Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
[quote=salvocatania]ARIBO:
Domanda per Dott. Catania
Buon anno a tutti!!!
Avevo scritto qualche tempo fa per avere un consiglio dal Dott. Catania ma poi non ho più scritto perchè in poco tempo da un dubbio per un'immagine ipoecogena del senologo mi sono ritrovata in camera operatoria per quadrantectomia...
Vorrei un parere dal Dottor Catania, il 12 dicembre vengo sottoposta a quadrantectomia centrale-esterna della mammella sx + biopsia del linfonodo sentinella; mi viene asportato un nodulo di cm 1,1 e 3 linfonodi anche se non reattivi macroscopicamente. Oggi ho un primo parziale referto dal quale si evidenzia:
a) linfoadenide reattiva di 1 linfonodo;
b) Parenchima mammario sede di carcinoma duttale in situ G2 che dista 0,1 dalla china. Non atipie.
In attesa del consulto mi chiedevo: perchè se il carcinoma è in situ il linfonodo è reattivo? può succedere? ed ancora se i linfonodi nel test estemporaneo è risultato negativo come può diventare reattivo?
Le ricordo che ho 46 anni, due gravidanze non ancora in menopausa.
Grazie in anticipo e ancora buon anno a tutti!!!
.
.
ARIBO:
In attesa del consulto mi chiedevo: perchè se il carcinoma è in situ il linfonodo è reattivo? può succedere? ed ancora se i linfonodi nel test estemporaneo è risultato negativo come può diventare reattivo?
1) Ma cosa le importa di sapere perchè reattivo ? La cosa importante è che non sia metastatico.
2) I linfonodi reagiscono per molte cause (cioè fanno il loro lavoro) : batteri, virus, funghi.
3) Nel suo caso non c'è alcuna relazione tra il carcinoma in situ e la reazione del linfonodo. Anche una agobiopsia preoperatoria può provocare la reazione linfonodale che non ha assolutamente alcun significato patologico.
Salve a tutti e grazie Dott. Catania... vi leggo sempre e ammiro la vostra forza, non so se verrà anche a me... in poco tempo di ritrovo a leggere ed informarmi su marcatori terapie recidive effetti collaterali e la testa diventa una lavatrice: gira gira... ragazze come fate ad avere tutta questa forza... siete meravigliose, grandi donne spero quanto prima di acquisire la stessa forza e determinazione..
Giovedì mattina ho appuntamento con il chirurgo che mi ha operata per discutere dell'esame istologico e iter successivo, ho ricevuto l'istologico completo (il precedente postato si riferiva alle exeresi) e a tal proposito vorrei avere il parere del Dott. Catania in merito alle terapie più appropriate per il mio caso.
DIAGNOSI
Carcinoma duttale invasivo G2 (sec. SBR mod.: gt2, gn3, gm2) con estesa componente intraduttale G2 cribriforme. Non evidenza di PVI. TIL circa 25%
RECETTORI
ER (clone SP1- Ventana): positivo 90%
PgR (clone 1E2- Ventana): positivo 90%
AR (CLONE AR441-DAKO): positivo 10%
HER2 (clone 4B5- Ventana): score 1+ (sec. ASCO/CAP 2018)
Ki-67 (clone 30-9- Ventana): positivo nel 35%
Sono a Roma operata al Policlinico Gemelli, grazie in anticipo Dott. Catania per la sua disponibilità !
Lo sa anche lei che si tratta di un tumore "tonto" e poco aggressivo.
Ormono responsivo , ma stava diventando cattivello ( Ki 67 35%) .
Se non fosse per l'età e quel Ki 67 sicuramente non avrebbero neanche presa in considerazione la chemioterapia.
Ci aggiorni sul programma terapeutico.
Sto pensando che ho fatto il laser del monnalisa touch e sinceramente non ho avuto grande beneficio. Devo farne ancora uno e il medico mi aveva detto che 3 laser sono il trattamento ideale. Chiedo scusa se è un argomento hot, ma quando ho rapporti con mio marito ho veramente molto male e ho perdite di sangue. Voi avete suggerimenti o esperienze in merito?
Buonasera ragazze... oggetto son stata rincoglionita tutto il giorno, ma almeno sino andata in bagno da sola senza aiuti (anche se con un po' di fatica). Poco fa mi son misurata la febbre...38! Eppure non sono per nulla calda, mi fanno male le gambe ma mi succede sempre a una settimana dalla terapia. Speriamo che non salga di nuovo, intanto ho preso la Tachipirina e adesso ci sediamo a cenare...uff! Ho letto qua e là ma non sono molto lucida, già mi son dimenticata tutto. Mi dispiace per la mamma di Lost, ma se c'è qualche cosa da fare meglio rimboccarsi le maniche adesso!
Certamente scriverò quanto comunicatomi... una domanda: smanettando qua e la ho letto che il Ki-67 non è molto attendibile e si sta piano piano sostituendo con i test genomici lei concorda ? ritiene attendibile il Ki-67?
Mi dispiace Lost posso capire lo sconforto di tua madre in questo momento
Un abbraccio
Per quanto riguarda il vaccino sa quale sia il piano vaccinale per la Lombardia? Secondo Lei lavorando a contatto con il pubblico c'è la possibilità che possa vaccinarmi il prima possibile? Come si viene avvisati? Grazie
Io le rosse le farò finito taxolo e carboplatino...
Buona sera blog,
Scusate per l'assenza di oggi ma è stata un po movimentata.
Mio papà stamattina si è sentito male. Fortunatamente il nostro medico nonostante fosse prefestivo è venuto a visitarlo.
Pressione molto alta e parte destro del braccio che pulsava. Insomma uno spavento...
Adesso sta meglio. Giovedì il medico lo rivede e decide per una visita cardiologica.
Il ki 67 indica un indice di proliferazione ed è attendibilissimo.
Il test genomico, sul quale anche recentemente ho fatto diversi approfondimenti ci serve a capire
nei casi bordeline quali pazienti necessitano e quali no della chemioterapia.
Ecco l'ultimo aggiornamento
-----------------------------------------------------------------
.
.
Finalmente pubblicati i dati di uno studio molto atteso, interessante e promettente che potrebbe fare risparmiare la chemioterapia in futuro a molte donne e presentati la scorsa settimana al
Lo studio RxPONDER, condotto da SWOG Cancer Research Network con il supporto del National Cancer Institute (USA), aveva come obiettivo determinare quali pazienti con tumore del seno HR-positivo, HER2-negativo e linfonodi ascellari positivi traessero vantaggio dalla chemioterapia e quali invece potessero evitarla in sicurezza (raggiungendo risultati simili con la sola terapia ormonale).
Cancro al seno, il test genomico può evitare chemioterapie superflue in chi ha rischio alto di recidiva
Un ampio studio su oltre 5mila pazienti indica che la maggioranza delle donne in postmenopausa con tumore in stadio iniziale e linfonodi positivi può essere trattata solo con terapia ormonale dopo la chirurgia
Quando un tumore viene scoperto agli stadi iniziali, ancora molto piccolo e confinato all'organo in cui ha origine, le possibilità di guarire sono molto più alte. È quanto succede alle donne con un cancro al seno, per esempio: 87 su 100 sono vive cinque anni dopo la diagnosi. L'obiettivo a cui punta la ricerca scientifica in questo contesto è quindi quello di curare la malattia con le terapie più efficaci e meno tossiche possibili, evitando anche la temuta (ma pur sempre valida) chemioterapia.
E un'indicazione importante in questo senso arriva da un studio presentato nella sessione plenaria, quella principale, del San Antonio Breast Cancer Symposium, l'appuntamento annuale che riunisce i maggiori esperti mondiali sulla patologia appena concluso negli stati Uniti: il test genomico può risparmiare la chemioterapia alla maggior parte delle donne in postmenopausa con carcinoma della mammella in stadio con linfonodi positivi.
Limitare il rischio recidiva con la terapia ormonale
La sperimentazione di fase III RxPONDER ha riguardato 5.083 donne con tumore del seno in stadio iniziale (II-III), che esprime i recettori estrogenici ma non la proteina HER2 (ER+/HER2-), con coinvolgimento dei linfonodi ascellari (da uno a tre). Circa due terzi erano in postmenopausa.
Le pazienti sono state sottoposte al test genomico Oncotype DX, in grado di stabilire, in base a uno specifico punteggio, quanto la neoplasia è aggressiva e la risposta alla chemioterapia. Quasi il 92% (91,9%) delle donne in postmenopausa trattate con la sola terapia ormonale, a 5 anni, era vivo e libero da malattia invasiva, senza differenze significative rispetto alle pazienti che hanno ricevuto anche la chemioterapia (91,6%) dopo l'intervento.
«Circa il 25% delle pazienti con carcinoma mammario in fase iniziale, che esprime i recettori estrogenici ma non la proteina HER2, ha una malattia che si è diffusa ai linfonodi e due su tre sono in postmenopausa.
La maggioranza attualmente riceve la chemioterapia dopo l'intervento. L'obiettivo del trattamento adiuvante, cioè successivo alla chirurgia, è offrire a ogni paziente con carcinoma mammario in fase precoce le migliori possibilità di cura. In questi casi, dopo la chirurgia, la terapia prevede il trattamento ormonale, che può essere associato a chemioterapia nei casi ritenuti a maggior rischio di recidiva, per esempio in presenza di un interessamento dei linfonodi».
Con oltre 55mila nuovi casi stimati nel 2020 nel nostro Paese, quello al seno è il tumore più frequente non solo nel sesso femminile, ma in assoluto. Ha, fortunatamente, anche tassi di guarigione fra i più elevati: infatti, grazie alla diagnosi precoce e ai progressi compiuti dalla ricerca scientifica negli ultimi 20 anni la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è in costante aumento ed è passata dall'81 all'87 per cento.
I test genomici sono uno strumento estremamente importante nella scelta del trattamento per le donne che, in base alle caratteristiche anatomopatologiche e cliniche, sono in una sorta di "zona grigia": in una fase in cui non si può includere o escludere con certezza la chemioterapia rispetto alla sola terapia ormonale.
I risultati dello studio RxPONDER possono cambiare la pratica clinica e dimostrano che la grande maggioranza delle donne in post-menopausa può evitare chemioterapie inappropriate e ricevere solo la terapia ormonale.
Lo studio RxPONDER, condotto da SWOG Cancer Research Network con il supporto del National Cancer Institute (USA), aveva come obiettivo determinare quali pazienti con tumore del seno HR-positivo, HER2-negativo e linfonodi ascellari positivi traessero vantaggio dalla chemioterapia e quali invece potessero evitarla in sicurezza (raggiungendo risultati simili con la sola terapia ormonale).
Ad oggi non erano disponibili dati di un grande studio clinico randomizzato in grado di indirizzare la decisione —.
Lo studio RxPONDER ha mostrato un effetto diverso della chemioterapia, sulla base dei risultati del test genomico, per le donne in postmenopausa e in premenopausa. I risultati evidenziano che le pazienti in postmenopausa con questo tipo di malattia (e con un risultato Recurrence Score, cioè un punteggio del test genomico, pari o inferiore a 25 ) possono evitare in sicurezza la chemioterapia dopo la chirurgia.
Al contrario, in premenopausa va considerata la chemioterapia adiuvante perché facendola il tasso di sopravvivenza libera da malattia invasiva è migliorato del 5%, passando dall'89% con la sola terapia ormonale al 94,2% aggiungendo la chemioterapia.
Test genomici non ancora rimborsati
I test genomici sono raccomandati dalle più importanti linee guida internazionali, come quelle della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO), della Società Americana di Oncologia Clinica (ASCO), del National Comprehensive Cancer Network (NCCN) e della St. Gallen International Breast Cancer Conference.
Alcuni di questi test , come l'Oncotype, sono disponibili ed alcune di voi l'hanno già eseguito.
Ad esempio Juventina se ricordo bene.
Nello specifico, Oncotype DX fornisce la determinazione individualizzata del rischio basata sul genoma nel tumore del seno invasivo in stadio iniziale e viene eseguito su campione tumorale proveniente da tessuto chirurgico. È un test multigenico scientificamente validato e già ampiamente utilizzato nella pratica clinica. «Queste analisi molecolari sono in grado di identificare, in alcune tipologie di pazienti, chi ha migliore o peggiore prognosi e maggiore o minore probabilità di trarre beneficio dalla chemioterapia adiuvante o dalla sola terapia ormonale. Ad oggi in Italia, solo la Lombardia, la Toscana e la Provincia Autonoma di Bolzano ne hanno approvato la rimborsabilità, pur trattandosi di una tematica dibattuta a livello regionale, come dimostrano le mozioni a favore della gratuità presentate nei Consigli regionali di Sardegna, Emilia-Romagna e Lazio. L'obiettivo è che tutte le regioni stabiliscano la rimborsabilità dei test, consentendo così a tutte le donne, indipendentemente dalla residenza, di accedervi senza disuguaglianze a livello territoriale. È infatti dimostrato che l'adozione dei test genomici comporta evidenti benefici clinici, migliora la qualità di vita delle pazienti e permette un risparmio economico per il sistema sanitario, evitando chemioterapie inappropriate.
Buona sera a tutti voi, volevo brindare con voi, oggi la Sara ha fatto eco addome completo e per fortuna è andata bene.... Adesso a fine mese esami del sangue e marcatori incrociamo le dita!!!
Max
Si certo che puoi chiedere!! Sono in terapia con TDM1, e' un biologico però un po' particolare, fatto da trastuzmab coniugato ad un chemioterapico...che in teoria dovrebbe agire solo distruggendo le cellule tumorali bersaglio però mi avevano spiegato che puo' capitare che rompa un po' le scatole in giro come una chemio per certi aspetti. Tra gli effetti collaterali più comuni con questo farmaco sono previsti proprio diminuzione piastrine e aumento transaminasi, e ora é capitata proprio una di queste cose!
Lo sconforto ci sta adesso, il pianto anche.
Ma tutto andrà bene.
Max
Festeggiamo
Un abbraccio a Sara anche se non la conosco