Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Io ci sono
Io ci sono
Figo il nuovo sito!!! Molto più immediato e chiaro.
A me piace!!!
Staff
Visto che siete stati cosi bravi… nn potete aggiungere qualche emoticons?
Grazie
Dottore ma come si fa a fare un ricerca? Per esempio cercare un utente?
Io in basso la vedo la lente… scorri in fondo alla pagina.
Patri
per quanto fa per il blog
e ovviamente....con la nuova grafica del sito
Patri
per quanto fa per il blog
e ovviamente....con la nuova grafica del sito
Patri
per quanto fa per il blog
e ovviamente....con la nuova grafica del sito
A fondo pagina dove c’è la lente come prima
Scusate ma mi è partita una raffica di Spam.
Ma erano di auguri e quindi MELIUS ABUNDARE quam deficere !
Se provate a mettere una faccina dal cellulare vi sbatte fuori lo staff
Creamy ❤
Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac), ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardanti i numeri delle terapie intensive in Italia nel giorno in cui le stazioni sono state blindate dall’alba a causa delle annunciate manifestazioni No Vax.
Arriva proprio da Vergallo infatti una stima riguardante il numero di pazienti non vaccinati sul totale delle terapie intensive. Si tratta di numeri che confermano l’utilità della vaccinazione nella lotta al Covid-19? La risposta è, ampiamente, sì.
Quanti sono i pazienti non vaccinati sul totale dei ricoverati in terapia intensiva
“Nelle rianimazioni ormai, la percentuale di ricoverati non vaccinati è oltre il 94% e questo a dispetto di chi sostiene la scarsa efficacia del vaccino sulla variante Delta”. Queste le parole del medico riportate da La Repubblica. Per l’esperto, il dato che più preoccupa ha a che fare con il range anagrafico. Perché i ricoverati nei reparti con i malati più gravi hanno solitamente meno di 50 anni.
L’età media dei pazienti Covid nei reparti di emergenza è, sempre secondo Vergallo, di 30 anni: si tratterebbe di una “situazione che fotografa la tipologia di popolazione più refrattaria a capire le ragioni del vaccino e che oltretutto è anche la fascia anagrafica che più di tutte si movimenta, tra i 35 ai 55 anni”, conclude l’anestesista.