Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Grazie Dada
Anche io triplo negativo
Una buona notizia ci voleva proprio
Come è andata la terapia?
Siamo in tante triplo negativo, però credo che la gran parte siano guarite e non scrivano o non seguano più. Il dottor Catania aveva fatto una lista e ogni tanto la ripropone
Tesoro, la morte non è un torto, un'ingiustizia. Certo così la sentiamo soprattutto quando tocca persone molto giovani o che ci sono molto care.
Dopo la morte di mia mamma, per anni sono stata piena di rabbia perché era toccato a lei. Quando ho capito emotivamente che quello era il suo destino che si era compiuto, sono riuscita a lasciarla andare e ho trovato pace. Come dice giustamente Dada, non vuol affatto dire dimenticare e ci vorrà del tempo per farlo, ma questo è ciò che è giusto.
Lara e Linda sono state due donne straordinarie che hanno riempito la vita loro e degli altri. L'hanno pienamente vissuta. Il rimpianto di chi resta è di non aver potuto avere di più da loro. Ma entrambe non hanno sprecato il tempo che hanno avuto e l'hanno riempito di senso.
Bisogna stare attenti a non alimentare il dolore pensando che esso sia il legame che continua a unirci. Bisogna fidarsi, per trovare aldilà di esso ben altro. Per ritrovarsi nell'amore dato e ricevuto che neanche la morte può cancellare.
Ma come il solito parlo troppo. Anche io ho il cuore a pezzi. So che quello che ti ho detto è vero, ma è un processo e per arrivarci serve il tempo. Ti abbraccio insieme a tutte le altre, strette tutte insieme
❤❤❤❤❤❤❤❤
Ti abbraccio stretta
❤️❤️❤️❤️❤️❤️
Si...come per tutte le cose importanti della vita
Le lasceremo andare dal Nostro Presente per trovare loro un posto speciale nel Nostro cuore/ mente dove rimarranno finchè vivremo❤Creature stupende e sorridenti con cui parlare silenziosamente.Finalmente guarite❤
Io la vivo così....
Grazie tesoro
Grazie per il link dell'articolo, molto vero
Ciao Franca sei in cura o hai già termo ato?
luogo dove tu eri Nina, e soprattutto scrivevi la sera dopo la giornata lavorativa, lavoro intenso tanta passione tanta emozione, il tuo lavoro, nobile, prezioso.
Provo a scriverti mentre da ieri sera non mi sento bene e leggo questo malessere come dolore anticipatorio della tua mancanza che si è sparso nella testa e nel corpo.
Provo a scriverti mentre penso che stamattina alle 7 è suonata inspiegabilmente la sveglia del cellulare, io non metto mai la sveglia del cellulare e non l'ho messa ieri sera, quando è suonata stamattina ho pensato che mi dovevo alzare che era un segno che qualcosa doveva succedere, la notizia l'ho avuta 4 ore dopo, ma solo poco fa ho collegato e pensato che forse era un segno della tua partenza una campanella un saluto non so o forse è la mia mente che cerca un modo per sentirti vicina perché manchi e già mancavi da qualche settimana perché i tuoi messaggi erano ormai solo faccine e cuori ma io ci credevo e ti facevo compagnia.
Sul mio cellulare ci sono tanti messaggi di quest'ultimo anno, i precedenti ahimè persi nel cambio cellulare, ma sono comunque tanti e lunghi e intensi e profondi quelli rimasti, parlavamo di cose profondissime era incredibile quello che ci dicevamo le riflessioni che tiravamo fuori avevamo un'assonanza di pensieri e di sensazioni, abbiamo disquisito sulla vita sulle nostre passioni su canzoni su letture su poesie.
Nell'ultimo periodo ti mandavo una poesia ogni 3 giorni per farti compagnia senza disturbarti troppo, lunedì ti ho mandato la foto della neve sui trulli e tu mi hai mandato il tuo wow con i cuoricini, ogni tuo ritardo nel leggere e darmi un segnale era una stretta al cuore ma io ci credevo che non te ne saresti andata. Non sono capace di accettare che non ci sei, adesso non sono capace. Ma mi aiuterai a farcela, mi aiuterai. Abbiamo passeggiato insieme a distanza tante volte per darci forza l'un l'altra, non smetterai di camminare, flaneur accanto a me, innamorata della natura. L'ultima poesia, quella di stamattina invece è rimasta lì, senza i tuoi occhi belli.
E voglio ricordare il giorno in cui ci siamo conosciute dal vero a maggio del 2019, in un giorno di felicità per me, appena arrivata sapevo che eri sul palco, ti cercavo con gli occhi eri seduta e mi si riempivano gli occhi di lacrime per l'emozione di conoscerti, poco dopo ci siamo guardate negli occhi da vicino sei venuta a cercarmi e l'emozione l'ho vista rispecchiata in quel blu che ti faceva fare le capriole al cuore. Eri felice per me per il premio, tu mi avevi scelta ancor prima di sapere che ero io, e io mi sentivo onorata ero sulle nuvole soprattutto perché quello che scrivevo piaceva a te. Una mattina, mentre facevi l'editing del mio racconto da pubblicare, mi mandasti una frase scritta da me che tu particolarmente sentivi tua, era questa: "No, non avevo messo in conto la malattia... io non ne volevo sapere di malattie, ero disposta a morire solo fulminata."[/b] È così che volevi andartene senza troppe lungaggini. Anche se noi ti avremmo tenuta stretta cento anni, e cento anni e per sempre lo sarai
Grazie tesoro per il tuo bellissimo ricordo della nostra Nina/Lara
Evviva le buone notizie!
Una rfs oggi ha citato la legge di Lavoisier (niente si crea, niente si distrugge, tutto si trasforma) a consolazione di chi non ha la fede. Questo collegamento mi ha fatto ricordare una poesia che mi era capitato di leggere e sono andata a cercarla, non so se possa realmente essere consolatoria per qualcuno... comunque eccola
Non piangere sulla mia tomba – Mary Elizabeth Frye
Non piangere sulla mia tomba
Non sono lì, non dormo
Sono nei mille venti che soffiano
Sono nel luccichio abbagliante della neve
Sono il sole sul grano maturo
Sono la delicata pioggia autunnale
Quando ti svegli nel silenzio del mattino
Sono la corsa rapida e ovattata degli uccelli
Che si levano a cerchio in volo
Sono la morbida luce notturna delle stelle
Non piangere sulla mia tomba
Non sono lì, non sono morta