Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Buongiorno a tutte le sorelle impegnate in visite, esami e interventi. Buongiorno Blog. Fili colorati a profusione
Tutte con te!!!!!
Dottore e rfs.
Io ci sono.
Buona giornata e buona settimana a tutte.
Montagne di fili colorati a tutte.
Siamo tutte tutte con voi.
Cle
In bocca al lupo a tua sorella.
Tienici aggiornate.
Hai rubato spazio a chi aveva più bisogno di parlare e non aveva la possibilità di uscire a divertirsi.
Scusa se mi permetto di intromettermi nel tuo post, ma io, invece, penso che l'aggiornamento di Kiki era solo un modo per dirci "Vi ho ascoltato,ho seguito i vostri consigli ed ho cercato di fare posto alla vita, anche solo per un po'".
Ma cosa volete che faccia una ragazzina di 23 anni?
Rubare spazio è una affermazione molto forte! A me personalmente non ruba niente. Anzi, se riesco a trasmettere a Kiki o qualunque altra persona la forza per rialzarsi in piedi e darsi da fare mi ritorna come una gratificazione, un dono, un grazie. Mi arricchisce e non mi saccheggia di nulla!
Le coccinelle portano sempre bene, non è un modo di dire, ho provato personalmente.
Cara, credo che oggi per te, piano piano, cominci la camminata verso il risolversi della situazione. Nella mia ignoranza penso che aver pienamente capito perché il midollo non funzionava dia la piena possibilità di usare le armi giuste, e ce ne sono molte, per sconfiggere definitivamente il bastardaccio.
FORZA, vedrai che con un poco di pazienza si sistemata' tutto.
Speranza.. A me invece arriva che Kiki scrive e legge ma non ascolta. È questo che mi dispiace. Se non é cosí sono molto più tranquilla.
Appena vado in Calabria faccio scorta di peperoncino per tutte!! Anzi, ora dico al mio papà se mi trova una pianticella e me la porto a casa! Lui è proprio bravo con le piante, ma perché non ho il pollice verde anche io!! Ah, e poi devo andare a conoscere la gattina di mia mamma. Ne ha adottata una e vorrebbe prenderne anche altri!
Ragazze non giudichiamo , non facciamo polemica....ricordiamoci che il dott Catania accoglie tutte qui e se a qualcuno non va di leggere gli interventi di alcune , c'è sempre il tasto IGNORE, come lui ci ha insegnato.
Sempre mia cara Michi! ❤️
Buongiorno blog e fili colorati a chi ha esami e controlli.
Nina ti mando un abbraccio e ti auguro di tutto cuore di riprendere in fretta in mano la tua vita "normale". In fondo e' solo quello che chiediamo. Sara' cosi, tanti fili colorati che ti avvolgano
Grazie ragazze per il vostro sostegno, scrivo poco, sono molto giu' di morale e sto diventando apatica, non ho voglia di niente. Forse un po' di depressione c'e' pero' quando sto bene non mi succede. Il problema e' che non riesco ad affrontare serenamente i problemi di salute, mi abbatto e non reagisco. Domani ho la colonscopia e ho paura perche' non vedo miglioramenti. Vi aggiornero' e grazie di
Non sono intervenuto ieri nella piccola discussione tra Kiki ed alcune di voi per diverse ragioni tra cui leggere il vostro parere.
Farei a freddo alcune precisazioni.
1) Per partecipare al blog non necessariamente si deve passare dall'esperienza del cancro. Maddy non l'ha avuto e mostra più empatia di altre che l'hanno avuto.
Annina non l'ha avuto e lo dico forte e chiaro ( come direbbe Zangrillo) eppure è diventata una figura cruciale nel nostro blog. Annina è entrata come Caregiver della mamma.
2 ) Kiki, come Monica, Alexa, Sonica, e tante altre figlie, appartiene alla figura del CAREGIVER per via della mamma .
Il caregiver è una figura poco considerata, ma spesso questa figura è sottoposta ad uno stress persino superiore allo stesso malato che assistono. Non deve stupire che alcune di esse non reggano la pressione delle paure, proprio perchè fanno da "parafulmine al malato" assorbendo su di sè tutta l'energia sprigionata dalla loro situazione.
Oggi Maria e Cle comprendono bene quanto sia stressante la funzione di parafulmine !
Noi qui abbiamo moltissimi esempi invece di caregiver che hanno affrontato con grande equilibrio la nuova situazione . Non solo figlie ma anche compagni e mariti : attualmente hanno scritto oltre a Cockie, Max, Fabio..., Loris....
Vi stupireste se Cockie con tutto quello che sta accadendo alla loro famiglia perdesse il controllo della situazione ?
Potremmo girarci dall'altra parte e fare mancare il nostro sostegno ?
Riallego un approfondimento del 2018 su questo tema
Grazie a Lei per aver ricordato queste figure (CAREGIVER) parafulmini dei malati che vivono in trincea in prima linea nella guerra che ben conosciamo.
Qui abbiamo molti esempi di figlie e mariti (ultimi Max, Heriano, Robert)
CAREGIVER
Tra le tante cose che emergono nella esperienza del cancro, il forum ha fatto emergere una realtà nascosta e trascurata dalle istituzioni: l'esercito silenzioso dei caregivers: i familiari protagonisti dell'accudimento. Nella nostra esperienza sono le figlie che si occupano delle madri. Esistono studi e statistiche, che sondano i sentimenti e il vissuto di questa prode categoria, che si carica di tutte le ansie del malato, tant'è che nel nostro forum descrivono "Mia madre è serena ". Lo credo bene! Nella narrazione delle figlie-parafulmine c'è una raccolta di rabbia, stanchezza, senso di colpa, per timore di non essere adeguate al compito, o percezione di una propria supposta e percepita "inutilità".
Secondo una ricerca del 2005 della Center on Aging Society di Washington: il 16% dei caregiver si sente esausto; il 26% avverte come imponente il peso emotivo del loro compito; il 13% vive una profonda frustrazione vedendo l'assenza di miglioramento del proprio caro; il 22% arriva a fine giornata spaventato dal timore di non essere in grado di saper fronteggiare le responsabilità del ruolo, spaventato dal futuro che lo attende, dalla propria impotenza.
In Italia
Secondo l'Istat, in Italia sono oltre tre milioni le persone che si prendono cura di un familiare colpito dal cancro, provando spesso rabbia e solitudine. Un quaderno della Fondazione Aiom risponde alle domande di chi deve affrontare la malattia accanto al proprio caro
Sono 8 milioni e mezzo, oltre il 17% della popolazione, le persone che in Italia si prendono cura di chi ha bisogno di assistenza. E solo 900mila lo fanno per mestiere, rientrando cioè nella categorie dei badanti. Tutti gli altri, parliamo di 7,3 milioni, sono uomini e donne che assistono un loro familiare – coniuge, convivente, genitore, figlio o figlia: ammalato, invalido o non autosufficiente. È la fotografia che l'Istat ha scattato sul mondo dei caregiver, letteralmente donatori di cura, nel nostro paese. Per la maggior parte hanno tra i 45 e 64 anni e, secondo l'Istituto di statistica, in un caso su 4 dedicano alla persona malata più di 20 ore a settimana. Tra questi ci sono, ovviamente, anche coloro che si dedicano a chi ha un tumore.
I caregiver in oncologia. In Italia vivono con una diagnosi di cancro 1,4 milioni di uomini e 1,7 milioni di donne: oltre 3 milioni di persone. E 3 milioni sono anche coloro che si prendono cura di questi pazienti.. "I caregiver sono un esercito spesso invisibile, di cui poco si parla e poco si sa. Persone che pure dedicano mediamente 8 ore di assistenza giornaliera al proprio congiunto, e per le quali ansia, depressione e sofferenza sono solo alcuni dei problemi".
Le difficoltà di chi vive accanto a un malato di cancro
Lo stress psicologico. In termini psicologici, l'impatto del tumore può essere maggiore sul familiare che sullo stesso paziente. In particolare quando il caregiver conosce, sa della prognosi della malattia più di quanto non sappia il malato. Una situazione all'apparenza paradossale ma niente affatto rara, specialmente nei paesi latini come il nostro, dove il familiare è presente quasi sempre e durante tutto il percorso di cura: al momento della diagnosi, dell'ospedalizzazione, della somministrazione delle terapie e dei colloqui con i medici. E dove, a differenza dei paesi di cultura anglosassone, è ancora forte il concetto di protezione del malato e non sempre facile da accettare quello di condividere la verità sulla malattia. I dati ci dicono che le attività che il familiare-caregiver ritiene più stressanti sono l'aiuto diretto nei bisogni fisici, la gestione dei sintomi della malattia, gli effetti collaterali delle cure, gli spostamenti per raggiungere l'ospedale e le attese per visite e terapie.
Rabbia, impotenza, senso di colpa e solitudine. E le emozioni? Cosa prova più spesso chi si occupa di un parente con tumore? Rabbia, che si associa all'ingiustizia della malattia. Senso di colpa, quello di chi è sano mentre la persona che ama non lo è più. Naturalmente impotenza. E solitudine
Rabbia-impotenza - solitudine
Cerca di rasserenarti.
Non vedi miglioramenti perché ancora devi iniziare una cura x l0intestino, ma appena farai la colon ti indicheranno la terapia giusta x te x stare di nuovo bene.
Forza, probabilmente fra poco più di 24 ore avrai in mano una cura.
Si risolve , vedrai!
Te lo dice una che sa che significa avere problemi di pancia!!
Arcobaleno, non sono nella testa e nel cuore di Kiki. Faccio supposizioni e agisco di pancia, ma il mio aiutare gli altri non è a tempo.
Certamente se incontro un muro di gomma che respinge, anziché di pietra che si scalfisce, mi arrendo, anche se i muri di gomma si possono sempre bucare