Quinta malattia: cause, sintomi, durata, complicanze
La quinta malattia (o megaloeritema infettivo) è un'infezione causata dal Parvovirus ed è una delle condizioni patologiche più diffuse tra le malattie esantematiche che colpiscono i bambini in tenera età. Scopriamo di cosa si tratta: sintomi, cause e cura.
Indice
Cos'è la quinta malattia?
La quinta malattia è un'infezione di origine virale caratterizzata da un decorso piuttosto acuto e contagioso che colpisce generalmente i bambini della scuola primaria ed elementare.
È chiamata così perché fa parte delle malattie esantematiche che interessano i più piccoli e, in ordine cronologico, è stata la quinta infezione ad essere identificata e descritta dagli studi medico-scientifici.
Tuttavia, essa è altresì nota come eritema infettivo o megaloeritema epidemico, espressioni che descrivono benissimo il suo carattere eritematoso e le eruzioni cutanee che rappresentano uno dei sintomi più simbolici della malattia.
È una malattia che presenta una certa stagionalità: non a caso, alcune statistiche affermano che la maggior parte delle infezioni si riscontrano durante la stagione invernale e l'inizio di quella primaverile.
Oltre ai soggetti di età compresa tra i 5 e i 15 anni, ad essere più colpiti sono anche coloro che lavorano a stretto contatto con i bambini negli istituti scolastici, oltre ai genitori che condividono con i più piccoli la quotidianità.
Cause
Il virus responsabile della quinta malattia è il Parvovirus B19.
Scoperto nel 1975 dalla virologa Yvonne Cossart, questo particolare virus appartiene alla famiglia delle Parvoviridae, la quale basa il suo genoma su una singola molecola di DNA.
Tuttavia, la peculiarità del Parvovirus B19 è la sua capacità di attaccare i globuli rossi ubicati nel midollo osseo che non hanno ancora raggiunto la loro maturazione: questa abilità virale, infatti, è alla base dell'insorgenza del rash cutaneo tipico della quinta malattia.
Come si trasmette?
Il Parvovirus B19, come la maggior parte degli altri virus, si trasmette con:
- l'inalazione delle goccioline di saliva emesse dal portatore dell'infezione virale in corrispondenza di colpi di tosse, starnuti o durante una conversazione;
- l'esposizione diretta al sangue infetto del soggetto colpito;
- il contatto con oggetti o superfici precedentemente toccati dall'infetto, seguito dal contatto con le proprie muscose nasali, orali o oculari;
- la quinta malattia può anche essere trasmessa durante la gravidanza per via ematoplacentare, con la madre che contagia il futuro nascituro mediante il contatto diretto per mezzo della placenta.
Contagiosità
Un individuo affetto da quinta malattia inizia ad essere contagioso sin da alcuni giorni precedenti alla comparsa dei primi sintomi fino a quando l'eritema cutaneo non esordisce sulla pelle.
Successivamente, il livello di contagiosità diminuisce in modo drastico e rapido, fino ad annullarsi completamente col ristabilimento del soggetto colpito.
Incubazione
Il periodo di incubazione va da un minimo di 4 ad un massimo di 21 giorni.
Generalmente, però, il lasso di tempo più comune che intercorre dalla prima esposizione al virus alla comparsa del primo sintomo è mediamente di 15 giorni.
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Quali sono i sintomi della quinta malattia?
In linea generale, i soggetti più colpiti, i bambini, manifestano sin da subito alcuni sintomi aspecifici come:
- febbricola, con punte di 37.5° specie durante le ore serali;
- mal di gola;
- senso di stanchezza perenne;
- atralgia, ossia dolore alle articolazioni;
- rinorrea, ovvero la perdita eccessiva di muco dal naso verso l'esterno o verso la gola.
Sintomi esantematici
Tale quadro sintomatologico, tuttavia, dura circa un paio di giorni e, non appena inizia a scomparire, lascia spazio alla manifestazione clinica caratteristica, ossia l'eritema cutaneo.
L'esantema colpisce innanzitutto le guance rendendole particolarmente gonfie e doloranti e caratterizzandole con un rash cutaneo a forma di farfalla prima di espandersi al tronco, agli arti superiori e inferiori e alle natiche nel giro di alcuni giorni.
Caratteristico l’aspetto guancia schiaffeggiata Slapped cheeks appearance.
Esantema a "guance schiaffeggiate" 1
Tra i sintomi esantematici può esserci anche la comparsa di macchie di color rossastro frutto dell'azione del Parvovirus B19 sui globuli rossi del midollo osseo.
Inoltre, l'eruzione cutanea arriva anche a colpire i palmi delle mani e le piante dei piedi comportando prurito e bruciore nel soggetto.
A volte potrebbe capitare che l'eritema venga accompagnato dall'esantema orale, ossia dall'insorgenza di macchioline rosacee sul palato e sulla mucosa faringea.
Ad ogni modo, l'esantema generale tende a svanire gradualmente nel giro di 5-8 giorni nella maggior parte dei casi clinici.
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Diagnosi e cura
La quinta malattia è facilmente diagnosticabile mediante una semplice valutazione e analisi dei sintomi e dei segni che il soggetto colpito manifesta, in particolar modo grazie alle eruzioni cutanee.
Più complicato può essere risonoscerla in assenza di questi sintomi tipici.
In questi casi, il medico può decidere di ordinare degli esami del sangue per una diagnosi differenziale con altre malattie esantematiche come la sesta malattia, scarlattina, il morbillo o la rosolia.
Terapie
In linea generale, dato che nella maggioranza dei casi la patologia tende a risolversi in modo del tutto autonomo e senza alcuna complicanza, le uniche strategie terapeutiche adottate dal medico mirano ad alleviare i sintomi più forti, come la febbre, il prurito e il dolore articolare.
L'infezione di stampo virale porta il medico ad escludere totalmente l'uso di antibiotici e a prescrivere farmaci antipiretici, come il paracetamolo, qualora la febbre dovesse protrarsi per giorni o i dolori articolari dovessero essere particolarmente intensi.
La terapia comunque migliore per ristabilirsi dalla quinta malattia rimane il riposo totale da qualsiasi attività, in modo tale da aiutare l'organismo a guarire completamente.
Inoltre, è cruciale assumere il giusto quantitativo di acqua per mantenere una corretta idratazione, la quale contribuisce nel rendere efficienti le funzioni vitali che, durante un'infezione, vedono la diminuzione della loro efficacia.
L'eruzione cutanea che insorge durante l'evoluzione della quinta malattia impone al soggetto di rimanere lontano dall'esposizione ai raggi solari, in quanto capaci di aggravare la situazione a causa della loro composizione chimico-fisica.
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Complicanze
Le complicanze della quinta malattia sono rare soprattutto nei bambini.
La quinta malattia può rappresentare un rischio potenziale per le donne in gravidanza. Se una donna incinta contrae la quinta malattia, specialmente durante il primo trimestre, c'è un rischio di trasmissione del virus al feto. Sebbene la trasmissione fetale del virus della quinta malattia sia relativamente rara, può comportare alcune complicazioni potenzialmente gravi.
Le complicazioni della quinta malattia in gravidanza possono includere:
- anemia fetale: il parvovirus B19 può infettare il tessuto del feto, in particolare le cellule del sangue, causando una condizione nota come idropisia fetale o anemia fetale. Questa condizione può portare a una diminuzione dei globuli rossi nel sangue del feto, che a sua volta può causare problemi di sviluppo, insufficienza cardiaca fetale e persino morte fetale.
- aborto spontaneo: in casi gravi, l'infezione da quinta malattia durante la gravidanza può aumentare il rischio di aborto spontaneo o morte fetale intrauterina.
Poiché il rischio di complicazioni legate alla quinta malattia in gravidanza è maggiore durante il primo trimestre, le donne incinte che sono state esposte al virus della quinta malattia o che sviluppano sintomi compatibili con la malattia dovrebbero contattare immediatamente il loro medico.
Il monitoraggio attento e le valutazioni mediche possono essere necessari per determinare se ci sono state complicazioni per il feto e se è necessario un trattamento aggiuntivo.
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Prevenzione
Dal momento che ad oggi non esiste alcun vaccino o farmaco in grado di prevenire l'insorgenza della quinta malattia, alcune tecniche di prevenzione assumono un'importanza ancor più marcata per far sì che si possa evitare il contagio.
In questi casi è cruciale rispettare le classiche norme di comportamento, come:
- il lavaggio delle mani regolare e accurato con acqua e sapone;
- evitare il contatto diretto con soggetti malati;
- coprire naso e bocca quando si starnutisce o si tossisce, preferibilmente utilizzando il gomito;
- evitare di toccarsi ripetutamente il naso, la bocca o gli occhi dopo essere stati a contatto con persone potenzialmente infette o con oggetti contaminati.
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