Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Buongiorno a Tutti!!!
Auguri ai papà e ai Giuseppe / Giuseppina ecc. che passano da queste parti
@ Francesca, leggerti mi emoziona sempre e, anche per le parole del dott Salvo, ho iniziato a riscrivere la mia storia. L'avevo fatto per lui, cercando di essere sintetica e non avevo capito che lo dovevo fare per me!
@ Maria, sono felice e partecipe della tua felicità!
@ Nadine, io non sono in grado di darti consigli per il tuo bimbo, ma mi sembra ottimo il pensiero di contattare l'oncologo. fallo senza pensarci ancora. I pensieri non sempre sono nostri amici! un grande bacio pieno di speranza
per non dimenticare qualcuno, visto che la mia memoria è quello che è, un saluto cumulativo a tutti tutti tutti
Anna
punto 9)
QUALI SONO LE PAROLE PROFFERITE DA UN MEDICO CHE VI HANNO FERITO DI PIU' ?
Mi ha ferito il rifiuto di un oncologo vicino a casa a tenermi come paziente dato che ero già seguita a Milano da un suo collega ben più illustre di lui (parole sue).
Più che le parole (pochissime) mi ha ferito il suo silenzio, la sua riprovazione nei miei confronti, espressa dal suo atteggiamento di chiusura nei miei confronti, mi ha ferito il dover trovare da sola la sua motivazione perché non ha avuto il coraggio di dirmela lui.
Io continuavo a chiedere e lui taceva, mi ha lasciato andare a tentativi, dandomi ogni tanto un'imbeccata perchè trovassi la risposta che voleva sentire.
Mi ha ferito la motivazione stessa perché era controdi me non per me. Eccola: "avendo anche lui come oncologo, impegnavo il suo tempo che avrebbe invece potuto essere dedicato ad un altro paziente."
Ero ancora fragile in quel momento, anzi ero molto fragile perché ero stata da poco operata per un nuovo cancro e non ho trovato la benché minima comprensione!
Forse in un altro momento, con un mio stato d'animo diverso l'avrei recepita in un altro modo quella conversazione (quasi monologo mio), ma la realtà di allora è stata quella.
Mi ha fatto piangere...l'unica volta in cui ho pianto per colpa di un medico...forse si è un po' vergognato di sé perché vedendo le mie lacrime mi ha fissato un altro appuntamento. L'ha fatto però con una freddezza tale che mi sono sentita un verme e una ladra.
Ci sono andata a quel nuovo appuntamento...gli avevo mandato un'email dicendogli cosa non avevo gradito del suo comportamento e mi aspettavo di chiarire di persona. Quando ho provato a riprendere l'argomento si è mostrato di una chiusura ancora più stretta della precedente e mi ha detto che mi aveva già ampiamente spiegato la sua posizione e quindi per lui non c'era altro da dire. Al che ho capito che stavamo parlando due lingue diverse: la volta precedente non aveva quasi proferito parola! Aveva lasciato dire tutto a me...se non se lo ricordava più, era lui che stava facendo perdere del tempo a me! E non ci sono più tornata.
Il dubbio di essere io in errore, di non avere il diritto di essere seguita anche vicino a casa ce l'ho, non posso negarlo.
Però non penso di rubare il posto a nessuno anzi, mi sento discriminata e privata senza motivo per me valido, di quel diritto sacrosanto di avere vicino un medico specialista a cui potermi rivolgere in caso di necessità.
Mi piacerebbe conoscere il vostro parere...
Anna
l'atteggiamento dell'oncologo ovviamente non lo commento perché l'ha ben sintetizzato in "discriminatorio".
Non deve scrivere per me, ma per sé stessa.
Francesca è un fiume inarrestabile , ma a dicembre del 2013 scriveva
>>>> , anch'io sto scrivendo, da quando sono nel blog trovo che mi faccia bene, l'ho trovato terapeutico, mi aiuta a mettere ordine nelle mie vicende e nei miei pensieri, mi fa stare bene tanto quanto darmi alla spesa compulsiva.
ohi ohi Laura ieri sono uscita con il portafogli.....>>
@Mary, non fare chemio è una notizia super. Perciò ti riprenderai in fretta e affronterai le terapie sicuramente con più spirito perchè la chemio ti dà una bella mazzata e avresti faticato un pochino di più per le terapie che vengono dopo.
@Anna comprendo quello che hai scritto e come ci si sente, ma per fortuna non sono la regola medici così
@Francesca sei un fiume in piena, ma condivido pienamente il fatto che anche lo shopping compulsivo è alquanto appagante....Lo so bene
Ma Rosella che fine ha fatto?DOve se ne è andata a far primavera la nostra rondine?E i nostri psicoterapeuti?
Io cerco di stare tranquilla per il pancino, domani vedo la mia ginecologa di fiducia, una persona particolare che mi chiama AMore e tesoro, in sintesi mi tratta come una bambina, ma penso lo faccia per il suo accentuato istinto materno.
dott. Salvo
Per il mio compitino al quale mancava l'ultimo punto devo dire che ho trovato alcuni medici poco comprensivi che mi hanno buttato là frasi di poca professionalità e rispetto, ma più che altro ho incontrato persone fredde e superficiali. Per fortuna, i medici che mi sono rimasti nel cuore sono comunque la maggioranza.
Il ginecologo a cui mi rivolsi appena sentito il nodulo mi disse che accentuavo i sintomi insignificanti con la mia ansia. QUando poi tornai per dirgli che la mia ansia era dettata da un giusto intuito e che il nodulo si era rivelato un tumore e non una cisti, la sua risposta fu: "Allora te la sei proprio tirata!".....(chapeau alla sensibilità!)
Poi un ecografista che durante l'ecoaddome mentre io mi confidavo dicendo quanto fosse difficile fidarsi adesso del proprio corpo, con molta nonchalance mi disse"Ti capisco, anche mia moglie è morta di tumore al seno"
E recentemente il primario di oncologia durante il colloquio a seguito della notizia della gravidanza mi ha da detto "Lei sa che non potrebbe veder crescere questo bambino". Per la verità non posso dire che abbia detto qualcosa di sbagliato, lo ha fatto per farmi chiarezza, ma questa frase risuona nella mia mente molto spesso nei momenti di sconforto.
E poi chissà quante ce ne sono......
@Nadine, quanto stride la parola oncologa, oncologia, con gravidanza.... me lo ricordo bene quando anch'io, proprio come Alice nel paese delle meraviglie, mi ritrovai catapultata dai poliambulatori all'oncologia.... dal sogno più bello all'incubo più angoscioso, però piano piano con resistenza e anche con flessibilità,( ricordo ancora le parole di una mia amica "devi essere come la canna di bambù che si piega ma non si spezza." )eccoci qua, al momento, libere da malattia, perciò questo ai signori dottori bisogna far presente: il presente, perchè il fututo nessuno lo sa....neanche loro il loro, potrebbe essere che uscito dallo studio medico.....questa è la vita.
@ Antonia, ricordo benissimo il tuo primo intervento e le parole del dottor Salvo: "Francesca pensa che fare una mastectomia equivalga a farsi un'acconciatura complessa da un parucchiere..."
In realtà dott. Salvo siccome sono un caterpiller anche se piccolina, a livello fisico è stata una passeggiata.
però sottovalutavo i risvolti psicologici che invece Antonia così bene mi aveva descritto.
Con il tuo intervento Antonia avevo capito che dovevo preparare anche Alessio e a colloquio con il chirurgo mentre parlava nel modo chiaro, che ho sempre apprezzato, dell'operazione mi ricordo che a un certo punto lo interruppi e dissi: " Ho capito, saranno come i seni di un manichino!" Alessio si girò con una faccia!!!
e Re Artù disse "No!" Ricordo quando Lei dottor Salvo parlava di Angiolina Jolie che assicurava che tutto era andato bene , che era contenta e che il marito le stava accanto. e lei disse che era troppo presto per valutarne gli aspetti psicologici.E' tutto vero, a distanza di due anni anche se sono consapevole che fare questa scelta era l'unico modo per me,( in quanto BRCA1 con rischio 80% di sviluppare anche seconda e terza neoplasia su mammella controlaterale,) di salvarmi, però sono altrettanto contenta di aver condiviso questa scelta con i medici che mi hanno seguito, che non ho dovuto prendermi la responsabilità tutta da sola di una scelta pesante. provo nel profondo un'immensa gratitudine per i medici italiani, in prima fila Umberto Veronesi che hanno giocato la loro carriera anche sul voler sperimentare la quadrectomia e l'impianto di protesi, quando avevano tutto il mondo contro, perchè fa capire quanto abbia pesato anche su di loro dover ricorrere a mastectomie che erano mutilazioni fisiche e lacerazioni dell'anima. ancora oggi la ricerca anche su questo versante non si ferma, ho sentito parlare di seno biologico, cosa sarà? Ma?
Francesca
Prof. Salvo, è pronto il mio compitino... sarò la sua alunna più diligente?
anche per questo Lei mi piace, si fa chiamare dottore anche se è professore...
Non so se riuscirò nei prossimi giorni a collegarmi perciò vado di là, nell'altro blog e posto.... da fiume in piena, casomai strada facendo farò correzioni...
Una bellissima giornata a tutti.
@Anna mi piacerebbe sapere se quella cosa è andata a buon fine...ù
@ Elisa, buon anniversario di liberazione dal male..
Francesca
Grazie a Francesca che ha fatto il compitino sulla "narrazione della malattia" su
https://www.medicitalia.it/blog/senologia/5533-la-medicina-narrativa-e-la-blogterapia.html
A Francesca , che scrive
"ricordo ancora le parole di una mia amica .........devi essere come la canna di bambù che si piega ma non si spezza
mi ha fatto venire in mente subito un proverbio arabo-siciliano antichissimo che (dopo "A staccato Fanculo" e "Festina Lente" ) ben si adatta alla filosofia dei "fuori di seno"
Caliti Junku
Ca passa la china
Caliti Junku da sira a matina
cioè
Abbassati giunco che passa la piena ,
abbassati giunco dalla sera alla mattina
https://www.youtube.com/watch?v=cCvfJqBB1HM
di Franco Battiato che riprende un notissimo proverbio siciliano
Il proverbio popolare nasce, dunque, dall'esigenza di trasmettere al popolo i sani criteri del vivere spesso parodiando i libri sacri o gli antichi autori greci e latini. I loro insegnamenti universali sono tradotti nella lingua parlata e resi con termini volutamente forzati e coloriti o con frasi lapidarie e ciniche perché tutti potessero assimilarli.
Giuseppe Pitrè il più grande studioso delle tradizioni siciliane, amava ripetere che la Sicilia ha più proverbi essa sola che non tutte le altre regioni d'Italia messe insieme. E lo affermava con cognizione di causa perché una parte della sua monumentale opera è dedicata ai proverbi siciliani.
E', infatti, proprio nel terzo volume dei Proverbi Siciliani del Pitré che io ho ritrovato la prima citazione autorevole del nostro antico: "Càlati juncu chi passa la china." (curvati giunco sotto l'impeto della piena).
Su quest'antichissimo proverbio, tuttavia, sono stati scritti fiumi d'inchiostro.
Il giunco nell'isola nasce spontaneamente nelle paludi, lungo i corsi d'acqua o ai bordi delle fiumare che d'inverno s'ingrossano d'acqua per le piogge. Sotto l'impeto della piena, infatti, nonostante la natura fragile del suo lungo e flessibile stelo, il giunco si curva, resistendo anche a pressioni notevoli, per poi ritornare a ergersi un'altra volta, intatto, fiero e magnifico, a sfidare il vento. Ricordo ancora il suono melodioso quasi d'arpa di queste esili canne agitate da una brezza leggera, su dune di sabbia antica a pochi metri dal mare.
Sciascia, in "Nero su nero", con molta arguzia e a ragione, riconosce in questo proverbio il motto che più di ogni altro ricapitola la filosofia della mafia. La mafia, infatti, a volte sembra essere sconfitta ma ha solo "chinato" temporaneamente il capo per risorgere, idra dalle nove teste, più combattiva e veemente che mai, per annientare chiunque ostacoli il proprio cammino fosse anche un'altra delinquenza organizzata o l'Antimafia stessa.
Care Amiche, Cari Dottori eccomi qui!
Grazie a Francesca, Lori e Nadine per aversi "svegliato" dal mio torpore...Sono mesi difficili per tanti motivi insieme e non riuscivo a fermarmi, a scendere dalla giostra per prendermi un attimo tutto per me...e nel trovarlo il mio primo pensiero siete state voi. Vi voglio bene e vi penso...allegre, preoccupate o indaffarate come sono io adesso, io vi penso...e vi abbraccio forte perchè siete le mie RFS . E sono molto felice e fiera delle nuove arrivate!
E...se sono ancora in tempo...ecco il mio COMPITINO ! Lo devo postare da qualche altra parte?
Grazie. un bacio
Laura
*PUNTO 0
LA MIA STORIA prima di entrare nel gruppo. Tutto ciò che volete e che vi sentite di raccontare (quadro clinico, terapie, impatto con i medici, aspettative, pregiudizi, ) Tutto quel che volete e con l'ordine stabilito da voi.
La mia storia è iniziata esattamente 4 anni fa, a 35 anni, quando durante l'ultimo mese della seconda gravidanza ho iniziato a sentire una parte dura nel seno sinistro...la mia prima bimba, Anna, aveva appena compiuto due anni ed io ho attribuito quella sensazione al seno che si stava preparando ad un nuovo allattamento. Ne ho parlato con il ginecologo che mi ha consigliato senza fretta un'ecografia dopo il parto...senza fretta...
Giulia è nata ed io ho iniziato ad allattare.Ma quando il seno si svuotava io continuavo a sentire una parte "dura"...così dopo 3 settimane dal parto mi sono decisa a prenotare un'ecografia privata...dopo 10 giorni ero in sala operatoria.
Ho capito tutto guardando negli occhi la dottoressa che mi stava facendo l'ago aspirato e quando ho ritirato l'esito con accanto mio marito ho capito che la nostra famiglia avrebbe dovuto affrontare qualcosa di "grande"...
All'inizio sembrava andare tutto storto: lo scavo ascellare, la radio, la chemio, la terapia ormonale..passare dalla gravidanza alla menopausa in un mese è stato devastante fisicamente e psicologicamente. Nel mentre il resto della vita: una neonata che non dorme, una bimba di due anni che inzia l'asilo e porta a casa l'influenza...i cicli di chemio che saltano perchè prendo l'influenza anch'io...la sensazione era di essere sempre in apnea. Mi sono fatta aiutare dal servizio di psicooncolgia dell'ospedale in cui sono in cura e poco per volta sono uscita dalla tempesta,ho ritrovato il timone della mia vita con le mie bambine e i miei affetti.
Dopo 6 mesi ancora paura: un nodulo al fegato...due giorni di terrore, pensando che non era finita...poi la risonanza che parla di iperplasia nodulare focale al fegato, patologia rara e...benigna!
Tutto ha ripreso a scorrere, con la paura che faceva capolino ogni tanto, specie la sera e di notte e la rabbia per quelle energie che non tornano più come prima e per quel seno ferito.
In realtà mi aspettava ancora altro. Dopo un anno e mezzo dal mio intervento hanno diagnosticato un carcinoma al seno a mia sorella di 39 anni e dopo altri 6 mesi è arrivata la mia recidiva.
Il mio primo pensiero sono state le bambine e mio marito. La paura di non vederle crescere.
E poi i miei genitori, mia mamma in particolare che doveva affrontare tutto questo.
Ho avuto la fortuna di essere aiutata, nulla è mancato all'organizzazione del quotidiano e delle bambine.
Lo scorso anno ho affrontato l'intervento di mastectomia per la recidiva a cui fortunatamente non è seguita nessuna nuova terapia e dopo sei mesi la ricostruzione con protesi e la mastectomia profilattica al seno sano. Non ne volevo più sapere! Sono convinta della decisione che ho preso. Questo però non cancella la difficoltà di vivere con due seni "come quelli dei manichini" come dice giustamente Francesca!
A volte la mia testa inizia il pensiero del "come sarebbe se...": se avessi ancora i miei seni, se avessi potuto allattare anche Giulia e se mi fossi potuta godere i suoi primi mesi invece che averne un ricordo confuso...se tra me e mio marito ci fosse ancora la spensieratezza che avevamo prima, convinti che tutto andrà bene.
Ma ho compreso che io sono la Laura che c'è oggi, insieme a tutto. La fatica che faccio ogni giorno per non sentire la stanchezza cronica che mi porto addosso la conosco solo io, ma la dimentico volentieri perchè i sorrisi delle mie bimbe sono energia pura. Perchè essere tornata a lavorare e a pensare a tutto il resto da sola, con le mie forze significa che sto bene. Quello che il cancro si è portato via alla fine sono solo due seni.
Tutto il resto è li e può solo migliorare.
*1)Cosa cercavate e soprattutto cosa avete trovato in questo blog (confronto, informazione, condivisione, sostegno, "valvola di sfogo", altro....?)
Sono arrivata sul blog attratta dagli articoli del dottor Catania mentre cercavo in rete informazioni sul mio tumore. All'inizio la mia necessità era confrontare la mia situazione con altre simili per poter intuire come sarebbe potuta evolvere. Poi è diventato un salotto di amiche.
*2) Cosa vi ha avvicinato al blog ? C'è ad esempio un commento in particolare che ha attratto la vostra attenzione ?
Sono rimasta colpita profondamente dagli interventi di Francesca...a un anno di distanza dalla mia esperienza leggere una storia di tumore in gravidanza come la mia mi ha scosso...mi ha fatto capire che dovevo fare e dire qualcosa...Incoraggiando Francesca, cercando le parole per lei sono riuscita a ritrovare me stessa, ad abbandonare la paura, a rielaborare ciò che mi era accaduto.
* 3) E' d'aiuto leggere le storie e le opinioni di altre che si trovano in analoghe condizioni ?
Ritengo utile la condivisione degli stati d'animo con chi può comprenderti e aiutarti a leggere oltre.
Cercare le parole per aiutare un'amica a sconfiggere la paura permette a noi stesse di ridimensionarla.
*4) I familiari (*)e/o amici sono coinvolti ? Come vivono il vostro coinvolgimento. Con fastidio o mostrano di esserne contenti ?
mio marito e mia sorella, anche lei operata di tumore al seno e presente con me all'incontro di Milano leggono ogni tanto il blog. Io condivido spesso con mia mamma, mia suocera o le amiche le emozioni forti che a volte si sprigionano in queste righe...
E spesso mi trovo a citare le parole e gli interventi delle amiche e dei dottori.
Spesso leggo anche le risposte alle richieste di consulto del Dottor Catania, sono sempre chiare ed efficaci.
* 5) Se il blog fosse chiuso, cosa vi mancherebbe : più sole, più confuse....[ o con un sospiro di sollievo, dico io, perché deresponsabilizzate (^___^) ?]
Non ci penso proprio! È comodo comunicare via blog ma penso che le relazioni intraprese qui continuerebbero lo stesso. Ormai fanno parte di me, del mio mondo.
*6) Come avete vissuto l'incontro REALE con le compagne (anche con medici, psicologi)
conosciute virtualmente sul blog ?L'incontro è stato emozionante. Con tutti. In particolare io mi sarei abbracciata tutto il giorno Francesca !
E poi il sorriso di Rossella, la bellezza di Lori(eh si, sei proprio bella!), la tenerezza di Elisa e Max insieme...gli occhi vulcanici di Antonella, la simpatia di Chiara, la serenità di Rosa....la delicatezza dei medici e psicologi intervenuti,tutti hanno contribuito a farmi capire che si, qui si sta bene!
*7) Quale è, dopo questa esperienza, per voi il VALORE DELLA RETE in generale?
Approdare in questo blog mi ha aiutata a filtrare e selezionare le informazioni della rete sul tumore ecc...se ho un dubbio medico o psicologico di approccio ai figli o alla famiglia in questi delicati momenti so a chi rivolgerlo e so di ricevere una risposta seria. Mi fido. E le altre informazioni sparse in rete non mi interessano più molto...
*8) Quali sono le caratteristiche secondo voi, per potere classificare una persona (paziente ma anche medico) FUORIDISENO ?
Sono quelle persone che hanno fatto dell'incontro/scontro con il cancro uno strumento. Non l'hanno archiviato nè nascosto, ma l'hanno cambiato, esorcizzato, truccato...ne è venuto fuori un approccio più pieno alla vita, un bisogno di condivisione, una forza per credere al qui ed ora e una speranza che il domani sarà vivo e meraviglioso.
*9) quali sono le parole di un medico che ti hanno ferita di più?
Il mio ricordo più doloroso risale alle visite dell'inps per la verifica dell'invalidità... Alla prima stavo facendo la chemio ed ero emotivamente e fisicamente fragile. Loro mi hanno guardata come se fossi priva di risorse e speranze. Durante la seconda visita, a seguito della recidiva un medico della commissione mi ha chiesto perchè avevo voluto fare la mastectomia e se era il caso....il caso???? Credo di averlo fulminato con uno sguardo.
Anche il colloquio con il mio medico di base è sempre stato difficile, è molto limitato all'essenziale. Alla mia domanda su come pensava fosse la mia situazione la risposta fu "ce ne sono di meglio ma anche di peggio"...a me questo non serve. Ho capito che i numeri e le percentuali no mi possono dare serenità e non è quello che cerco.
Altro brutto esempio è stato un oncologo che ha visitato mia sorella. Durante il colloquio ha buttato li la seguente frase :" ah, lei no ha fatto chemio...bè perchè noi qui abbiamo questa visione, ma in qualunque altro ospedale gliela avrebbero fatta di sicuro"...a cosa serviva questa frase? Solo a gettare ansia sulla paziente. Cosa significa? Che non è stata tutelata abbastanza?
Laura
Gentile Dr. Catania
Ho postato il compitino sulla "narrazione della malattia" usando il "tempo" come filo conduttore che in questo caso è nelle mani di chi ci ascolta non nelle nostre.
Didi
Care RFS
Lori un abbraccio
Nadine e Francesca che dono saper scrivere come voi
Elisa fra un mese ho il secondo anniversario anch'io
Laura hai ragione quando dici valvola di sfogo
Rosella un abbraccio
E un abbraccio a tutte voi che non ho nominato sapete la mia memoria giorno dopo giorno si affievolisce, ma vi penso sempre tutte con tanto affetto.
Lunedì ho un piccolo intervento di pomeriggio vi farò sapere, buon fine settimana Didi
Punto 9)
Il comportamento che mi ha ferita di più da parte di un medico è stato nel periodo in cui l'oncologo decise di non intraprendere la chemioterapia adiuvante, dopo aver valutato rischio/beneficio. Non fu lui a ferirmi, lui prese quella decisione consultando altri medici ... spero con scienza e coscienza!
In quel periodo avevo scelto di farmi seguire, privatamente, da un medico di mia fiducia, responsabile della divisione che mi ha in carico per altri problemi. Mi era parso caratterialmente un po' rigido, ma credevo essere il più preparato professionalmente. L'avevo scelto, pensando che potesse essere quella guida responsabile di cui spesso parliamo nel blog.
Quando l'oncologo prese questa decisione, rimasi un po' sbigottita, pensavo di iniziare la chemioterapia il giorno seguente e avevo fatto tutto un percorso interiore di accettazione. Nella concitazione del momento pensai fosse importante comunicare una simile decisione a quel medico di mia fiducia anche perché pochi giorni prima mi aveva rilasciato una relazione scritta in cui diceva che, per quanto lo riguardava, non c'erano controindicazioni alla chemioterapia (in realtà era proprio un esame trascurato da lui e risultato molto fuori dal range che mi fece saltare tutto). Lo feci chiamare al telefono dall'infermiera, chiedendogli se poteva ricevermi o ascoltarmi qualche minuto. Il suo studio, dove stava facendo visite in libera professione, era al piano di sopra. Ci rispose che era molto preso, che non aveva tempo, ci disse di fissare un appuntamento. Non vi dico come rimasi male. Non fissai alcun appuntamento.
Qualche tempo dopo, dovendo fare una visita di controllo presso la sua divisione, lo ritrovai di turno nell' ambulatorio. Lui, al corrente della mia situazione perché ampiamente discussa presso la sua divisione, mi comunicò la sua contrarietà per la decisione presa dall'oncologo di non sottopormi a chemioterapia ... ma i tempi della cura erano ormai superati e non si sarebbe più potuto tornare indietro, era addirittura inutile parlarne, tanto meno rimettere tutto in discussione ... e lui non era un oncologo! Tutta la mia stima nei suoi confronti, svanì in un istante.
Oggi, invece, mi è accaduto un fatto piacevole. Stesso DH dell'altra volta, sono andata per fare un esame prescrittomi da uno dei medici che lavora lì, e che mi segue nei controlli per il tumore. Finito l'esame l'ho cercato al telefono tramite l'infermiera, per comunicargli il buon esito. Era di guardia, e sicuramente era indaffarato. Tempo due minuti era lì da me, nonostante gli avessi detto che se non poteva ci saremmo risentiti, ma ha insistito per vedermi. Due parole e ci siamo congedati serenamente ... a volte basta così poco!!!
CRistina
Non conosciamo tutti i segreti nascosti tra le pieghe del nostro organismo. Ma sappiamo che non siamo solo cuore che pompa, polmoni che respirano, impulsi nervosi che viaggiano. Siamo molto di più ..."
Oggi ho raccolto un pieghevole in ospedale, tale prefazione presenta una serie di incontri che trattano temi interessanti: cure miracolose e loro immediatezza, alimentazione e stili di vita, relazione medico-paziente, insostituibile ma sempre più problematica ...
... credevo di trovare il nome del nostro Dr. Catania tra i relatori ... ahimè ... piacevole illusione.
Oggi pensavo che il fatto di organizzare incontri aperti alla cittadinanza su questi temi, sta a significare che il problema è sentito, e c'è coscienza che qualcosa va cambiato. Io penso che non tutta la colpa sia dei medici e tanto meno del paziente, che ha già il suo fardello da portare. E' tutto un sistema da cambiare dove l'uomo ed il suo benessere psico-fisico vengano di nuovo messi al centro, e per uomo intendo anche il medico, che spesso non è messo nelle condizioni di lavorare nel migliore dei modi.
Ho un bel ricordo del "medico di famiglia". I miei genitori ne avevano scelto uno che abitava nel paese accanto al nostro e mostravano piena fiducia e stima. Veniva lui al nostro domicilio a fare le visite. Quando mi ammalai di polmonite all'età di otto anni, fece di tutto per non ricoverarmi, perché credeva fosse meglio evitare l'ospedale ad un bambino. Veniva tutti i giorni a casa a visitarmi ed a spiegare a mia mamma come somministrarmi i farmaci e le iniezioni. Si vedeva la sua preoccupazione, ed i giorni che non mi trovava bene, tornava a vedermi anche alla sera. Fino ai primi segni di miglioramento che facevano tirare un sospiro di sollievo anche a lui.
@A tutte e tutti gli RFS, una serena notte. CRistina
PS :
@LORI ... hai visto l'eclisse??? Io no ... il SOLE SIAMO NOI!!!
@ Scrivevo nel compitino che qui si rispetta il silenzio ... ma Rosellaaaaaaaaaaaaaaaaa ... che fine hai fatto? Prenditi il tempo che vuoi ma ... fai presto ... !!! Vogliamo i tuoi sorrisi, ci mancano!!! Intanto ne anticipo un po' io, mentre attendiamo i tuoi.
Laura!!!!!!! sono contenta di averti letto!!! Bacio elisa
Grazie anche a Francesca, Didi e CRistina, dopo l'articolo di Nadine , per il bellissimo contributo sul tema della importanza di "Narrare la malattia e valore terapeutico del blog (=blogterapia) ", ,
lasciato su
https://www.medicitalia.it/blog/senologia/5533-la-medicina-narrativa-e-la-blogterapia.html
aspetterò ancora alcuni giorni e poi li pubblicherò (come base del libro cartaceo) anche su
http://www.senosalvo.com/ragazzefuoridiseno/narrare_la_malattia_curarsi_con_blog_fuori_di_seno.htm
Sarebbe bello anche leggere il parere di Rosella, Maria e altre.....che hanno vissuto l'attesa dell'intervento collegate ogni giorno con il blog.
P.S.
Vi pregherei, per evitare a me errori grossolani, di firmare i compitini qui o quelli su
https://www.medicitalia.it/blog/senologia/5533-la-medicina-narrativa-e-la-blogterapia.html
con nome e Regione .
Es. Francesca (Emilia Romagna) , Laura (Lombardia).....
@Nadine, il tuo primario di oncologia più che farti chiarezza, mi risuona abbia messo il classico dito nella piaga ... Secondo me poteva evitarla, avrebbe potuto avere un approccio diverso se ti pensava proprio così sprovveduta ... magari proponendoti un sostegno psicologico o quant'altro...!
Per quanto riguarda l'ecografista credo proprio che cercasse lui un sostegno da te, facendo però una gaffe incredibile!
Sul ginecologo ... NO COMMENT!
@Laura, anche a me capita che alcuni medici mi diano delle risposte assurde ... l'ultimo mi chiedeva perché prendessi un certo farmaco (prescritto dal cardiologo, è un protocollo terapeutico per chi ha i miei problemi) e mi disse che avrei potuto fare a meno! Ma perché si spingono oltre, se non sanno?
@Didi ... ASF per lunedì pomeriggio!
@A tutte le mammine ...
Leggendo le vostre storie è sempre grande l'emozione e mi sembra di viverle assieme a voi! Siete cresciute in fretta, carissime, avete quella maturità che di solito (ma non sempre) è prerogativa di chi è più avanti con l'età ... Alla vostra età dovrebbe esserci quella spensieratezza e quella gioia che accompagna i giovani genitori, pur con tutte le preoccupazioni per il futuro dei figli ... Penso proprio che questa maturazione e "saggezza" di vita che dimostrate, vi ripagherà nel futuro con i vostri figli!
CRistina