Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Questo si che è coraggio! lei più volte mi ha scritto che sono coraggiosa in realtà io mi sento fragilissima , ho paura anche dell'aria che respiro e per farla ridere , non virtualmente, sono l'unica che in oncologia porta la mascherina dalla paura di prendere il raffreddore e l'ho fatta mettere anche all'oncologa ai primi cenni di starnuto! cerco di guardare fuori ma poi quando mi guardo dentro vedo solo il mostro che ho e lo sento come il padrone. ieri sera ho toccato, mi sembrava più grosso e oggi l'oncologa per farmi star tranquilla mi rimisurerà. non sono più la stessa persona e non sarò mai più la stessa, non sono nemmeno così certa di diventare più forte come molte scrivono. tutte le donne che stanno scrivendo sono più coraggiose e forti di me per questo che è importante essere in comunicazione perchè un pò di forza me la stanno trasmettendo in questo blog che abbiamo fatto diventare forse una cosa diversa da quella pensata da lei. francesca
Cara Francesca, sono Catia..non dire così,lo sei eccome coraggiosa! stai facendo la chemio, hai due bimbi, stai affrntando con dignità e grinta il treno che ti ha investito e stai condividendo con noi tutte le tue emozioni e paure!se nn è coraggio questo..e poi avere coraggio non vuol dire non avere mai paura, quella sarebbe incoscenza.. Io credo che da quando il mio senologo mi fece la prima visita con l'eco e mi disse che c'èra da fare l'ago aspirato e tutto il resto, non ho più avuto il coraggio di toccarmi, e l'unica volta che lo feci mi sembrò fosse triplicato!!!invece poi all'eco successiva era aumentato di pochi millimetri..tutt'ora evito di farlo. L'altro giorno ho dovuto fare una risonanza di controllo e avevo una fifa bestiale perchè erano un paio di settimane che sentivo uno strano fastidio al seno, quello non operato, e ricordavo che anche l'altra volta era stata una sensazione simile all'inizio..oltretutto non ho potuto dirlo con nessuno perchè sia mio marito che i miei cari sono terrorizzati..però fortunatamente è andato tutto bene! Credimi è giusto e umano avere pauraquando si è toccati così nell'intimo, non siamo mica wonder woman( anche se a volte mio figlio crede di si :-) ;-) ) Dai forza che sei bravissima!un mega abbraccio virtuale.
Cara francesca, ma tu pensi che la ragazza di cui parla il Dott. Catania non si sia mai sentita come te?.Non oso pensare quale possa essere stata la sua reazione quando le sono state diagnosticate le metastasi alla colonna vertebrale.Sicuramente si sarà disperata,avrà pensato di avere poca vita da vivere,e invece è ancora quì,e da quello che ho capito conduce una vita soddisfacente,piena,e desidera un bambino, CHE BELLO!!!!. Semplicemente lei ha scelto di vivere pienamente ogni giorno, al massimo,facendo anche progetti per il futuro.Se si realizzeranno o no non importa, intanto sogna, spera,VIVE LA SUA VITA, non permette alla sua malattia di viverla al posto suo.E' normale avere momenti di sconforto,è più che normale avere tanta paura, ma il dott. Catania ha ragione, tu sei molto coraggiosa, nonostante quello che stai passando non ti sei chiusa in te stessa, ma ti stai aggrappando a tutto per andare avanti, a lui alla tua splendida famiglia a noi amiche virtuali.....Forza Francy,andiamo avanti tutti insieme,e se ti senti triste e hai voglia di sfogarti sai dove trovarci. Aspetto tue notizie, un abbraccio Chiara.
Francesca, parleremo presto del coraggio che secondo me ha "scarsissima" (si fa per dire) importanza e ho poco da aggiungere a quanto hanno scritto Chiara e Catia. Questa non è una guerra è la vita! E' accaduto tutto da appena un mese (scoperta del tumore, parto anticipato, chemioterapia, i fantasmi della morte della mamma per la stessa malattia). Dice di essere cambiata : lo credo bene! Ma questo è un cambiamento dolorosissimo, non quello vero, quello dell'accettazione che è lungo, è quello dello STUPORE, annichilimento. Quello vero arriverà dopo quando un mattino si sarà alzata e si chiederà come RIPROGETTARE l'ESISTENZA. Non serve paragonare il proprio coraggio a quello delle altre perchè le altre si trovano già in fasi successive e diverse rispetto alla sua. Infatti empaticamente Chiara scrive "ma tu pensi che la ragazza di cui parla il Dott. Catania non si sia mai sentita come te?", perchè sa bene, avendoli provati sulla sua pelle, che i sentimenti riferiti alle varie fasi sono comuni a tutte. Il coraggio ed il cambiamento vero quello positivo arriveranno dopo l'ACCETTAZIONE di poter morire. Non è normale "accettare" questa eventualità in un mese. Ora c'è la paura fisiologica di morire, più avanti verrà fisiologicamente, come accade anche agli animali che si trovano in situazioni estreme, il CORAGGIO DI VIVERE ! Non si vergogni della sua fragilità: mi preoccuperei del contrario. La esprima qui forte e chiara, ma il solo fatto che sia presente già qui, che cerchi aiuto in anonimi che saranno sempre meno anonimi con il vantaggio che nessuno avrebbe interesse a regalarle sorrisini ipocriti di commiserazione (ecco il vantaggio dell'empatia virtuale) per pura pietà, il solo fatto di essere qui in cerca di aiuto vuol dire che siamo sul percorso giusto.
@Salvo: qualche tempo fa anche io pensavo che il "virtuale" non fosse una dimensione compatibile con l'empatia. E' già da un pò che questa mia idea vacilla. E leggere le storie che si susseguono sul monitor del mio computer mi fa sentire delle emozioni; non so se si possa parlare di empatia, ma sicuramente di emozioni sì. Compatibilmente con i miei impegni di lavoro sarà un piacere esserci a Milano. A Sonia, Catia, Nadia, Francesca, Rosa ed a tutte le altre persone che stanno intrecciando le loro storie su questo blog: vi leggo con rispetto. Gianluca Calì
Di questo incontro ne ho parlato oggi con Ada Burrone che si è mostrata entusiasta di accogliere nella sede di attivecomeprima a Milano questo "esperimento" nato virtualmente. Per noi marzo ed aprile sono due mesi strapieni di Corsi, Master ecc. Appena avremo un attimo di respiro cercheremo di identificare una data. Novembre potrebbe essere il mese giusto.
Un tema molto importante sfiorato in questa discussione : la famiglia . In questi giorni mi ha scritto Francesca che fa bene a scrivermi, da me incoraggiata, riguardo alle sue paure sulla malattia. Non è facile convivere con un ospite indesiderato che si può toccare con le mani e con la tentazione quasi ossessiva di misuralo tutti i giorni per verificare l’efficacia della terapia. Francesca mi scrive perché non vuole giustamente parlare del suo “caso clinico” qui e si fa scrupolo di non andare fuori tema. Francesca tocca il suo ospite e non può certo chiedere rassicurazioni in famiglia o aspettare la prossima visita oncologica. Lo chiede a me e lo scrivo per sottolineare , a Gianluca in particolare, quante potenzialità possieda lo strumento virtuale di supporto in tempo reale. Contemporaneamente mi scrive Maria ( in realtà ha un altro nome e che ci legge), una ragazza che ho operato a febbraio, di 29 anni, con un tumore meno aggressivo di quello di Francesca e presenta una situazione clinica meno complicata e comunque già delineata, mentre quella di Francesca è ancora tutta da definire. Confrontando questi due “casi” tuttavia non ho potuto fare a meno di osservare tra me e me “ come è fortunata Francesca ! Come è sfortunata Maria !” Francesca ha intorno a sé una intera famiglia, il marito in prima linea, Maria non ha nessuno perché vive da sola a Milano, ha poche amiche e come è accaduto a Rosa, il marito alla scoperta del tumore si è squagliato…è sparito ! Ho cercato di coinvolgerla in questa discussione ma ha dichiarato che continua a leggerci, ne trae tanto coraggio, ma non intende intervenire. Questa situazione è più frequente di quanto non si creda. Ho scritto più di un volume su questo tema e accanto a situazioni “normali”, molte altre donne nei loro compitini assegnati delineano stereotipi inquietanti di mariti, fidanzati e compagni. C’è chi ha scritto interi capitoli su “ come sopravvivere ad un marito quando si ha un cancro” Diversi sono gli stereotipi descritti, oltre a quelli “normali” . Il più comune è il marito fantasma . “pensavate di averlo da parecchi anni, ma quando scoprite di avere un cancro vi girate e .. pooff..sparito !” La paura e il dolore non sempre annichiliscono per fortuna anche l’ironia. Bellissimo (si fa per dire..) il marito “farfallone o butterfly man “ riconoscibile perché vola di fiore in fiore . ” Dovrebbe restare posato su un fiorellino solo, almeno in una occasione come questa. Invece non perde occasione per soffermarsi su infermiere, dottoresse, tecniche di laboratorio, ausiliarie, parenti di altre ammalate, dietiste, gastroenterologhe e persino sulle ausiliarie del parcheggio dell’ospedale” E le donne spesso sono pronte persino a giustificarlo. “ E’ sempre gentile con tutte e mi accompagna sempre.” Noi spesso ci imbattiamo in questi personaggi, sempre accanto alla moglie, e poi scopriamo talvolta che sono innamorati più di sé stessi e che non perdono una occasione così propizia per diventare i protagonisti del dramma presentandosi in ogni occasione come “marito di donna con un cancro”. Essere mariti di donna con un cancro non è una malattia seria come la vostra ma talvolta sarà sufficiente per sottrarvi comunque il ruolo principale (^__^). I narcisi solitamente simpatici ed intelligenti e piacioni non riescono a non far parlare di sé, attraverso la vostra malattia e quindi sono sempre lì a raccontare di quanto vi sono vicini, di quanto sono preoccupati per voi. Maria, forse non è il caso di piangere……..
Carissimo Dott. Catania, sono letteralmente senza parole.....Come si fa ad abbandonare una persona nel momento del bisogno? La paura è comprensibile, normale, ma questi uomini come fanno a guardarsi allo specchio? non hanno la minima idea di cosa significhi AMARE.......? MA IO MI CHIEDO: PENSANO DI ESSERE IMMUNI ALLE MALATTIE?CREDONO DI ESSERE IMMORTALI? IN PARTICOLAR MODO: GRADIREBBERO LO STESSO TRATTAMENTO RISERVATO ALLE LORO COMPAGNE? Scusi lo sfogo, ma sentire certe cose mi fa ribollire il sangue. Un grande abbraccio a Maria. Chiara.
conosco bene questi tipi , fortunatamente non sono tutti così. potrei raccontare brevemente la mia saga familiare visto che ormai siamo in confidenza: nonna morta a 56 anni cancro all'utero, il marito un grande uomo che pochi anni dopo ha visto morire la figlia, mia zia 36 anni cancro all'ovaio, ha lasciato due bambine, lei si sfortunata all'ennesima potenza perchè il marito non solo non l'ha aiutata, non l'ha amata ma ha anche abbandonato le bimbe che sono rimaste con mio nonno e mia mamma. quindi non solo questi tipi lasciano le mogli ma a volte mollano pure i figli. cosa terribile se si pensa a come questa donna è morta senza nemmeno il conforto di sapere che le bimbe erano con il loro papà e anzi sarebbero state abbandonate per la seconda volta. mia mamma si è ammalata a 50 anni aveva me di 10 e mio fratello di 3, mio padre le è stato sempre accanto e l'ha amata veramente , sono stati 20 anni di lotta, però il loro esempio, il loro amore rimane nel nostro cuore. quindi non sono tutti così , FORZA MARIA , sei giovane, forte , da quel che capisco la tua situazione è "tranquilla", quel che è importante è vivere e poi l'uomo giusto arriverà. sarebbe bello sentire anche la tua voce. è molto facile attraverso il computer e ci si sente molto più libere, pensa che io i primi tempi non riuscivo ad articolarla , mi usciva rotta, provavo a cantare canzoncine o recitare filastrocche, ma poi piangevo, provavo a parlare di quello che mi stava accadendo ma le parole non uscivano, poi forse il tempo, forse il fatto di articolare scrivendo mi ha aiutata. caro Salvo diciamo così, non mi chiami fortunata fino anche non avrò la certezza di vivere, diciamo che ho molti punti di forza, la famiglia, il marito, le amiche e questo momento , importantissimo per me perchè gli altri ti sono vicini, ma non ti capiscono abbastanza, solo chi è passato attraverso o come lei ha l'esperienza ma anche la grandissima umanità di non essere solo medico, ma anche vicino, amico, padre , può capire. per questo ha ragione il dottor Calì , che sarebbe importante avere un sostegno psicologico anche attraverso internet, come sta succedendo qua. anche perchè tutti mi dicono di andare dallo psicologo, mia oncologa compresa, ma come si fa con tutti quegli esami, accertamenti terapia, ecc ecc, uno vorrebbe anche starsene un pò a casa con i propri figli che già stanno patendo il fatto di avere una mamma un pò fantasma. allora io mi tengo a galla così.. Francesca
Gia, purtroppo ho conosciuto anch'io storie di donne lasciate sole da mariti impauriti o troppo pieni di se..per fortuna io ho avuto la fortuna di avere accanto un marito splendido.. non so come avrei fatto senza di lui, e come farei tutt'ora. Certo che ci vuole coraggio per abbandonare una persona proprio nel momento del bisogno..beh ricordo che dopo l'operazione mi vergognavo a mostrarmi a mio marito,mi veniva da piangere, oltretutto io non ho fatto la ricostruzione immediata ma ho avuto per 9 mesi un espansore che regolarmente veniva gonfiato per dilatare i tessuti, tanto che alla fine era diventato molto più grosso del seno non operato e dovevo riempire le coppette dei reggiseni perchè non si vedesse la differenza. Poi cmq l'espansore non ha una forma di un seno normale è molto tondo e durissimo, perciò mi sentivo sempre molto a disagio, gia con me stessa figuriamoci con mio marito. Cercavo di minimizzare la cosa ma dentro di me c'era l'uragano..le cose sono molto migliorate dopo l'operazione di sostituzione con la protesi definitiva, anche se ancora dovrò fare altri interventi per ottimizzare i risultati..però mio marito mi ha sempre e comunque fatta sentire la donna più bella del mondo, per lui.All'inizio ciò mi irritava perchè pensavo lo facesse per "compassione", pensavo ad una reazione forzata, poi però mi sono rivista,davvero lui mi vede così! Credo che il fatto di poter perdermi lo abbia cambiato, come uomo e come marito..non che prima non fosse un buon marito, anzi, ma lo vedo migliorato, e poi ci amiamo molto molto più di prima. Comunque cara Francesca, anche io ho preferito non andare da uno psicologo, però se fosse ora cerdo che lo farei,serve molto potersi sfogare con qualcuno che poi ti possa anche consigliare..certo ho avuto le volontarie dell'associazione di cui faccio parte che mi hanno aiutato molto, però credo che una persona competente riesca a farti tirar fuori anche quello che magari non vorresti dire.un grande abbraccio a tutte voi.Catia
Francesca lo RISCRIVA E lo RICANTI FORTE E CHIARO..... >>è molto facile attraverso il computer e ci si sente molto più libere, pensa che io i primi tempi non riuscivo ad articolarla , mi usciva rotta, provavo a cantare canzoncine o recitare filastrocche, ma poi piangevo, provavo a parlare di quello che mi stava accadendo ma le parole non uscivano, poi forse il tempo, forse il fatto di articolare scrivendo mi ha aiutata. >> Vuole dire, Francesca, e lo RIDICA FORTE E CHIARO, che poichè >> ma come si fa con tutti quegli esami, accertamenti terapia, ecc ecc, uno vorrebbe anche starsene un pò a casa con i propri figli che già stanno patendo il fatto di avere una mamma un pò fantasma>> essendo impossibilitata a consultare uno psicologo avrebbe trovato un supporto psicologico tramite Internet ? ". è molto facile attraverso il computer e ci si sente molto più libere, pensa che io i primi tempi non riuscivo ad articolarla , mi usciva rotta, provavo a cantare canzoncine o recitare filastrocche, ma poi piangevo, provavo a parlare di quello che mi stava accadendo ma le parole non uscivano, poi forse il tempo, forse il fatto di articolare scrivendo mi ha aiutata." E pensare che in questo fine settimana ci ho fatto delle diapositive per un Master che presenterò il 26 marzo ed il 13 aprile a Milano. Ma ero rimasto ad una versione prudenziale, ora Lei mi incoraggia ad essere più esplicito. LO RIDICA FORTE E CHIARO E LO "RICANTI" SE VUOLE, perchè questo motiva anche noi, non dimenticando che questo servizio è gratuito e volontario e le motivazioni sono....TUTTO ! P.S. >>per questo ha ragione il dottor Calì , che sarebbe importante avere un sostegno psicologico anche attraverso internet> Altroche' !!!! Lo RICANTI FORTE E CHIARO per convincere anche qualche psicologo scettico. Noi siamo già convinti da tempo.
Scusi Catia ...scrivevamo insieme, ma c'è poco da commentare su quanto ha scritto e che condivido pienamente.
Maria, con tutto quello che ti è successo ti sembra il caso di piangere per un uomo ? Lo comprendo perchè sei molto giovane : quando li avrai conosciuti bene ti darai della stupida. Ora ti abbraccio e intervieni qui quando te la sentirai che ti farà solo bene. Un abbraccio. Mara (Monza)
Si! lo dico FORTE e CHIARO che quello che succede qui rappresenta un sostegno per le persone come me che si trovano in un momento di grandissima fragilita` e lei anche se non mi conosce lo sa piu` di tutti visto le e mail farneticanti che le mando perche` questo male non prende solo il corpo ma attanaglia anche la mente . Non sei piu` te stessa . e lo ribadisco forse e` piu` di qurllo che puo` fare uno psicologo perche` lui non c` e` passato, non sa. in piu' c' e' il fattore tempo come dicevo uno vorrebbe starsene a casa o fare una passeggiata con i bambini. inoltre e' importante la presenza di un oncologo che puo' fare chiarezza su tante paure e dubbi che saltano fuori e che uno non ha magari il tempo di affrontare con il suo oncologo. Questo e' quello che sto vivendo in questo momento. francesca