Le cefalee secondarie
Le cefalee secondarie sono così chiamate perché sono conseguenza e quindi sintomo di altre patologie. Vediamo quali sono le malattie che possono causare il mal di testa.
Nell'ambito delle cefalee secondarie rientrano tutte quelle forme di mal di testa che sono conseguenza di altre malattie: in questo caso la cefalea è un sintomo di altri problemi.
Indice
Definizione di cefalea secondaria
Se un soggetto, che in precedenza non ne aveva mai sofferto, sviluppa una cefalea e risulta contestualmente affetto da una patologia che per evidenza scientifica può essere causa di cefalea, quel soggetto risulta affetto da una cefalea secondaria.
Questo avviene anche se la caretteristiche sono sovrapponibili a quelle che si osservano nelle cefalee primarie. In altri termini, una cefalea insorta ex novo che si manifesti insieme a un’altra condizione o patologia che riveste un ruolo causale va sempre classificata come secondaria.
Diversamente, nel caso in cui il paziente presenti un’anamnesi positiva per una forma di cefalea primaria, ad esempio un’emicrania, che peggiora in stretta relazione temporale con l’insorgere di una condizione patologica, quale un tumore cerebrale, la sua cefalea può essere considerata secondaria e classificata come “Cefalea attribuita a neoplasia intracranica” (§ 7.4 ICHD-III) oppure, discrezionalmente, questa diagnosi può essere aggiunta a quella della pre-esistente cefalea primaria.
Le cefalee secondarie, manifestandosi in stretta relazione temporale con una determinata condizione o patologia, migliorano o scompaiono del tutto entro tre mesi dall’eliminazione o dalla remissione spontanea della loro causa (in alcuni casi anche in meno tempo). Se la cefalea persiste oltre tale limite, la sua attribuzione al presunto fattore causale è ragionevolmente dubbia.
Sintomi e diagnosi delle cefalee secondarie
Le caratteristiche cliniche delle cefalee secondarie sono di scarsa importanza ai fini diagnostici, in quanto la scena clinica è dominata dalle condizioni che determinano il mal di testa stesso: la cefalea, quindi, è una co-morbidità e i suoi sintomi sono marginali.
Il sospetto che possa trattarsi di una forma di cefalea secondaria è dovuto al fatto che questa compare all'improvviso in un soggetto non più giovane (oppure dal peggioramento significativo di una cefalea pre-esistente) ed è caratterizzata da andamento continuo e aggravamento progressivo.
Solitamente può essere scatenata da sforzo fisico o tosse, associata a vomito, disturbi di coscienza, dell’equilibrio, della vista, calo ponderale, malessere diffuso.
Se si verificano sintomi quali segni neurologici focali, alterato stato di coscienza, rigidità nucale ed eventualmente anche da crisi comiziali allora la cefalea è secondaria ad una malattia neurologica (neoplastica o vascolare o infettiva o causata da alterazione della dinamica liquorale) che, nella più parte dei casi, determina una condizione di ipertensione endocranica.
Se invece di base vi è una malattia infettiva o del metabolismo o del sistema endocrino o dell’apparato nefrologico o cardio-vascolare, la cefalea si aggiunge agli altri sintomi che denotano una alterazione dei parametri vitali (febbre, grave ipertensione arteriosa, disturbi di circolo o della diuresi, etc.) e di quelli di laboratorio (VES, PCR, alterazione degli esami ematochimici, etc.).
Per approfondire:Cefalea: classificazione delle forme di mal di testa - infografica
Cause delle cefalee secondarie
Quanto è stato appena illustrato si rinviene in forma schematica nella ICHD-3 Beta che individua otto gruppi di condizioni patologiche cui attribuire l’origine di una cefalea secondaria:
- Cefalea da trauma cranico e/o cervicale
- Cefalea da disturbi vascolari cranici o cervicali
- Cefalea da disturbi intracranici non vascolari
- Cefalea da uso di sostanze o da loro sospensione
- Cefalea da infezione
- Cefalea da disturbi dell’omeostasi
- Cefalea da disturbi di cranio, collo, apparato ORL, occhi, apparato stomatognatico
- Cefalea da disturbo psichiatrico.
Come riconoscere una cefalea da trauma cranico?
Nell’ambito di questi gruppi è opportuno soffermare brevemente l’attenzione solo sulla cefalea post-traumatica.
Nella ICDH-III si considera come cefalea acuta post-traumatica quella che insorge immediatamente dopo e fino a 30 giorni dall’evento traumatico, diversamente dal precedente limite convenzionale di 7 giorni.
Se il trauma è stato di entità moderata o grave, tale da comportare alterazione della coscienza per oltre 24 ore, amnesia post-traumatica ed evidenza TAC di contusione cerebrale, la cefalea che si sviluppa dopo 7 giorni e persiste fino a 3 mesi è definita ad esordio ritardato (delayed onset).
Se la cefalea supera il termine di 3 mesi è definita cefalea post-traumatica persistente e può essere conseguenza diretta dell’impatto traumatico, ma più spesso ha un’origine cervicale o psichica. Riteniamo che descrivere tutte le altre cefalee secondarie alle condizioni elencate dai punti 2 ad 8 risulterebbe di scarsa utilità pratica ed inoltre appesantirebbe notevolmente la presente trattazione, pertanto per un loro approfondimento si rinvia alla lettura degli argomenti specifici.