Tutto su asma e fumo
L’abitudine tabagica è presente anche tra i soggetti affetti da asma bronchiale. Infatti, la prevalenza di fumatori attivi negli adulti asmatici è sovrapponibile a quella della popolazione generale, con un range che varia dal 20% al 30%.
Sicuramente va sottolineato che i dati epidemiologici a riguardo dell’associazione tra fumo di sigaretta attivo e asma potrebbero essere caratterizzati da problematiche metodologiche che risentono del tipo di studi utilizzati. Inoltre, molto spesso la valutazione dell’esposizione al fumo di sigaretta è legata a semplici questionari, dichiarazioni dirette dei pazienti intervistati con possibile inaccuratezza dei dati registrati. Nonostante ciò, l’analisi dei dati disponibili indica un’alta prevalenza dell’asma nei fumatori, prevalentemente tra le donne fumatrici, rispetto a quelle non fumatrici.
Parlare di asma e fumo è comunque importante e rappresenta un aspetto socio sanitario che non è assolutamente trascurabile. Il motivo principale riguardante la centralità di quest’argomento è da correlare a quanto il fumo di sigaretta si è dimostrato capace di provocare nei soggetti asmatici; esattamente appare associato and uno scarso controllo dell’asma, ad un peggioramento dei sintomi respiratori, ad un’alterata risposta alle terapie inalatorie (soprattutto corticosteroidi inalatori), ad un accelerato declino della funzione respiratoria e ad un incremento dell’utilizzo delle strutture sanitarie.
Da quanto riportato sembrerebbe evidente che fumare in presenza di asma bronchiale non sia sicuramente un beneficio aggiunto, anzi, al contrario rappresenta un fattore peggiorativo.
Queste affermazioni sono infatti supportate da diverse evidenze scientifiche che dimostrano una chiara relazione causale, ad esempio, tra l’abitudine tabagica nei genitori e lo sviluppo di asma nei bambini. Specificatamente, una revisione sistematica della letteratura scientifica ha evidenziato come l’esposizione al fumo passivo nel periodo pre o post natale aumenterebbe il rischio di comparsa (incidenza) d’asma bronchiale dal 21 all’85%.
Addirittura, se andiamo a verificare i dati riguardanti la popolazione adolescente o adulta, l’esposizione al fumo di sigaretta passivo appare associato ad un rischio di sviluppare asma bronchiale circa doppio rispetto a chi non è esposto. In accordo con quanto fino ad ora riportato, appare chiaro come la gravità dell’asma sia legata al fumo di sigaretta.
Esistono infatti dei dati che riportano come la gravità di questa malattia sia strettamente legata al numero di sigarette fumate, con una chiara evidenza di asma più grave nei soggetti che hanno una storia di fumo maggiormente importante; in particolare viene sottolineando che un maggior numero di sigarette fumata durante un giorno per un elevato numero di anni inerente la storia di fumo stesso, rappresenta un inequivocabile fattore di causalità: cioè chi fuma di più e da più tempo è esposto ad un rischio maggiore di peggiorare la gravità della sua malattia asmatica.
Come riportato precedentemente, se è noto che il fumo di sigaretta peggiora tutta una serie di aspetti clinici dell’asma e quindi “fa stare male il paziente asmatico”, è altrettanto risaputo, che il fumo di sigaretta peggiora una serie di meccanismi cellulari e molecolari che sono strettamente legati all’infiammazione dei bronchi.
Questi fenomeni favoriscono un peggioramento dell’infiammazione stessa che porta ad un conseguente rimodellamento bronchiale con peggioramento della funzione polmonare.
Il peggioramento della funzione polmonare vuol dire avere dei bronchi più chiusi (ostruiti) che causano un difficile passaggio d’aria. Da ciò deriva la presenza di respirazione sibilante (con fischio), la dispnea (difficoltà respiratoria) e il senso di costrizione toracica; tutti sintomi tipicamente presenti nei quadri di asma bronchiale non controllata e clinicamente rilevante.
Da non trascurare, accanto alle manifestazioni cliniche descritte, sono gli effetti dei farmaci inalatori utilizzati per curare l’asma, se assunti in soggetti anche fumatori. Normalmente, questi farmaci funzionano bene favorendo positivi sviluppi clinici rappresentati dal benessere dei pazienti. Negli asmatici fumatori, al contrario di quelli non fumatori, è stato evidenziato come l’effetto positivo/curativo degli steroidi inaltori sia meno presente sia nel breve che nel lungo periodo di trattamento. Non avere faramci inalatori efficaci vuol dire aumentare i sintomi asmatici, peggiorare la funzione respiratoria ed aumentare il numero di bronchiti acute. Tutto quanto riportato sottolinea come NON fumare sia buona cosa in generale, per la salute respiratoria, e risulti a maggior ragione fondamentale nei soggetti affetti da asma bronchiale.
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Questo articolo fa parte dello Speciale Salute Respiro