Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

Si prospetta una settimana impegnativa, mi sa che siamo di tac io, te, Ninni e Sissi.... io ho paura, non sono paralizzata dalla paura perché sto facendo le cose di sempre, però mi sento nervosa! Controlli, attese, situazioni dubbie, mi sono rotta le scatole!

io festeggio perché ho stappato l'orecchio!

Paffi:
Federica, carissima, è un pensiero che molte di noi hanno espresso. È l'angoscia più grande quando si hanno figli e si scopre la possibilità di doverli lasciare per colpa del k. Ma è uno dei momenti di elaborazione che dobbiamo attraversare. Uno di quei momenti, in cui ci fissiamo su pensieri negativi e catastrofici perché vorremmo che, gridando, qualcuno ci risvegliasse dall'incubo. In realtà, noi non siamo dentro un incubo, stiamo attraversando una fase della vita, dura, difficile, ma che si può superare. Le persone intorno a te pensano di poter vivere illimitatamente. Tu sai di avere un tempo limitato. La differenza tra i primi e te è che loro sono degli illusi, tu sei consapevole. Dopodiché chi morirà prima non lo sai ne tu ne loro. La malattia ti ha messo sull'orlo dell'abisso e ti ha fatto guardare dentro. L'hai fatto, adesso puoi allontanarti e pensare alla vita che hai, che potrebbe essere lunghissima, ben oltre quello che ti aspetti. Vuoi diventare una vecchia inebetita dalla paura, inacidita dal rancore e dal rimpianto? Non credo, allora armati di fiducia e speranza, hai tutte le ragioni per farlo, e goditi i tuoi bimbi, ma soprattutto goditi la tua vita.
Ti abbraccio