Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Bella la nostra Bologna! Spero di fare un giro anche io!
Dita incrociate. Tu come stai?
A volte, per aiutare occorre restare indietro di un passo, non pretendere, non spiegare. Solo ascoltare.
A volte, per aiutare non bisogna fare niente. Stare in silenzio. Solo esserci.
Spesso bisogna imparare il linguaggio degli altri, perché quello dei sentimenti è diverso per ogni persona.
Io penso che Farfalla spaventata ci stia mettendo molto alla prova su quello che significa “aiutare”.
Ho ripensato a tutto il mio percorso in questo blog. Ho rivissuto i momenti iniziali, quando la ragione sembrava esplosa in frammenti minutissimi.
Mi ricordo ancora benissimo quando, a un certo punto, non riuscivo più a scrivere nulla, perché non avevo nessuna aderenza con la vita. Né con la mia né con quella delle altre.
Il dottor Catania mi scrisse che non importava che rispondessi e mi rivolgessi alle altre, dovevo considerare il blog come la pagina di un diario. Così ho ripreso a scrivere, per me. In modo totalmente egocentrico.
E dopo aver ritrovato me, ho ritrovato gli altri.
Io credo che a Farfalla serva, davvero, solo la possibilità di sfogarsi. La sua solitudine è probabilmente diversa e, forse, più profonda della nostra, perché possiamo penetrare la sua ragione, ma non credo le sue emozioni.
Non penso possa immedesimarsi nelle nostre storie e neanche riceverne conforto.
Penso, però, sia molto frustrante sentirsi sempre rimproverata per questo.
Volevo dirlo, perché leggendo i suoi post e le nostre risposte, mi sono accorta di un rischio.
Secondo me, rischiamo di catalizzare su di lei le nostre paure e frustrazioni.
Perché non riusciamo ad aiutarla. Perché vorremmo che capisse che il suo è un percorso con il cancro molto più “ facile” e tranquillo di quello di tante di noi.
Perché se non convinciamo lei, rischiamo si incrinino anche le nostre fragili sicurezze, le nostre faticose conquiste.
Io so che non è così.
So che nella nostra debolezza noi abbiamo trovato una vera capacità per affrontare la paura.
Per questo io spero che Farfalla resti con noi e non smetta di scrivere e spero che nessuna donna o persona che soffre debba mai pensare di doversene stare da sola per non farmi male.
Vi voglio un mondo di bene
Buonanotte
A volte, per aiutare non bisogna fare niente. Stare in silenzio. Solo esserci.
Spesso bisogna imparare il linguaggio degli altri, perché quello dei sentimenti è diverso per ogni persona.
Io penso che Farfalla spaventata ci stia mettendo molto alla prova su quello che significa “aiutare”.
Ho ripensato a tutto il mio percorso in questo blog. Ho rivissuto i momenti iniziali, quando la ragione sembrava esplosa in frammenti minutissimi.
Mi ricordo ancora benissimo quando, a un certo punto, non riuscivo più a scrivere nulla, perché non avevo nessuna aderenza con la vita. Né con la mia né con quella delle altre.
Il dottor Catania mi scrisse che non importava che rispondessi e mi rivolgessi alle altre, dovevo considerare il blog come la pagina di un diario. Così ho ripreso a scrivere, per me. In modo totalmente egocentrico.
E dopo aver ritrovato me, ho ritrovato gli altri.
Io credo che a Farfalla serva, davvero, solo la possibilità di sfogarsi. La sua solitudine è probabilmente diversa e, forse, più profonda della nostra, perché possiamo penetrare la sua ragione, ma non credo le sue emozioni.
Non penso possa immedesimarsi nelle nostre storie e neanche riceverne conforto.
Penso, però, sia molto frustrante sentirsi sempre rimproverata per questo.
Volevo dirlo, perché leggendo i suoi post e le nostre risposte, mi sono accorta di un rischio.
Secondo me, rischiamo di catalizzare su di lei le nostre paure e frustrazioni.
Perché non riusciamo ad aiutarla. Perché vorremmo che capisse che il suo è un percorso con il cancro molto più “ facile” e tranquillo di quello di tante di noi.
Perché se non convinciamo lei, rischiamo si incrinino anche le nostre fragili sicurezze, le nostre faticose conquiste.
Io so che non è così.
So che nella nostra debolezza noi abbiamo trovato una vera capacità per affrontare la paura.
Per questo io spero che Farfalla resti con noi e non smetta di scrivere e spero che nessuna donna o persona che soffre debba mai pensare di doversene stare da sola per non farmi male.
Vi voglio un mondo di bene
Buonanotte
Benvenute alle nuove arrivate
Paffi hai un vero dono nella scrittura. Grazie per come riesci a spiegare le cose
Farfalla spaventata vivi giorno per giorno, se riesci non pensare troppo al futuro e nemmeno al passato. Concentrati su te stessa, sulle cure che ci sono
Raffa e CHOKIE75 sempre con voi
Buonanotte a tutti!
Ho sentito sciogliermi in un caldissimo abbraccio e finalmente oggi riesco a piangere un po'.
Spesso sono completamente paralizzata.
Ti ringrazio dal profondo del cuore, non perché le altre persone meritino meno ma mi hai letta e fatta sentire libera di poter essere nonostante le mie difficoltà con le quali ho fatto i conti in ogni contesto, in ogni gruppo.Sempre.
Sono veramente stupita perché finora nessuno è riuscito a tradurmi dal mio mondo a quello altrui con parole franche ma piene di dolcezza e tolleranza per tutti.
Sei stata un balsamo, è raro trovare questo genere di profondità ma più che altro di visione che va oltre, perché a certe differenze di colore non si ha proprio il tempo di darci peso anzi possono dar fastidio perché sono fuori luogo, esagerate, insensate.
Sì sono stanca di giustificarmi da quando sono nata praticamente.
Grazie per questa possibilità di espressione. Io non ce la faccio a farmi capire.
Grazie Paffi
Vi leggo da diversi giorni ma non trovavo il coraggio di scrivere qui.
Dottore, mi chiamo Mia e ho 37 anni. Purtroppo presento una elevata familiarità per tumore al seno :
mamma e cugina di primo grado, entrambe vive e libere da malattia.
Sono molto preoccupata perchè mi hanno diagnosticata una Sindrome di Mondor alla mammella sinistra con cordone verticale dal cavo ascellare all'areola
Poichè malgrado le mie insistenze nessuno è riuscito a darmi spiegazioni esaustive ho commesso il grave errore di controllare su Internet e sono entrata in uno stato di vera disperazione.
Ho verificato che questa sindrome non è considerata in relazione ad un tumore della mammella da quasi tutti gli autori, tranne che da lei, dottore, che ha scritto un articolo sulla prestigiosa rivista Cancer ( l'ho trovato sia su PubMed che su Wikipedia) lanciando l'allarme che nel 12 % dei casi la Sindrome di Mondor può "nascondere" un tumore della mammella occulto.
Io ho eseguita mammografia ed ecografia e risultano negative, ma nessuno riesce a rassicurarmi . Il mio senologo mi guarda perplesso , mi dice di non preoccuparmi, ma mentre lo dice guarda imbarazzato il video e non sa darmi alcuna spiegazione.
Chiedo scusa della mia intrusione carica di ansia , ma non saprei proprio a chi rivolgermi per tranquiillizzarmi del tutto.
Un abbraccio a tutte le ragazze di questo blog che con problemi più importanti del mio mostrano un controllo ed equilibrio veramente invidiabile.
Io non ho trovato neanche il coraggio di informare la mia mamma che malgrado un triplo negativo scoperto 10 anni fa si mostra una grande donna come voi.
Grazie grazie
#372.685 Scritto: Oggi 15:29
Mia la sua preoccupazione è assolutamente ingiustificata.
Nel suo caso la tromboflebite riguarda un tratto vascolare "verticale" toraco-epigastrico , mentre nell'articolo su Cancer che ho pubblicato quasi 30 anni fa mi riferivo ad un tratto trombizzato "trasversale e quindi il suo quadro non è mai associato ad un tumore della mammella.
Le allego alcune repliche non recenti ad utenti che mi hanno posto la stessa domanda.
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Mi aveva messo in ansia il suo articolo ritrovato su Cancer con il quale metteva in guardia sulla possibilità di avere un carcinoma con l'unico segnale consistente nel "cordoncino trasversale". Dalle immagini allegate ad Emma ho ben compreso come si manifesti il cordoncino verticale. E quello trasversale ? Grazie per la sua proverbiale disponibilità ma comprenda anche il mio stato d'animo di chi pensava di essere uscita dall'incubo del mio Triplo Negativo.Complimenti per suo straordinario gruppo che seguo ormai da anni.Elena
Non pensavo che con il mio articolo su del 1990 avessi potuto seminare tanta ansia in tutto il mondo. In realta' il mio 'allarme" per mettere in guardia i medici di fronte a questo segnale che prima non sapevano cogliere .
Si tratta di un segno impercettibile quello della tromboflebite TRASVERSALE e tra centinaia di casi nel mio archivio ce n'e' uno clamoroso (non aveva neanche un tumore) di donna che aveva sia un cordone perpendicolare che trasversale.
Non se ne vedono di casi cosi' , ma glielo allego volentieri per comprendere in maniera evidente.
Tromboflebite toraco-epigastrica "perpendicolare"
e nella stessa paziente
tromboflebite "trasversale" (nel 12% di questo tipo ci puo' essere un carcinoma)
caso rarissimo
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Se il "cordone" era presente martedi' anche se non fosse visibile il solco e' sicuramente visualizzabile con una manovra che puo' fare anche un bambino : se con il polpastrello della mano lo poggia sulla parte superiore del cordone e...e tira verso l'alto il cordone si rendera' visibile all'istante. Ne sono certissimo!
Questo se il cordoncino e' sulla mammella.
Puo' essere presente anche sulla parete addominale.
Si faccia fare una foto : appoggiando un dito nella parte bassa del cordoncino ...tiri verso il basso il cordoncino che si evidenziera' ancora di piu' come un infossamento.
Mi mandi la foto (salvo.catania@libero.it)
La sindrome di Mondor ha precedenti illustri nell'arte ancora piu' antichi della descrizione fatta da Mondor. Altro che grasso che si sposta
ingrandire
Peter Paul Rubens (1577-1640) è stato uno dei grandi Maestri barocchi fiamminghi appartenente alla Scuola dei Realisti.
Ha dipinto ritratti, paesaggi, scene mitologiche e bibliche e sono frequenti nelle sue opere i nudi femminili.
Agli inizio del 1600 era pittore di corte dell' Arciduca d'Austria e la moglie Helene Fourment posava spesso come modella per le sue opere.
Anche nella rappresentazione della moglie quindi il realismo era evidente al punto da permettere ad un occhio esperto di indentificare dettagli molto particolari nei suoi dipinti.
Tra il 1609 ed il 1610 ad esempio realizzò 'Sansone e Dalila' , episodio del Vecchio Testamento nel quale Sansone, innamorato di Dalila, le confida che il segreto della sua forza è nei capelli ed il quadro rappresenta il momento in cui un servo taglia i capelli a Sansone addormentato tra le braccia di Dalila.
In questa opera il modello per Dalila fu appunto la moglie di Rubens che è ritratta a seno scoperto.
La stessa Helene Fourment si presta a modella per un' altra opera 'Le Tre Grazie' dove sono rappresentate le tre figlie di Zeus della mitologia greca e anche qui si tratta di tre nudi con il seno destro bene evidente nel soggetto a destra.
All' occhio esperto di un chirurgo non può sfuggire che in entrambe le opere, nel quadrante inferiore esterno della mammella destra della modella è presente una deformazione della cute obliqua lineare che raggiunge il capezzolo senza altri segni tipici del cancro .
Nelle Tre Grazie inoltre il medio, anulare e mignolo della mano destra della stessa modella appaiono flessi e deformati come tipicamente si verifica nell' artrite reumatoide!
Helen aveva 23 anni all' epoca dei dipinti e verosimilmente era affetta dalla cosiddetta malattia di Mondor ovvero una tromboflebite superficiale della parete toracica laterale che tipicamente si associa ad artrite reumatoide, descritta per la prima volta da Fagge nel 1869 e diventata poi nota nel 1939 come malattia di Mondor dall' Autore che ne descrisse quattro casi all' Accademia di Chirurgia Francese.
La malattia può essere secondaria a trauma , interventi chirurgici , raramente neoplasia o spesso insorgere in modo spontaneo ed in genere si risolve senza terapia specifica.
p.s.
il suo cordoncino sparira' lentamente. Sino a che ce l'ha si consideri una paziente-modella molto interessante : lo mostri in giro il suo cordoncino con queste spiegazioni, nel ruolo di Grazia Moderna, perche' molti medici non sanno cosa sia la Sindrome di Mondor
Microcalcificazioni non vuol dire tumore, anzi non più del 30 % delle microcalcificazioni sono un segnale precoce di tumore
Se le caratteristiche pur se il numero delle calcificazioni è incrementato restano non sospette perchè il radiodiagnosta dovrebbe allarmarsi.
Microcalcificazioni non vuol dire tumore, anzi non più del 30 % delle microcalcificazioni sono un segnale precoce di tumore
Se le caratteristiche pur se il numero delle calcificazioni è incrementato restano non sospette perchè il radiodiagnosta dovrebbe allarmarsi.
Buonanotte a tutti
Un per tutte le RFS nella stanza accanto
Grazie dottore! Mi ha confermato quanto immaginavo...Aspetto con ansia l'esito del mammotome!!!
Buonanotte dottore, Buonanotte Blog!
Padova, lo sfogo dell’anestesista: «Insultati dai no vax che salviamo»
Francesca Bertamini lavora in rianimazione: accusata con altri colleghi di aver sequestrato un paziente e di minare alla loro libertà. I
l post della dottoressa sui social
«Da quando le terapie intensive sono piene di no vax, noi medici riceviamo continuamente offese, anche se a queste persone abbiamo salvato la vita. Non comprenderanno mai il problema, nemmeno di fronte alla evidenza dei fatti». Si legge rammarico, ma anche sdegno, nelle parole della dottoressa Francesca Bertamini, anestesista rianimatrice nell’azienda ospedaliera dell’Università di Padova. A quasi un anno dall’avvio della campagna vaccinale contro il coronavirus, le terapie intensive stanno tornando a riempirsi in Veneto. Ad ammalarsi gravemente, però, sono quasi esclusivamente persone non immunizzate, che rifiutano le cure e, neanche tanto raramente, se la prendono con i medici che cercano di farli guarire.
Da sempre in prima linea per sconfiggere il virus, già un mese fa la dottoressa aveva criticato i medici che, scegliendo di non immunizzarsi, avevano lasciato gravare tutto il lavoro sulle spalle dei colleghi, costretti «a fare tutti i festivi del mese, a sognare vacanze che non faremo a Natale», aveva scritto su Facebook.
La situazione che si trova ad affrontare ora Bertamini «ha del paradossale». È stata presa di mira dal padre di un no vax, persona che l’anestesista era riuscita a salvare. «Di ritorno da una lunga guardia in rianimazione Covid, stanca come tutti i volti dei professionisti che ho incontrato oggi, con i segni delle mascherine Fp3 sul volto e lo sguardo disidratato dalle tute bianche, ho telefonato ad un padre per informarlo delle condizioni di suo figlio, no vax.
Sono stata aggredita perché “la loro è una libertà di scelta personale, non si sa nemmeno cosa c’è nel vaccino”— riporta la dottoressa — Forse non si rende conto che suo figlio è quasi morto ed è stato salvato dalla professionalità di “punturati” e da migliaia di euro di dieci e decine farmaci di cui certamente non conoscerà la composizione».
Offese e accuse pesantissime arrivano da persone che nemmeno in fin di vita riconoscono la gravità del virus. Un rifiuto della realtà che poi si ripercuote sui sanitari.
«Un altro paziente, appena svegliato dal coma, estubato con gran difficoltà dopo giorni di sedazione per permetterne la ventilazione, ci accusava (con il filo di voce che gli rimaneva) di averlo sequestrato, dicendo che lui era libero di andarsene — racconta la dottoressa di Padova in un post su Facebook — Sorrido ad immaginarmi la scena mentre arranca in corridoio in cerca di sua libertà, distrutto dal coronavirus, privo di forze, privo di ossigeno mentre inneggia alla libertà».
«Se l’anno scorso, quando per il Covid non c’era ancora un vaccino, ricevevamo tanti ringraziamenti da parte di chi riusciva a sopravvivere, adesso ci capitano scene incredibili. Noi diamo il 100 per cento della nostra forza e professionalità, e i no vax, quando si svegliano, non hanno neanche una parola di gratitudine. Anzi, se riescono a parlare ce ne dicono di tutti i colori. Ci danno la colpa per essere finiti in rianimazione, alcuni si rifiutano di essere intubati, anche se è l’unico modo per sopravvivere. Anche i parenti, che non possono vedere in che condizioni sono i pazienti, continuano a insistere sul non vaccinarsi.
Dicono che non sanno cosa c’è dentro il vaccino», spiega l’anestesista. Come se non bastasse, sul sistema sanitario gravano anche gli effetti delle «cure» fai da te. «Alcuni no vax si curano con quello che trovano scritto su internet, e poi arrivano in ospedale, oltre che infettati dal Covid, con altri intrugli ingurgitati irresponsabilmente
Oggi sono stata a casa tutto il giorno , mio marito per tre giorni consecutivi ha avuto il turno di notte, quindi durante il giorno si riposa.. mi sono occupata delle faccende domestiche , ho passato del tempo con le mie ragazze.. posso essere grata alla vita per aver goduto anche oggi dell' amore della mia famiglia..
Non ho letto molto il blog ora vado a leggere gli arretrati
Vi voglio bene ragazze ❤️
Voglio bene anche a lei dottor Catania
Che bella deve essere Bologna