Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

Ciao.
Chiedo a tutte fili colorati x mia suocera , non bene...

Chiedo a tutte fili colorati x mia suocera , non bene...

io ci sono ❤ per un abbraccio a Manuele e Lost❤

Ho provato a stare 40 secondi senza respirare...
Mica è facile...

Lost e mamma caro, siamo con voi!

Tu sei bravissimo. Sei sempre calmo e per tua mamma è importante anche solo esserci

Lostnon ti abbattere, vedrai che la mamma piano piano si riprenderà,le mamme sono piene di risorse 🤗❤️

Manuele, Lost siete ragazzi d'oro,

Manuele, Lost siete forti ragazzi

non ti abbattere, se ne verrà a capo

Mi chiamo Ornella, ho 68 anni, residente a Milano e sono stata invitata dal dr. Catania ("può scrivere la sua storia oncologica ? Mi bastano 10 righe !") dal quale ho accompagnato mia nipote per un problema al seno per fortuna di natura benigna. Non lo incontravo da più di 10 anni.
Nel 1985, all'età di 33 anni, con una bambina di 2 anni,fui indirizzata al dr. Catania per l'intervento dal Prof. Sergio Di Pietro Primario presso l’Istituto Tumori di Milano.
Mastectomia con svuotamento del cavo ascellare. Recettori ormonali negativi. Allora non si parlava di Her 2 e neanche del Triplo Negativo e il fattore prognostico principale che veniva considerato era lo stato dei linfonodi ascellari che erano risultati negativi (N- 39/39). Nessuna terapia adiuvante. Il mio tumore era in realtà un Triplo Negativo perché nel 2001 fui sottoposta ad una quadrantectomia all'altra mammella dal dr. Catania + radioterapia. Triplo Negativo e Linfonodo sentinella negativo . In tale circostanza una revisione dei preparati del primo tumore aveva mostrato che si trattasse di un Triplo negativo che forse avrebbe meritato un trattamento adiuvante e invece non mi avevano fatta fare alcuna terapia. Per il secondo tumore naturalmente con le nuove conoscenze ho fatto chemioterapie e indossato la parrucca.
Solo allora cominciai a rendermi consapevole di quale "mostro" avevo fatto conoscenza ed ospitato anche nel 1985 : un Triplo Negativo cioè il tumore più aggressivo di tutti.
Ma nel frattempo, grazie anche all'aiuto determinante del dr. Catania, ho imparato gradualmente che di "cancro si può morire, ma magari NO !"
Non è stato facile accettare questa doppia mazzata, ma piano piano ho imparato a vedere la malattia come uno dei tanti problemi risolti della mia vita.
D'altro canto ero impegnatissima a crescere prima i figli e poi i nipotini. Troppo impegnata per occuparmi o preoccuparmi troppo del cancro. Ci pensavo un pò prima dei controlli, ma mentre i primi tempi l'ansia la faceva da padrona con il tempo ho ripreso io tutte le redini del gioco.

Lost83
Manuele

Siete veramente fantastici e super top!