Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Bella immagine Nadine mi sarebbe piaciuto nel reale chiaccherare con te sotto l'ombrellone come in un salotto magari a sorseggiare una bibita fresca.......è bello sognare! ....Not, Like a beautiful flower do not tear!
Donatella qualche tempo fa ti avevo preso ad esempio ai tempi delle stampelle, ora mi stai superando con un coraggio favoloso ma io insisto. Ma chi ti ferma a te, splendida signora rossa tutta presa ad organizzare incontri fra amiche, come vorrei essere con voi, aspetto che mi raccontiate tutto e nel frattempo vi abbraccio tutte e vi auguro di divertirvi e di bere alla salute delle RFS.
Buona domenica LORI
evviva la giornata siciliana delle RFS !!
vi mando un grosso abbraccio!
laura
p.s. dottor Catania, ho scritto al marito della ragazza 31enne.
Mi raccomando "tagliuzzi" per bene fino alle meritate vacanze!!
evviva il post 4000 !!!
Laura
cara Rosella,
ho letto il tuo intervento sulla paura di qualche giorno fa.
i tuoi ricordi sono corretti...a metà! Ma d'altronde come si fa a star dietro a tutta la storia di questi tre anni? (che a volte pesano come fossero 20...)
riporto il tuo pensiero: "
A tal proposito ricordo un intervento -se non erro!!!- di Laura1 la quale raccontava di come si sentiva sicura al pensiero di affrontare nuovamente un percorso di sofferenza...diceva che, ed è ciò che penso anch'io, ormai conosceva il da farsi e pertanto sarebbe stata pronta a sconfiggere l'indesiderato in maniera adeguata.
Poi, invece, accadde diversamente e nel momento in cui le venne chiesta una ulteriore prova da parte del maledetto, lei vi si pose peggio della maniera precedente..."
In realtà la prova più dura per me è stato accettare che anche mia sorella si fosse ammalata dopo un anno e mezzo dal mio tumore. Ho avuto molta più paura per Lei che per me dopo la mia recidiva.
In quel momento ho compreso che forse è ancora più difficile accettare la malattia di chi amiamo piuttosto che la nostra.
La recidiva ha acquistato nei miei ricordi il ruolo della "scocciatura". Ho la fortuna maledetta di poterlo dire e scriverle perchè si trattava di un tumore in situ e dopo l'intervento non dovuto rifare la chemio. Questo mi ha permesso di uscire subito dalla "bolla" e riprendere in mano la mia vita, aggiustamenti estetici a parte. Stessa cosa per la mastectomia preventiva del maggio scorso.
Dopo questi episodi sono si maggiormente consapevole dell'imprevedibilità della malattia ma riesco a mantenere il giusto distacco e ad angosciarmi solo il giorno dei controlli.
Si è creata una spaccatura sulla mia strada...all'inizio continuavo a caderci dentro...poi poco per volta ho imparato ad aggirarla e ad andare avanti lo stesso.
A parte i primi tempi dopo la diagnosi,in cui passivamente mi sentivo sballotata di qua e di là dai medici, poi ho sempre pensato di poter essere "attiva" nei riguardi della mia malattia, di aver voce in capitolo. Curare il mio corpo e la mia testa nel miglior modo possibile lo considero un componente della cura. Io mi ascolto di più e mi concedo di più, anche quel bicchierino o quel dolce che forse non fa bene al colesterolo ma che mi fa sorridere e godere del momento. (..e mi ha fatto pure venire la famosa pancetta...)
Kahlil Gibran dice:
"Se accetto il sole, il caldo, l'arcobaleno, devo accettare anche il tuono, il fulmine e la tempesta. "
La settimana scorsa a Milano è apparso un meraviglioso arcobaleno io per ora mi prendo quello e lo dedico di cuore a tutti voi.
laura1
Ciao a tutte!
in questo periodo leggo più raramente e vedo che si parla di paura...la paura che a volte fa da padrona...la paura per noi stessi che è differente da quella che proviamo verso i nostri cari: è come quando faccio un lungo viaggio in macchina, io sono lì presente, guido. Se il viaggio lo deve fare mia sorella ad esempio, magari penso che le strade che farà sono pericolose, e...non dico che sto in ansia, ma aspetto di sentirla quando sarà arrivata. A tal proposito, tornando ai nostri "problemi" proprio oggi il radioterapista ha detto a mamma che le hanno tolto "solo 7 linfonodi, sono un pò pochi!", ed ecco che la paura si è insinuata di nuovo in lei...è bastata una frase, "sono pochi? che vuol dire? che hanno lasciato dentro qualcosa di insidioso?", questi ora i suoi pensieri. Una frase, un modo forse un pò sbadato di comunicare ed eccola tornare. A questo punto mi viene da pensare che la paura è dentro di noi, ed è un sentimento sano, quindi va gestito, non eliminato.
anche se non reggo tanto il caldo (i miei colori sono super nordici!!!) dedico a tutte voi il sole che oggi splende alto e forte...siete forti come lui oggi, vi ringrazio per questo...
Lisa
Lisa, cara...
perché non provi a leggere il lato della medaglia che ti procura meno tensioni, anziché interpretare alcuni avvenimenti unicamente dal lato oscuro?
..."solo 7 sinfonodi" non significa necessariamente che SONO POCHI in quanto ce ne saranno SICURAMENTE altri interessati e quindi il Chirurgo ne doveva togliere di più...
Forse invece significa che SONO POCHI, PUNTO E BASTA ( e per fortuna, aggiungo io!!!) e che quindi il Granchio non si è interessato degli altri!
In ogni caso, secondo te, sarà meglio informato il Chirurgo che ha eseguito l'intervento sulla Mamma, che ha visto con i propri occhi, che ha letto gli esami di biopsia... o il Medico Radioterapista che ha una visione post-operatoria, dall'esterno e senza approfondimenti in "loco"?
L'azione di quest'ultimo sta nel determnare la quantità e la qualità di sedute da fare e nell'occuparsi che la centratura sia eseguita al millimetro e rispettata in fase successiva...non certo nel decidere il da farsi in relazione all'escissione o meno dei linfonodi...altrimenti sarebbe un Chirurgo e non un Radioterapista...
Pensaci... e condividi questo pensiero con Mamma!
Di certo, comunque, rimane che la poca sensibilità e la carenza di professionalità regna sovrana in ogni dove... la mia storia lo conferma, così come lo ribadiscono le storie che continuo a leggere ...
Buona giornata estiva, a te! Attenta a non bruciare la delicata pelle che hai!
Un abbraccio ed un sorriso!
Rosella
Laura1
vedi... qualcosa avevo "pasticciato" nei miei cassetti della memoria...
Grazie per aver chiarito a me e a Tutte-Tutti!
Condivido il tuo pensiero... la preoccupazione per la serenità di chi amiamo supera sovente la nostra Paura... anche se, al tempo stesso, vorremmo essere comprese nel nostro percorso con la delicatezza e la forza di cui necessitiamo... ma si sa, nessuno è perfetto e a volte non ci resta che barcollare fra una convinzione ed un desiderio, nella speranza che tutto, alla fine, coincida e generi il benessere di tutti!
ADELANTE, SIEMPRE!
Cin cin... Laura, libiamo i nostri calici... quando ci vuole, ci vuole!
Rosella
cara rosella,
grazie delle tue parole. forse non mi sono spiegata bene: io non ho visto il lato negativo, anzi!!! ho detto a mamma che 5/7 linfonodi interessati vanno benissimo!!!! mi stavo riferendo al fatto che una frase detta un pò maluccio (dire a mamma che sono "un pò pochi") le ha fatto rivenire la paura, laddove magari sarebbe bastato un altro tono o parole diverse per lasciarla sopita.
Lisa
Lisa...sono assolutamente d'accordo con te sulla modalità discutibile di quel Dottore...
Il mio intervento voleva esprimere il lato positivo di quella frase, che sicuramente non è stata felice, se pronunciata in tal senso!
Se la Mamma ha, come dici, tratto delle tensioni da quelle parole, dovresti condividerne con lei l'interpretazione positiva che tu stessa hai elaborato... sono certa che in tal modo riuscirà anch'essa a leggere il lato ottimistico della medaglia... ma sicuramente lo hai già fatto!
Io ricordo molto bene che in moltissimi passaggi della mia malattia è stato -ed è tutt'ora- fondamentale riuscire ad incontrare persone ( leggi Ragazzefuoridiseno e Dottori....oltre a chi mi ama e mi sta accanto...) che hanno saputo insegnarmi a guardare da una prospettiva differente da quella dettata dalla Paura... e devo a Loro se sono riuscita a superare degnamente i momenti peggiori!
Rinnovo il mio abbraccio a te e a Mamma!
grazie Rosella!!! abbracci presi e recapitati!
infatti secondo me la paura c'è, ma si tiene a bada e addirittura a volte non si sente proprio (dipende appunto anche dalla prospettiva). questo caro dottore (non ce l'ho con la categoria, i miei sono entrambi medici) le ha parlato anche di "sopravvivenza", insomma ho provveduto subito a tradurre in termini più "carini" quello che intendeva dire!
i linfonodi presi sono 5, il chirurgo saprà il fatto suo (ha operato delle scelte con cognizione di causa), il braccio sta benissimo e dicono che recupererà bene, forse forse non ci sarà neanche bisogno di aggiustare l'altro seno...insomma io di lati positivi ne vedo e non manco di mostrarli a lei!!!!! ora, festina lente, ci saranno le 16 sedute di radio...ma prima c'è la vacanza al mare, inoltre le hanno anche detto che tra 10 giorni potrà fare il bagno!!!!
Antoniaaaaaaaaaaa...... dove sei finita? qui si sente la tua mancanza e poi mi viene da pensare che stai lavorando troppo e allora......ciao carissima, lasciami fare la Lori chioccia che ti raccomanda di non stancarti e pensare un po' anche a noi.
Ciaooooooooooooo
LORI
Lori, carissime/i ciao! siete tutte/tutti nei miei pensieri sempre!
..... spero che l'incontro conviviale nella splendida Sicilia sia avvenuto e abbia reso ancor più RFS Donatella, Antonella e Francesca!
Condivido con Laura il pensiero che sia più difficile accettare la malattia di chi amiamo piuttosto che la nostra, soprattutto se hanno dalla loro delle particolari fragilità.
E quello di Nadine che, alla fine, ognuno ha la sua marcia in più! Evviva per il tuo fine chemioterapia .... laureata a pieni voti RFS e ..... buona vacanza!
Cara Rosella lasciami dire .... un cancro alla volta ... dopo il terzo, ero ossessionata dal quarto, ma grazie a Voi tutte/i dell'eventuale quarto me ne sto occupando senza preoccuparmene.
Un abbraccio a tutte e a tutti, anche, anzi specialmente, alle RFS silenziose, e a chi è alle prese direttamente o indirettamente con il granchio e segue il blog senza intervenire.
Antonia
E riecco il Dott. Bellizzi che riciccia dopo un pò di assenza...
Ed ecco il Dott. Bellizzi che parla in terza persona... un pò perchè non è proprio il Dott. Bellizzi, ma proprio Fernando Bellizzi a scrivere. E mi ritrovo con un conflitto sul come comunicare un evento importante, nella mia vita, più privata che professionale. Però sento che comunque è qualcosa d'importante da comunicare. Un pò è anche la giustificazione della latitanza di questi mesi (e qui è il dott. Bellizzi che scrive).
Ed è anche una riflessione sulla vita, sulla morte, sulla paura di morire e su come spesso questi 3 elementi si mischiano e generano quella alchimia mentale che è il mondo interiore. Ti accorgi anche quanto il confine tra il mondo virtuale del sapere s'incontra con il mondo reale, e ti stupisci, sia in positivo che in negativo delle tue capacità e delle tue debolezze.
Delle volte l'organismo sviluppa un ammasso di cellule che prende vita autonoma e risucchia energie e forze all'organismo ospite. E cresce. Delle volte questo "alieno" è anche atteso. E ti metti a sorridere quando ti trovi un medico che ha fatto le tue stesse considerazioni e vede quel piccolo coso come un parassita. Un parassita che però è una gioia. Anzi due parassiti (nel senso che per sopravvivere si riforniscono dall'organismo ospite, e lo stravolgono e lo portano in sofferenza, pur di sopravvivere essi stessi). Eppure sei lì, a fare il tifo per quei parassiti e non vedi l'ora che arrivino. Però sei anche preoccupato per l'organismo ospite. Lo vedi soffrire e non puoi fare molto, o meglio, non puoi fare tutto. E ti affidi alla sorte e speri vada tutto bene. E ti affidi anche ai medici, agli infermieri, al personale ausiliario. E tiri un sospiro di sollievo quando ti accorgi che in fondo, anche se non è un mondo perfetto è un mondo che funziona.
Però bazzichi l'ambiente ospedaliero da un pò e vedi tante cose. E poi ci sono i pazienti che ti portano la loro cose (e se vengono da te e perchè ti portano esperienze forti, che mettono alla prova; ti portano non lo sci di fondo, ma la pista nera con condizioni meteo avverse. Da una parte il dolore e la sofferenza, ma soprattutto la forza ed il coraggio ed il fatto di esserci ancora, malgrado le avversità).
Da una parte la paura e dall'altra il coraggio.
E ti accompagnano le RFS con le loro parole ed il loro esempio. Parole che puoi rileggere. Come fotografie da cercare per aiutare la memoria e stimolare positivamente la mente.
E non sai se è il caso di scriverlo o meno. Cerchi le parole per non offendere o per non ferire qualcuno, per condividere e per rispettare il vissuto dell'altro. Un pò ti senti in colpa. Forse anche per quella situazione particolare che si crea in un reparto di ginecologia e di neonatologia, dove la gioia e il dolore spesso convivono in nella stessa stanza e dove un letto è pieno di lacrime di gioia e l'altro di lacrime di dolore.
E ringrazi (Dio, la vita, la sorte...) perchè le tue lacrime sono di gioia. Ma sei anche sensibile alle lacrime di dolore di chi ti sta davanti. Ed il conflitto. Nonchè la vita fatta di situazioni paradossali e conflittuali. Non solo tra le vite di persone, individui, sia significativi che casualmente importanti (vite che s'incontrano e condividono qualcosa per un breve periodo di tempo e vite che ti accompagnano sempre ). Ma anche all'interno della tua stessa vita: e sempre quelle lacrime, contradittorie che a volte sono di dolore ed a volte di gioia.
E ti senti un pò come lo scalatore in quel percorso difficile verso la vetta, camminando nel costone della montagna da una parte protetto dalla parete rocciosa e dall'altra con un occhio nel baratro, nella valle a centinaia di metri.
Ed il 30.07.2014 ti cambia la vita in meglio e tiri un sospiro di sollievo, anche la strada è ancora in salita e le incognite ancora molte.
[imgs=https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10203703459180656&l=1734f62d33]Marco e Paolo 30.07.2014[/imgs]
E poi il 04.08.2014 riesci a prenderli in braccio per la prima volta!
Beh, Fernando, certo che era il caso di scriverlo!!!!
Che bellezza poter piangere di gioia.
Wow! Mica ti accontenti di poco tu...hai fatto proprio le cose in grande...
Tantissime congratulazioni, prima alla mamma e poi a te.
Un bacetto a Marco e due a Paolo, mio quasi-omonimo.
A Fernando, Marco, Paolo ed alla Tenace Mamma gli auguri di una strada che, per quanto in salita, conduca a splendidi panorami!