Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

Mary74
Mary74

Io ci sono

MARINA
MARINA

Io ci sono

Angel1983
Angel1983
Lori Fiduciaria
E, ovviamente, andrà tutto bene!
salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Mavasi:
Io ci sono!

Nussi:
Io ci sono!

DarkElena:
Buonanotte a tutte, buonanotte dottore, a domani!

mar:
Buonanotte dottore
Buonanotte ragazze

Fiduciaria elisa:
Io co sono... ora mi leggo gli arretrati di ieri e oggi.
Dott Salvo interessante ciò che ha scritto ieri , avevo appena rispolverato Pennebaker per un esame.sui linguaggi espressivi e le potenzialità terapeutiche
Notte

Creamy:
Buona notte cara, vedrai che si risolverà!

Juventina:
Si che è di competenza dell'INPS.Solo che è tutto ancora bloccato x il covid. Riprova a sollecitare tra qualche giorno...

Angel1983:
E, ovviamente, andrà tutto bene!

Angel1983:
Io ci sono

Lori Fiduciaria:
Grazie Ragazze ci stiamo tutte a costo di assembramento punibile da Conte e C.

DarkElena:
Buonanotte a tutte, buonanotte dottore, a domani!

mar:
Buonanotte dottore
Buonanotte ragazze

Creamy:
Buona notte cara, vedrai che si risolverà!

Mary74:
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Già arrivato il caldo e cominciamo a porci tante domande.

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Coronavirus: gli impianti di climatizzazione

È sempre più vivace il dibattito sul ruolo degli impianti di climatizzazione nella diffusione della COVID-19. Purtroppo, però, gli esperti di climatizzazione non sono generalmente ascoltati.

Innanzitutto va detto che c'è una profonda differenza tra il condizionatore domestico, conosciuto anche comesplit, che è quello che si acquista in un negozio di elettrodomestici, e l'impianto di condizionamento, che oltre a riscaldare e raffrescare l'aria immette in ambiente aria esterna filtrata. Questa differenza è molto importante quando si parla di impianti e COVID-19.

Importanza dell'immissione di aria esterna

L'importanza dell'immissione di aria esterna negli ambienti chiusi per contrastare malattie trasmissibili per via aerea, come la tubercolosi, è nota fin dal 1850. Attorno al 1960 sono stati proposti modelli probabilistici per valutare il rischio di infezione, che dipende dalla contagiosità del virus. Del SARS-CoV2 non si sa ancora nulla di certo. E' invece certo che in ogni caso, a prescindere dal virus, maggiore è la quantità di aria esterna immessa negli ambienti chiusi, più la concentrazione di virus in aria diminuisce e con essa il rischio di contagio. In generale, l'aria esterna contribuisce al miglioramento della qualità dell'aria interna, quindi è una prassi comune immetterla in ambiente: le nuove norme lo prescrivono anche per gli ambienti residenziali. In condizioni normali, la quantità di aria esterna immessa deve rispettare le norme per ridurre il consumo energetico, vincolo che nella situazione attuale passa in secondo ordine.

Si potrebbe pensare che per immettere aria esterna basti aprire le finestre: ciò non è sufficiente perché la quantità di aria così immessa non è controllabile, in quanto dipende dalla differenza di temperatura tra interno ed esterno secondo leggi fisiche, e non se ne garantisce una uniforme distribuzione, quindi possono rimanere in ambiente zone di aria stagnante. Bisogna quindi usare impianti ben progettati.

L'importanza di una corretta progettazione dell'impianto
La corretta progettazione di un impianto in generale prevede:

– immissione della quantità di aria esterna secondo norma, con la possibilità di aumentarla se necessario;

– valutazione delle prestazioni richieste ai filtri in funzione della qualità dell'aria esterna e di quella interna desiderata, secondo norma;

– valutazione delle condizioni di temperatura e umidità volute all'interno e definizioni dei sistemi di controllo per mantenerle nel tempo;

– studio dei flussi dell'aria e, dove possibile, delle postazioni per limitare al massimo la velocità dell'aria nella zona occupata dalle persone così da ridurre al minimo la possibilità di trasporto di eventuale droplet in caso di contagio.

Nelle abitazioni si può usare senza problema un impianto esistente senza immissione di aria esterna se non vi è alcun contagiato.

Impianti con immissione di aria esterna
In estrema sintesi, tralasciando quelli ospedalieri, gli impianti utilizzati in Italia sono di due tipi:

Impianti a tutta aria monozona


Sono utilizzati in caso di unico locale da climatizzare, come nei supermercati, nei cinema e negli aeroporti. Generalmente lavorano con una miscela di aria ambiente e aria esterna, ma in condizioni di emergenza si può chiudere il ricircolo e diluire al massimo l'eventuale concentrazione di virus nel locale.

Impianti ad aria primaria



Impianti ad aria primaria
Sono utilizzati negli uffici e se di piccola taglia sono detti anche con ventilazione meccanica controllata o VMC. Comprendono un sistema di trattamento per l'immissione di aria esterna e terminali in ambiente, che possono essere condizionatori (attraversati direttamente dal refrigerante) o fan coil (attraversati da acqua cada o fredda prodotta da una pompa di calore).

La velocità dell'aria è molto bassa dove soggiornano le persone e aumenta solamente nelle immediate vicinanze dei terminali: anche in questo caso l'eventuale sollevamento di droplet è marginale e limitato nello spazio accanto ai terminali.
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Grande confusione ha creato la barzelletta, così la definiremmo se le conseguenze non fossero tragiche, dell'assessore alla Sanità della Lombardia , nel commentare l'RT della giornata.



Una barzelletta che potrebbe spingere ad abbassare la guardia .



Coronavirus: perché nella trasmissione dell'infezione uno non vale uno

. Non tutti siamo uguali nella capacità di trasmettere il virus. È questo il motivo per cui, di fronte all'arretramento progressivo dei contagi, è ancora più importante non abbassare la guardia.

Quando si parla di come – e quanto – il nuovo coronavirus si diffonde all'interno della popolazione, sentiamo sempre nominare l'ormai famoso concetto di R0, che ci dice il numero di persone che, in media, vengono infettate da un malato.



Prima del lockdown, questo numero per SARS-CoV-2 è stato calcolato essere fra 2,5 e 3; il senso delle misure di restrizione adottate è stato proprio quello di ridurlo per farlo diventare minore di 1, valore sotto il quale l'epidemia, progressivamente, si riduce fino a spegnersi. Se, però, andiamo a vedere come si comporta il virus nella vita reale, si può ipotizzare che ci siano alcuni individui che ne infettano molti e altri che, invece, non diffondono la malattia o comunque lo fanno in minor misura. Questo è un fattore importante, ancora poco conosciuto per SARS-CoV-2, che soprattutto in questa fase di riapertura deve essere strettamente monitorato.

K, il fattore di dispersione



Questo è il motivo per cui, a fianco di R0, si utilizza anche un altro parametro per descrivere la diffusione del contagio, detto "fattore di dispersione k".
Questo descrive se e quanto il contagio si concentri intorno a un limitato gruppo di persone. In altre parole, ci dice quanto è alto il rischio che pochi individui ne infettino molti. Minore è il valore di k, maggiore è il rischio che poche persone ne contagino tante. Per esempio, per altri coronavirus cugini di SARS-CoV-2 (i virus della SARS e della MERS), questo fattore era molto basso, perché il ruolo della grande diffusione del virus da parte di pochi era consistente. Si parla, infatti, di "super-spreader" o super diffusori dell'infezione: sono persone che possono trasmettere il virus più velocemente e a più soggetti rispetto ad altri.

Il valore di k per SARS-Cov-2 non si conosce ancora con precisione: in alcuni casi si è stimato essere un pochino più alto di SARS e MERS, in altri meno. In ogni caso questo virus, al pari dei suoi cugini, sembra riconoscere un importante ruolo dei super-diffusori di malattia e della trasmissione a molti da parte di pochi. Usando la spesso abusata metafora dell'incendio, potremmo dire che un numero limitato di scintille ha la capacità di riaccendere ampi focolai.

Ecco perchè occorre non abbassare la guardia neanche nelle regioni ritenute a basso rischio



Alcuni esempi di super-diffusione

Di questa tipologia di diffusione di Sars-CoV-2 abbiamo diversi esempi.
Nello Stato di Washington, negli Stati Uniti, il 10 marzo sessantuno persone si sono ritrovate per cantare in un coro, condividendo uno spazio chiuso per due ore e mezza. Uno di essi era infetto e nella settimana seguente sono stati cinquantatré i membri del gruppo che si sono ammalati, dei quali tre hanno avuto necessità di cure ospedaliere e due sono morti.
Un altro esempio è quello di sessantacinque persone contagiate dopo una lezione di Zumba in Corea del Sud.

Situazioni simili sono state descritte in altri ambienti, come asili, chiese, ristoranti, ospedali o carceri. Tutti esempi di come il virus si possa diffondere a molte persone strettamente connesse fra loro.

Ecco perchè una movida può trasformarsi in una, ho coniato io il termine, in una


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Se questa tipologia di diffusione venisse confermata e fosse quella prevalente, potrebbe spiegare il motivo per cui il virus ci abbia messo del tempo a diffondersi nel mondo dopo l'inizio dell'epidemia a Wuhan. Probabilmente, infatti, alcuni casi che si sono manifestati molto presto (come quelli in Francia della fine di dicembre 2019 poi riportati a inizio di maggio) non sono riusciti a propagarsi.

Una questione ancora aperta
Il motivo per cui il nuovo coronavirus prediliga questa modalità di diffusione non si conosce ancora. Probabilmente, alla base, ci sono molti fattori. Uno, per esempio, potrebbe riguardare le sue modalità di trasmissione. Sappiamo bene che, nella maggior parte dei casi, questo virus si trasmetta attraverso i cosiddetti "droplet", ossia le goccioline di saliva di media grandezza che vengono emesse dalle persone, per esempio parlando o starnutendo. Queste goccioline, essendo più grandi, tendono a cadere entro un metro di distanza. È stata descritta, però, anche la trasmissione per via aerea attraverso goccioline di saliva che sono molto più piccole e che possono, quindi, rimanere sospese nell'aria per più tempo: una modalità che si verifica prevalentemente in luoghi chiusi e maggiormente affollati, che potrebbe in parte spiegare perché alcuni individui ne possono infettare molti altri. Il fenomeno della super-diffusione, infatti, avviene maggiormente nei luoghi chiusi. Ma potrebbero anche entrare in gioco alcune caratteristiche individuali: si è visto che alcune persone diffondo il virus più a lungo di altre, forse per le differenze nella risposta immunitaria di ognuno. Oppure ci sono individui con un maggior numero di contatti sociali (pensiamo per esempio a un medico o un infermiere, che visitano molti pazienti, ma non solo) o sono meno attenti a lavarsi frequentemente le mani.

Capire le modalità di diffusione di un virus è fondamentale. Innanzitutto i Paesi che si avvicinano alla vittoria contro questo nemico devono considerare la possibilità della super-diffusione, perché altrimenti il rischio che si perda tutto quello che si è guadagnato attraverso pesanti sacrifici è alto. Tenere a mente questo fenomeno e cercare di capire quali sono i luoghi in cui la super-diffusione del virus potrebbe avvenire permetterebbe di prevenire questo evento, con provvedimenti mirati ed evitando di chiudere intere aree delle città. Per questo è cruciale il sistema di isolamento dei casi e tracciamento dei contatti. In altre parole, i casi devono essere individuati come anche tutte le persone con le quali sono entrati in contatto. Solo così i contagi potranno essere mappati e potrà avvenire la totale comprensione delle modalità di diffusione di questo virus, che concorrerà a permettere il controllo dell'infezione e, quindi, il miglioramento delle nostre vite.

Siamo riusciti a limitare e a far regredire un incendio che ha già fatto danni enormi. L'abbiamo fatto a prezzo di immensi sacrifici da ogni punto di vista.
Ognuno di noi potrà essere una scintilla in questa ripartenza. Conoscere queste cose ci aiuta a non abbassare la guardia.

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salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo

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Imperterrito vado avanti con la filosofia del PRUDENTE OTTIMISTA sepre cinico e pessimista sulla diagnosi ed ottimista sulla prognosi.

Ottimista perchè gli italiani hanno dimostrato un senso di responsabilità superiore alle mie aspettative, ma purtroppo a causa di una comunicazione schizofrenica e alternativa , il rischio di un ritorno alla fase 1 non è del tutto scongiurato.

Il mio compito resta veramente antipatico perchè la conseguenza per me è prevedibile

La nostra salute invece non può essere affidata alla fortuna o alla sfortuna, ma solo a dati oggettivi. Ad esempio in Svezia la mortalità è rimasta relativamente bassa pur in assenza di norme restrittive che sono state affidate esclusivamente al senso di reponsabilità dei singoli cittadini.

In Italia invece seguiamo l'onda delle emozioni : restate a casa e tutti abbiamo rispettato le raccomandazioni. Potete uscire e ci siamo riverati per le strade come se nulla fosse accaduto.

Ieri nella comunicazione è arrivato un segnale altrettanto pericoloso perchè c'è stato un comprensibile grido di sollievo con la notizia da Nord a Sud



Che vuole dire ? Che tutto sia stato gettato alle spalle ?



1) La banalizzazione della realtà è impressionante. I dati singoli valgono molto relativamente e non sono interpretabili se riferiti ad una sola giornata

2) In ogni caso mostra una chiara inversione di tendenza che autorizza a diverse e finalmente più fondate ragioni di ottimismo

a) si spera che il sacrificio di decine di migliaia di cittadini serva alle organizzazoni politiche e sanitarie per non farsi più trovare impreparate in caso di riaccensioni di nuovi focolai

b) c'è qualche evidenza, ma ancora nessuna certezza, che le code della malattia che durano settimane e settimane, abbiano assunto ormai una dismissione non particolarmente attiva.
Speranza
Speranza
IO CI SONO

BUONGIORNO BLOG E DOC

CAFFÈ caldo, fumante per voi tutti
Speranza
Speranza
salvocatania:
Impianti a tutta aria monozona

Sono utilizzati in caso di unico locale da climatizzare, come nei supermercati, nei cinema e negli aeroporti. Generalmente lavorano con una miscela di aria ambiente e aria esterna, ma in condizioni di emergenza si può chiudere il ricircolo e diluire al massimo l'eventuale concentrazione di virus nel locale.

Impianti ad aria primaria

Impianti ad aria primaria
Sono utilizzati negli uffici e se di piccola taglia sono detti anche con ventilazione meccanica controllata o VMC. Comprendono un sistema di trattamento per l'immissione di aria esterna e terminali in ambiente, che possono essere condizionatori (attraversati direttamente dal refrigerante) o fan coil (attraversati da acqua cada o fredda prodotta da una pompa di calore).
La velocità dell'aria è molto bassa dove soggiornano le persone e aumenta solamente nelle immediate vicinanze dei terminali: anche in questo caso l'eventuale sollevamento di droplet è marginale e limitato nello spazio accanto ai terminali.

Doc, tutto chiaro fino agli impianti a monozona che sfruttano aria esterna e possono limitare il ricircolo dell'aria, dannoso per la diffusione del virus, ma non ho capito quelli ad azione primaria. Non sfruttano anche quelli aria esterna?
Speranza
Speranza
salvocatania:
Questo è il motivo per cui, a fianco di R0, si utilizza anche un altro parametro per descrivere la diffusione del contagio, detto "fattore di dispersione k".
Questo descrive se e quanto il contagio si concentri intorno a un limitato gruppo di persone. In altre parole, ci dice quanto è alto il rischio che pochi individui ne infettino molti. Minore è il valore di k, maggiore è il rischio che poche persone ne contagino tante. Per esempio, per altri coronavirus cugini di SARS-CoV-2 (i virus della SARS e della MERS), questo fattore era molto basso, perché il ruolo della grande diffusione del virus da parte di pochi era consistente. Si parla, infatti, di "super-spreader" o super diffusori dell'infezione: sono persone che possono trasmettere il virus più velocemente e a più soggetti rispetto ad altri.

Il valore di k per SARS-Cov-2 non si conosce ancora con precisione: in alcuni casi si è stimato essere un pochino più alto di SARS e MERS, in altri meno. In ogni caso questo virus, al pari dei suoi cugini, sembra riconoscere un importante ruolo dei super-diffusori di malattia e della trasmissione a molti da parte di pochi. Usando la spesso abusata metafora dell'incendio, potremmo dire che un numero limitato di scintille ha la capacità di riaccendere ampi focolai.

Ecco perchè occorre non abbassare la guardia neanche nelle regioni ritenute a basso rischio

Grazie per questo approfondimento sul fattore di dispersione k
salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo


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salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Speranza:
Doc, tutto chiaro fino agli impianti a monozona che sfruttano aria esterna e possono limitare il ricircolo dell'aria, dannoso per la diffusione del virus, ma non ho capito quelli ad azione primaria. Non sfruttano anche quelli aria esterna?



Io ho riportato quanto trovato in diversi studi fatti sulla Sars soprattutto e la relativa correlazione con l'uso dei condizionatori. Quale sia il meccanismo di questi del convogliamento dell'aria se esprimessi una opinione rischierei di dire stupidaggini.
Ho fatto la segnalazione perchè avviandoci all'estate , anzi ci siamo già, ne sentiremo parlare in continuazione.
Se qui qualcuno fosse esperto sarà benvenuto con i suoi contributi.
Speranza
Speranza
salvocatania
Bellissima la citazione di Pessoa. È quello che lei ci spinge a fare tutti i giorni
salvocatania
salvocataniaMedico Chirurgo
Speranza:
Bellissima la citazione di Pessoa. È quello che lei ci spinge a fare tutti i giorni


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E' un vero peccato che non si riesca a far comprendere a tutti quanto questa pratica
quotidiana di allenamento a


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sia di aiuto per affrontare tutti gli altri problemi della giornata anche perchè
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Ex utente
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IO CI SONO

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