Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Monica:
Lei ha ragione un grande esempio di coraggio io c e l ho in famiglia ma allo stesso tempo e' proprio mia madre che mi riporta sempre a episodi che mi mandano in tilt.....Lei si accorse del primo tumore schiacciandosi il capezzolo e vide del sangue...Probabilmente e' per questo che mi comporto cosi Poi anche con ultimo tumore che nessuno si e' accorto di un nodulo di 2.5 mi aggiunge altre paure....

Ma si dimentica di aggiungere la cosa piu' importante che questo accadeva quando sua mamma aveva 44 anni e adesso ne ha 74 anni !
salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Denis :
Buongiorno Dottore, in ulteriore risposta a quanto da Lei richiesto : ieri è stato rimosso l'ago dal braccio dove mia moglie aveva subito lo svuotamento, 1 solo dei vetrini è risultato positivo con agente identificato e stanno procedendo con la terapia antibiotica direttamente dal Picc (bene direi ?) se tutto va bene e Dio ci aiuta mercoledi 27/09 la dimettono, ho già avvisato di questo l'oncologa che la segue in modo tale da poter ricominciare con il programma di chemio, grazie per l'interesse Denis ...alla fine anche queste sono buone notizie

Mi sembra quindi che siamo passati alle buone notizie !
salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Bunny:
Buongiorno a tutti...Un grande esempio di coraggio quello di Onde. Certe volte presa dalle paure mi rendo conto di guardare la vita come "dal buco di una serratura' quando dovrei avere il coraggio di aprire quella porta e tuffarmi nell'avventura della vita...

Ha centrato la metafora giusta, ma non accade solo a Lei trattandosi di una realta' ricorrente. Una realta' che sembra accadere non a noi , ma ad una altra persona che possiamo vedere attraverso la serratura. La soluzione non e' a portata di mano ...perche' ci manca la CHIAVE, a causa dell'impotenza appresa ed altro.
Pochi, come Onde hanno la chiave per aprire immediatamente quella porta.
Ecco a cosa serve il blog : cercare e trovare la chiave attraverso la condivisione con chi geneticamente ce l'ha gia' in tasca al momento dello shock.

- Modificato da salvocatania
Dada 62 Fiduciaria
Dada 62 Fiduciaria
Dott.Catania
A proposito di impotenza appresa...io ho vissuto sulla mia pelle la sconfitta...ed ora credere di potercela fare a volte ...viene meno...ma non perdo la speranza!
Grazie di tutto quello che fa per noi!
salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Bunny:
Buongiorno a tutti...Un grande esempio di coraggio quello di Onde. Certe volte presa dalle paure mi rendo conto di guardare la vita come "dal buco di una serratura' quando dovrei avere il coraggio di aprire quella porta e tuffarmi nell'avventura della vita...

Bunny, la chiave se non si nasconde la testa sotto la sabbia prima o poi, si fidi , la troveremo rieducandosi a guardare in faccia la paura e non scappando da questa.

Ci sono altre metafore ricorrenti su come viene visto il tumore , anche da chi non ce l'ha. Esempio Monica , che non l'ha avuto, ha reagito peggio della sua mamma che l'ha avuto. E non riesce a trovare la chiave.

Altra metafora ricorrente e' quella di un MURO che si para davanti a noi alla scoperta della malattia. Lo descriveva bene Roberto che ha frequentato per un anno il blog.

Ecco cosa scriveva Roberto
"Fino ad un anno fa per me la parola "tumore" era l'analogo di ciò che i fisici chiamano "orizzonte degli eventi": un muro invisibile che racchiude un buco nero e divide lo spazio in due regioni distinte e non comunicanti. Chi lo oltrepassa non si accorge di nulla ma da quel momento non può più comunicare con chi è dall'altra parte. Ecco: quando mi dicevano che qualcuno s'era ammalato semplicemente lo ponevo al di là del muro. Se lo incontravo c'era sempre qualcosa fra noi di non detto, di non esplicitato, un muro invisibile appunto, che me lo rendeva estraneo. Era come quel gioco che si fa da bambini, in cui chiudendo gli occhi si immagina che ciò che non si vede cessa di esistere: io chiudevo gli occhi sul dolore. Tanto - mi dicevo - che posso fare? Non sono dio e non ho la bacchetta magica...Poi un anno fa il gioco si è rotto.Avevo di fronte una ragazza che mi raccontava ciò che le stava accadendo e tutto ciò che riuscivo a pensare era che non volevo sparisse anche lei al di là del muro. E se anche non sapevo cosa dire, come comportarmi, come "gestirla", ero assolutamente certo che, malattia o non malattia, un modo per non lasciarla andare ci dovesse essere. Improvvisamente "esserci" - pur senza bacchetta magica e senza essere dio - mi sembrava dannatamente importante. E' stato allora che vi ho incontrate. Ancora non lo sapevo ma eravate esattamente ciò che stavo cercando, "l'esempio più bello di come si vive affrontando sofferenze". E per quanto stupido possa apparirvi scoprire che la "malattia si vive" è stata un grande scoperta! Continuo ancora a pensare al dolore e alla malattia come ad uno "scandalo" di cui non trovo ragione, ma ora so che l'"orizzonte degli eventi" è solo nella mia testa, una sorta di "censura cosmica" operata dalla mia paura di soffrire. Là fuori non c'è nessun muro.


GUARDARE IL CANCRO OLTRE IL MURO

[/b]

Bellissima senz'altro questa di Roberto anche perche' spiegava molto bene cosa voglia dire 'guardare il cancro oltre il muro , essendo un muro per tutti noi .
Ci ho dedicato un intero capitolo in un mio volume.
Roberto era stato costretto a guardare oltre il muro la sua cara amica Dafne (poco importa se non ha mai spiegato cosa fosse per lui) .

Per questa ragione invito tutti a stampare i propri commenti perche' la fase , che uno abbia avuto il cancro oppure no, al di qua del muro e' sempre lunghissima




e alcune pazienti purtroppo restano al qua del muro per tutta la vita.
Soprattutto quelle che fanno finta che nulla sia accaduto.

Poi c'e' una fase, quella della SperANSIA, ma lavorando su se' stesse arriva inevitabilmente il momento in cui si squarcia il muro grazie alla Speranza


Roberto quando aveva smesso di scrivere ha avuto diversi scambi con me via mail ed io gli avevo chiesto di restare nel blog incontrando il suo silenzio illuminante :
Roberto dietro quel muro aveva perso la sua Dafne, cosi' l'aveva chiamata, la ninfa inseguita da Apollo per la sua bellezza, che supplicava i genitori di salvarla.
Roberto non era riuscito a salvare la sua ninfa.


Forse per questo Roberto non e' riuscito mai a squarciare il muro della speranza
ma e' rimasto nei nostri cuori come figura importante per il blog.



Aggiungo un altro commento di Roberto in replica al sottoscritto

"Dott. Catania
Oggi più che un muro vedo una cipolla.
Come lei ha fatto correttamente notare io non sono un caregiver: "abbattere il muro" per me è stato scegliere (ma non è la parola giusta trattandosi di una scelta che sentivo obbligata) di non girarmi un'altra volta dall'altra parte.
Per inciso: mi sono chiesto spesso cosa mi abbia coinvolto in questa vicenda più che in altre simili, alcune delle quali si stavano pure verificando in quello stesso periodo. Le ragioni sono molteplici, non ultima delle quali il modo in cui ho appreso la notizia: direttamente dall'interessata. Negli altri casi l'ho sempre saputo per vie traverse. E' difficile girare la testa da un'altra parte quando hai di fronte due occhi che ti inchiodano. Il fatto poi che mi avesse cercato per dirmelo di persona mi sembrava un'enorme dimostrazione di fiducia, perché un sorriso lo puoi condividere con chiunque ma le lacrime, quelle puoi condividerle soltanto con qualcuno di cui ti fidi davvero. Non ero, non sono, affatto sicuro di meritare una simile apertura di credito: in ogni caso me ne sono sentito responsabile.
Superato quel muro, però, restava il fatto che «non sapevo cosa dire, come comportarmi, come "gestirla"». E, fra alti e bassi, così è stato fino ad oggi. Ci ho provato, ci provo, ma non è sempre facile trovare la giusta misura fra l'essere presente e il non essere invadente, fra l'essere discreto e il non sparire. Non essere un caregiver implica che non si può pretendere di essere vicini per "diritto" (ammesso e non concesso che un tale diritto esista) ma solo se e nella misura in cui ti è richiesto. E non mi è facile gestire i periodi di silenzio cercando di immaginarne le ragioni e sforzandomi di non fare troppe domande per non aggiungere alla sua anche il carico della mia ansia. Che però c'è. E pesa.
Ecco perché invece del muro oggi c'è una cipolla: fatta di ostacoli, che si susseguono uno dopo l'altro e rispetto ai quali spesso non mi sento all'altezza.
Poi ci sono due ulteriori considerazioni da tenere sempre presenti.
La prima è che i muri, tanto più quelli mentali, non si abbattono mai in via definitiva: ritirarli su è un attimo. "E' stato un periodo difficile, meglio lasciarla tranquilla e non disturbarla" può essere una sacrosanta attenzione ma può anche trasformarsi in un'ottima scusa alla vigliaccheria.
La seconda è che per costruire un muro fra due persone ne basta una sola, ma sono sempre necessarie entrambe per abbatterlo...
Infine, Dott. Catania, non mi resta che ringraziarla: con la sua domanda mi ha appena fatto realizzare che ho ancora bisogno di un buon piccone.
E anche di un pelacipolle.
Roberto
#7,001 Scritto: 3 Ott 2016 01:08][/i]

Vava
Vava
Dada 62
dottor Catania
Capisco bene dada! Per me l'esperienza materna è l'impotenza appresa (non credere fino in fondo che si può battere il cancro).
Grazie di questa nuova chiave di lettura...io non sono il mio istologico, sono la mia impotenza appresa.
Ora non resta che trovare la chiave per scardinare il tutto. E il blog aiuta!
Dada 62 Fiduciaria
Dada 62 Fiduciaria
VAVA
Te lo auguro
E poi quella chiave apre tantissime altre porte...un bacione cara
Eli Firenze Fiduciaria
Eli Firenze Fiduciaria
Dada 62
Io mi sento come te a volte ma cerco di pensare sempre positivo
Anche questa passerà
Dada 62 Fiduciaria
Dada 62 Fiduciaria
Eli Firenze
Io penso sia naturale...la seconda volta è più difficile...ma in questo forum ho letto di donne che ce l'hanno fatta anche 3 volte...dai...non molliamo mai la speranza e teniamoci per mano
salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

Qui noi preferiamo usare altre metafore piu' lievi rispetto a quelle del muro e della serratura della porta che scoraggerebbero anche le piu' temprate alle intemperie della vita.



1) Fermati-Rifletti-Alzati

2) Non avere fretta : un passo alla volta !

...AFFRETTARSI LENTAMENTE

3) Cominciare ad uscire dal guscio (piu' facile che trovare la chiave o squarciare il muro)



a) allenando la Resilienza

b) superando l'impotenza appresa

c) superando l'avversione appresa per le terapie



Eli Firenze Fiduciaria
Eli Firenze Fiduciaria
Dada 62
Io conosco una ragazza di 40 anni che ha avuto tre tumori tra cui 2 tripli negativi ma adesso sta alla grande
Un abbraccio
salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Vava:
Capisco bene dada! Per me l'esperienza materna è l'impotenza appresa (non credere fino in fondo che si può battere il cancro).Grazie di questa nuova chiave di lettura...io non sono il mio istologico, sono la mia impotenza appresa.Ora non resta che trovare la chiave per scardinare il tutto. E il blog aiuta!

Vava:
io non sono il mio istologico, sono la mia impotenza appresa[/b].

Eccellente interpretazione ! Sta tutto li' !

Onde e' partita dal primo giorno con un alto livello di autostima , tipico delle marmotte

(vedi indice)

Il livello di autostima se basso puo' essere incrementato lavorando sulla impotenza appresa

Il tema psicologico su stress e' cancro e' controverso, ma gli studi piu' convincenti non hanno dubbi sul fatto che il modo di reagire (COPING) possa influenzare significativamente la sopravvivenza


Le terapie sono indispensabili. Ma perche' con lo stesso istologico e le stesse terapie alcune sopravvivono e altre no ?

Ecco perche' oltre alle terapie occorre puntare su altro ....(scopo del blog)


Stampate dal primo commento all'ultimo la vostra storia per misurare come ha fatto Didi il vostro nel tempo

P.S.
Vi ricordo come fare, grazie a questo capolavoro (lo dico da impotente appreso) di
Eliana


Tenere l'audio acceso !
https://drive.google.com/file/d/1hBBdQVFaz3nknZxzXJ0stFi-fdcvY_JV/view?usp=sharing

Monica...perche' non ci prova anche Lei e porta la stampa anche al suo psicologo ??
Piuttosto che fare ogni giorno il test del DNA sulle macchie che trova sui vestiti ?


- Modificato da salvocatania
Bunny
Bunny
salvocatania
Ha ragione dottore ci vuole pazienza, dall'inizio di questa storia ho cercato di fare la forte e dare coraggio a tutti, quando ad averne bisogno ero io.Ma ora forse sono un po' stanca o sto avendo un calo fisiologico.
Vava
Vava
dr Catania
Io ho un'elevatissima autostima, davvero!!!
È della scienza medica che non mi fido...ma mi tocca fidarmi perché delle alternative mi fido ancora meno
Bunny
Bunny
salvocatania
Dimenticavo di chiederle un parere: oggi ho notato che sul seno della mastectomia profilattica a 3 cm circa dalla cicatrice è spuntata una piccolissima bollicina rossa tipo brufoletto, io l'ho attribuito all'olio che metto x idratare o alla tendenza grassa che ha la mia pelle soprattutto ora. Lei che dice devo anticipare il controllo del 2 ottobre con il chirurgo? O sto tranquilla?

Rispondi