Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
salvocataniaMedico Chirurgo
Paffi fiduciaria:
Bellissima questa immagine che da proprio il senso della distanza…
Anche se io mi immagino lei sopra i puntini parlanti…
Per la verità in quella occasione anche se in una incomoda posizione ( penzolante a 100 metri da terra) non ho mai temuto per la mia vita certo che prima o poi sarebbero venuti a prendermi.
Ma chissà perchè il pensiero l'avevo rivolto alla vostra chemioterapia che allora era aggressiva e molto più temuta di adesso.
E il pensiero da parte mia alla vostra chemioterapia in un certo senso ha contribuito a salvare la vita che stavo giocando a scacchi con la Signora Mietitrice dopo che i Tuareg mi avevano abbandonato su una duna nel deserto del Tenerè (che vuol dire il nulla) del Niger.
Quando stremato dalla febbre e dalla disidratazione per idratarmi mi era rimasta solo l'urina raccolta preventivamente nella borraccia e i liquidi contenuti nelle piante grasse velenose e ustionanti per le labbra, bocca ed esofago, non potei fare a meno di pensare a quelle donne che facevano la chemioterapia tossica ed aggressiva di allora in assenza di altre alternative.
E neanche io avevo alternative a disposizione per le ultime mosse a scacchi con in gioco la vita.
salvocatania:
#103,363 Scritto: 4 Lug 2019 02:16Barbar70:
No dottore stavolta, ci conosciamo da 10 anni, sono totalmente in disaccordo con lei.
Lei ha molto da insegnare e trasmettere per mia esperienza diretta.
Forse non ricordera' avendo tanti impegni .Nel 2011-2012 ho seguito tutti i suoi corsi ad attivecomeprima frequentati da diverse donne disperate di tutte le regioni e , denominatore comune, affamate di speranza. Un giorno si parlava di "non sai quanto sei forte sino a che essere forte e' l'unica scelta che hai" e lei ci racconto' di quando era stato abbandonato dai Tuareg nel Niger ed era stato costretto a tirar fuori le residue forze per alimentarsi e bere nutrendosi di bacche velenose e animali striscianti e anche d'altro.
Non ci aveva dato molti dettagli su questa sua terribile esperienza. Ne aveva fatto cenno come se fosse stata una esperienza capitata a tutti i mortali.
Noi alla fine di ogni corso che si teneva l'ultimo venerdi' del mese insistevamo perche' ne volevamo sapere di piu'
E lei si scherniva e svicolava sino a che ci promise che avrebbe proiettato alcune foto di quella esperienza all'ultimo corso dell'anno che cadeva a giugno.
Era evidente che non volesse parlarne con nessuno ma ormai si era spinto oltre e non poteva fare marcia indietro. Sembrava quasi pentito di essersi lasciato scappare quella confidenza.
All'ultimo corso ha portato le diapositive. Foto scioccanti della sua borraccia con la sua urina, foto dei suoi pasti di emergenza ed una lezione magistrale sui frutti del deserto quasi tutti velenosissimi e la scelta oculata di quelli disgustosi, ma non letali scelti con cura grazie alle conoscenze non improvvisate. Per sopravvivere !
Ne parlava come se parlasse dei chemioterapici !Non passo' sotto tono il fatto che per avere fatto le scelte salvavita evidentemente aveva studiato prima fauna e flora del deserto ! Quindi la conclusione facile era dentro di noi che per sopravvivere occorrano anche le conoscenze.
Ho stampate quelle foto nella mia mente. Una ad una.
Tutte quelle che erano presenti , da Clara, Federica, Vanessa ecc le hanno stampate chiare e nitide nella loro mente.
Ma lei lo sa cosa ha provocato in noi tutte ?
Ci ha stanate dal nostro guscio ed abbiamo smesso per la prima volta di lamentarci di qualcosa !
Lei ha operato , non so se fosse nelle sue intenzioni, un vero miracolo !Quindi non scriva che le sue esperienze non servirebbero ad altri !Sono trascorsi 7 anni ed io le ho tatuate nella mia mente e le richiamo tutte le volte che mi sento stanca e fragile.
Non ci scrivero' mai un libro per le ragioni che ho spiegato , ma credetemi e' estremamente difficile raccontare in un solo commento una vicenda complicatissima che mi e' capitata circa 20 anni fa .
Provero' solo a darne una stringata idea.
La vicenda si svolge nel deserto del Tenere' ( significato "il nulla") in Niger.
Che ci facevo io li' nel "nulla"?
2 anni prima mi ero adoperato in Italia per raccogliere una quantita' enorme di attrezzature sanitarie in disuso da noi ma perfettamente funzionanti e portarle in una parte del mondo dimenticata da tutti
Nel deserto del Sahara esiste un popolo che, pur essendo da secoli una Nazione, non ha la sua terra e vive in esilio. Questo piccolo e fiero popolo resiste in parte nelle tendolopoli all'estremo sud del deserto algerino ed in parte nel suo antico territorio oggi "occupato" dal Marocco: è il popolo dei Saharawi.
.
Non mi dilungo su questa esperienza che merita un racconto a parte perche' accompagnato dal sottoscritto il materiale venne imbarcato alla base di Sigonella di Catania e trasportato in aereo sino a Tindouf in Algeria , dove mi aspettava un funzionario Nigerino dell'Onu con il quale con una carovana di fuoristrada abbiamo portato il materiale sino a quella parte di deserto dimenticata dal mondo.
Abbiamo percorso quasi 350 km di deserto in condizioni precarie e pericolosissime : facevamo la pipi' a ridosso dei fuoristrada perche' fuori della pista tutto il deserto era stato minato dai marocchini.
Dopo la consegna, l'amico nigerino proveniente da una tribu' di Tuareg mi ringrazia e si mostra disponibile ad esaudire tutti i miei sogni , avendo appreso durante la traversata della mia malattia per il deserto. Parlava diverse lingue tra cui il francese.
" Mi piacerebbe attraversare il deserto del Ciad " replico subito io !
E lui " troppo pericoloso e poi non saprei come aiutarti "
"Allora mi piacerebbe partecipare ad una traversata del sale da Bilma ad Agadez (oltre 600 Km)
.
.
.
.
. Accontentato !
Perche' gli azalai o carovane del sale esistono ancora
https://www.luomoconlavaligia.it/viaggi/niger-tuareg-carovane-del-sale
A volte anche adesso agli amici racconto la vita di circa 20 giorni e notti con i tuareg, fierissimi nel loro abbigliamento blu e che mi incutevano inizialmente un certo imbarazzo quando intorno ai loro falo' della sera lentamente con gesti sempre misurati consumavano il rito del te' mentre io fremevo, occidentale solo in apparenza civilissimo, per ingozzarmi subito della mia cena .
La carovana del sale prevede una regola brutale ma ineludibile.
E tutti ne sono a conoscenza. E che il nigerino che mi aveva portato lì mi ha ribadito più volte .
Chi si trova in difficolta' nella traversata viene abbandonato, uomo o animale, per non compromettere la vita di tutta la carovana.
Tutto e' andato bene per circa 20 giorni e i miei amici mi guardavano increduli aspettando di vedermi crollare sotto i 50 gradi di mezzogiorno o vicini allo zero di notte quando ci si arrampicava sui rilievi.
Li' il terrone ero io perche' loro non parlavano mai mai mai neanche tra di loro !
Si guardavano attraverso lo spiraglio del loro velo e si capivano senza profferire parola.
Minchia...non parlavano mai neanche tra di loro!
Sino a che e' scoppiata una tempesta di sabbia. Chi non l'ha vissuta non puo' immaginare cosa voglia dire essere investiti da una tempesta di sabbia, Non si vede nulla e se si lascia un solo cm di pelle scoperta questa viene smerigliata sino al sangue dalla furia del vento con la sua sabbia.
Poiche' una tempesta di sabbia secondo i Tuareg puo' durare un numero di giorni dispari cioe' 1,3,5,7 giorni...chiaramente la carovana va avanti lo stesso.
Durante la tempesta solo in quella occasione si cavalca il cammello . Perche' I cammelli sono carichi di sale.
Io ho cercato di salire su quello assegnato a me sul quale avevo il mio bagaglio compreso l'occorrente per sterilizzare l'acqua. Il mio cammello bastardello evidentemente si rese conto delle mie fragilità e che non fossi il suo dominante e rifiuto' con le brutte di farsi montare.
Tutto in piena oscurita'. Allora per evitare di perdere ogni riferimento a tentoni piano piano mi spostai in testa alla carovana dove ci stava il Madugu che e' un personaggio (il mio parlava francese) che mi ha affascinato al punto da studiarlo da mattina a sera già a Milano prima della partenza. E' una professione ambita quella del madugu e richiede molte doti. Capo carovana e guida della carovana. Sin da piccoli imparano ad orientarsi nel deserto di notte e di giorno senza utilizzare alcuno strumento.
Mi affiancai a lui in piena tempesta e mi resi conto pur vedendoci pochissimo che aveva apprezzato molto il mio grande coraggio.
Minchia.... Ma quale coraggio...tutta colpa del cammello che mi aveva scalciato.... al punto di costringermi ad affiancarmi a lui.
Ma quale coraggio !!
La tempesta e' durata circa 10 ore e quando si cominciava a rivedere il deserto il madugu (come io faccio con Titina) mi rimprovera con lo sguardo perche' non mi aveva visto bere . A gesti gli faccio capire che la mia acqua sterilizzata e' sul cammello. Allora lui mi offre la sua. Ho pensato "Salvo non lo fare !" ma, dopo qualche tentativo di far finta di non aver capito, ovviamente non ho potuto rifiutare . I Tuareg sin da piccoli si adattano a bere acque con cariche batteriche per noi assolutamente fuori soglia.
Ci fermiamo per la sosta e verso l'una del mattino devo correre nel cagatoio delle dune. Una due ,tre, quattro...non mi ricordo quante volte . Il mio mega orologio con tutto incorporato (bussola termometro temperatura cutanea) impietoso con il suo sensore mi segnala febbre a 40 C.
Alla ripartenza le mie condizioni sono veramente precarie . Il madugu impietosito mi fa legare sul mio cammello con le corde . Di quella giornata mi ricordo solo I deliri che avevo sotto il sole cocente. Mi svegliavo a tratti ma solo per il dolore provocato da una delle corde del braccio sinistro che era affondata nella pelle sino a scoprire la fascia muscolare. che sanguinava in continuazione. Ne porto ancora una ampia cicatrice.
Alla sera quando ci siamo fermati per la sosta notturna mi sembra di star meglio perche' mi ricordo disteso intorno al loro falo' e di avere trangugiato per la prima volta il loro te' !
Mi ricordo di avere persino mangiato per la prima volta il loro cibo altamente "energetico" (datteri con formaggio di capra). Di avere assaggiato anche la loro farinata
Di solito, per evitare rischi di intolleranze mangiavo i miei alimenti concentrati liofilizzati degli astronauti già collaudati nelle mie precedenti gare nel deserto
Ricordo ancora la scena in cui sul fuoco di sterpi bolle una farinata di miglio e acqua, cui viene talvolta aggiunto del formaggio di capra secco.
Ricordo intorno a quel falo' il latte di cammella e tè, sempre molto zuccherato. Ricordo bene i grandi silenzi e gli sguardi preoccupati che mi lanciavano attraverso lo spiraglio del velo che mostrava i loro occhi che specchiavano il fuoco del falò .
Pensavo di averla fatta franca perche' mi ero riappropriato della MIA acqua.
Al mattino presto si riparte e penso ormai di potere arrivare con loro ad Agadez anche perche' mancano solo 80 km circa.
Ma non va come avevo sperato ! Torna la febbre altissima e diarrea continua che mi costringe a stare in fondo alla carovana . Sono costretto piu' volte a rincorrerli sino a che su una ultima duna piu' alta delle altre ...li vedo lentamente sparire all'orizzonte.
Dopo 20 anni periodicamente mi succede ancora adesso di svegliarmi improvvisamente ...mentre vedo una carovana che sparisce all'orizzonte.
Per anni sono stato tormentato nel sonno dalla visione di una carovana inghiottita dall'orizzonte.
E ogni tanto ancora oggi mi viene in mente la lunga sosta su quella duna con la febbre altissima. L'ultima duna dove sono stato obbligato a fare un bilancio della mia vita . Ero convinto di poter morire , ma non avevo perso tutte le speranze e proprio per questo avevo paura di morire.
In un altro post spiegherò perchè in altra occasione invece avendo realizzato di essere ormai morto non ho avuto paura di morire.
Perchè è evidente che il morto non può avere paura della morte
Ogni tanto ripenso ma senza angoscia a quella partita a scacchi su quella duna con un cielo stellato luminosissimo.
Sapevo che se qualcuno avesse voluto cercarmi sarebbe arrivato li' troppo tardi .
Mi fermo qui ma per la prima volta ho compreso il vero significato di
"non sai quanto sei forte sino a che essere forte e' l'unica cosa che ti resta "
Avevo due borracce e , mi stupisco ancora, di averne quasi in automatico riempita una, man mano che mi idratavo, della mia urina, ma sapevo che quella fonte si sarebbe esaurita presto.
Barbara:
Quindi la conclusione facile era dentro di noi che per sopravvivere occorrono anche le conoscenze.Non racconto per molte ragioni i dettagli di quei giorni di speranza e disperazione, ma certamente le conoscenze contribuiscono alla sopravvivenza.
Come si puo' ereditare l'impotenza appresa al contrario si puo' ereditare la potenza (=conoscenza ) appresa.
Il mio amico per la pelle, morto poi sul Mobby Prince, mi aveva educato a prepararmi sempre ad un piano B . E il piano B deve essere studiato in tutti i dettagli prima della impresa.
Io avevo studiato notte e giorno a Milano
a) mappe militari del percorso
b) come gestire il pericolo della ipertermia a mezzogiorno (>50 C) o della ipotermia a mezzanotte ( 0 C). Basta sapere ad esempio che scavando una buca nella sabbia di circa mezzo metro e' possibile ridimensionare la temperatura di 15-20 gradi
c) alimentazione : non ci sono supermercati nel deserto, ma non si puo' mangiare indiscriminatamente tutto cio' che si trova perche' alcuni alimenti possono solo accelerare la morte. E gli animali piu' disponibili a farsi trovare sono quelli striscianti, ma in genere scappano , e questo e' un guaio, piuttosto che aggredire.
Io avevo studiato tutta la fauna e flora commestibile e non commestibile che e' possibile trovare in un deserto.
Ad esempio lo scorpione e' commestibile se si priva delle ghiandole velenifere.
Con un bastone si puo' facilmente immobilizzare e se si ha la pazienza di aspettare prima o poi cerca riparo sotto il sacco a pelo per proteggersi dal freddo della notte.
La flora non abbonda nel deserto dove purtroppo ci sono piu' piante velenose che commestibili.
La ricerca di un frutto non serve tanto per mangiare qualcosa. Si puo' resistere senza mangiare anche a lungo, ma si resiste poco se non ci si idrata ed alcuni frutti servono ad apportare soprattutto liquidi.
Ci sono diverse tentazioni letali nel deserto quando si rischia di morire disidratati
ad esempio quello della
Calotropis Procera: velenosa !
Assomiglia all'avocado e per chi sta morendo di sete e' una tentazione irresistibile !
La linfa di queste piante è talmente potente che se entra a contatto con gli occhi si diventa ciechi, i Berberi la utilizzano come rimedio contro le verruche.
- Modificato da salvocatania
DarkElena Fiduciaria
Dott Catania è sempre istruttivo ed affascinante leggere le sue esperienze di vita
Ex utente
mar fiduciaria:
Ancora grazie ragazze per gli auguri a Marco!!!In super ritardo...auguri
Ex utente
Titina Fiduciaria:
Volevo aggiungere un punto al mio diario della gratitudine
- su instagram dove pubblico i miei lavoretti ho superato i 1000 follower e alcuni video mentre lavoro hanno quasi 2000 visualizzazioni 🎉🎉🎉🎉🎉🎉
DarkElena Fiduciaria
Buonanotte a tutti!
Ex utente
Buonanotte caro blog
Un per tutte le RFS nella stanza accanto
Coccinella75
Buonanotte Blog e dottor Catania
Arena
salvocatania
Che avventure!!!!!
Che avventure!!!!!
Giulio73
salvocatania
Sono rimasto rapito dal.racconto..
Ciò che non ti uccide ti fa più forte direi...
Lunedì 25 abbiamo il controllo dall'oncologo dovremo portare gli esiti...positiviiiiii delle ecografie e dei marker..
Vediamo a quando ci ridarà e che esami..
Intanto buona notte a.tutti
Sono rimasto rapito dal.racconto..
Ciò che non ti uccide ti fa più forte direi...
Lunedì 25 abbiamo il controllo dall'oncologo dovremo portare gli esiti...positiviiiiii delle ecografie e dei marker..
Vediamo a quando ci ridarà e che esami..
Intanto buona notte a.tutti
Franc.64
Ci sono!
In questi giorni di grande caldo penso spesso a tutte le Rfs che stanno facendo terapie, sono alle prese con il covid, o altro e che devono sopportare anche questo ulteriore disagio! Un abbraccio a tutte loro!
Buonanotte Rfs e dottor Catania!💚
🏳️🌈[b]PACE SUBITO!!!]🏳️🌈
salvocataniaMedico Chirurgo
Un morto non ha paura della morte
Certo che sia stato un evento eccezionale, ma io traggo spunti dalle piccole cose sino ai grandi eventi per imparare a vivere nel modo piu' agevole.
Per Ada Burrone il suo tumore con prognosi molto sfavorevole era l'equivalente del mio aereo incendiato sul cielo dell'Oceano indiano.
Quando le raccontai l'accaduto era affascinata nonostante sia stata lei con la sua proattivita' a farmi da maestra della vita.
Ho incontrato persone che erano su quell'aereo dopo 20 anni e le ho trovate segnate a vita e non si sono mai piu' riprese malgrado i generosi supporti degli psicoterapeuti.
.
A me invece l'esperienza di quando sono stato abbandonato nel Tenere' e forse ancora di piu' quella dell'aereo mi hanno cambiato la vita perche' si sono incastrate e integrate bene nel nuovo Salvo redivivo.
1) Abbandonato nel deserto del Tenere' ho scoperto che la vita si basa esclusivamente su un atto di FEDE (nel mio caso non c'entra la religione) .
Ovvero in uno stato mentale che puo' farti morire o vivere e che la scelta e' tutta nelle nostre mani visto che Dio lascia fare a noi.
Quello mentale, così speciale, che non sapevo di possedere e che aveva portato ad attivare non si sa bene quali energie e quali segrete risorse, era stato innescato e mantenuto in attività da una suggestione forse effimera (LA FEDE nella vita...o semplice istinto di conservazione ? !) ed era perciò destinato a dissolversi con il dissolversi della suggestione stessa.
Il mio merito grazie ad una vita allenata alla resilienza e' stato forse quello di attivare tutta l'autostima residua nella mia natura resiliente acquisita nel corso della vita.
L'esempio è indicativo di come una credenza, una fede, un forte convincimento , un fatto mentale, induca trasformazioni tali nella mente e nel corpo da attivare potenti ed efficaci difese ANCHE contro una malattia considerata inguaribile.
In quella esperienza con la speranza di poter sopravvivere ho reso secondaria, ma pur sempre presente, la paura di poter morire.
Ne ho tratto la conclusione : sino a che speri di sopravvivere non puo' mancarti mai come compagna la paura di morire.
E questo per puro istinto di conservazione.
2) Del tutto differente e del tutto opposte le conclusioni a seguito dell'altra drammatica esperienza . Anche perche' mentre su quella duna del deserto da solo ho avuto tutto il tempo per riflettere su
nell'esperienza dell'aereo tutto, riguardo al pericolo mortale, si e' svolto in pochi minuti !
Nella fase di decollo il mio aereo con 350 passeggeri a bordo nella fase di decollo alle 2 del mattino sull'Isola della Reunion, che si trova a 700 km dal Madagascar, registra una esplosione di uno dei 4 motori. Immediatamente scoppia un incendio per il cherosene fuoriuscito che avvolge tutto l' aereo come una palla. Io mi trovavo nell'ala destra dell'aereo accanto alla moglie di Giacinto Facchetti (allora vivo e presidente dell'Inter), cazzuta ultramaratoneta tra le poche donne che avevano portato a termine la Diagonale Des Fous (la diagonale dei pazzi ).
Mentre noi dagli oblo' vedevamo solo fiamme e niente altro, l'aereo entra in una fase di stallo...e precipita a peso morto....precipita...precipita per un tempo interminabile.
Ciascuno di noi ha elaborato la propria mortalita' a modo suo .
Io mentre precipitava per la prima volta nella mia vita ' mi sono detto
'Salvo stavolta con assoluta certezza il tuo tempo e' scaduto !"
Da quel preciso istante considerandomi morto, in ogni momento della vita dinnanzi alle difficolta' mi dico " Ma che te ne fotte di questa minchiata... tanto sei gia' morto !"
e conforto tutti gli altri che hanno paura di morire.
Siamo tutti d'accordo che un morto non ha paura di morire ?
Non vi racconto...e se sono qui evidentemente c'e' un lieto fine...il resto del volo di 12 ore sino a Parigi con un motore in meno e carrello e gomme bruciate e che e' atterrato ad Orly sgomberato e tutto a nostra disposizione.
In quelle 12 ore di angosciosa attesa degli eventi diverse persone che conoscevo bene per il loro equilibrio...hanno perso definitivamente la tramontana.
Uno di questi me lo sono ritrovato nel deserto della Mauritania con continue crisi di panico !
Atterraggio su un fiume di schiuma tra scintille e scossoni e questo aereo che non si arrestava mai...mai...mai ..per un tempo interminabile.
E io tra i pochi giravo tra i passeggeri, tanti bambini, persino tra il personale di volo inchiodato nelle loro cinture di sicurezza e paralizzato dalla paura, per confortarli come se nulla fosse accaduto ....perchè ...cosa poteva accadermi di peggio se ero già morto ?
Per raccontarla con le parole di Totò " e che mi importa a me...io che sono Pasquale ? "
https://www.dailymotion.com/video/x50uaj
salvocatania:
#104.920 Scritto: 09-07-2019 14:29FernandoBellizzi:
Ma quello fu evento eccezionale!!!Mo' non è che tutti i voli esplode un motore!(se non altro, perchè essendo il pezzo di ricambio più caro dell'aereo, ci stanno attenti)Certo che sia stato un evento eccezionale, ma io traggo spunti dalle piccole cose sino ai grandi eventi per imparare a vivere nel modo piu' agevole.
Per Ada Burrone il suo tumore con prognosi molto sfavorevole era l'equivalente del mio aereo incendiato sul cielo dell'Oceano indiano.
Quando le raccontai l'accaduto era affascinata nonostante sia stata lei con la sua proattivita' a farmi da maestra della vita.
Ho incontrato persone che erano su quell'aereo dopo 20 anni e le ho trovate segnate a vita e non si sono mai piu' riprese malgrado i generosi supporti degli psicoterapeuti.
.
A me invece l'esperienza di quando sono stato abbandonato nel Tenere' e forse ancora di piu' quella dell'aereo mi hanno cambiato la vita perche' si sono incastrate e integrate bene nel nuovo Salvo redivivo.
1) Abbandonato nel deserto del Tenere' ho scoperto che la vita si basa esclusivamente su un atto di FEDE (nel mio caso non c'entra la religione) .
Ovvero in uno stato mentale che puo' farti morire o vivere e che la scelta e' tutta nelle nostre mani visto che Dio lascia fare a noi.
Quello mentale, così speciale, che non sapevo di possedere e che aveva portato ad attivare non si sa bene quali energie e quali segrete risorse, era stato innescato e mantenuto in attività da una suggestione forse effimera (LA FEDE nella vita...o semplice istinto di conservazione ? !) ed era perciò destinato a dissolversi con il dissolversi della suggestione stessa.
Il mio merito grazie ad una vita allenata alla resilienza e' stato forse quello di attivare tutta l'autostima residua nella mia natura resiliente acquisita nel corso della vita.
L'esempio è indicativo di come una credenza, una fede, un forte convincimento , un fatto mentale, induca trasformazioni tali nella mente e nel corpo da attivare potenti ed efficaci difese ANCHE contro una malattia considerata inguaribile.
In quella esperienza con la speranza di poter sopravvivere ho reso secondaria, ma pur sempre presente, la paura di poter morire.
Ne ho tratto la conclusione : sino a che speri di sopravvivere non puo' mancarti mai come compagna la paura di morire.
E questo per puro istinto di conservazione.
2) Del tutto differente e del tutto opposte le conclusioni a seguito dell'altra drammatica esperienza . Anche perche' mentre su quella duna del deserto da solo ho avuto tutto il tempo per riflettere su
nell'esperienza dell'aereo tutto, riguardo al pericolo mortale, si e' svolto in pochi minuti !
Nella fase di decollo il mio aereo con 350 passeggeri a bordo nella fase di decollo alle 2 del mattino sull'Isola della Reunion, che si trova a 700 km dal Madagascar, registra una esplosione di uno dei 4 motori. Immediatamente scoppia un incendio per il cherosene fuoriuscito che avvolge tutto l' aereo come una palla. Io mi trovavo nell'ala destra dell'aereo accanto alla moglie di Giacinto Facchetti (allora vivo e presidente dell'Inter), cazzuta ultramaratoneta tra le poche donne che avevano portato a termine la Diagonale Des Fous (la diagonale dei pazzi ).
Mentre noi dagli oblo' vedevamo solo fiamme e niente altro, l'aereo entra in una fase di stallo...e precipita a peso morto....precipita...precipita per un tempo interminabile.
Ciascuno di noi ha elaborato la propria mortalita' a modo suo .
Io mentre precipitava per la prima volta nella mia vita ' mi sono detto
'Salvo stavolta con assoluta certezza il tuo tempo e' scaduto !"
Da quel preciso istante considerandomi morto, in ogni momento della vita dinnanzi alle difficolta' mi dico " Ma che te ne fotte di questa minchiata... tanto sei gia' morto !"
e conforto tutti gli altri che hanno paura di morire.
Siamo tutti d'accordo che un morto non ha paura di morire ?
Non vi racconto...e se sono qui evidentemente c'e' un lieto fine...il resto del volo di 12 ore sino a Parigi con un motore in meno e carrello e gomme bruciate e che e' atterrato ad Orly sgomberato e tutto a nostra disposizione.
In quelle 12 ore di angosciosa attesa degli eventi diverse persone che conoscevo bene per il loro equilibrio...hanno perso definitivamente la tramontana.
Uno di questi me lo sono ritrovato nel deserto della Mauritania con continue crisi di panico !
Atterraggio su un fiume di schiuma tra scintille e scossoni e questo aereo che non si arrestava mai...mai...mai ..per un tempo interminabile.
E io tra i pochi giravo tra i passeggeri, tanti bambini, persino tra il personale di volo inchiodato nelle loro cinture di sicurezza e paralizzato dalla paura, per confortarli come se nulla fosse accaduto ....perchè ...cosa poteva accadermi di peggio se ero già morto ?
Per raccontarla con le parole di Totò " e che mi importa a me...io che sono Pasquale ? "
https://www.dailymotion.com/video/x50uaj
- Modificato da salvocatania
Nussi
Io ci sono!
Nussi
Buonanotte a tutti!
Speranza
IO CI SONO
BUONGIORNO BLOG E DOC
CAFFÈ ☕️ per augurarvi una buona domenica fatta di sole ☀️ mare 🌊 risate e tanta leggerezza ❤️
Buona giornata anime belle ❤️
BUONGIORNO BLOG E DOC
CAFFÈ ☕️ per augurarvi una buona domenica fatta di sole ☀️ mare 🌊 risate e tanta leggerezza ❤️
Buona giornata anime belle ❤️
Speranza
Dada
Buon compleanno a MATTIA🎉🎉🎊🎉🎂🥳🥳🎊🎁🎈🎉🎁🎁🎉🎂🥳🎊🎁🎈🎈🎂🥳🎊🎊🎉🎂🥳🎊🎊🎁🎁🥳🎈🎈🎁🎁🎊🎊🥳🥳
Buon compleanno a MATTIA🎉🎉🎊🎉🎂🥳🥳🎊🎁🎈🎉🎁🎁🎉🎂🥳🎊🎁🎈🎈🎂🥳🎊🎊🎉🎂🥳🎊🎊🎁🎁🥳🎈🎈🎁🎁🎊🎊🥳🥳