Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Rigenerataaaaaaa ed ora un sano riposo nel tuo letto
Tesorinoooo
Ah che bella notizia! Noi siamo al Parco Cazzi a ballare la Mi Mi Dance per Te e Venus
Continuiamo ancora un pochino...non si sa mai.Meglio abbondare
Cle
Niente nostalgia!
Ora siamo donne di spessore mature e pure tumorate....ex, via!
@nini
.... Allora se parliamo di canne ok ci sono.... (qui ci facciamo chiudere!!) Ma svapo I qualcosa non capisco una mazza.... Mi aggiorno care rfs! giggle:
Domus benvenuta in famiglia, tesoro. Anno intenso e tosto. A occhio e croce questo secondo k non ha scampo, visto il piglio con cui hai asfaltato tutto il resto. Povera bestiola rimbambita, non avrà neanche il tempo di rendersene conto che sarà già al tappeto. Questo luogo è speciale, resta con noi e non ti lasceremo mai sola.
Venus che bello leggerti!! Dài, dài. dài che tra poco arrivano la terapia giusta e le dimissioni dall'ospedale
Dadina io sono stata solo una notte in ospedale qui, dopo intervento, ma questi ti controllano pressione, saturazione e temperatura ogni ora. Ti danno tregua dall'una di notte allle 4,del mattino, poi ricominciano e se per caso ti sei appisolata ti svegliano ovviamente.Quando sono tornata . acasa tra anestesia e giorno e notte in bianco ho dormito di continuo.
Cle Didi le IQOS non sono male però ripensandoci, in effetti puzzano un po' di piedi in effetti Io ho smesso 6 mesi fa (lasciam perdere ogni considerazione va), ogni tanto mi concedo un tiro dalla sigaretta di mio marito, ma solo se sono in preda all'ansia. Non mi mancano, dico la verità, ma il mio limite fissato del "ricomincio a fumare" è anche per me 80 anni, come per Laura
Emanuela grazie per aver ricordato della trasmissione di sabato 4 gennaio. A me lo aveva detto una mia amica, una meravigliosa ragazza fuori di seno, che parteciperà ai corsi di scrittura di cui si parla nella trasmissione all'interno dei percorsi di terapie integrate (di cui lei si è avvalsa molto e da cui ha tratto grandissimo giovamento) al Policlinico Gemelli di Roma ma mi ero dimenticata di parlarne qui.
Angel buone vacanze in terra natia, allora! Fatti coccolare dalla famiglia e mangia anche per me tutte le cose buone che la tua mamma ti preparerà con tanto amore
Titina io sono d'accordo con chi ti consiglia di prendere un pelosetto. Nessuno, a meno che non stai in casa h24, è in grado di accudirli come vorrebbe, ma non darti questa "scusa" per non prenderlo, tesoro. Non sai quanto amore e attenzione sono in grado di dare e quanto con loro non ci si senta mai soli
Il Tuo angioletto....
Mi dispiace tanto e Ti stringo al mio cuore
E non provo neppure a dirti qualcosa perchè non sono capace di tradurre in parola il mio sentire
Ti voglio bene
Grazie cara Dada, anch'io te ne voglio.
Però sappi che quando avrai bisogno, se ci sarà un periodo più nero io sono qui per te
Ti ringrazio di cuore per le tue parole, nessuna offesa, anzi..
Un paio d'anni dopo l'aborto l'adozione è stata tra i miei pensieri ma non c'erano le condizioni ottimali, tutti e 2 lavoro stagionale, 2 mutui..13 mila euro per un ricorso perso appena finito di pagare..vabbè dai, adesso non ti faccio l'elenco..
Ho accettato che non sarò mai mamma, forse in un'altra vita, e mentre ti scrivo mi sento serena..
Per fortuna mio marito da 3 anni lavora fisso, quest'anno con le terapie in corso io non ho lavorato, ma tra 1 anno e mezzo lui finisce il mandato e già adesso mi chiede cosa faremo.. e che ne so io!! Penso che ce la caveremo. intanto io voglio finire le cure e se i piedi non mi daranno noie ho intenzione di mandare un po di curriculum. Spero, anzi desidero fortemente ritornare a lavorare ma al momento devo pensare ad oggi e ora e quindi tra poco vado a nanna che domani alle 8 ho prelievo e alle 10 visita. Grazie ancora, so che ci sei. Un bacino alla marmottina.
Stella mar Jenny
MariaT ho letto della mamma..queste mammine che fanno tribolare. Ti abbraccio.
Buonanotte a tutto il blog.
utente
Cle
Niente nostalgia!
e pure tumorate....ex, via!
Ecco, di questo quid in più ne avrei fatto pure a meno!
Evvvvaaaaaiiiiiiiiiiiii! Ma quanto funzionano i nostri balletti?
Dottore, dovremmo brevettarli e metterli nel piano terapeutico insieme al blog!!
Che bella e inaspettata notizia. Finalmente a casa.
Giornatina allegra con mia madre oggi, ma è andata.
E comunque, ragionandoci, sono io il problema, che non ancora riesco a metabolizzare il problema di mamma.
Vabbè.
Ninniiiiiiii
Ho appena letto che sei a casa.
Sono cosi contenta e....capisco tuo marito.
Anch'io odio le levatacce , non ce la faccio proprio !
Pigrissima io
Raffaella di Cookie anche a casa.
Ora aspettiamo solo che esca anche Venus così l'opera sarà completa.
Forza cara...fatti cacciare fuori
Terza sera che guardo favole in tv.
L'altro ieri La Bella e la Bestia, ieri Cenerentola, stasera un cartone Zootropolis, molto carino.
Ma sarà normale a quasi 60 anni ? Boh
Ora vado a ninna.
Domani levataccia per prelievo.
Due @@ !!
Buonanotte a tutti.
No vabbè mi stavo perdendo questa notizia! Felice di saperti nel tuo lettone.
Venus
Adesso posso andare a dormire.
Prima però gioia gioia per Ninni!! a casetta sua!! Meraviglioso!!
Venus69 eccoti mio tesoro!! Mi a coccolo con te nel lettino!! E ti stringo forte... Non vedo l ora che torni a casa!!!
... Grazie Dottor Catania per la foto del piccolo Gio che spegne le candeline!! Era super felice!!
Buonanotte a tutte e buongiorno a Lasimo amiche mie tutte vi abbraccio e vi penso!!
Un topo dolcissimo e bellissimo, Annina. Chissà che orgoglio che ha nonna Gilly che lo veglia notte e giorno
felicissima per te. Vedrai che da ora andrà tutto bene.
Buonanotte nel tuo letto.
Lasciamoci alle spalle tutte le critiche che sono emerse negli ultimi mesi riguardo ai supporti psicologici tradizionali e non sarei neanche troppo severo, perche' gli effetti iatrogeni negativi li ha la Medicina ufficiale (terapie e inadeguata formazione alla comunicazione da parte degli operatori sanitari, non di tutti per fortuna).
E non fa eccezione neanche la psicologia tradizionale .
Il nostro blog,' persegue due obiettivi principali :
1) Aiutare a riappropriarsi della propria vita attraverso la narrazione e condivisione . Ripercorrendo attraverso le esperienze anche molto dolorose il dramma vissuto in prima persona.
Percorso difficile Arte del Kintsugi), ma superando la impotenza appresa e attraverso la saturazione semantica (esorcismo del fantasma che ci perseguita e ci rincorre) e quindi allenando la resilienza e' possibile imparare ad avere il controllo delle paure, che ci saranno sempre, ma non comanderanno piu' loro su di noi.
2) Incrementare la sopravvivenza [/b
Quando, dopo avere aperto questo forum, in un consesso pubblico di oncologi, cercavo di spiegare che
[b]"CON-dividere
un percorso o un iter diagnostico-terapeutico attraverso una RETE SOCIALE fosse gia' terapeutico per l'umore e forse addirittura per un aumento della sopravvivenza, mi avevano preso tutti per un FUORI DI SENO..
Oggi dopo tanti anni mi ascoltano con maggiore attenzione (invidiosi esclusi !) Il prof . Curigliano dell'IEO che si occupa degli outliers , mi ha sempre ascoltato con mooolta attenzione.
ORA C'E' LA CONFERMA SCIENTIFICA
Condividere il tempo e lo spazio, e quindi le parole, i timori, le emozioni che accompagnano le sedute di chemioterapia, aiuta. Anzi, di più: è in grado di aumentare, sebbene di poco, i tassi di sopravvivenza. È il risultato di uno studio longitudinale, il primo del suo genere su un campione così vasto e per un tempo così lungo (5000 persone seguite per circa 9 anni), che è stato realizzato dai ricercatori del NHGRI, National Human Genome Research Institute dell'NIH e di Oxford, e pubblicato sulla rivista Network Science. Più in dettaglio gli autori dell'indagine hanno dimostrato che la socialità, la possibilità di comunicare, di entrare in relazione, di stare fianco a fianco con altri pazienti nel corso delle sedute di chemio aumenta del 2% la sopravvivenza a 5 anni.
La ricerca. Gli scienziati – esperti di scienze sociali comportamentali - che hanno firmato la pubblicazione hanno analizzato i dati relativi a 4.691 uomini e donne di circa 60 anni affetti da varie forme di cancro, in chemioterapia presso due ospedali pubblici dell'Oxfordshire dal 2000 al 2009. Di ognuno hanno seguito i destini clinici e anche la posizione occupata nelle sale dove venire loro somministrata la chemioterapia lungo tutto il corso della malattia: chi fossero i loro vicini di poltrona, quelli con i quali scambiavano chiacchiere, preoccupazioni e magari anche battute, e che destino clinico avessero a loro volta questi pazienti. In termini più scientifici gli autori hanno costruito e analizzato un network, una rete, di co-presenze.
Si mangia di più quando si è tra amici. Ma spinti da quale curiosità, o da quale considerazione? Jeff Lienert, del Social and Behavioral Research Branch dell'NHGRI e primo autore della ricerca, dichiarando in una nota rilasciata dall'NIH quanto segue ha di fatto risposto alla domanda: "I modelli di comportamento degli esseri umani si basano su ciò che li circonda - ha detto -. Per esempio, spesso si mangia più quando si è tra amici, anche se nemmeno si sa cosa c'è nel piatto. Come anche, quando si va in bicicletta in compagnia, spesso le nostre performance migliorano, indipendentemente dalle performance altrui". Lienert e i suoi colleghi devono essersi chiesti se la possibilità di frequentare la compagnia giusta, per così dire, può influenzare persino la risposta alla chemio. Magari di poco. E in effetti così è stato.
I risultati. Coloro che avevano condiviso più tempo della cura con compagni di chemio lungo-sopravviventi avevano avuto il 2% in più di chance di sopravvivere a 5 anni rispetto a chi aveva avuto come compagni altri pazienti che non avevano avuto lo stesso destino. In termini di tassi di sopravvivenza, nel primo caso il valore registrato era stato di circa 72% mentre nel secondo del 70%.
Il tasso di sopravvivenza a 5 anni è la percentuale di persone che vivono per più di un quinquennio a partire dalla fine del trattamento. Per esempio un tasso di sopravvivenza del 70% , hanno chiarito gli autori, significa che su 100 persone, 70 di loro dopo 5 anni sono ancora in vita.
Se il 2% vi sembra poco. Il 2% è poca cosa? Forse. Tuttavia è un dato indicativo: indica che il setting della chemio conta. E sui grandi numeri è anche un dato significativo. Lienert ha infatti dichiarato: "Su un campione di 5000 pazienti in nove anni, parliamo di 100 persone". Di cento persone che hanno una chance di vivere un po' di più.
Cosa c'è dietro. Naturalmente lo studio in questione non aveva l'obiettivo di indagare se ci fossero, e quali fossero, le ragioni biologiche dell'influenza del setting delle chemioterapie sulla sopravvivenza, né poteva averlo, per come era strutturato. Tuttavia gli autori un'ipotesi l'hanno fatta: che quel 2% di differenza ha a che vedere con lo stress. "Quando sei molto stressato vengono rilasciati i cosiddetti ormoni dello stress, come l'adrenalina, che servono per innescare la risposta di combattere o scappare", ha dichiarato Lienert. "Se non puoi fare né l'una né l'altra cosa, come succede quando sei in chemioterapia, gli ormoni dello stress possono aumentare".
L'importanza del supporto sociale.
Tra gli obiettivi della ricerca non c'era nemmeno quello di valutare l'impatto dei visitatori sulla sopravvivenza. Tuttavia i ricercatori ipotizzano che l'effetto della presenza di amici, o parenti possa essere simile a quello degli altri pazienti. "Un supporto sociale positivo nel momento esatto in cui si prova uno degli stress maggiori è cruciale. Se hai un amico col cancro, fargli compagnia durante la chemio probabilmente lo aiuterà ad abbattere i livelli di stress. Ed è probabile che l'impatto sia efficace, e forse più efficace di quello provocato dall'interazione con altri pazienti ammalati di cancro come lui", ha concluso Lienert. Ma amici o parenti o pazienti che siano "I nostri risultati suggeriscono che si verifica un'influenza sociale nei reparti di chemioterapia, e quindi potrebbe essere necessario considerare in che modo la chemio viene somministrata", si legge nel testo della pubblicazione.
Immagine: rappresentazione della rete sociale di co-presenza durante le sedute di chemioterapia. I piccoli cerchi rappresentano i pazienti, i colori si riferiscono all'anno in cui hanno iniziato le sedute. Credit: Jeff Leinert, NHGRI
Un altro fattore importante incrementa la sopravvivenza :
UN ELEVATO QUOZIENTE PROATTIVO.
Cioe' allenando la resilienza si impara a non reagire piu' come molti ci vorrebbero insegnare attraverso l'obsoleto linguaggio guerresco (combattere, resistere), ma passando dalla strategia del CALATI JUNCU
si impara a PROAGIRE, su cui cominciamo a trovare conferme scientifiche in diversi studi degli ultimi due anni.
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Se nello studio presentato sulla importanza di una rete sociale , ormai giunto al dodicesimo anno di follow-up, c'e' un incremento della sopravvivenza del 2% , che comunque vuol dire che 100 persone in piu' vivono di piu', e' solo perche' qualcuno per poche ore durante la chemioterapia gli ha tenuta la mano.
Se e' cosi' perche' noi non potremmo attenderci un tasso di sopravvivenza molto piu' elevato in considerazione del fatto che la mano la teniamo per chi lo desidera 24 h/24 ??????
Comprendo che qualcuno voglia andare a fare il volontario : chissa' dove e con quale scopo ?
Mi sono occupato per decine di anni di supporto da parte dei volontari negli ospedali.
Domande
1) Quanto siamo sicuri che siano gradite le visite di "un volontario in divisa"?
2) Sulla vostra pelle avete imparato che quel che piu' si cerca e' essere CAPITE !
Non basta avere avuto un tumore per CAPIRE una sconosciuta.
Sarebbe lungo spiegare che "per capire occorre amare !"
Amare non necessariamente l'oggetto delle nostre visite , ma almeno il proprio lavoro !
Ecco perche' alcuni operatori e psicologi riescono a penetrare nel sottosuolo del paziente.
Il nostro blog fornisce un AUTO-MUTUO-AIUTO e non sto a spiegarne il significato facilmente comprensibile.
Oggi Angel mi ha scritto per aggiornarmi sulle condizioni di Venus ricoverata in Ospedale.
[A proposito, dove sono i volontari delle associazioni ?] LATITANTI !!!]
Sono certo che questo supporto non possa che essere utile a Venus , ma allo stesso tempo e' utile ad Angel stessa , che ha affrontato la sua recente "brutta notizia" non reagendo, ma PROAGENDO in modo magistrale, da insegnare cioe' alle scuole di psicologia.
E la stessa Ninni oggi cerca di rassicurare noi , mentre dovrebbe accadere il contrario.
La stessa agenda di Patri e' ormai diventata rituale per il nostro blog (idea geniale !!) cioe' una sorta di coinvolgimento condiviso dei problemi altrui, per allontanare o almeno "ovattare" i nostri.
Estremamente difficile far comprendere a quelli che "non hanno tempo" di scrivere sul blog con costanza e spiegare loro quanto sia utile farlo come se fosse una terapia. necessaria
Effettivamente per il gran numero di commenti non e' facile seguire, ma quel che chiedo io e' una altra cosa : quando si ha poco tempo basta esporre i propri problemi quotidiani anche senza leggere quelli degli altri.
Esporre i propri e' utile , condividere quelli degli altri e' esponenzialmente piu' efficace.
La cosa strana , ma non tanto, e ' paradossalmente evidente che quelle piu' costanti in questo esercizio sono quelle gia' piu' forgiate a tutte le intemperie.
E che hanno compreso bene che in fondo 15 minuti nella giornata sono nulla su 24 ore, parti delle quali a volte sprecate in attese di controlli inutili, solo per fare un esempio ,
Poi il tempo piano piano ci fara' comprendere ( CHANGE) quanto il nostro cambiamento sia condizionato ANCHE dalla condivisione dei problemi degli altri.
C'e' chi ha una predisposizione, genetica e quindi caratteriale, come Rosa sin da piccola e lo dico forte come ANGEL .
Angel secondo voi come fa ad essere sempre presente nel blog ?
Terapie pesanti+ 4 ore di lavoro + Rebecca+ marito+ impastare la pizza + altre mille cose.
Mai una volta assente con le RFS !
10 minuti dopo la scoperta delle sue"metastasi" (spero false metastasi), esattamente come Rosa, era gia' in prima linea a fianco dei problemi di Venus.
Presente e gia' EXPERTISE !
Non ho letto mai una sua replica tecnica scorretta da rendere necessario un mio intervento correttivo.
E di Patri circondata da nipoti, cani , gatti, feste paesane, gite esoteriche, ecc che vogliamo dire ? Ha mai dimenticato uno di noi ? Non mi meraviglierei se un giorno leggessi "fili colorati per il dr. Catania che ha dimenticato di pagare l'IMU"
Non e' vero che il bene non torni indietro !
E ve lo dico per esperienza anche personale !
Se non si ha interesse (amare per capire) per i problemi degli altri non serve far finta di essere interessati. Chi il problema ce l'ha riesce sempre a comprendere quando l'aiuto e' formale o sentito ! E il primo e' inutile e quindi inefficace se non addirittura beffardo e fastidioso.
Quindi non esiste narrazione ( = commento) indicibile, inenarrabile o censurabile.
E' semplicemente inutile il commento non sentito e solo formale !
Ma se e' difficile spiegare ( ci ho messo 40 anni per capirlo) l'atteggiamento quasi "istintivo" delle marmotte, e' piu' semplice far comprendere , come sia possibile allenando ogni giorno la nostra resilienza impadronirsi di quel tanto che ci serve per vivere meglio dopo l'esperienza del tumore.
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Esattamente come si fa allenando l'attivita' fisica se si vuole incrementare il livello di resistenza alla fatica e quindi allo stress.
La narrazione della propria storia e della quotidianita' dopo l'esperienza del cancro e' una vera strategia di resilienza , intesa come capacita' di resistere, di affrontare e di crescere anche dentro esperienze di profondo dolore e di riemergere da esperienze che rischiano di farci naufragare.
Ma la strategia di resilienza e' la maschera di una strategia della speranza, che puo' prendere diverse forme.
Mentre e' sempre presente e forte la speranza di guarigione e di vivere a lungo, altre speranze man mano possono riemergere; man mano che passa il tempo : esse toccano la permanenza delle relazioni affettive e di cura, il significato di cio' che si sta vivendo qui ed ora , la possibilita' di raggiungere alcuni obiettivi, la qualita' della vita e il poter crescere spiritualmente.
La narrazione attraverso la condivisione aiuta gli altri, ma soprattutto se' stessi.
Aiuta se' stessi anche solo il fatto di scrivere una sorta di diario della propria vita.
Ci sono studi che hanno mostrato come la forma piu' efficace sia quella di scrivere a mano ogni giorno con la penna come si faceva una volta ( diario e lettere).
Con il limite di una limitata condivisione con altri.
Il blog assolve bene questa funzione di diario condiviso ed esteso ad un gran numero di persone ed in tempo reale.
Ecco perche' e' importante scrivere ogni giorno.
Perche' scrivere ogni giorno il diario del trauma condiviso?
Il senso sostanziale di un trauma e' di un qualcosa che, una volta accaduto, si insedia prepotentemente nella vita di una persona , nella sua mente e nella sua dimensione emozionale.
Anche in questo caso, lo strumento piu' adatto e' rappresentato dalla scrittura, attraverso quello che viene definito il 'diario del trauma", che pero' per essere condiviso necessita del mouse e non della penna.
Nella narrazione condivisa , tutti i giorni anche per soli 10 15 minuti, la persona si ritagliera' uno spazio, nel quale , dovra' ripercorrere tutti i momenti del trauma, spesso perche' altri hanno offerto il pretesto di situazioni analoghe alla nostra.
Alcune ricordi sono stati rimossi da noi e riemergono solo perche' evocati da altri
Tanto piu' efficace il diario del trauma quanto piu' si entra nel vivo e dentro i piu' piccoli aspetti. Cosa ha sentito, cosa ha pensato, quali sensazioni fisiche.
L'esperienza va ripetuta quotidianamente ( non "quando trovo il tempo") per imparare ad accettare tutte le emozioni che emergono : il dolore, la rabbia, l'irritazione.
L'esercizio quotidiano aiutera' ad accogliere cio' che emerge , mentre la saturazione semantica aiutera' quasi automaticamente ad esorcizzare i fantasmi che evocano i termini utilizzati anche dagli altri con il piu' elevato significato emotivo : esempio metastasi e morte.
Questo processo puo' apparentemente sembrare sadico (=ricordare cio' che fa male)
Permette invece di elaborare molto piu' rapidamente quanto avvenuto perche' porta la persona a una esposizione maggiore rispetto al proprio trauma ( che normalmente arriva, SCOMBUSSOLA, e poi va via , ma poi torna) e facilita il processo di adattamento , come gli occhi che abituati all'oscurita', piu' rapidamente guardano la luce, piu' si abituano alla luminosita'
Il questi giorni di Natale i piu' difficili per la famiglia di Rosa, Stefania e la mamma di Rosa si telefonano quasi quotidianamente per parlare di Rosa. Piangono e poi sorridono . Il dolore resta intatto, l'accettazione del lutto fa passi da gigante.
Giorno dopo giorno.
Il vantaggio principale di questo esercizio e' che essendo intenzionale , si toglie al trauma la possibilita' di arrivare inaspettatamente.
Lo scopo e' quindi quello di evocarlo volontariamente per renderlo meno aggressivo e forte di quando lo si subisce in maniera passiva.
La scrittura permette inoltre , una maggiore dissociazione dall'evento , perche' quest'ultimo passa dall'essere una esperienza che la persona vive completamente all'interno di se', a qualcosa di esterno, un racconto scritto , dal quale la persona puo' piu' facilmente prendere gradualmente le distanze.
Conclusione :
Affiche' il processo narrazione-condivisione sia efficace, e' necessario che la persona abbia la costanza di affrontare quotidianamente ( anche solo per 15 minuti) i propri " mostri".
Rivolto a quelle che hanno seguito il mio consiglio di stampare tutti i vostri commenti !
La scrittura portando a un rallentamento della impulsivita' permette anche gradualmente riflessioni differenti.
Per poter scrivere la persona deve tradurre le emozioni in pensiero e coordinare il movimento per trasporre il pensiero in scrittura ( piu' evidente se con la penna)
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Questo processo aiuta a operare in automatico una fase di rielaborazione interna che permette di modificare la percezione del problema.
Come detto in precedenza la scrittura consente una attivita' di distacco dal problema , perche' l'emozione viene vissuta come interna alla persona, mentre le frasi scritte sono qualcosa di esterno , dal quale la persona riesce a prendere una parziale distanza.
All'atto pratico se riesumate i vostri commenti del 2018 e li confrontati con quelli del 2019 scommetto che siano evaporati zavorre che gravano sul bagaglio a mano e non servono a nulla se non a riportarvi periodicamente sulla sedia a dondolo.
Scommettiamo che siano evaporati termini come
RABBIA, RISENTIMENTO, PAURA, ANGOSCIA, DISPERAZIONE ecc ecc
E se appaiono ancora sono nella frequenza molto meno usati di prima e sostituiti da altri termini come tempo, vivere, speranza, amici, familiari ecc ecc
Si accettano scommesse !!!
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