Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
a ecco! ora so che oltre la radio ci sono altre pillole da prendere, te hai fatto anche la moc? e per essere tranquilla per le recidive con cosa si vedono meglio con la pet o altro? se non me la vogliono prescrivere, perchè in lombardia hanno protocolli migliori invece in piemonte lo stato stanza meno per la sanità quindi tanti esami non sono previsti di routine e non so poi come comportarmi e quando farli perchè non ti mettono neppure al corrente, infatti da veronesi mi avevano prescritto si consiglia la moc ma la dott non mi ha voluto fare impegnativa perchè dovevo rispondere ad altre domande e la facevano solo se a rischio , ma io come faccio a saperlo se non la faccio come ho le ossa , es la fanno fare solo a chi ha avuto parenti prossimi con rottura femore , se andata in ,menopausa precoce ecc, io ho detto si che mio papà aveva avuto rottura fermore ( detto tra noi non è vero ma se non non me la presriveva!) ora ha detto al momento poi vedremo! ciao un bacio a ginger, vedrai che ti aiuterà anche solo accarezzare il pelo morbido, poi ti farà le fusa e i cattivi pensieri se ne andranno......anita ciaoo
grazie infinite!!!!!!!!!!! un abbraccio anita
Cara Ani la moc io l'ho fatta dopo 6 mesi che assumevo la pillola mi è stata prescritta dagli endocrinologi. Per gli altri esami non ti so dire in Emilia come controlli successivi alle terapie non è prevista ne scintigrafia,tac o pet, solo mammografia annuale, ecografia addome completo annuale,
Controllo cardiologico nel mio caso ogni 6 mesi e rx torace ogni anno. Questa volta dopo 6 mesi mi sono stati richiesti solo esami di sangue con marcatori tumorali. Un miaooo è un abbraccio
idem qua a cuneo infatti i protocolli rispetto alla lombardia sono diversi in quanto lo stato stanzia meno e quindi li centellinano non li fanno di prassi, invece la si, in più sia la mammo che l'eco hanno apparecchiature più all'avanguardia in alta risoluzione che veronesi ha acquistato lui dall'america giappone ecc. con i soldi delle donazioni quindi andando la a fare i controlli si ha un aspettativa maggiore della vita a mio parere perchè nel mio caso che ho alto il rischio di recidiva e va a finire ossa e cervello in più corre e sono al terzo stadio, può fare la differenza scoprirlo piccolissimo anzichè poi già quando è ingrossato perchè qua non lo possono vedere con tutta la buona volontà perchè non hanno attrezzature all'avanguardia ma obsolete. tranne la macchina della radio che è ultimissima uscita e fa meno danni di quella vecchia i raggi sono più mirati e precisi cosi non brucia anche il tessuto intorno. anche il mio merlino ti manda un miauuuuu abbraccio
Ciao Ani,
io sono in cura allo IEO di Milano e non mi hanno mai prescritto la MOC. Ho 38 anni e faccio solo ecografia seno e addome ogni 6 mesi ed esami del sangue con marcatori. ecografia utero e ovaie ogni anno.
non faccio più la mammografia perchè ho fatto mastectomia bilaterale. mi hanno invece aggiunto eco cardio annuale perchè ho fatto la chemio che potrebbe (ma è ipotetico!) dare qualche disturbo al cuore.
In generale sono ottimamente "diversamente sana" !
un abbraccio
laura
Nadine, i sintomi dell'attacco di panico e della reazione di panico sono gli stessi proprio perchè l'emozione alla base è la paura e la natura ha creato tre tipi fondamentali di reazione alla paura: l'attacco, la fuga o il freezing (il fingersi morto).
Ed è proprio quella frase "Sono uscita dalla casa dell'utente che seguo con un senso di affanno" che indica che non sia stato un attacco di panico, improvviso, ma una reazione di paura con panico che si è alimentata nel tempo, e su cui ha mantenuto un certo controllo, vista la dovizia di dettagli, indice di presenza vigile e attenta.
Tutto il panico ha una componente di mancanza di controllo razionale, dato che prende il controllo la parte emotiva, istintuale. Per attacco di panico s'intendono quelle situazioni che descrive all'inizio, cioè mentre faccio la spesa e di notte.
E' pure riuscita a chiamare i soccorsi! Insomma, una grande paura, ma alla stesso tempo tanta abilità a gestire la cosa!
Libricino da leggere. Autore Giulio Cesare Giacobbe. Titolo: La paura è una sega mentale.
Carissima Nadine, ho letto la sua richiesta, purtroppo un banale ma fastidioso raffreddore mi ha messo KO per un pò, ma ora sono di nuovo attivo, energico e pimpante... ehm, cioè, arranco ma non demordo...
Mi riservo di risponderle con più calma appena avrò un attimo, tra stasera e domattina. So di potermi permettere questo piccolo delay, anche perchè il panico, per quanto spaventoso (ORRIBILMENTE spaventoso), non è pericoloso...
Ragazze ho ritirato gli esiti dei controlli VANNO BENE sono strafelice
Un bacio Didi
Ciao a tutte/i,
non riesco a starvi dietro ... quanto scrivete!!!
@Didi sono contenta che i tuoi controlli siano andati bene.
@Nadine, riguardo agli attacchi di panico volevo dirti che già il fatto di riconoscerli è un buon segno per avviarti verso la soluzione del problema., con qualche aiutino. Mio marito all'inizio era CONVINTO di avere problemi cardiaci, e dopo vari esami e varie corse in pronto soccorso, capì che erano attacchi di panico. Iniziò terapia con Xanax (1 pastiglietta la sera) senza effetti collaterali (fa l' autista) e quando si sentì tranquillo, smise anche quello e gli attacchi di panico non si presentarono più.
Sul fatto che la causa sia stata la chemio, mi piacerebbe sentire il parere dei dottori. Sicuramente tutto il periodo dalla scoperta della malattia in poi, può averne causato l'insorgenza.
Poi, vorrei chiedere al dott. Calì, riguardo alla sua affermazione ... "il panico, per quanto spaventoso (ORRIBILMENTE spaventoso), non è pericoloso" ... per chi, come me, ha già avuto un infarto, potrebbe essere pericoloso? Faccio questa domanda perché anni fa anche io ho avuto attacchi di panico e conosco la terribile angoscia che attanaglia in quei momenti il malcapitato, e proprio perché è una paura che va oltre il razionale, è addirittura più intensa di ogni paura reale. Quando ho avuto un vero infarto, non ho provato quella paura e nemmeno quando ho avuto la notizia del tumore, ma sotto il macchinario della radioterapia, vedendo la porta chiudersi ermeticamente, quasi mi prendeva il panico ... ma riconoscendo le prime avvisaglie attuavo delle manovre diversive per evitare l'attacco, riuscendoci! Tuttora evito di salire nell' ascensore, perché penso che se si fermasse, sicuramente per me il panico sarebbe inevitabile e il mio cuore, essendo già sofferente, potrebbe avere conseguenze.
@Ani, io penso che i protocolli di cura siano più o meno identici. Poi qualche differenza può dipendere dal medico che ritiene di fare un esame piuttosto che un altro, dalle strutture che possono avere dei macchinari all'avanguardia ma sono soprattutto i singoli casi che fanno la differenza. Ascolta i consigli di chi ti sta curando e sii fiduciosa!
@Anita S. complimenti per l'Associazione. Aspetto anche io la Guida, appena sarà scaricabile on-line.
Per quanto riguarda il marito di Donatella, secondo me è una bella idea quella di scrivergli magari raccogliendo i nostri interventi (nati dal cuore quando Donatella si è trasferita e che esprimono il nostro affetto e la nostra stima) in una lettera o mail da fargli avere tramite Anita o il dott. Calì.
@Rosella, bello il tuo intervento in risposta ad Anita, che condivido. Mi ha colpito una tua frase ..." Le dinamiche relazionali cozzano a volte con quello che si può definire il comune buon senso, paiono inspiegabili e possono provocare molto dolore che difficilmente si dimentica nel tempo..."è una grande verità, a me è capitato qualcosa di simile che magari un giorno vi racconterò e guarda caso il fatto si è verificato non in un momento di malattia ma comunque di estrema sofferenza ... quella ferita mista a risentimento difficilmente si rimarginerà nonostante siano passati 12 anni!
@Laura, Francesca, Lori (chiudi il cassetto per un po'), a tutti/e, a chi si è appisolato, ... Serena notte. CRistina
@Dott. Bellizzi è stato chiaro, so che il termine attacco di panico è piuttosto abusato anche dagli stessi medici qualche volta. Il disturbo di attacco di panico è un'altra cosa e spero di non arrivare ad una diagnosi. Approfondirò la cosa.
Ma grazie per avermi consigliato il libricino...TITOLO FANTASTICO
@Dott. Cali' non si preoccupi aspetto anche la sua risposta, nel frattempo stia al calduccio.
@Cristina sono curiosa anch'io di sapere cosa risponderanno i medici per la situazione che hai avuto tu. Io fortunatamente non ho mai avuto infarti e chiaramente ho fatto tutti i controlli del caso come tutti coloro che soffrono di questi episodi, perchè ci sono alcuni sintomi comuni anche se l'infarto immagino si riconosca soprattutto per il dolore intenso. Rispetto alla chemioterapia vorrei precisare che è una considerazione che ho fatto da sola e che sono sempre e solo io a considerarla la causa scatenante . ti spiego: l'ultimo farmaco che ho fatto durante l'estate mi dava problemi di tachicardia e in alcuni momenti raggiungevo dei picchi abbastanza alti anche sui 130 in situazione di riposo. QUesto mi succedeva anche durante la notte svegliandomi di soprassalto. Quando mi succedeva andavo nel panico fino ad autocondizionarmi e sviluppare tutti i sintomi dell'attacco di panico. Finita la chemio la tachicardia è passata ma sono rimasti questi episodi in cui improvvisamente si ripete quello che mi succedeva con la terapia. Anche a me è successo sotto la macchina della radio come avevo scritto qualche post più su, ma non sempre. In 33 sedute mi è accaduto 4 volte. Ho associato questi episodi ad una stanchezza eccessiva ripensando alle giornate che avevo avuto.
Il cuore comunque non gode...ma è comunque sottoposto a stress. Ora bisogna capire cosa succede nelle persone che hanno avuto delle patologie cardiache.
@Grazie Didi, ed Ani. la paura fa dei danni enormi a livello inconscio soprattutto..si creano mostri che in qualche modo vanno combattuti.
Carissime/mi leggerò con calma tutti gli interventi, intanto un EVVIVA per Didi
Ani epperchè pensare alle recidive?!! vabbè facile per me parlarti così OGGI! ma per riuscire a occuparmene senza preoccuparmene = prevenzione primaria, ho avuto degli allenatori eccellenti su questo BUS!
Abbracci a tutte e a tutti
Antonia
D'un balzo metto insieme le sollecitazioni di Nadine e di CRistina.
Perchè il panico dovrebbe essere pericoloso per il cuore? Con alcuni dei miei pazienti ansiosi, soprattutto ipocondriaci, ho fatto la prova di misurare la frequenza cardiaca durante un attacco di panico e dopo aver fatto qualche rampa di scale...
Il problema dell'ansia è che la giudichiamo una malattia. Da curare, estirpare, evitare, solo perchè è spiacevole e le sensazioni ad essa correlate non ci piacciono.
In realtà, l'ansia non ci fa perdere il controllo: se così fosse, data l'incidenza molto elevata di attacchi di panico o crisi ansiose, le strade dovrebbero essere impraticabili, a causa di tutte le persone che, perdendo il controllo dell'auto a causa del panico, sferccerebbero come schegge impazzite per la città, seminando terrore e distruzione ovunque...
Anche nell'episodio descrittoci da Nadine, malgrado l'intensità dei sintomi ansiosi, e malgrado stesse guidando al buio, su una strada bagnata, isolata, in mezzo ai boschi, mica ha person il controllo! E, se ci riflette bene, per accostare mentre si guida con condizioni simili, magari al termine di una giornata pesante in cui si è stanchi, serve una bella dose di controllo per non finire fuori strada!
La ricostruzione che fa dopo, quando ci dice che era uscita da casa del suo utente con un pò di affanno, mi induce a formulare un paio di ipotesi:
- quando una persona sperimenta uno o più attacchi di panico (che sono un'esperienza molto spaventosa), la sua attenzione potrebbe diventare, per così dire, più "sensibile" a tutti quei segnali e quelle situazioni in cui teme di poter avere un attacco di panico.
E così evitiamo gli ascensori, come fa CRistina, o magari monitoriamo il nostro corpo, alla ricerca di indizi che possano avvertirci "per tempo" che sta giungendo un attacco di panico.
A lei capita? Le accade di mantenere "alta" la vigilanza, magari notando di più sensazioni, formicolii, tensioni, alterazioni del battito cardiaco, fitte, sensi di oppressione o simili?
Se sì, allora, potrebbe essersi strutturato quello che in Terapia Cognitivo-Comportamentale chiamiamo "circolo vizioso", in cui i nostri tentativi di evitare l'ansia ci tengono permanentemente in tensione, e così facendo tendiamo ad interpretare erroneamente ogni piccolo segnale che normalmente ignoreremmo, ma che, dopo l'esperienza del panico, tendiamo ad attribuire ad un imminente "attacco".
Il problema di questa condizione è che... genera ansia! E più ansia sentiamo, più sensazioni proviamo, più ci preoccupiamo...
Ci ripensi un attimo: quella sera, avendo notato il suo affanno, si era preoccupata che potesse essere un indizio del "panico ormai in circolo"?
@CRistina: la condizione che descrive potrebbe far ipotizzare ad una variante più "claustrofobica" dell'ansia, magari legata all'idea che in certe situazioni (macchinari di diagnosi particolarmente angusti, ascensori bloccati etc.) ricevere aiuto sarebbe più difficile o addirittura impossibile, e quindi sarebbero da evitare. E' questa la sua esperienza?
Riguardo la terapia farmacologica, in alcune situazioni che ho seguito è stata risolutiva, nel senso che ho preferito inviare ad uno psichiatra per un piano farmacologico piuttosto che per una psicoterapia. In altri casi, invece, soprattutto in seguito ad un uso improprio dei farmaci, uno degli obiettivi della psicoterapia era proprio quello di apprendere abilità psicologiche di gestione dell'ansia, per poi abbandonare terapie farmacologiche che erano andate avanti per 20 anni (!) senza risoluzione sintomatologica. Poi ho scoperto che il paziente non aveva mai più contattato lo psichiatra per lo scalaggio del farmaco, continuando ad assumerlo autonomamente per tutto quel tempo...
In altre situazioni, infine, farmacoterapia e psicoterapia si possono integrare benissimo, e potenziare l'una gli effetti dell'altra.
Un caro abbraccio a tutti/e!
@Dr. Cali, la sua risposta mi tranquillizza ... "ho fatto la prova di misurare la frequenza cardiaca durante un attacco di panico e dopo aver fatto qualche rampa di scale..." e potrebbe aiutarmi a risolvere il problema, magari facendo dei tentativi, visto che non rischio ... niente! Il fatto è che durante l'attacco di panico, sembra che il cuore vada all'impazzata, ma è la nostra percezione che è esagerata!
Per quanto riguarda il "circolo vizioso", anni fa a me capitò proprio questo, ma non conoscendo il meccanismo, capii più tardi che ero stata in preda ad attacchi di panico (proprio da pronto soccorso, come Nadine)! Ero uscita da un periodo di fortissimo stress psicologico e fisico, e questa fu la conseguenza.
Dopo qualche anno, mi si presentò all'improvviso questa "claustrofobia", che mi fa evitare i luoghi chiusi o macchinari di diagnosi particolarmente angusti, tanto da non riuscire più a fare una risonanza, né ad entrare in banca passando dal metal detector... Probabilmente lei ha ragione ..." in certe situazioni ricevere aiuto sarebbe più difficile o addirittura impossibile" ... potrebbe essere la motivazione, infatti già avvisando chi mi deve fare l'esame, mi aiuta a gestire meglio la situazione. Noto poi che ci sono periodi migliori, che con qualche manovra di distrazione (tipo preghiere dette sotto il macchinario della radioterapia, tenere gli occhi chiusi pensando ad altro) riesco a tenere a bada questi attacchi, in altri momenti mi infastidisce fare anche una galleria.
Praticamente, se l'ansia non è una malattia, è come una valvola di sfogo, che si attiva quando siamo troppo sotto pressione psicologica? Mi piacerebbe conoscere qualche abilità psicologica di gestione dell'ansia, che nel mio caso penso potrebbe bastare a contenere il problema, almeno per fare quella risonanza che da mesi mi ha prescritto il mio medico!
Grazie Dr. Cali per la sua disponibilità e per i suoi consigli sempre molto professionali.
@A tutte/i buon fine settimana, (Antonia, ... buona lettura!!!) CRistina
Caro Dott Calì cara Nadine e Cristina anche io come già detto in altri post soffro da anni nonostante ne abbia poco più di trenta di ansia e panico associato al disturbo ossessivo. In pratica la mia mente si fissa su una parola o una immagine terrificante per me e vi assicuro che è come entrare realmente in un tunnel dove quel pensiero si impossessa di tutto lo spazio e mi fa soffocare da qui esplode il panico con i sintomi di vero e proprio soffocamento e terrore. Io uso i farmaci di cui si è parlato e mi trovo in una situazione positiva. Non solo ma a suo tempo il Dott Catania ci aveva visto giusto: dopo esperienza della malattia scatta un qualcosa per cui alcuni meccanismimeccanismi e situazioni si elaborano e i miei attacchi sono diminuiti non in intensità ma praticamente della metà in frequenza baci elisa
Ciao Ragazze e Ragazzi ma quanto scrivete lo dico anch'io. E' bellissimo l'interesse che si scatena per ogni argomento e anche interessante poter interagire e dare la nostra personale opinione, Ognuna di noi ha fatto esperienza di ansia, panico o solo suggestione e anche ora cado nella mia opinione elementare che ognuno di noi reagisce in modo diverso pur nell'eguale evento o motivo.scatenante.
Vi ho raccontato diversi post fa lil mio stato ansioso per il quale ho dovuto ricorrere all'aiuto di uno psichiatra ( su consigli vari) perchè stavo malissimo e non capivo il perchè, Non mi era mai successo eppure io la forte Lori quando arrivava la sera mii sentivo persa, senza la forza di preparare uno straccio di cena, mi veniva da piangere e più venivo confortata peggio era, soprattutto perchè mi prendeva nausea di tutto. Stranissimo proprio verso sera e inspiegabile il motivo. Ho DOVUTO ricorrere ad un aiuto, ho preso delle gocce prescritte dallo psichiatra e tempo due mesi sono stata meglio. La causa accertata (o forse no dico io) è il periodo così lungo di cure debilitanti con l'incertezza dei risultati. Quello che volevo dire è che alle volte da sola non ce la fai pur avendo coscienza e buon carattere e allora perchè non farsi aiutare parlando con qualcuno psichiatra o psicologo o semplicemente una persona che ti ascolta e ti lascia parlare. Posso dirvi che una volta ripreso il mio equilibrio e la serenità di certe situazioni sono stata bene e anche ora pur con il proseguo delle cure. Farmaco, forza di volontà.......non lo so, so però cosa fare se mi succederà ancora. Elisa conosco quel tunnel soffocante e preoccupante ma ora in fondo vedo la luce e il nostro bus che corre verso di essa e continuo a dare un senso a questa mia seconda vita e a tenere ben stretto quel filo di speranza di cui parliamo spesso.
Grazie dott. Calì e Dott. Bellizzi delle spiegazioni importanti che chiariscono le idee.
Buona domenica e un abbraccio a tutti
Lori