita e sono stato contagiato dalla strategia che forse inconsapevolmente lei ha iniziato a mettere in atto per attraversare questo Tsunami.
Mi permetto in questa fase anche perchè è siciliana di rispettare i tempi fisiologicci per attraversare la turbolenza a partire da
2) Ha scritto correttamente che c'è una soglia di tolleranza alle paure.
Nella mia vita ,specie nel deserto, ho giocato a scacchi più di una volta con la Signora Mietitrice con la quale ho avuto contatti così intimi da trasmettermi molti insegnamenti
----le allego alcune delle mie esperienze sperando di riuscire a farla riflettere .
Ma ce ne sono altre . Intanto le allego una mia esperienza che potrei intitolare
NON SAI QUANTO SEI FORTE, SINO A CHE ESSERE FORTE E' L'UNICA COSA CHE TI RESTA
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Non ci aveva dato molti dettagli su questa sua terribile esperienza.Ne aveva fatto cenno come se fosse stata una esperienza capitata a tutti i mortali.Noi alla fine di ogni corso che si teneva l'ultimo venerdi' del mese insistevamo perche' ne volevamo sapere di piu'
E lei si scherniva e svicolava sino a che ci promise che avrebbe proiettato alcune foto di quella esperienza all'ultimo corso dell'anno che cadeva a giugno.
Era evidente che non volesse parlarne con nessuno ma ormai si era spinto oltre e non poteva fare marcia indietro. Sembrava quasi pentito di essersi lasciato scappare quella confidenza.
All'ultimo corso ha portato le diapositive.Foto scioccanti della sua borraccia con la sua urina, foto dei suoi pasti di emergenza ed una lezione magistrale sui frutti del deserto quasi tutti velenosissimi e la scelta oculata di quelli disgustosi, ma non letali.Per sopravvivere !
Ne parlava come se parlasse dei chemioterapici !Non passo' sotto tono il fatto che per avere fatto le scelte salvavita evidentemente aveva studiato prima fauna e flora del deserto !Quindi la conclusione facile era dentro di noi che per sopravvivere occorrono anche le conoscenze.Ho stampate quelle foto nella mia mente. Una ad una.
Tutte quelle che erano presenti , da Clara, Federica, Vanessa ecc le hanno stampate chiare e nitide nella loro mente.Ma lei lo sa cosa ha provocato in noi tutte ?Ci ha stanate dal guscio ed abbiamo smesso per la prima volta di lamentarci di qualcosa !
Lei ha operato , non so se fosse nelle sue intenzioni, un vero miracolo !Quindi non scriva che le sue esperienze non servirebbero ad altri !Sono trascorsi 7 anni ed io le ho tatuate nella mia mente e le richiamo tutte le volte che mi sento stanca e fragile.
Non ci scrivero' mai un libro per le ragioni che ho spiegato , ma credetemi e' estremamente difficile raccontare in un solo commento una vicenda complicatissima che mi e' capitata circa 20 anni fa .
Provero' solo a darne una stringata idea.
La vicenda si svolge nel deserto del Tenere' ( significato "il nulla") in Niger.
Che ci facevo io li' nel "nulla"?
2 anni prima mi ero adoperato in Italia per raccogliere una quantita' enorme di attrezzature sanitarie in disuso da noi ma perfettamente funzionanti e portarle in una parte del mondo dimenticata da tutti
Nel deserto del Sahara esiste un popolo che, pur essendo da secoli una Nazione, non ha la sua terra e vive in esilio. Questo piccolo e fiero popolo resiste in parte nelle tendolopoli all'estremo sud del deserto algerino ed in parte nel suo antico territorio oggi "occupato" dal Marocco: è il popolo dei Saharawi.
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Non mi dilungo su questa esperienza che merita un racconto a parte perche' accompagnato dal sottoscritto il materiale venne imbarcato alla base di Sigonella di Catania e trasportato in aereo sino a Tindouf in Algeria , dove mi aspettava un funzionario Nigerino dell'Onu con il quale con una carovana di fuoristrada abbiamo portato il materiale sino a quella parte di deserto dimenticata dal mondo.
Abbiamo percorso quasi 350 km di deserto in condizioni precarie e pericolosissime : facevamo la pipi' a ridosso dei fuoristrada perche' fuori della pista tutto il deserto era stato minato dai marocchini.
Dopo la consegna, l'amico nigerino proveniente da una tribu' di Tuareg mi ringrazia e si mostra disponibile ad esaudire tutti i miei sogni , avendo appreso durante la traversata della mia malattia per il deserto. Parlava diverse lingue tra cui il francese.
" Mi piacerebbe attraversare il deserto del Ciad " replico subito io !
E lui " troppo pericoloso e poi non saprei come aiutarti "
"Allora mi piacerebbe partecipare ad una traversata del sale da Bilma ad Agadez (oltre 600 Km)
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. Accontentato !
Perche' gli azalai o carovane del sale esistono ancora
https://www.luomoconlavaligia.it/viaggi/niger-tuareg-carovane-del-sale
A volte anche adesso agli amici racconto la vita di circa 20 giorni e notti con i tuareg, fierissimi nel loro abbigliamento blu e che mi incutevano inizialmente un certo imbarazzo quando intorno ai loro falo' della sera lentamente con gesti sempre misurati consumavano il rito del te' mentre io fremevo, occidentale solo in apparenza civilissimo, per ingozzarmi subito della mia cena .
La carovana del sale prevede una regola brutale ma ineludibile.
E tutti ne sono a conoscenza.
Chi si trova in difficolta' viene abbandonato, uomo o animale, per non compromettere la vita di tutta la carovana.
Tutto e' andato bene per circa 20 giorni e i miei amici mi guardavano increduli aspettando di vedermi crollare sotto i 50 gradi di mezzogiorno o vicini allo zero di notte quando ci si arrampicava sui rilievi.
Li' il terrone ero io perche' loro non parlavano mai mai neanche tra di loro !
Si guardavano attraverso lo spiraglio del loro velo e si capivano senza profferire parola. Minchia...non parlavano mai neanche tra di loro!
Sino a che e' scoppiata una tempesta di sabbia. Chi non l'ha vissuta non puo' immaginare cosa voglia dire essere investiti da una tempesta di sabbia, Non si vede nulla e se si lascia un solo cm di pelle scoperta questa viene smerigliata sino al sangue dalla furia del vento con la sua sabbia.
Poiche' una tempesta di sabbia secondo i Tuareg puo' durare un numero di giorni dispari cioe' 1,3,5,7 giorni...chiaramente la carovana va avanti lo stesso.
Durante la tempesta solo in quella occasione si cavalca il cammello . Perche' I cammelli sono carichi di sale.
Io ho cercato di salire su quello assegnato a me sul quale avevo il mio bagaglio compreso l'occorrente per sterilizzare l'acqua. Il mio cammello bastardello evidentemente si rese conto che non fossi il suo dominante e rifiuto' con le brutte di farsi montare. Tutto in piena oscurita'. Allora per evitare di perdere ogni riferimento a tentoni piano piano mi spostai in testa alla carovana dove ci stava il Madugu che e' un personaggio (il mio parlava francese) che mi ha affascinato al punto da studiarlo da mattina a sera. E' una professione ambita quella del madugu e richiede molte doti. Capo carovana e guida della carovana. Sin da piccoli imparano ad orientarsi nel deserto di notte e di giorno senza utilizzare alcuno strumento.
Mi affiancai a lui in piena tempesta e mi resi conto pur vedendoci pochissimo che aveva apprezzato molto il mio grande coraggio.
Minchia.... Ma quale coraggio...tutta colpa del cammello che mi aveva scalciato.... al punto di contringermi ad affiancarmi a lui.
La tempesta e' durata circa 10 ore e quando si cominciava a rivedere il deserto il madugu (come io faccio con Titina) mi rimprovera con lo sguardo perche' non mi aveva visto bere . A gesti gli faccio capire che la mia acqua sterilizzata e' sul cammello. Allora lui mi offre la sua. Ho pensato "Salvo non lo fare !" ma ovviamente non ho potuto rifiutare . I Tuareg sin da piccoli si adattano a bere acque con cariche batteriche per noi assolutamente fuori soglia.
Ci fermiamo per la sosta e verso l'una del mattino devo correre nel cagatoio delle dune. Una due ,tre, quattro...non mi ricordo quante volte . Il mio mega orologio con tutto incorporato (bussola termometro temperatura cutanea) impietoso con il suo sensore mi segnala febbre a 40 C.
Alla ripartenza le mie condizioni sono veramente precarie . Il madugu impietosito mi fa legare sul mio cammello con le corde . Di quella giornata mi ricordo solo I deliri che avevo sotto il sole cocente. Mi svegliavo a tratti ma solo per il dolore provocato da una delle corde del braccio sinistro che era affondata nella pelle sino a scoprire la fascia muscolare. Ne porto ancora una ampia cicatrice.
Alla sera quando ci siamo fermati per la sosta mi sembra di star meglio perche' mi ricordo disteso intorno al loro falo' di avere trangugiato il loro te' !
Mi ricordo di avere persino mangiato il loro cibo "energetico" (datteri con formaggio di capra). Di avere assaggiato anche la loro farinata (di solito mangiavo i miei alimenti concentrati liofilizzati degli astronauti).
Sul fuoco di sterpi bolle una farinata di miglio e acqua, cui viene talvolta aggiunto del formaggio di capra secco.
Ricordo intorno a quel falo' il latte di cammella e tè, sempre molto zuccherato.
Pensavo di averla fatta franca perche' mi ero riappropriato della MIA acqua.
Al mattino presto si riparte e penso ormai di potere arrivare con loro ad Agadez anche perche' mancano solo 80 km circa.
Ma non va come avevo sperato ! Torna la febbre altissima e diarrea continua che mi costringe a stare in fondo alla carovana . Sono costretto piu' volte a rincorrerli sino a che su una ultima duna piu' alta delle altre ...li vedo lentamente sparire all'orizzonte.
Dopo 20 anni periodicamente mi succede ancora adesso di svegliarmi...mentre vedo una carovana che sparisce all'orizzonte.
Ogni tanto mi viene in mente la lunga sosta su quella duna con la febbre altissima.
Ogni tanto ripenso ma senza angoscia a quella partita a scacchi su quella duna con un cielo stellato luminosissimo.
Sapevo che se qualcuno avesse voluto cercarmi sarebbe arrivato li' troppo tardi .
Mi fermo qui ma per la prima volta ho compreso il vero significato di
"non sai quanto sei forte sino a che essere forte e' l'unica cosa che ti resta "
Avevo due borracce e , mi stupisco ancora, di averne quasi in automatico riempita una, man mano che mi idratavo, della mia urina, ma sapevo che quella fonte si sarebbe esaurita presto.
Non racconto per molte ragioni i dettagli di quei giorni di speranza e disperazione, ma certamente le conoscenze contribuiscono alla sopravvivenza.
Come si puo' ereditare l'impotenza appresa al contrario si puo' ereditare la potenza (=conoscenza ) appresa.
Il mio amico per la pelle, morto poi sul Mobby Prince, mi aveva educato a prepararmi sempre ad un piano B . E il piano B deve essere studiato in tutti i dettagli prima della impresa.
Io avevo studiato notte e giorno a Milano
a) mappe militari del percorso
b) come gestire il pericolo della ipertermia a mezzogiorno (>50 C) o della ipotermia a mezzanotte ( 0 C). Basta sapere ad esempio che scavando una buca nella sabbia di circa mezzo metro e' possibile ridimensionare la temperatura di 15-20 gradi
c) alimentazione : non ci sono supermercati nel deserto, ma non si puo' mangiare indiscriminatamente tutto cio' che si trova perche' alcuni alimenti possono solo accelerare la morte. E gli animali piu' disponibili a farsi trovare sono quelli striscianti, ma in genere scappano , e questo e' un guaio, piuttosto che aggredire.
Io avevo studiato tutta la fauna e flora commestibile e non commestibile che e' possibile trovare in un deserto.
Ad esempio lo scorpione e' commestibile se si priva delle ghiandole velenifere.
Con un bastone si puo' facilmente immobilizzare e se si ha la pazienza di aspettare prima o poi cerca riparo sotto il sacco a pelo per proteggersi dal freddo della notte.
La flora non abbonda nel deserto dove purtroppo ci sono piu' piante velenose che commestibili.
La ricerca di un frutto non serve tanto per mangiare qualcosa. Si puo' resistere senza mangiare anche a lungo, ma si resiste poco se non ci si idrata ed alcuni frutti servono ad apportare soprattutto liquidi.
Ci sono diverse tentazioni letali nel deserto quando si rischia di morire disidratati
ad esempio quello della
Calotropis Procera: velenosa !
Assomiglia all'avocado e per chi sta morendo di sete e' una tentazione irresistibile !
La linfa di queste piante è talmente potente che se entra a contatto con gli occhi si diventa ciechi, i Berberi la utilizzano come rimedio contro le verruche.