Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

Cronaca di un italiano all'estero per studio-lavoro.
Uno dei miei migliori amici (mia figlia lo chiama zio) fa il dottorando alla facoltà di architettura di Reggio Calabria. Tramite l'università ha avuto la possibilità di andare a lavorare per una ditta americana con sede a new York per sei mesi. Non essendo assunto, ma essendo una sorta di stage universitario, ha dovuto fare un permesso di tre mesi (quello turistico) per poi rientrare in Italia e ripartire nuovamente altri tre mesi. I tre mesi scadevano in questi giorni e lui aveva l'aereo di ritorno il 16 di marzo. Poi scoppia il corona virus. La situazione diventa pesante in Italia e cominciano a esserci i primi casi in America. Primi morti, la gente non capisce bene cosa fare, lui con le notizie dall'Italia se la fa sotto. Controlla il suo volo, risulta attivo ma non si possono prenotare altri posti e in alcuni giorni non si vede in elenco sul sito della compagnia. Paura. Pianto. Valigia e corre a lavoro per spiegare la situazione. Tutti comprensivi. Ragiona. Se prende il virus qua, rimane bloccato. Se torna a casa, magari lo prende lì ma è a casa... Se rimane scade il visto. Chiama l'ambasciata. Forse Possiamo rinnovare il permesso. Forse. Chiama la Farnesina :prendi il primo aereo e torna prima che puoi, tra un po' bloccano tutto, col cavolo che ti possiamo prolungare il permesso e ti scade pure l'assicurazione sanitaria!! Panico. Un altro collega ha prenotato un aereo, è quello meno costoso, prenota mentre va in aeroporto... Prende l'aereo: new york - Mosca, Mosca - Roma. Roma - Reggio Calabria in treno. Casa. Appena arrivato vede che il suo volo previsto per lunedì è stato cancellato! Per un pelo. Autoisolamento (anche se non veniva da una zona rossa ma comunque ha segnalato il suo ritorno alle autorità).
Casa e telelavoro. Abbiamo fatto una videochiamata fiume, non l'avevo mai visto così agitato!

Oggi ho ricevuto due brutte notizie. La mamma di una collega è morta per il Coronavirus, il marito di un'altra è in terapia intensiva. La sensazione, oltre al dispiacere per queste amiche, è di essere accerchiata. Io dovrei cominciare le terapie dopo il 15 aprile a due mesi dall'intervento. In quale fase dell'epidemia saremo? Mi chiedo se potrò fare le terapie. Se non le facessi sarebbe certamente un grosso rischio per la mia malattia. Ma se le faccio e mi becco il virus non credo che avrei molte chances. Quindi la scelta è: o cancro o polmonite. Non so dire cosa provo. Sono chiusa in casa con mio marito e mio figlio. Mi sento protetta, mi diverto perfino, stiamo in giardino, chiacchieriamo, facciamo giochi di società. Non lavoro e mi sono riappropriata del tempo, quello che mi mancava sempre fino a due mesi fa. Però questo è un tempo senza progetti, momentaneo. Dico a tutti quelli che sento: ANDRÀ TUTTO BENE. Ma non so cosa voglio dire. Io non ho certezze sul futuro, non individuali perlomeno. Spero solo che non resti solo mio figlio. Questa è la vera, enorme paura che mi tiene sveglia.

Oh...il marito della Queen ha 99 anni!
Sono scappati nel castello di Windsor
Sicuramente hanno un respiratore tutto per loro!
Speriamo davvero che l'Inghilterra prenda seri provvedimenti.