Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
>>Al di là di questa altisonante presentazione, lo ritengo molto importante ed utile per dimostrare quanto sia efficace lo strumento virtuale nella relazione ad integrazione della relazione virtuale.>> Corrige : >>Al di là di questa altisonante presentazione, lo ritengo molto importante ed utile per dimostrare quanto sia efficace lo strumento virtuale nella relazione ad integrazione della relazione REALE>>.
Verro' sicuramente e cerchero' di essere in gran forma. intanto anche io voglio sfatare il terrore della chemio l' ho fatta questo lunedi alla notte ero in piedi a dare da mangiare al nio bambino e oggi sono in forma. nessun effetto collaterale. solo stanchezza. ciao a tutti. francesca
Ciao Francesca e ciao a tutti io mi chiamo Rosa e in questi giorni sono riuscita a leggere tutti i tuoi contributi sul blog e a seguire il tuo percorso fino a qui. Ti ho immaginata in "attesa" e con le tante domande e timori per la creatura che portavi in grembo e per te, come donna, madre, moglie. Ti immagino ora con il tuoi due bambini e tuo marito cercare con forza e dignità attravesare la quotidianità, pur nella fatica e nel turbinio di ciò che vi "ha toccato". E mi commuove la tua autenticità, il tuo voler condividere con il dott. Catania e con altre "compagne di viaggio" che grazie a te si sono manifestate,tifano per te e hanno raccontato su questo blog la loro esperienza. Dicevo io mi chiamo Rosa, abito a Milano e sono stata operata di tumore con mastectomia a 35 anni. Da appena un anno mi ero dolorosamente separata da mio marito che prima era stato il mio fidanzato storico e, ancora immersa in quello che consideravo il grande fallimento della mia vita, non davo peso al dolore che provavo al seno da mesi. Quando ho scoperto che dovevano asportarmi un seno e ho conosciuto il dott. Catania gli ho subito chiesto: "dottore ma potrò ancora avere figli?" La sua risposta brusca ma determinata mi riportò con la testa e i piedi per terra : " non si è appena separata? voleva farlo ora un bambino? ora lasci suo marito e gli altri su un altro pianeta e pensi a sé!" Cominciò un percorso non semplice, dovevo bloccare il ciclo per diversi anni e a 35 anni mi sembrava di non aver realizzato nulla: non una famiglia, non la possibilità di avere dei figli. Passo dopo passo ho imparato a conoscere il "nemico" che mi abitava e a "farmelo amico" in qualche modo per camminarci accanto, per limitarlo e isolarlo, debellarlo se possibile. Mi sono "affidata" a chi mi sembrava come medico si prendesse cura della mia persona e non solo delle mie cellule (come mi disse il guru orso dott. Salvo), imparando a discernere tra quei medici oncologi, tra quelle amiche e donne che avevano attraversato una esperienza simile alla mia, che amplificavano le mie ansie, senza in realtà poter prenders cura di me. Capii, facendo tre visite in tre ospedali diversi prima di cominciare la chemio, che nessun medico, nessuno specialista più specialista di altri, aveva la risposta a tutte le mie domande, al perché, ai se, ai ma (non ho mai preso la pillola, non ho mai fumato, ho sempre avuto una alimentazione priva di eccessi)... capii che la vita, questa volta, aveva "toccato me" con questa esperienza e che potevo, dovevo decidere, se "lasciarmi andare" o "andare avanti" nonostante tutto. E comprendevo, qusto grazie tantissimo al dott. Catania, che sono "verità sconosciute" i tumori, ancora almeno in parte e che quindi potevo, dovevo imparare ad avere "cura di me", davvero cura di me, affidandomi alle cure mediche per ciò che riguardava la medicina, e imparando a "volermi bene, maggiormnete bene" per ciò che riguardava me. Avevo fino ad allora, portato in giro il mio corpo come una carcassa leggera, senza darglo troppo peso. Cerco di fare dei passi avanti per non tenere te Francesca e le altre compagne di viaggio troppo legate qui a leggere. Ecco dicevo che non era un momento semplice: a 35 anni mi sentivo fallita come donna e moglie e senza una prospettiva di famiglia. Ho fatto i miei passi, piccoli, cercando di accettare la mia strada, quella strada su cui ero io e solo io e cercando di cogliere ciò che di buono avevo. Ho conosciuto attivecomeprima e ho seguito solo qualche incontro. Ho cercato sempre di arginare le domande cui non c'era risposta ( perché a me? e se..? ) e di camminare,passo dopo passo, anche con fatica, ma con qualche colore bello che riconoscevo far parte della mia vita. Dopo qualche anno ho incontrato un uomo, Enrico, ed è stato un regalo, un regalo stupendo che la vita mi ha fatto. Una rinascita. L'amore tornava, come la vita dopo l'inverno e provavo una diversa bellezza, una gioia di vivere nuova. E il desiderio di famiglia si rifaceva strada. Enrico mi trovava bella anche senza un seno, anche un pò robusta per le cure. Dopo un anno che stavamo insieme e che avevamo deciso di sposarci a Enrico è stato trovato un tumore al fegato. E' partita una clessidra del tempo. Il tempo che potevamo avere ancora da vivere insieme. Non c'erano possibilità o cure. Ci dissero il tempo che avrebbe avuto davanti a sè...E la vita mi chiamava, ci chiamava in questo caso a fare i conti ancora con questo nemico, con cui io avevo famigliarizzato e che invece per lui era molto aggressivo. Tante cose avrei da raccontarvi ma ciò che volglio dirti Francesca è che per assurdo, la mia esperienza col tumore, mi è stata utile per stare accanto ad Enrico, per accompagnarlo dall'altra parte delle travesata. Sentivo che erano nati dei frutti , di consapevolezza, di forza, di esperienza, che mi permettevano di spronarlo quando non voleva alzarsi per andare a fare la chemio, che mi facevano essere allegra insieme a lui, nonostante tutto, perché insieme abbiamo trovato, provato, vissuto un amore. Un amore che non è durato tanto, ma l'AMORE della mia vita. E ho colto proprio che il tempo non è nelle mani di nessuno, il modo di vivere si. Enrico aveva il desiderio di lasciare un figlio, a me, ai suoi, al mondo. E io ero disposta, pur sapendo che lo avrei cresciuta senza il suo papà, ma l'oncologo dell'IEO che mi segue mi disse che non era una buona scelta la nostra. Io ero ancora sotto cura ormonale e interrromperla non sarebbe stato opportuno. Da donna malata ero diventata care giver. Enrico non c'è più e io,essendogli stata accanto fino all'ultimo, ho sentito ancor più una forza e una voglia di vivere. Io, se pur con le mie fatiche ci sono, lui no. Non so come dirti: provo e provavo una sorta di rispetto e di ringraziamento per la vita, che non è lineare, è piena di curve e di buche, però è un dono. E non sappiamo fino a quando ci è data. PEr questo è commovente pensare a te che scrivi di notte e allatti il tuo bambino. A te che cerchi con onestà e con gli strumenti che un bimbo piccolo può avere, di spiegare al tuo primo figlio, che ci si può ammalare, che è la vita, e che si affronta tutto insieme.come famiglia. Vi immagino una famiglia bella e allora Francesca io spero che ora tu troverai sempre più momenti e risorse per te , per momenti di bellezza tuoi e con tuo marito, con i tuoi figli. Io ora sai, ho una ragazzina in affido. Dopo che è mancato Enrico ho aspettato un pò e poi ho "sentito" che la mia maternità poteva essere questa, una strada altra. Sono mamma affidataria da quattro anni. Anche questo è un dono: della vita, di Enrico. Di una vita che non era come me la immaginavo o come desideravo quando ero una ragazza, ma che cerco di vivere pienamente come posso. Fino a che posso. L'anno scorso il tumore si è ripresentato, sulle ossa cervicali questa volta. Non ti nego che quest'ultima volta un pò di stanchezza e di rabbia mi ha preso: basta! cavolo ho detto! e prima io e poi Enrico e poi ancora io! Però, ora, dopo un anno di lotta come un bravo soldatino un pò sbiadito, sono ancora qui, con la voglia di andare avanti al meglio. Spero che le tue cure proseguano e terminino presto e spero di conoscerti e conoscere le compagne di viaggio nell'incotro di settembre. Ciao Francesa, abbi cura di te, non colpevolizzarti e abbraccia te stessa, che se la cosa più preziosa che hai al mondo e la tua famiglia. Si, perché se tu non ti senti preziosa, come puo abbracciarli tutti? Rosa
Leggo con piacere questa seconda parte della storia di Rosa. Ero rimasto alla prima parte, quella altrettanto drammatica essendo coinvolto nella scoperta della malattia e responsabile dell'intervento radicale oltre che riferimento scomodo delle domande più imbarazzanti "potrò ancora avere dei figli" ?. Il resto della storia, che non conoscevo, l'ha raccontata nel precedente post Rosa e non mi pare che lasci spazio, almeno dalla parte dell'oncologo, ad alcun commento. Rosa mi ha sempre colpito per la "razionalizzazione " dei suoi sentimenti: si "piangeva" in privato, suppongo, ma poi ha voluto conoscere sempre tutti i dettagli della sua situazione a costo di chiedere più pareri che io volentieri ho sempre incoraggiato. Questo aspetto dell'Open source mi piace molto perchè non vuol dire mettere in piazza i sentimenti e le emozioni ma ha lo scopo di CONDIVIDERE LE CONOSCENZE. Mi fa piacere che Rosa ora lo faccia sulla rete, ma in questa funzione molto importante per le altre pazienti che si isolano, aveva già dato diversi contributi, tra cui la partecipazione ad una trasmissione televisiva della Rai del 2005. Eccola ! http://www.youtube.com/watch?v=c9plelW1h7A
Ciao rosa sono francesca la tua storia mi ha toccato profondamente e stanno sgorgando le lacrime che da un po' tenevo dentro. non so quanti anni hai ma mi ricordi molto mia madre anche lei aveva il cancro ed e' morta due anni e mezzo fa il mio primo bimbo aveva solo tre mesi. Anche lei ha avuto una vita non facile pero' come te e' riuscita a vedere le cose belle, a vivere giorno per giorno ,a essere sempre serena. io mi sto sforzando di seguire il suo esempio perche' una madre che cosa deve fare se non dare un esempio? ma e' difficilissimo. Forse il segreto e' davvero quello di guardare fuori e non piu' guardarsi dentro forse ognuno deve trovare la propria strada. io intanto siccome sono ancora molto confusa continuo ad affidarmi alle vostre parole e ai vostri esempi che nonostante tutto si puo' essere sereni, si puo' ancora vivere cogliendo la bellezza intorno a noi anche se abbiamo a che fare con questo mostro. grazie per le parole importantissime che mi hai scritto che sarebbero state quelle di.mia madre.
Gentile dott. Catania, utente 198166, sono Catia di Vicenza, sono gia intervenuta qui e ho chiesto anche dei consulti..ho avuto un tumore a 29 anni, avevo un bimbo piccolo, e ho subito una mastectomia, ora sono in attesa del test genetico, non ho fatto chemio, non era un tumore triplo negativo.. Cara Rosa, leggendo la tua storia mi sono scese le lacrime, non hai certo avuto una vita facile,eppure trasmetti una grande forza, il tuo è un esempio per tutte noi! E' vero che la famiglia gioca un ruolo chiave quando si passa un'esperienza come questa..nel gruppo di cui faccio parte A.N.D.O.S. ho sentito qualche testimonianza di donne lasciate dai mariti o dai compagni nel momento della diagnosi di tumore..perchè si sentono impotenti, hanno paura, nn vedono futuro..io fortunatamente ho un marito che mi è sempre stato accanto,e che mi ama, se possibile, più di prima, e me lo dimostra in ogni momento. Ho dovuto sostenerlo e "proteggerlo" inizialmente, perchè era più scosso e spaventato di me,credo abbia pianto più lui, io ho pianto poco prima dell'intervento, mi venivano le lacrime agli occhi solo quando guardavo mio figlio..ma poi mi ha dato lui tanta forza e soprattutto mi ama come sono.
Ragazzacce, che fate ora, mi fate anche piangere ??!!! Sono Sonia, scrivo dalla provincia di Milano, ho avuto recentemente un tumore della mammella poco aggressivo, ma curato anche con la chemioterapia (bontà della coerenza dei medici !) ed ho un marito normale. Il mio tumore sarebbe di serie B se non avessi provato da giovanissima le vostre stesse emozioni perchè avevo due bambini piccoli quando sono stata operata di carcinoma ovarico. Li ho protetti, a mio modo, tenendoli all'oscuro di tutto. Non so se ho fatto bene o male, ma vedo che per loro questo tema è tabu' : non se ne può fare neanche un cenno. Grazie ragazze per il coraggio che trasmettete a tutte noi anche a quelle che hanno un tumore di serie B ma una maledetta paura di serie A. Un grandissimo abbraccio. Sonia.
Con molta curiosità seguo un post che è diventato un'occasione di scambio, confronto, sostegno online. Chissà che non si possano pensare esperienze di mutuo-auto-aiuto per utenti oncologici che utilizzino questo medium... Bella occasione, Salvo, complimenti!
Stanato un altro psicologo ! (^___^) Grazie Gianluca >> Chissà che non si possano pensare esperienze di mutuo-auto-aiuto per utenti oncologici che utilizzino questo medium...>> è proprio quanto ci siamo proposti con un incontro REALE. >>mutuo-auto-aiuto per utenti oncologici che utilizzino questo medium..>>........allora l'empatia virtuale non è una balla ! [tu non c'entri ^__^] In quell'incontro reale al quale sei già invitato (Milano) dimostreremo, scommetto sin da adesso, che tutti gli scambi di esperienze delle nostre ragazze sono PIU'che reali. La commozione che ha fatto piangere anche altre utenti ( che hanno manifestato tramite mail) come quelle che sono intervenute qui al coraggio di Francesca, di Rosa e di Catia, è REALE e non si può certo paragonare a quella che segue alla proiezione di un film farlocco o di un romanzo altrettanto farlocco anche se commoventi. >> L'anno scorso il tumore si è ripresentato, sulle ossa cervicali questa volta>> lo scrive Rosa ma con la consapevolezza CONDIVISA di avere Rosa le stesse probabilità di essere presente, e quindi VIVA, ai funerali del suo chirurgo (IO !),ed il chirurgo ha le stesse probabilità di accompagnare Rosa ai suoi funerali. Entrambi ne siamo fermamente convinti. Ada catalogata "a prognosi infausta" ha accompagnato entrambi i suoi chirurghi al cimitero....e anche da tanto tempo ! Questo non è un film farloccco, questa è la vita! Chi possiede empatia ed è aperto all'ascolto si commuove e piange anche attraverso lo strumento virtuale. Chi non la possiede , non solo nega quella virtuale, ma è moooooolto probabile che non sappia di cosa stiamo parlando neanche nella vita reale. L'OCCHIO VEDE CIO' CHE SA !
179. [PRIVATO] Dr. Salvo Catania il 14/03/2013 ha scritto: Ora mi vado a vedere a S.Siro INTER-TOTTHENAM , ma prometto a Rosa in particolare che stanotte Le racconterò una storia reale di una ragazza che io ho operato all'età di 28 anni e che nonostante le sue metastasi alla colonna, continua a fare attività sportiva agonistica e a 42 anni mi chiede consigli perchè VUOLE UN FIGLIO mentre tutti glielo sconsigliano. P.S. Questa ragazza ogni anno ha bisogno di un certificato di idoneità agonistica e teme che qualcuno possa scoprire il precedente del secondarismo. Viene da me con il pretesto di un controllo ma in realtà viene a fare l'ultima prova per sostenere la GRANDE BUGIA da recitare al centro di Medicina sportiva. Io le raccomando (pronto a sostenerlo anche in tribunale o dinnanzi all' Ordine dei Medici) di NON MENTIRE MAI, ma di non dire nulla perchè tanto i medici che non sospettano non le farebbero mai domande specifiche....e poi la fretta, malattia molto diffusa tra noi,...mette ulteriormente al riparo da sorprese.