Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Mi ricordo...a volte può succedere.Che pazienza hai avuto!❤
Che rottura di palle! Ti auguro di riuscirci❤.La vedo dura...
Ma quando rientri nel tuo solito Ospedale? Da noi si è tutto normalizzato.Come DH oncologico ci avevano spostato altrove, ma ora siamo ritornati al nostro posto.
in standby ma che cazzo ma che se scordano? na cagarella a fischio ie ce vole
dada certo che è complimento la radiciona che si immerge nella terra e da sostentamento no? che te credevi...
mio marito da oggi sta in ferie... Che rottura però... quando ho detto oggi mi gira la testa lasciame sta.. Ha risposto scendi dai tacchi e filato a mangiare dai suoi amici evvivaaaa cucina a posto
Ecco...sempre vedere il lato positivo
Poteva cucinarti qualcosa! Che te sei magnata oggi Linda?! Devi stare in forze e bere , capì?❤
dadinaaaaa a beve io bevo.. vado a acqua a estratti a frullati a succhi de carote se po' di che bevo più che magno..e poi plin plin ovunque mi trovo io devo visitare i bagni oggi estratto con 6 carote una rapa due arance e tanto zenzero.. mo me sparo pure le noci e i pistacchi
no che cucina lui ahooo me fa la cucina un campo de battaglia..e tu che te sei sparata?
Grazie mille Amica, Dadina e Bava... Spero vivamente che sia aria fritta. Mi sento un po' sospesa, pazienza!
Io ci sono
linda
Tonno e Fagiolini
Con sto caldo non ho tanta fame
Brava che bevi molto❤ Dobbiamo ricordarci di bere!
Anch'io tanta plin plin
Titinaaaaaa
Sentito Linda che fa tanta plin plin?
muoio!
Dovresti curare un pò di più la parte proteica.Noci e pistacchi? Che è? N'aperitivo?
Sei vegetariana o vegana proprio?
Tesoro aria frittosissima. Già che ci siamo l'accompagnamo con due acciughine
Rientrata! Pensavo peggio il tampone al naso mi ha fatto il solletico. in gola non riuscivo a tenere la lingua abbassata!
Anche questa é fatta
Mi chiamo Rina e ho promesso al dr. Catania e a mia figlia che avrei fatta una breve sintesi della mia esperienza con il cancro.
Alcune cose le ha gia' scritte mia figlia agevolandomi il compito.
Ho 83 anni e la scoperta della malattia risale al febbraio del 1988. Allora fare una diagnosi di cancro equivaleva nell'immaginario comune ad una sentenza di morte. Le terapie erano veramente aggressive : si somministravano chemioterapici molto tossici sino a saggiare la resistenza del malato con gravi conseguenze. Nel mio caso sino all'aplasia midollare. Ma la cosa che piu' ci faceva sentire sole era il clima di omerta' che ci circondava a partire dagli stessi medici.
Nessuno osava fare domande perche' tanto si sapeva che nessuno avrebbe dato risposte vere. Ci tengo a dire che la mia stessa esperienza e' stata vissuta dalla mia amica Enza di Messina , ancora viva e pimpante a 85 anni, e che e' stata operata nello stesso giorno dal dr. Catania e con la quale ci sentiamo ancora al telefono e non c'e' necessita' piu' di parlare di cancro.
Ricordo tutto come fosse accaduto oggi !
Con una diagnosi di tumore avanzato gia' metastatico ai linfonodi a causa di errori dei medici che avevano sottovalutato la mia situazione , mi sono ritrovata nello studio del Prof. Veronesi in via Salvini 10 a Milano, raccomandata dalla sua segretaria, amica di una nostra conoscente.
Il Professore senza giri di parole mi disse che non c'era tempo da perdere e 'nel mio Istituto (dei Tumori di Milano) ci sono 3 mesi di attesa' e mi indirizzo' dal Prof. Catania, Primario di Chirurgia dell'Ospedale Buzzi di Milano, e che aveva lo studio proprio nel palazzo di fronte della stessa via al numero 3.
La via e' una perpendicolare di C.soVenezia a due passi da Piazza S.Babila.
Mi fiondo immediatamente dalla segretaria del Prof. Catania per essere ricevuta SUBITO a costo di aspettare sino a sera essendo senza appuntamento.
Il primo impatto con il prof. Catania e' stato quanto mai sfavorevole : mi aspettavo un professionista di una certa eta', e invece mi trovo davanti un ragazzino in jeans, capelli lunghi, abbronzatissimo in pieno inverno.
Nella stessa sala di attesa c'era una altra paziente, Enza, anche lei inviata dal Prof. Veronesi.
Neanche l'approccio comunicativo mi ha tranquillizzata quella volta pur se la spiegazione razionale "signora siamo nella fase diagnostica e di inquadramento e quindi non si meravigli se io possa far poco per lenire la sua legittima ansia , ma vedra' che dopo l'intervento imboccheremo una strada in discesa".
Uscendo da quello studio , preoccupati dall'incontro con "il ragazzino" e dubitando della sua esperienza per la giovane eta' siamo rientrati nello studio del Professor Veronesi dove la segretaria alle nostre perplessita' rispose " il prof. Catania segue da tempo il professor Veronesi all'Istituto ed e' uno dei chirurghi con la maggiore casistica (oltre 300 interventi all'anno) : ecco perche' affida a lui le sue pazienti che non possono aspettare tempi lunghi."
Relativamente rinfrancati siamo tornati a casa in attesa del ricovero previsto dopo 10 giorni , non prima perche' il pr. Catania il giorno dopo sarebbe partito per la Svezia per una settimana per partecipare, mai sentita prima, alla Vasaloppet , la gara di sci di fondo piu' antica, lunga (90 km) , difficile (temperature inferiori ai 25 gradi sottozero !). Nei giorni successivi di attesa la mia ansia si e' spostata dal mio tumore all'ansia per il "ragazzino" sotto le bufere di neve della Svezia. E se gli succedesse qualcosa , io che faccio ?
Allora non c'era Internet , ma riuscii a documentarmi sulla terribile Vasaloppet e questo accrebbe alle stelle la mia ansia per il "ragazzino" e certi giorni era di tale livello da portarmi all'interno di una chiesa a pregare per lui, dimenticandomi di pregare per me.
La settimana successiva mi presento in Ospedale per ritirare alcuni esami e lui mi riceve perche' voleva parlare con me. Dinamico, arzillo, sorridente con un grande cerotto sulla fronte (!!) e mi dice "signora sono mortificato, ma le chiedo un po' di comprensione : ho dei formicolii alle dita della mano sinistra per un principio di congelamento, le chiedo troppo se spostiamo solo di qualche giorno l'intervento. ?" Panico ! Poi tutto ando' molto bene e nella lunga degenza (allora non erano inferiori alle 8 giornate) ho conosciuto il vero ragazzino, fuori di testa all'apparenza, capace, professionale competente, empatico. La chemio successiva e' stata terrificante sia per la tossicita' sia perche' non esistevano rimedi efficaci per gli effetti collaterali, come ad esempio nausea e vomito. La perdita dei capelli era nulla in confronto agli altri effetti collaterali gravi, sino all'aplasia midollare con ricovero, trasfusioni, trapianto di midollo.
Gli 8 giorni di degenza sono stati cruciali per riflettere.
Sino a quel momento avevo vissuto senza apprezzare nulla della vita o apprezzando le cose banali della vita. In quel momento ho compreso che non mi importava piu' nulla di quanto vivere, ma di come vivere. Di non perdere un solo istante a riflettere se "sono o non sono guarita", perche' INTANTO VIVO ! Mio marito si stupiva, lui e' morto anni dopo considerandomi sempre spacciata, delle mie parole " non me ne frega nulla della speranza, che un sentimento del futuro, mentre io mi occupo del presente, di vivere OGGI ! "
Come diceva Ada Burrone che ho conosciuto con il prof. Catania, non mi chiedo mai se sono guarita oppure no, perche' questo gia' blocca la vita che e' breve !
Non so se sono guarita...ma ho guadagnato, quando tutti mi davano spacciata (li ricordo gli sguardi..ad uno ad uno...anche dei medici quando parlavo dei miei 11 linfonodi metastatici !!!), 31 anni !!!
Lori
Sei fortissima sei la più giovane delle giovani che stanno qui sul blog!!
Buona vacanza con Milu' dolcissima come te!!