Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Buongiorno blog
Io ci sono
Laura
Benvenuta Laura
Tante di noi hanno fatto la chemioterapia prima dell'intervento. Non è una passeggiata ma si può affrontare. Io ho iniziato a marzo e finito a settembre. A ottobre ho fatto intervento. La chemioterapia ha fatto un grande lavoro.
Scrivi scrivi scrivi ogni cosa che ti frulla in testa. Anche quella che può sembrarti stupida.
Diario della gratitudine
- sono viva
- Qui a Milano soleeeee
- a casa stiamo bene
- grazie di esistere sorelline
- è domenica e sono finalmente di riposo non ne vedevo l'ora ero molto stanca
Benvenuta Laura!
Prima di uscire con i bambini, oggi sta facendo capolino un sole timido e ci siamo organizzati per una biciclettata..vi posto il capitolo domenicale del mio La mia storia. storia di una RFS
CAPITOLO OTTAVO
L'ANGELO E IL LEONE.
"T'immagini se con un salto si potesse
Si potesse anche volare
Se in un abbraccio si potesse scomparire
E se anche i baci si potessero mangiare
Ci sarebbe un po' più amore e meno fame
E non avremmo neanche il tempo di soffrire."
SE SI POTESSE NON MORIRE Modà
La mia onco oltre che ad essere la mia salvatrice mooolto reale, è un angelo e un leone.
Quando passa per il corridoio scorgo quasi un po' di timidezza, eppure è forte, questa donna.
E' difficile questo mestiere, è terribile e meraviglioso allo stesso tempo.
Ciò che ci unisce è anche quello che ci divide...
Ora che mi sono ammalata, regredisco allo stadio infantile e mi sento esattamente come quella mia alunna che ci faceva impazzire, me e la mia collega.
Non sapevamo più per che verso prenderla.
Avevamo chiamato la madre e io avevo detto: "Se continua così la bocciamo!" (E sì, paramecia anch'io).
Niente da fare.
Avevamo perfino chiamato gli assistenti sociali ed eravamo ricorsi alla psicologa, risultato: niente.
Finché un giorno le abbiamo fatto capire che le volevamo bene, anche e soprattutto perché era così, lei aveva fatto una cosa banale ma noi l'avevamo esaltata, fatto i complimenti, abbracciata. Avevamo finalmente capito che quell'alunna voleva soltanto essere amata, come tutti.
Quanto è importante per un paziente sentirsi amato, accolto, c'è un momento in cui dipendi totalmente dal medico, di tutto il mondo non te ne frega niente, il tuo medico è la persona più importante, diventa il tuo punto di riferimento, la tua stella polare, la boa in mezzo al mare alla quale ti aggrappi perché. Ahi ti è preso un cancro....
Un pensiero scritto per me
Cara Francesca, ormai siamo accomunate dal nostro legame medico paziente.
Ma quello che ho cercato di contenere (Inutilmente e goffamente) è stata la partecipazione al suo dramma che mi ha toccato profondamente. Credo sia per me una delle esperienze professionali più intense e complesse, ma anche più stimolanti: dalla genetica alla gravidanza, alla malattia, con tutti i richiami della vita di un piccolo, della paura della morte, dei lutti difficili da elaborare per una madre morta per cancro (come la mia) di una cugina ammalata ecc. E' difficile non sentire insieme a lei la paura, e forse mi ha fatto pescare in alcune mie paure nascoste. Credo di doverle la mia sincerità che è uguale al mio impegno professionale e al mio affetto.
La paura l'ho sentita anche io nonostante la certezza di suggerire il meglio alla mia amata paziente, che scoperchiava le mie stesse fragilità. Mi sto preparando anche io al grosso intervento. Sento tanta fiducia e speranza. Vorrei trasmetterla tutta. Vorrei accompagnarla perché togliendo il tumore, venisse fatta anche la chirurgia dei disturbi ossessivi che la malattia ha scatenato. Sono certa che la chirurgia farà una parte. La seconda dovrà farla lei. Dovrà smettere di avere tanta paura, come sto smettendo io. Dovrà provare a credere che ci sarà vita per lei e per i suoi bambini e per suo marito. Potrà avere nuova fiducia e dare fiducia.
Questo per dirle che le voglio bene in maniera speciale, quasi come una mamma. Ma fino ad ora provo molta impotenza affettiva. Oggi trovo la forza di dirlo che sia anche per lei segno di cambiamento.
Auguri e una grande preghiera tutta per lei
Mariangela
Dopo l'operazione arriva l'istologico, parliamo con il chirurgo e lui è sempre molto positivo, lui ha un compito diverso, forse per certi punti di vista è più facile, non so, sicuramente però non è così scontata la cosa, boh?
Il chirurgo ti libera con le sue stesse mani, dal male, che suona un po' come il Padre Nostro.
Mi dice: "In quale percentuale vuoi essere, quella che vive o quella che si riammala?"
"Naturalmente in quella che vive" rispondo come una scolara diligente "E allora... non dare un calcio alla tua vita, ai tuoi figli, vai avanti con il tuo coraggio e la tua calma." Parla di vita, il chirurgo, Ale non distingue quando si parla di vita e quando di oncologia.
E' tutto contento, pensa che abbiamo concluso il nostro percorso, io so che non è così, io so che cosa vuol dire non aver avuto una risposta completa e un ki 67 da treno in corsa, così al pomeriggio ci vediamo con la mia onco. Io voglio la cura.
Io e la mia onco siamo d'accordo: si continua la cura!
Ecco che il mio angelo diventa un leone.
Una volta gliel'ho raccontata quella del leone, lei si sarà detta: "Questa è proprio matta!"
Era novembre del 2012 e io sono andata ad un incontro organizzato dall'asilo di Tommi la nostra serata è cominciata con un gioco: scegliere un'immagine che ci rappresentava in quel momento, io scelgo il leone e dico: "Devo essere forte come un leone perché ho un bimbo piccolo e ne sto aspettando un altro.
Chissà se dentro sapevo che avrei dovuto essere forte anche per qualcos'altro? La mia onco è un leone e anche il mio chirurgo ha a che fare con il leone. Tre leoni contro il mio triplo negativo. Chissà se anche Salvo ha qualcosa a che fare con il leone.... Se i miei leoni sono quattro allora il mio triplo negativo sarà fregato!
Io e la mia onco ogni tanto ci vediamo, la invito per un caffè.
Mi piace la mia onco, come medico e come donna.
Come medico è una che sa spogliarsi del suo camice, a volte però è un po' testarda e siccome sono testarda anch'io ci scorniamo un po', ma penso che faccia così soltanto perché si fa coinvolgere emotivamente dai casi; come donna mi piace perché anche se la conosco poco penso che abbiamo molti punti in comune, credo che sia amante della lettura e dell'arte, forse di arte ci capisce un po' più di me, io amo guardare anche se poi non ci capisco niente, le piacciono i luoghi caldi, esattamente come a me, oddio a me piace andare dappertutto, ma forse anche a lei , a differenza mia, che parlo e parlo e sono anche un po' egocentrica, soprattutto dopo la malattia, è una che sa ascoltare, è attenta e sensibile.
Ogni tanto ci scriviamo delle e mail, ogni tanto le rileggo e mi commuovo, piango anche un po'.
Dopo l'operazione altra e mail con allegato l'urlo di Munch, è incredibile, come farà a sapere che questo quadro da sempre mi turba e mi emoziona allo stesso tempo? Tante volte mi sono ripromessa di andare a vedere una mostra ma non sono mai andata. A volte le persone sono legate da un filo trasparente, noi non lo vediamo ma c'è. Si dice che sia una questione di energia, di karma, di corrispondenza.
L'avevo invitata anche all'incontro del 21 novembre, ma il giorno dopo aveva un congresso. La sera del 21 novembre mi manda un mess, mi chiede come è andata la giornata. Poi scrive: "Domani tocca a me, presenterò il caso complesso di Giovanna che per me è Francesca."
Si parla di me, sono un caso più unico che raro, come diceva mia mamma, gasandosi pure un po'.
Il sabato la invito a bersi un caffè, voglio sapere tutto di questa conferenza e soprattutto voglio raccontargli della mia giornata a Milano.
Siamo amiche.
Allora per più di un'ora le racconto, della giornata, dei miei incontri, di Salvo, lei ascolta attenta e paziente, poi dico che ho un sogno da aggiungere alla mia lista, tra 20 anni lo realizzerò: entrerò dentro alla stanza delle cartelle cliniche, prenderò la mia e con la mia penna verde ci scriverò sopra GUARITA, lei sorride e mi dice: "Se vuoi ce lo scriviamo adesso." No, no, questo è un sogno a lungo termine, che sono quelli che ti fanno campare di più, quindi l'appuntamento è tra vent'anni.
Ripenso alla mia cartella clinica, dentro c'è anche una mia foto con i bambini, me l'aveva chiesta la mia onco, mi aveva detto di mandargliela via e mail, l'ha stampata e l'ha messa dentro alla mia cartella. Un giorno sono andata a ritirare un certificato, ero con Tommi e la mia onco gli ha fatto scrivere il suo nome, quello di Giovanni e lui con la penna già pronta, da vero scrivano fiorentino: "Scrivo anche: mamma Francesca!" Mi piace quando mi chiama così, lo fa in un modo dolce.
Si, io e la mia onco siamo amiche, ma c'è una cosa che non le dico, che non confesso.
Mi racconta che al congresso è stato invitato uno dei maggiori esperti in triplo negativo, dice che le è sembrato visibilmente commosso alla presentazione del mio caso e mi chiede se lo conosco.
Io rispondo di sì, che lo conosco. Credo di sapere anche perché è commosso.
Ci siamo conosciuti personalmente circa dieci giorni prima.
Non lo dico alla mia onco /amica - amica/ onco e mi sento di tradirla un po', ma questa cosa mi arriva
E' estate, io mi sto riprendendo dall'operazione, tutto è andato bene.
Siamo scappati dal caldo di Parma e venuti a passare qualche giorno a Spezia, a casa di Rosanna e Augusto, i miei suoceri che ormai davvero considero come una mamma e un papà. Oltre ad essergli grata perché grazie a loro i bambini erano, non solo sani e salvi, ma vestiti, puliti, profumati, curati al meglio del meglio, non solo perché hanno lasciato baracca e burattini e anche una nonna anziana e si sono stabiliti qui a Parma per il lungo periodo della chemio e dell'operazione, gli sono anche grata perché hanno sopportato in modo veramente stoico le mie piccole e grandi eccentricità, compreso la mia impuntatura sulla dieta di Berrino, dove non si doveva sgarrare e nemmeno mettere un cucchiaino di latticino o di zucchero in qualsiasi piatto.
Mi son stati accanto davvero come una mamma e un papà e spero tanto di riuscire nella vita a ripagare quello che hanno fatto per me.
La Rosanna ogni volta che tornavo da una visita ed ero molto giù perché il granchio non si era ridimensionato cercava di tirarmi su di morale, una volta mi ha detto, quando sarà finito tutto facciamo una bella vacanza, tutti insieme andiamo dove vuoi. Sei sicura Rosanna di quello che dici? Guarda che ti porto in Africa!!! Mi ha fatto ridere. Augusto mi guarda e il dispiacere gli si legge negli occhi. Comunque ora sto molto, molto meglio, sono stata liberata dal male, sono uscita dal mio sonno profondo e anche tutti quelli intorno a me riprendono a vivere, proprio come nella favola "La bella addormentata."
Ora che ho finito la cura... mi sento libera, ma non più protetta....
Voglio mettere fine a questa incertezza con un ultimo consulto e mi reco da un oncologo ad Arezzo, esperto in tripli negativi.
Lui mi parla, conferma che a Parma sono stata trattata come se fossi stata a New York, a Boston insomma nei migliori centri oncologici del mondo. "Questo lo so! Sono qui semplicemente perché so che c'è una nuova cura che sperimenterete proprio in questo centro, in via preventiva e volevo sapere di cosa si tratta e se è indicato rientrare nella ricerca."
Lui dice che la nuova cura si comincerà a sperimentare nel gennaio 2014, sui BRCA1 e triplo negativo (che cubo! Penso io), ma non posso rientrare perché sono stata operata da troppo tempo. Io sono un po' delusa e un po' contenta. Lui legge nel mio viso la delusione e dice che non devo considerarla un'opportunità sprecata, perché le cure è giusto sperimentarle ma nel mio caso non lo giudica opportuno.
E' che io volevo solo un angelo custode come quelle che hanno l'ormonale, per cinque anni possono prendere delle pillole che io appunto chiamo: angelo custode. Faccio i miei conti, tra cinque anni Tommaso avrà 8 anni, Giovanni 5 anni e mezzo. Avremo quasi finito di pagare il mutuo e con quei soldi voglio fare un viaggio in Australia.
Vabbè niente cura, vorrà dire che mangerò tante bucce di limone, berrò tre tazze di the verde al giorno, metterò la curcuma anche nel caffè, quando arriverà un po' di angoscia la scaccerò con un buon bicchiere di vino rosso e al posto della tisana una bella granatina.
Mi curerò da sola con la FORZA DELLA VITA.
Lui mi guarda e ancora mi legge negli occhi, nell'anima. Dice che il triplo negativo generalmente se non si presenta nei primi tre anni è difficile che torni.
Eva! Questa non la sapevo. Comincio ad essere meno invidiosa di quelle che hanno l'ormonale. Ma anche se me lo dici tu, che sei uno dei massimi esperti del campo, io non ti crederò fino in fondo e non abbasserò mai più la guardia.
Quest' uomo, perché ora non c'è più un medico davanti a me, ma un uomo mi spiega tante altre cose, si mette dalla mia: "Se riusciamo a farla franca..." mi parla come se fossi sua moglie, sua sorella; mi verrebbe da piangere ma mi trattengo, allora mi viene un attacco di riso isterico mi trattengo anche lì ma lui capisce. Insomma vede che dentro di me c'è una lotta se far uscire le lacrime o scoppiare in un attacco di riso isterico e allora guarda Alessio e parla soprattutto con lui, ma non è infastidito o seccato.
Io intanto cerco di ricompormi ma è difficilissimo.
Mi dà la mail nel caso avessi bisogno. Io gli dico che la userò per fargli auguri di Natale.
Poi mi accompagna alla porta: "Con due bimbi avrà il suo bel da fare!" Lo dice in modo strano, deve essere papà di fresco oppure ricordarsi molto bene cosa significa avere figli piccoli, non solo la gioia, ma anche le preoccupazioni, la stanchezza, l'esasperazione quando incomincia l'età dei capricci.
Si sta sicuramente calando nei miei panni e sta pensando al mio peso leggero che a volte diventa più pesante perché ho un altro peso, un altro dolore, molto più difficile da portare.
Io gli dico molto sinceramente: "Si è vero. I bimbi mi impegnano molto e tra un cambio di pannolino e l'altro, tra un capriccio e l'altro, la mente ogni tanto va dove non deve andare." Gli sorrido e anche lui sorride a me.
Comunque il mio destino è veramente strano, mi fa proprio degli scherzi: la mia onco e questo esperto che si conoscono e parlano di me, soltanto undici giorni dopo.
Io che vengo a sapere di questo incontro. Sono un po' curiosa, penso che se quest'uomo si è "visibilmente commosso" come dice la mia onco si deve essere per forza ricordato di me, dei miei occhi, del mio sorriso, della mia eleganza, (Vabbè non esageriamo), penso che soprattutto si è ricordato del mio riso isterico a stento trattenuto.
Allora gli spedisco una bella e mail, gli spiego e gli chiedo se si è ricordato di me, del mio caso. Poi già che ci sono lo ringrazio del suo lavoro di ricercatore e gli dico che: "Sono SICURA SICURA SICURA, che domani IL CANCRO SARA' SOLTANTO UN SEGNO ZODIACALE.
Grazie per parlarci di mamma
Creamy
Vedrai che presto i tuoi dubbi verranno sciolti e saprai prendere la decisione giusta noi ti siamo vicine
Laura
Benvenuta rimani con noi e scrivi tutto quello che senti e provi
È tutto il giorno che vi leggo e vi rincorro ma non riesco a intervenire
Grazie per i vostri complimenti a Gabriele
Grazie zieeeee
Un passo per volta
Cosa devo aspettare la luna piena per bruciarlo?
Se ritiene utile tenerlo per i miei controlli lo tengo e basta
Grazie Dottore ma ho paura sempre quel fastidio nel solito punto
Cerco di tenere a mente le sue parole ma qualcosa sarà non può sempre andare e venire è pungente che due palle però
Se facessi una rx per vedere se c entra le costole?o qualcosa di muscolare?tendineo?
io ci sono
Complimenti per il tuo nuovo incarico. Non te l'avevo ancora scritto.
Sei molto portata. Saresti stata una brava insegnante
Io ci sono
Grazie per averci regalato anche oggi un pezzo del tuo bellussimo libro
Grazieeeee io continuerò a fare la cassiera ma mi fa piacere quando mi affidano colleghe/i da formare mi piace veramente tanto
Maleficent ronfa tranquilla
Ecco...e per un attimo mi sembra di leggere Linda...
Buona domenica Barbara, coccolati con il tuo papà e Maleficent!
Mannaggia alla pandemia che se no qualche gitarella su ci sarebbe stata di sicuro...e tante merende insieme!
RFS approfitto per ringraziare tutte per la vostra vicinanza!! L'affetto e il calore si sentono!!
Grazie Francescafiduciaria, aspettiamo la domenica per leggerti
Titina mi fa tanto piacere sentirti più su di morale!
Monica, mi viene dal cuore di dirti questo: hai attraversato un periodo da urlo, mamma in ospedale, non potere vederla, la fatica di avere notizie, le preoccupazioni e infine la perdita.... e tu sei stata una roccia, lo capivamo da cosa e come ce lo scrivevi. Adesso devi avere pazienza con te stessa, guardati con tenerezza, hai il diritto di essere stremata e triste, ma poi ti riprenderai, ogni cosa a suo tempo
E noi siamo qui con te! Un abbraccio!