Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Francesca , molto brevemente (si fa per dire perché ci vorrebbe un volume !) LE spiego alcune delle ragioni del perché su questo forum continueremo a darci del LEI piuttosto che del TU. (^___^) Le ragioni non sono personali, ma dettate dal fatto che questa sia una vetrina pubblica, su cui viene tatuato a vita tutto ciò che noi abbiamo scritto o scriveremo. Non c’entrano le ragioni personali perché 1) Se da una parte ho avuto una educazione rigidamente gesuitica (SI SONO STATO EDUCATO DA UNA dai GESUITI…ed ora dico onorato riconoscendo in Papa Francesco tanti miei educatori). Tuttavia 2)La mia formazione, per così dire "culturale", si radica nel 68' e nel post-68', epoca informale, arrabbiata, egualitaria. E dare il TU a chicchessia era un segno distintivo di quell’era. Allora non avrei dato del Lei neanche al Papa. 3) Poi ho vissuto la mia esperienza di medico. Dinnanzi alla sofferenza ho imparato a non avere paura di nulla e di nessuno e non fingere mai di niente per tornacontismo. A causa di questo ho affrontato (tutti finiti benissimo) ben 5 processi quasi tutti per avere pestato...i condomini del Palazzo. Non ho una lira da lasciare ai miei figli ma non mi sento affatto in colpa e probabilmente nella prossima reincarnazione rifarò le stesse cose salvo che smettere di fare sport estremo . 4) Invecchiando ho capito e recuperato qualcosa di quanto appartenente alla mia infanzia "tra i gesuiti". L'arroganza è sempre un difetto ma può essere veniale solo se rivolta nei confronti dei "potenti", di chi ha oggettivamente più strumenti di quanti tu ne abbia. E' invece pecca imperdonabile se rivolta nei confronti dei più deboli. "Non c'è niente di più spregevole "di chi è forte con i deboli e debole con i forti". Oggi il Tu, salvo che in tutti i rapporti ovviamente confidenziali di amicizia o profonda conoscenza, viene utilizzato proprio per aumentare le distanze FORTE-DEBOLE (infatti è spesso unidirezionale), non esprime quasi mai un rapporto di uguaglianza o di pari opportunità. Salvo ripeto nel genuino rapporto confidenziale o familiare. Questo ragionamento non l’ho mai fatto in realtà, ma mi sono reso conto che invecchiando, a causa di questo, di avere recuperato gradualmente il “LEI” gesuitico , che esprime più del tu nella relazione il rispetto per la PERSONA, e che io avevo smarrito nei miei deliri sessontotteschi di contestazione verso tutto e tutti. Nonostante questa lunga premessa darei volentieri del TU a tutti e da tutti pretenderei la stessa cosa. Ma ci sono altre obiezioni ulteriori : linguistiche, anagrafiche , discriminatorie e di opportunità. 1) Linguistiche : l’italiano è una delle poche lingue in cui c’è distinzione tra il Lei e il TU. Magari se ne potesse eliminare una delle due voci ed avremmo risolto il problema. Lo sanno bene gli stranieri che devono imparare l’italiano. Allego qui di seguito quanto copiato da un sito che i riporta i consigli per chi si accinge a studiare la nostra lingua ___________________________________________________________________________ Chi sta imparando l’italiano lo sa: la differenza tra TU e LEI è una questione molto importante. Bisogna stare attenti a non commettere errori. Altrimenti qualcuno potrebbe offendersi. Those who are learning Italian know it: the difference between “TU” and “LEI” is a very important matter. You need to be careful not to make any mistakes. Otherwise someone might be offended. In questo post cercherò di spiegare quando usare TU e quando usare LEI. Pronti? Via! In this post I will try to explain when to use TU and when to use LEI. Are you ready? Let’s start! Quando (e come) usare “LEI” / When (and how) to use “LEI” (=formal “you”) Situazione 1 / Situation n° 1 Siete in un contesto pubblico e formale, come ad esempio un negozio, una scuola, una banca, per strada. Le persone che comunicano in questi ambienti usano “LEI“. You are in a public, formal context, such as a shop, a school, a bank, or on the street. People that communicate in this settings use “LEI” (formal you). es) Salve, mi dà un etto di prosciutto? dà = 3rd person singular (Lei) of verb “dare” (to give) in the Simple Present. ex) Hi, could you please give me 100gr of ham? es) Scusi, sa che ora è? ex) Escuse me, do you know what time it is? sa = 3rd person singular (Lei) of verb “sapere” (to know) in the Simple Present. Situazione 2 / Situation n° 2 Una persona giovane che si rivolge ad una persona più matura, con cui ha un rapporto professionale (come ad esempio un professore), usa il “LEI“. Questo può succedere anche con persone adulte appena conosciute o che non si conoscono bene. A young person who addresses a more mature person, with whom he/she has a professional relationship (such as, for instance, a professor), uses “LEI” (formal you). This may happen also when addressing adult people who they have just met or whom they don’t know very well. es) Quando correggerà le verifiche, prof? ex) When will you correct the tests? (“prof” stands for “professore”, and it is a common formula used by students when talking to their professor). correggerà= 3rd person singular (Lei) of verb “correggere” (to correct) in the Futuro Semplice Situazione 3 / Situation 3 Un adulto che si rivolge ad un altro adulto con cui non ha rapporti di amicizia o conoscenza stretta, usa “LEI“. Ad esempio, quando parla al suo capo o con una persona con cui ha rapporti professionali. An adult who speaks to another adult, who is not a friend or close acquaintance of his, will use “LEI” – for instance, when he speaks to his boss or with a person with whom he has a professional relationship. es) Buongiorno, ha trascorso un buon weekend? ex) Good morning sir, did you have a good weekend? ha trascorso = 3rd person singular (Lei) of verb “trascorrere” (to spend) in the Passato Prossimo Quando (e come) usare “TU” / When (and how) to use “TU” (=informal “you”) Il “TU” si usa in generale in contesti più informali: tra amici e conoscenti stretti. I giovani (fino ai 30 anni) lo usano anche quando incontrano dei coetanei per la prima volta. Gli adulti usano il “TU” anche quando si rivolgono a bambini e adolescenti. ”TU” is generally used in more informal contexts: between friends and close acquaintances. Young people (aged up to 30) use it even when they meet a peer for the first time. Adults use “TU” also when they speak to children and teenagers. es) Ciao, sei tu Alberto? ex) Hello, ae you Alberto? sei= 2nd person singular (tu) of verb “essere” (to be) in the Presente Ricorda: Il “TU” richiede la seconda persona singolare del verbo “TU” requires the second person singular of a verb Es) Come stai? –> (tu stai) Il “LEI” richiede la terza persona singolare del verbo “LEI” requires the third person singular of a verb Es) Come sta? –> (Lei sta) ------------------------------------------------------------------ 2) Anagrafiche : non sto a dilungarmi: alla sua età si dà del Tu a tutti indistintamente conoscenti o sconosciuti. Differente situazione se si va su in età (Lori ci sente ?) 3) DISCRIMINATORIE : semplifichiamo anche qui. Se io incontrassi Francesca altre volte nella vita reale e si rompessero tutti i diaframmi della confidenzialità non ci sarebbe nulla di strano o di male che dal Lei si passasse al tu. Accade da decenni nella mia vita professionale. Se accadesse sul forum e quindi su Internet ? Il risultato sarebbe devastante perché emarginerebbe quelle che non hanno il coraggio di facilitare la rottura di questo diaframma e quindi si creerebbero canali di confidenzialità privilegiati con un danno gravissimo per l’equilibrio di tutta la collettività virtuale e canali di autoemarginazione. 4) Di opportunità : Mi viene un esempio della mia vita ospedaliera : Maria, nome a caso, era una infermiera bravissima , sensibilissima , intelligentissima, ma con un piccolo difetto . Usava, quasi come intercalare in continuazione una frase innocentissima (per lei) per esprimere la sua disponibilità con tutti. Lo faceva proprio con tutti ! Quando mi dava una mano per eseguire una agobiopsia mammaria, se io le facevo una richiesta qualsiasi (“mi passa una siringa, una garza, una confezione di ghiaccio. ?ecc ) lei eseguiva accompagnadosi con la solita frase “CERTO DOTTORE, PER LEI QUESTO ED ALTRO !(sic)” Per me la frase ormai aveva il senso di un intercalare, ma le pazienti facevano letteralmente un salto dal lettino con l’ago infisso.
Ha ragione dott. Salvo, non avevo pensatoche questo potesse creare emarginazione, la cosa mi ha colpito un pò. la verità è che a Milano mi sono sentita come a casa, tra amici. vabbè vorrà dire che il tu rimane nei discorsi tra me e me. tipo quando dice una delle sue cose meravigliose io penserò " Grande Salvo. sei il mio mito!" Antonia allora qualcosa di buono ho fatto oltre che scrivere delle stupidaggini, compresa l'ultima. che rimaranno marchiate a vita su questo blog. un bacio a tutte la RAGAZZE FIORI DI SENO. francesca
Buongiorno a tutti. Oggi è un po' così.. Mia moglie deve rifare la biopsia. Per errore dei reagenti (diciamo così...). Il tutto serve per verificare l'Her 2, unico elemnto che manca alle analisi complessive.. Poi oggi il bimbo, dopo i primi due giorni alla nuova scuole, nella nuova città, ha cominciato a piangere..passerà spero.. Ci vorrebbe il Dottor Catania e tutte quante voi. Saluti, Francesco
@Francesco: siculo sugnu... Mi piace questo modo di vedere le cose: >>é proprio quello che abbiam cercato (con tutte le approssimazioni e la fallacia umana del caso...) con il piccolo Mi sembra molto umano e realistico. Ci vuol tempo per gli adattamenti, anche perchè spesso i nostri piccoli hanno "antenne emotive" molto sensibili... @Antonia: grazie per l'augurio, per ora mi sento ancora shakerato, ma passerà. Onestamente, lamentarmi di un'influenza in questo Blog mi sembra anche poco rispettoso nei confronti delle RagazzeFioridiSeno (ma che bella questa MUTAZIONE che ci ha donato Rosella! Ma del resto, chiamandosi "Rosella" chi meglio di lei...). Ma poi ho pensato che non mi piace l'idea di discriminare con chi posso parlare di influenza e con chi no. Vi stimo tanto da potermi permettere di lamentarmi un pò di qualche sintomo residuale di influenza... @Elisa: mi spiace che siano venuti a trovarla degli attacchi di panico (vecchie amicizie...), spero che sappia che, al di là della spiacevolezza e del fatto che possano essere molto spaventosi, sono innocui, come quelle farfalle che si mimetizzano fingendosi vespe, ma non hanno il pungiglione... @Lori: ricordo che mi ha dato del "tu", e ricordo anche che è stato molto naturale, e non mi ha messo a disagio. Un caro saluto, ed una grattatina dietro l'orecchio di Milou! Questione TU/LEI. E' vero, questa è una "vetrina" pubblica. Non sono molto d'accordo sulla questione "discriminatoria", nel senso che, se qualcuno non si sente di passare al "tu", può sempre rimanere al "lei". Questo Blog, per molti aspetti, è atipico, anche per MedicItalia. Su questo portale, infatti, raramente il rapporto tra consulenti ed utenti diviene "personale": rispondiamo alle richieste dell'utenza, mantenendo un duplice distacco (sia professionale, sia "mediato dal PC"). Neppure ci guardiamo in volto, quando parliamo! La realtà di questo blog, dicevo, è diversa. Nasce con un intento, ma pian piano "aggrega" un gruppo di persone (utenti, medici, psicologi, "medici/utenti", "psicologi/utenti", partner, amici, etc.) che, col passare dei mesi, ha costruito una serie di relazioni (che siano "virtuali", "reali" o un mix dei due non me ne frega niente!). E, almeno dal canto mio, comprendo anche le difficoltà che possono sorgere nel gestire questi rapporti "atipici". Ma mi chiedo: e perchè gli utenti, tra di loro, non si danno del "lei"? Questo, in qualche modo, non è discriminante? Attenzione, non sono un "fan del Tu": nel mio lavoro, a meno che non lavori con persone estremamente giovani (bambini o adolescenti), tendo a dare del "lei". Ma a volte un "tu" o un "lei" sono semplicemente il riconoscimento di un ruolo, e quindi di un'asimmetria. Che in parte è reale, in parte è "virtuale" (per quale motivo Francesca dovrebbe dare del "lei" a me, e del "tu" a Lori, Rosella, Laura? Il partecipare ad una "community" sul Web (perchè questo, di fatto, è diventato il Blog) consente di riferirsi a categorie più appropriate in interazioni "reali"? Lascio questi come interrogativi, una risposta "precisa" non ce l'ho. Un caro saluto a tutti/e Voi da me, che sono Io... ^___^
caro Francesco, immagino la difficoltà del momento che state vivendo.Credo di poter parlare per tutte le RFS dicendoti che noi vi siamo vicine, ma davvero tanto. Purtroppo non si può cancellare la preoccupazione per la biopsia o per il pianto del proprio bambino difronte ai cambiamenti che inevitabilmente sta affrontando. Però si può cercare di guardare il piccolo pezzo di presente che abbiamo davanti. Questo presente è fatto di una famiglia che si ama, che affronta, che nella tempesta salva la barca.che cambia i programmi, si sposta ma comunque resta sempre unita. Cercate di trarre forza da questo amore. E' quello che sto cercando di fare anch'io...di guardare le mie figlie e mio marito cercando di assorbire tutto il loro amore e la loro speranza, piuttosto che farmi prendere dalla nostalgia per un passato spensierato che non c'è piu' o per un futuro che non conosco e non è detto che sia per forza tragico. Comunque vada, proprio per i nostri figli, dobbiamo cercare di creare intorno a noi "vita", di non lasciare che la paura della malattia e della morte trapeli ed invada le nostre case. A volte viene naturale, spesso invece è estremamente faticoso... ma vale la pena provarci. Un caro abbraccio Laura
Dottor Catania...se ha la possibilità di farlo manda il nostro caro abbraccio a Mary? solo per dirle che noi la pensiamo,ecco. grazie Laura
Nel Molise andiamo oltre... si usa anche il Voi... e non sono ancora abituato. Mi fanno un pò sorridere i post su Facebook dove mi danno del Voi... mah... :)
Premesso che non credo che sia il Tu o il Lei a caratterizzare la qualità di una relazione virtuale o reale, nè il grado di confidenza bidirezionale, tuttavia una uniformità di linguaggio (perchè incoraggiare l'asimmetria ?) che vuol dire darsi del tu tra colleghi e darsi del tu tra pazienti ed il Lei in tutti gli altri casi, previene situazioni discriminatorie nelle relazioni. Sarò educata all'antica ma mi aspetto che il medico mi dia del Lei ed altrettanto faccio io. Se una vetrina di relazioni ultiple registrasse troppe asimmetrie io ad esempio mi sentirei a disagio e quindi discriminata. Ripeto che forse è la mia educazione bacchettona, ma non credo che si tratti, almeno per la mia esperienza di vita, un caso da considerare isolato. Tanti saluti e abbracci a tutti/e Lucia (Lombardia)
Dott. Catania Anch'io ho frequentato per 10 anni un Istituto di Suore per studio e forse questo ha contribuito alla mia formazione personale, non certamente alla mia fede religiosa, ma questa è un'altra storia. Sono d'accordo con Lei per la simpatia verso papa Francesco che spero di incontrare di persona (ho messo nella mia lista spese un soggiorno a Roma). Riprendendo il Suo pensiero sul rispetto della PERSONA mi permetto di aggiungere una considerazione che molti di noi dovremmo ridimensionare quando diamo del tu a qualsiasi persona ci chieda aiuto materiale, extracomunitari , mendicanti..e non credo in tono amichevole. Grazie per la chiarezza della Sua opinione in merito e per aver condiviso con noi una parte della Sua vita. Un caro saluto LORI
Lucia lombarda e Lori, grazie per avere interpretato esattamente il mio pensiero in maniera più efficace: Lori ha colto il segno con l'esempio più calzante >>molti di noi dovremmo ridimensionare quando diamo del tu a qualsiasi persona ci chieda aiuto materiale, extracomunitari , mendicanti.. e non credo in tono amichevole>> Tant'è che ci rivolgiamo in tono non certo amichevole con un "EHI TU....ecc ecc !" Perché non si usa mai quell' EHEI...seguito dal LEI ??? Mi piace pensare che anche se non in tono amichevole un bel "SENTA LEI....."!....sia sempre più rispettoso della persona rispetto all'arrogante... "HEI TU !"
Riprendo volentieri gli interventi di Lori e di Lucia Lombarda per due motivi: primo, per sottolineare a Francesca che la sua richiesta ha innescato un dibattito secondo me utile, e secondo per esprimere la mia soddisfazione. Rimango della mia idea: su MI, nelle richieste di consulto, ho sempre dato del "lei" e continuerò a farlo, tra colleghi uso il "tu", su questo Blog ho le idee meno chiare, sebbene finora mi sia orientato sul "lei". La cosa secondo me più importante è che forse è la prima occasione in cui il nostro gruppo sta riflettendo sulle sue "regole interne", tramite un dibattito in cui ogni opinione ha diritto d'asilo. Per questo motivo, ritengo che le idee finora espresse da TUTTI i partecipanti abbiano pari dignità, e non dobbiamo essere nè io, nè Salvo Catania, nè altri a "decidere" d'ufficio; i nostri pareri, seppur legittimi, sono solo pareri. Alcune partecipanti (come ad es. Lucia) hanno rilevato che per loro l'udo del "tu" sarebbe un problema; io rimanderei al resto del gruppo (tra cui Francesca, che aveva espresso una LEGITTIMA richiesta) la discussione. PS: LEGITTIMA nel senso che chiedere, specialmente nel modo garbato, gentile e rispettoso a cui Francesca ci ha abituato, non è mai stupido, anche se alle richieste può esser detto NO, nel modo garbato, gentile e rispettoso cui Salvo Catania ci ha abituato... ^___^
Allora dott.Calì, io non ci sto più capendo niente, facciamo così continuiamo a darci del Lei fino a che queste regole non saranno chiare, e se qualcuna entrasse qui dentro ( potrebbe succedere ad una ragazza che stamattina ho incontrato in onco e alla quale ho parlato della mia esperienza), direbbe "ma qui son tutti matti!" di cosa si stà parlando? io volevo solo esprimere le mie angosce, le mie paure, i miei dubbi! Questione del rispetto, giusto ma fino lì, nel senso: Io continuo a dare del Lei al senzatetto che tutte le mattine incontro davanti al passaggio a livello, lo chiamo per nome, gli chiedo come stà, gli lascio i soldi per bersi un cappuccino. lui , siccome è un senzatetto gentile e colto mi dà del Lei, mi ringrazia, mi chiede come stanno i bambini ecc ecc. mi sa che prima o poi questo cappuccio ce lo berremo insieme e allora ci daremo del tu. L'incontro con il senzatetto è quello che più di tutto mi emoziona pensarci perchè mi fa vedere con chiarezza quanto io sia cambiata. prima mi faceva paura e anche lo ammetto, un pò schifo ora quando non lo vedo al passaggio a livello mi preoccupo. per quanto riguarda gli stranieri, la mia professione mi ha insegnato che spesso e volentieri il Lei " incasina " un pò la comprensione del discorso,anche la scrittura in corsivo, ho scoperto, che costituisce una difficoltà quindi scrivo la pagella in stampato, anzi scrivevo. quindi dopo i primi convenevoli chiedo a tutti i genitori di darci del tu, anche per eliminare la distanza. non credo che sia questione di rispetto. Dott. Salvo, continuerò a darle del Lei, perchè è giusto quando dice che si creerebbero differenze in questo spazio molto particolare, ma nel mio diario, che un giorno le farò leggere, le dò del tu, perchè agli eroi mica si dà del Lei? quando arriva Superman e ti salva mica gli dici "Grazie Superman che mi ha salvato e non solo dal tumore ma anche dalla paura delle paure. prima di tutto gli dai un bel bacio in fronte reale o virtuale che sia. scrivo il nome anche se mi avrà già riconosciuto. Francesca ps Anch'io mi unisco a Laura nella richiesta di informazioni su Meri Laura un pò in ritardo ma ho risposto al tuo mess. @Rosa ti è arrivato il mio mess privato?
#Francesca, chiariamo allora alcune cose, perché quando ci parla del suo senzatetto sta confermando il mio punto di vista. Quel che sta facendo per lui non è certo influenzato dal formale Lei o dal Tu che prima o poi le verrà facile usare. Conta quel che sta facendo per lui chiassosamente o sotto traccia. a)quando alle tre del mattino mi scriveva mail disperate perché il tumore non ne voleva saperne di regredire sotto i colpi della chemioterapia, mi dava del “dott.Salvo” che sottintendeva il bisogno “imbarazzato” di darmi del TU. Io continuavo "cinicamente", come ora, a darle del Lei. Non mi pare che io abbia mai richiesto di darmi del “dottor Catania” come per volere ristabilire distanze e ruoli. Non lo avrei fatto neanche se fosse passata direttamente al TU, perché a me interessava che la comunicazione fluisse spontanea senza intoppi e distanze artificiose frapposte. Io avrei continuato a darle del Lei perché dal mio punto di vista conta sempre non la forma con cui si esprimono i contenuti, ma l’empatia che si mostra chiaramente, la disponibilità e l’impegno che caratterizza l’alleanza terapeutica e che finisce per cementare la relazione. In altre parole le singole relazioni hanno una storia a sé e io le lascio sviluppare spontaneamente e naturalmente senza preoccuparmi della forma con la quale appaiono. Lei si comporti come crede e nelle singole relazioni può usare indifferentemente il Lei o il Tu sensi doversi porre alcun problema. Con Lei SENTO il SUO bisogno di far fluire la comunicazione bidirezionale servendosi del TU. Non vedo alcuna ragione per porre freno a questa necessità. Quel che è sbagliato è che Lei SENTA il mio Lei come una MIA necessità di mantenere le distanze. E non è così. Le distanze quando ci sono, sono create dai contenuti della relazione e non dalla forma relazionale. Quanto però sia eterogenea questa esigenza lo dimostra il fatto che ad esempio per URGENZE “tecniche “ ho avuto modo di dialogare privatamente con Lori (dopo la scoperta delle metastasi), con Laura (dopo la scoperta del secondo Tumore), con Rosella ( stanotte perché mi ha inviato le foto del suo “mapazzone”). Eppure le assicuro che , pur mantenendo il formale Lei, non ci siano stati ostacoli per mantenere una comunicazione empatica, nel senso che se avessimo utilizzato il Tu non avremmo aggiunto alcun valore alla qualità della relazione. Questo ovviamente è il mio punto di vista. Per non parlare di Rosa che è quasi sua coetanea e anche se ci diamo del Lei da oltre un decennio (l’ho operata 10 anni fa) non credo che questo aspetto formale sia stato mai di intralcio alla relazione. Dandomi del Lei mi ha potuto raccontare tutte le traversie della sua vita che voi anche voi avete avuto modo di conoscere. b) Ribadito che se le relazioni PERSONALI ( tra Francesca e Salvo, tra Lori e Salvo, Rosella e Salvo, Laura e Salvo, Rosa e Salvo ecc. ecc ) hanno tutte una storia a sé, ma soprattutto hanno una storia imprevedibile, comprenderà bene che in una VETRINA VIRTUALE il linguaggio andrebbe uniformato (quindi lavorando a smussare le asimmetrie) per non escludere i nuovi arrivati che se si ritrovassero in un contesto dove già esistono canali privilegiati di confidenzialità, non sarebbero incoraggiati ad esprimere i propri sentimenti. Lucia ne è la conferma. # Di Mery non ho più notizie. Il collega della sua città cui l’avevo indirizzata mi ha confermato di averla incontrata e stava per iniziare le terapie. Non mi meraviglierei del suo silenzio. Ci sono giorni di cieca esaltazione (meccanismo di difesa fisiologico), ma poi occorre fare i conti con i giorni in cui “la verità viene digerita”. E non tutte hanno un marito MARINAIO….come FRANCESCO….che ha tanta fiducia nelle balene !
Ma sì diciamole tutte allora perché ci sono verità ciniche e strategiche che mi ero tenuto per me perché avrei voluto esprimerle a dosi omeopatiche. Francesca scrive >>quando arriva Superman e ti salva mica gli dici "Grazie Superman che mi ha salvato e non solo dal tumore ma anche dalla paura delle paure.>> 1) Il mio nome di battesimo è Salvatore ma io preferisco sin da piccolo il diminuitivo Salvo, tant'è che se qualcuno mi chiamasse Salvatore non mi girerei neanche pensando che si stia rivolgendo ad altra persona. Salvo C.(omplicazioni !) poi è perfetto ! Superman, Salvatore ?? Ma quando mai! Ben venga il Lei allora se si riesce a non farsi scambiare per un Superman. Io sono già sufficientemente blasfemo quando tutti i giorni ai mie pazienti spiego che ...sino a S.Gennaro ci arriviamo...ma con tutta la buona volontà... a studiare da Padre Eterno non ce la possiamo fare. Riporre in noi una fiducia esagerata allontana da una realtà che è in continua evoluzione. E questa è una opzione pericolosissima. Pertanto se il Lei aiuta TUTTI a mantenere i piedi per terra ben venga. 2) L'altro rischio in un gruppo di Auto Aiuto è che si materializzi la figura di un "guru" (tutti i guru danno del TU) all'interno di una comunità, anche se virtuale, che attenta all'autonomia del gruppo stesso. Persino in questo sito in altra discussione uno psicologo aveva mostrato le sue riserve sui gruppi di AA proprio per questa ragione.
Ciao a tutti sono Donatella Dopo una bella lunga assenza in cui ho letto sempre i vostri messaggi, finalmente riesco a scrivere....la seconda che mio è stata devastante...flebite e trombi nelle vene, oltre a febbre per quasi tutto il periodo natalizio. Mi hanno finalmente inserito il picc e ho iniziato la prevenzione con Emend, e ieri ho fatto la terza che mio...e miracolo (mentale o reale) oggi sono relativamente pimpante, niente stanchezza invalidante, sono un poco debole, ma sono stata seduta nel letto e nel divano tra coccole di marito e figli (sono contraria ai cani in appartamento dopo averne avuti due). Ho letto per caso il messaggio che l'utente 52369 nel dicembre 2007 scriveva circa 12 lesioni al cervello della moglie dopo tumore al seno, ed inserendo i parametri dell'esame istologico era molto simile al mio...una lacrimuccia è scesa...ed un poco di preoccupazione è tornata...so che ognuno di noi ha un destino diverso da quello di un'altro e che le varianti di reazione al tumore sono infinite, ma l'immedesimarmi in quella situazione penso sia stata normale... Scusate lo sfogo