Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
"le parole rimangono e le cose scritte ci fanno del bene anche dopo molto tempo..."
la nostra bella Nadine.
ho notato come in momenti così intensi tutti noi facciamo "ricorso" alle poesie, io non le ho mai amate molto, forse perchè amo di più la descrizione, forse perchè con la poesia non sono brava, però nella malattia le vostre poesie mi hanno fatto bene e alcuni salmi e passi della Bibbia, pur non essendo una grande praticante, sono stati per me importanti.
anch'io oggi ho una poesia da condividere con voi.... forse l'ho rubata proprio qui sul nostro blog, non ricordo...
Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura
che tu risvegli la furia del pallido e del freddo,
da sud a sud alza i tuoi occhi indelebili,
da sole a sole suoni la tua bocca di chitarra.
Non voglio che vacillino il tuo riso nè i tuoi passi,
non voglio che muoia la mia eredità di gioia,
non bussare al mio petto, sono assente.
Vivi nella mia assenza come in una casa.
E' una casa sì grande l'assenza
che entrerai in essa attraverso i muri
e appenderai i quadri nell'aria.
E' una casa sì trasparente l'assenza
che senza vita io ti vedrò vivere
e se soffri, amor mio, morirò nuovamente.
un abbraccio alla nostra Lori.
Francesca
Francesca, sono sempre stata attratta dalle poesie in genere romantiche o che rigiardano la natura. Così nella mia libreria troverai libri di poeti nostri e stranieri, magari con la traduzione di lato, e ti confesso che ancora adesso e in momenti particolari ne sfoglio qualcuna. Però la mia raccolta che ho iniziato da qualche anno racchiude quelle preferite oltre che per l'emozione che mi trasmetttono anche perchè mi sono care per il momento che mi ricordano. Ci sono pure le poesie che due anni fa mi avete scritto voi Ragazzefuoridiseno per il mio compleanno e che ripesco ogni tanto come quella di Nadin, non solo ma copio continuamente quelle che trovo interessanti nel blog. E' una delle mie piccole manie ma sapessi la gioia che mi danno.
A proposito me ne regalate qualcuna ? Un abbraccio
Lori
.
Pablo Neruda
Ode al carciofo
Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero,
ispida edificò una piccola cupola,
si mantenne all'asciutto sotto le sue squame,
vicino al lui i vegetali impazziti si arricciarono,
divennero viticci,
infiorescenze commoventi rizomi;
sotterranea dormì la carota dai baffi rossi,
la vigna inaridì i suoi rami dai quali sale il vino,
la verza si mise a provar gonne,
l'origano a profumare il mondo,
e il dolce carciofo lì nell'orto vestito da guerriero,
brunito come bomba a mano,
orgoglioso,
e un bel giorno,
a ranghi serrati,
in grandi canestri di vimini,
marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno:
la milizia.
Nei filari mai fu così marziale come al mercato,
gli uomini in mezzo ai legumi coi bianchi spolverini erano i generali dei carciofi,
file compatte,
voci di comando e la detonazione di una cassetta che cade,
ma allora arriva Maria col suo paniere,
sceglie un carciofo,
non lo teme,
lo esamina,
l'osserva contro luce come se fosse un uovo,
lo compra,
lo confonde nella sua borsa con un paio di scarpe,
con un cavolo e una bottiglia di aceto finché,
entrando in cucina,
lo tuffa nella pentola.
Così finisce in pace la carriera del vegetale armato che si chiama carciofo,
poi squama per squama spogliamo la delizia e mangiamo
la pacifica pasta
del suo cuore verde
A Lori
Io l'ho trovata spiritosa
Ciao Didi
Simpaticissima e talmente descrittiva che sembra di vedere la scena. Grazie Didi
ciao Lori
Help...per la nostra Chiara
Se lo fate anche voi vale più del mio intervento, perchè il vostro è il punto di vista "dalla parte della paziente"
https://www.medicitalia.it/consulti/senologia/255545-lettera-per-il-dott-catania.html
(occorre aver pazienza ed aspettare il caricamento del link allegato perchè molto lungo con centinaia di post )
A proposito di poesie. Nei giorni scorsi mi sono recato nella cantina della mia vecchia casa dove conservavo molti documenti del secolo scorso scritti da donne operate, per riempire un capitolo di Medicina Narrativa del volume che sto scrivendo.
Mi sono imbattuto in un volume di poesie "ILLITA'", pubblicato nel 1995 da Prometheus e scritto da Adriana Pagnoni, morta 1 anno fa (non di cancro), operata da me e nota a Milano psicoterapeuta, psicoanalista e poetessa. . Ha pubblicato numerosi libri di poesia e racconti clinici tratti dalla sua esperienza personale. Durante la sua vita è riuscita a trasformare la sua malattia in un atto artistico,
Quel volume di poesie che aveva vinto anche alcuni famosi premi letterari, giaceva in fondo ad uno scatolone, ammuffito e sgualcito non casualmente ma perchè da me lì relegato poichè mi inquietava tutte le volte che lo leggevo.
Ora che Adriana non c'è più e rileggendolo dopo 20 anni ho cominciato a comprendere le ragioni della mia inquietudine, ma soprattutto apprezzarlo come una opera letteraria di valore perché è una analisi impietosa da analista...del CANCRO , del SUO Cancro e dell'universo sanitario che fa da cornice alla sua cura.
Tutto ciò accadeva in una epoca in cui "ci si doveva vergognare" di essere ammalati di cancro.
Adriana Pagnoni per la sua cultura e personalità rappresenta una tappa importante della mia formazione culturale oncologica. Quando l'ho operata consideravo le pazienti come lei "pazienti eccezionali", cioè con i requisiti che più volte ho descritto. Ma lei mi diede un suggerimento molto importante per comprendere meglio perché "i pazienti eccezionali" vivono meglio e forse di più.
Infatti nella prefazione del libro Illità a me dedicata scriveva
"Come ho già risposto verbalmente alla sua domanda: Chi è l'oncologo per lei? Mi piacerebbe ripetergli, in sfida, che l'oncologo, per me, è un pazzo. Crede nella vita".
Bellissimo : "E' pazzo chi crede nella vita" !!!!!! Ecco il parametro fondamentale che mi mancava per comprendere meglio e completare il puzzle delle pazienti eccezionali.
Quel giorno fu giocoforza per me lanciare il neologismo ragazze fuoridiseno .
Corsi trionfante da Ada Burrone a dirle che forse non lo sapeva ancora, ma che lei non era una paziente eccezionale ma la prima ragazza fuoridiseno d'Italia.
. Adriana Pagnoni dedica questa raccolta di versi al suo oncologo Salvatore ma anche al riappacificarsi con Freud cui forse non perdonava per non essere mai stato in grado di parlare e affrontare il suo tumore negli studi e nelle sue osservazioni. Infatti Freud, ammalato di cancro, chiamava con sottile ironia il magistrale referto isto-patologico del famoso medico Iacob Erdheim. Dato che nella massa asportata dalla guancia di Freud nel corso dell'operazione lo studioso ravvisava la nicotina quale agente eziologico del male, Freud, scrollando le spalle, prese a chiamare questa diagnosi "la sentenza nicotinica di Erdheim." Il volersi riappacificare con il padre della psicoanalisi per questa negazione o rimozione, è per la poetessa Adriana Pagnoni, certamente, un atto simbolico di indulgenza verso chi non è in grado (e in questo caso anche lo psicoanalista per antonomasia) di trasformare una neoplasia in una creazione, artistica, narrativa o espressiva che sia. Adriana Pagnoni lo ha fatto con il coraggio di non risparmiarsi, tipica necessità dell'artista.
Scrive la poetessa, in confidenza con il cancro. "Andiamo lì, a fumare una sigaretta. Prima della ghigliottina. Azzurri di pigiama son venuti tutti, dalla corsia al terrazzo. Che guarda di sotto. Di sopra.
Era il 1995 quando esce il libro di poesie in cui Adriana affronta il tema della sua malattia. Si impara ancora una volta che nell'incontro diagnostico, dunque la descrizione ma soprattutto l'espressività incoraggia l'empatia e promuove la comprensione tra il medico e il paziente; permette, come scrive Greenhalgh la costruzione degli indizi e delle categorie utili al processo terapeutico; consiglia un metodo olistico a chi gestisce; è intrinsecamente terapeutica o palliativa..."
Salvo
"L'oncologo mio/dorme solo/tre ore/per notte. Sta desto, lui!/ Perché è nel sonno/non nell'affanno,/ che il cancro,/ di nascosto entra./ Si chiama Salvatore/l'oncologo mio."
Capo del fumo
Ci davano il brodino/a noi del tumore/in ospedale./Andiamo lì,/ a fumare una sigaretta./ Prima della ghigliottina./ Azzurri di pigiama / son venuti tutti, dalla corsia al terrazzo. Che guarda di sotto. Di sopra.
Empietà
del mio cancro/si sono impossessati tutti/i tanti del / come stai / ai quali in faccia / senza nascondiglio / l'ho detto / di me hanno rubato / persino la paura / pur di vantarne proprio il coraggio. / In pietà
Quarantatré
E' il numero del tesserino blu / Ti esenta da pagamenti / Agli sportelli medici sono gentili / Disturberai solo per poco ancora / Quarantatré / E' bello questo numero primo / Non divisibile / Blu di neoplasia
Cristallo
Si può vederla anche come luce / nuova / la cementificazione di sasso / ora impuro / nel tuo corpo
Alterità
Il cancro ce l'hanno solo gli altri / Se raccontano che ce l'ho io / vorrà dire che sono un altro
Figlio
Dottoressa! / E' come se fosse dappertutto. / Dal panettiere, dal tabaccaio, sugli alberi / Dentro al cielo che respiro. / Nei panni, sopra al letto / Disegnato nei vetri della finestra / Fra le setole dello spazzolino / "Si, il cancro è come un figlio". / No e poi no!
Stanza 205
Ho condiviso l corsia con Argenide / Partigiana Ilde in racconto / Il carcinoma mammario viene / ai forti che / covano in seno / l'idea della liberazione
Camicie
Ne ho tante / di flanella, di seta, cotone / E poi anche sintetiche / Miste / Ne ho una rossa / Da fare invidia / Nessuna blu, che blu copra / la sbrecciatura al seno / Chissà che vuol dire
Invidioso
Invidioso lui / entra a casa / mia / Per divorarmi il corpo / Renderà materia il sogno / pur di mangiarlo
Il cancro ce l'hanno solo gli altri / Se raccontano che ce l'ho io / vorrà dire che sono un altro
Cosa aggiungere...
queste poche parole mi hanno invasa, pervasa, costretta, abbracciata...
Hanno risvegliato il mio "alter ego", l'altra Rosella di cui ho parlato più volte, e hanno aggiunto il sapore della nostalgia al mio vivere di oggi...
Altalenando, fra sensazioni ed emozioni, la mia vita scorre come quella di chiunque, ma da qualche tempo scorre con qualche sfumatura che stona...
Mi mancavano le parole del cuore, quelle "giuste", quelle che fanno di un attimo, un attimo da ricordare e da condividere...
Ora ho ritrovato, nell'intervento del Dottor Catania, quella nuances che avevo dimenticato e che nonostante tutto continuavo a cercare...
Ed eccomi qui, colorata di tinte differenti....ad abbracciare la Vita e Tutti Voi ...
Grazie, Dottore, per aver bussato un'altra volta al mio cuore....
Rosella, con il sorriso ....
Non sono così presuntuoso da poter scrivere " l'ho scritto soprattutto per Lei", ma senz'altro speravo di stanare anche Lei
Alterità
Il cancro ce l'hanno solo gli altri / Se raccontano che ce l'ho io / vorrà dire che sono un altro
Il limite, o vantaggio, di questo forum è che si evita di fare pressioni quando qualcuno si allontana per varie ragioni........
Ora sappiamo perchè........almeno nel suo caso...e siamo più tranquilli
Grazie, Dottor Catania...
in effetti la stagione della caccia, ahimè, si avvicina...
Lei ha anticipato i tempi e mi ha "stanata" con poche parole ben indirizzate: una sorta di "pallini" indolori che nulla hanno a che vedere con quelli usati a danno di poveri animali inermi...
Mi sono lasciata volentieri colpire dai contenuti del Suo intervento... e non mi sento neppure ferita, anzi!
Le "crisi" esistenziali fanno parte appunto dell'esistenza, ma aiutano anche a crescere e insegnano a cogliere nuovi fiori... E questo si può fare se qualcuno i fiori li offre... esattamente come ha fatto Lei oggi, forse neppure volutamente...
Mi è mancato, Dottor Catania... e le chiedo con estrema umiltà, ma in forma (scherzosamente) perentoria, di non farlo mai più!
Grazie ancora...
Rosella
Ben ritrovate/i carissime/i TUTTE/I
AUGURI, in ritardassimo, a FRANCESCA!
Sono reduce da un periodo di super lavoro in cui ho affrontato quei casi che durante le riunioni non vengono trattati perché tanto .... non vi capiterà mai!
Ho intravisto la MIA sala operatoria ... per lavoro. Con sicurezza dopo la vestizione, ho iniziato a camminare per quel corridoio assorbendo i rumori, le voci ... poi da una sala è uscita una signora (sveglia e presente) e sono ridiventata quella di allora, distesa sul letto, tremebonda ..... vorrei non averli questi ricordi, ma fanno parte di me ormai e hanno modellato ciò che sono oggi! La portantina che spingeva il letto per riportare la signora in reparto mi ha guardata e ci siamo riconosciute e scambiate vicendevolmente, senza parole, un segno d'intesa e un sorriso pieno (tre anni dall'ultima volta che ero stata lì causa granchio, ma in sala operatoria ci sono entrata cinque volte in un anno e mezzo!) Ho accennato, genericamente, senza specificare, al chirurgo che mi accompagnava che anch'io ero stata operata in quell'ospedale e lui di rimando mi ha chiesto "E da nostra CLIENTE è rimasta soddisfatta?" "SI, DOTTORE, MOLTO SODDISFATTA!"
Ama la vita così com'è
Amala pienamente, senza pretese;
amala quando ti amano o quando ti odiano,
amala quando nessuno ti capisce,
o quando tutti ti comprendono.
Amala quando tutti ti abbandonano,
o quando ti esaltano come un re.
Amala quando ti rubano tutto,
o quando te lo regalano.
Amala quando ha senso
o quando sembra non averlo nemmeno un pò.
Amala nella piena felicità,
o nella solitudine assoluta.
Amala quando sei forte,
o quando ti senti debole.
Amala quando hai paura,
o quando hai una montagna di coraggio.
Amala non soltanto per i grandi piaceri
e le enormi soddisfazioni;
amala anche per le piccolissime gioie.
Amala seppure non ti dà ciò che potrebbe,
amala anche se non è come la vorresti.
Amala ogni volta che nasci
ed ogni volta che stai per morire.
Ma non amare mai senza amore.
Non vivere mai senza vita!
Mi sembra sia di Madre Teresa di Calcutta.
Antonia
Grazie atutti per gli auguri.
io sto continuando a festeggiare anche i non compleannni, come dice Dylan Dog...
Evviva a Rosella, bentornata e ci mancavi....
Antonia mi hanno colpito tanto queste tue parole.
"e sono ridiventata quella di allora, vorrei non averli questi ricordi."
la stessa sensazione che ho avuto io, il 27 agosto all'appuntamento con la mia oncologa, abbiamo per un attimo ripercorso il mio percorso e " Francesca, ma ti ricordi quando mi avevi chiamato per dirmi che non avevi controllato che fossero andate giù tutte le gocce del farmaco?"
Me lo ricordo molto bene.
e soprattutto mi ricordo molto bene le sensazioni che ho provato: vergogna, perdita di dignità, bisogno di controllare tutto perchè se quella ca77o di cura non funzionava ci doveva pur essere un motivo.
provo anche un misto di rabbia e impotenza e mi chiedo quante donne provano questi stessi miei sentimenti ma li tengono nascosti..
non è da tutti essere PAZZE FUORI DI SENO.
Molto vere le poesie di Adriana Pagnoni, molto vere. mi è piaciuta soprattutto quella dedicata al dott. Salvo.
Francesca
una poesia, rubata dal profilo fb di Donatella.....
"Quando l'amicizia
Ti attraversa il cuore,
Lascia un'emozione,
che non se ne va.
Non so dirti come,
Ma succede solo
Quando due persone
Fanno insieme un volo.
Che ci porta in alto,
Oltre l'altra gente,
Come fare un salto
Nell'immensità
E non c'è distanza, non c'è mai
Non ce n'è abbastanza, se
Se tu sei già dentro di me,
Per sempre
In qualunque posto sarai,
In qualunque posto sarò,
Tra le cose che vivi
Io per sempre vivrò.
In qualunque posto sarai,
Ci ritroveremo vicino,
Stretti l'uno nell'altro,
Oltre il destino
Su qualunque strada,
In qualunque cielo,
E comunque vada
Noi non ci perderemo.
Apri le tue braccia,
Mandami un segnale,
Non aver paura, che ti troverò
Non sarai mai solo ci sarò
Continuando in volo che,
Che mi riporta dentro te
Per sempre
Erano giorni che non aprivo il blog ed ora senza sonno vagando per casa vi ho pensato e come un richiamo ecco tornata Rosella! Che bello leggere ll dott. Catania e Antonia e Francesca ma soprattutto scusate mi fa un immenso piacere leggere Rosella..............b e n t o r n a t a!!!!!!!!!!
Quando ci si allontana temporaneamente dott.Catania si rimane ancorate lo stesso al nostro blog come una sorta di punto fermo al quale rivolgere il nostro momento particolare e solo quando il cuore riprende il suo battito affettuoso in cerca di altri cuori e le parole iniziano a scorrere spontanee e sincere, ecco che si può ancora e finalmente gioire della condivisione ben sapendo che la tua assenza è stata rispettosamente capita e discretamente accettata.
Tante cose si possono dire di questo blog è soprattutto vero che qui ci sono Persone Speciali !
Torno a leggere l'intervento del dott. Catania che mi piace e copio la poesia di Francesca nella mia raccolta, poi....finalmente andrò a dormire- Buonanotte a tutte/i
Lori